Fra poco più di una settimana, si voterà per il rinnovo di parecchi Comuni, a tale proposito mi è sembrato opportuno scrivere su di un vero cancro sociale.
Il sistema di potere capitalistico ha sviluppato un nuovo schieramento di mezzi per soddisfare il suo unico obiettivo, che è quello di estrarre plusvalore ovunque sia possibile e proiettarsi nel futuro senza dipendere troppo, come in passato, sulla “mano d’opera umana”.
Ora, il fatto su cui pare opportuno riflettere è proprio quest’ultimo: il maggiore ostacolo all’incontro domanda-offerta di lavoro è dovuto, ancor più della conclamata inadeguatezza delle competenze, proprio al fatto che le persone non rispondono alle ricerche di lavoro delle imprese.
La corruzione ruba il futuro dei giovani calabresi, in tutti i sensi. Una mega tassa occulta che impoverisce il paese sul piano economico, politico, culturale e ambientale. Crea disuguaglianza a dismisura, massacra le politiche sociali, e gestisce la democrazia. La corruzione nel Sud è presente in tutti gli aspetti della vita quotidiana.
A farne le spese sono le fasce deboli, i poveri, gli umili, le cooperative sociali che chiudono, gli enti che sono costretti a tagliare sull'assistenza, sulle mense scolastiche che non ce la fanno ad andare avanti. Un cancro che mina quotidianamente il rapporto di fiducia che dovrebbe esistere tra cittadini e le istituzioni, alimentando un clima diffuso di sospetto.
Ci troviamo nel bel mezzo di una rivoluzione tecnologica che modificherà radicalmente il nostro modo di vivere, lavorare e relazionarsi gli uni agli altri. Nella sua scala, la portata e la complessità, la trasformazione sarà diversa da qualsiasi cosa l'umanità abbia sperimentato prima d’ora. Noi non sappiamo ancora quanto essa si svilupperà, ma una cosa è chiara: la risposta deve essere integrata e completa, e coinvolge tutte le parti interessate del sistema politico mondiale, del settore pubblico e privato nel mondo accademico e della società civile.
Il mondo virtuale sta condizionando, in una certa misura, tutte le forme di lavoro; creando disoccupazione e diverse nuove classi di lavoratori, costringendole a combattersi l’uno contro l’altro, senza la consapevolezza che la Rete virtuale li relega tutte in una unica moltitudine.
Nel mondo della pubblica amministrazione, è sempre più forte il convincimento che vi sia una stretta relazione tra lo sviluppo e la diffusione delle nuove tecnologie e il contenimento dei fenomeni di corruzione. In questa ottica, gli open data rappresentano sicuramente uno dei principali strumenti anti-corruzione; ma prima di parlare degli strumenti è opportuno riflettere sul fenomeno della corruzione e su come questo si manifesti.
Cosa si intende per corruzione è, purtroppo, noto ai più. Una definizione che qualche anno fa mi colpì moltissimo, l’ha fornitaGarzónValdés, un filosofo argentino: “La corruzione consiste nella violazione di un obbligo da parte di un decisore con l’obbiettivo di ottenere un beneficio personale extra posizionale per chi corrompe in cambio del conseguimento di benefici per il corruttore”. Nell’ambito del settore pubblico, la corruzione è “l’abuso da parte di un soggetto del potere a lui affidato al fine di ottenerne vantaggi privati e illeciti”.
Gigino A Pellegrini & G elTarik