Come si cambia per non morire. Come si cambia per ricominciare. E sì, questi sono i misteri della politica. Un anno fa l’ex Premier Giuseppi Conte era un genio, l’uomo della provvidenza, l’uomo spuntato dal nulla come i funghi nei boschi, da sconosciuto a salvatore della patria. Non è passato neppure un anno dal suo defenestramento da Palazzo Chigi e Peppe Grillo, l’uomo che ha inventato il Movimento 5 Stelle e aveva portato Conte a Roma da trionfatore, lo ha definitivamente mollato. E’ un incapace. Da genio ad incapace. Che tonfo! Aveva ragione Giovanni Verga quando nel suo meraviglioso romanzo “I Malavoglia” scrisse:- Ad albero caduto, accetta, accetta-. Conte ha dovuto lasciare la comoda poltrona di Premier che ha occupato per due anni, ha tentato fino all’ultimo per mantenerla promettendo a tutti incarichi e prebende, non c’è riuscito. Addirittura ora, dopo l’avvento di Draghi, ha dovuto ricevere un bel sonoro ”Vaffa” da Grillo. Era, fino ad ieri, un grandissimo uomo politico. Era, era, ma ora non lo è più. Non è in grado di guidare il M5Stelle. Un’altra accusa che Grillo fa a Conte è che quest’ultimo non abbia qualità manageriale. Falso. Ma uno che ha fatto spendere all’Italia e a tutti i contribuenti italiani migliaia e migliaia di euro per comprare i banchi a rotelle qualità manageriale ne ha in grande quantità. A proposito, dove sono finiti i famosi banchi? Negli scantinati delle scuole. L’ex Ministro della Pubblica Istruzione Sig.ra Azzolina dovrebbe saperlo. Conte non è stato zitto, ha replicato alle durissime parole di Grillo. C’è rimasto male, non se lo aspettava da lui. Ora cosa farà? Si ritirerà dalla politica o fonderà un nuovo partito, un partitino tutto suo? Si ritirerà? Ma stiamo scherzando? Un genio, uno statista, non può abbandonare la politica. Fonderà un partitino tutto suo perché si crede davvero un genio, un leader, e pensa di avere i voti degli italiani. Ma farà la fine di Monti, di Alfano, di Fini. Intanto nel M5Stelle regna una forte incertezza. Alcuni parlamentari grillini sono pronti a seguirlo. Anche loro hanno famiglia e non vogliono perdere la comoda poltrona che occupano nel Parlamento Italiano. Regna il caos anche nell’alleato Pd. Il segretario Letta ha paura. I dirigenti del Pd non vogliono commentare quello che sta succedendo in casa grillina. Osservano smarriti la resa dei conti e si chiedono cosa ne sarà dell’alleanza politica. In autunno ci saranno le elezioni amministrative in Comuni molto importanti e se non ci sarà un accordo tra Pd e M5S addio sogni di gloria, andranno tutti al centro destra che sembra più unito e compatto. Una bocciatura senza appello per l’avvocato del popolo non se l’aspettava proprio nessuno. Il professore all’indomani del trionfo elettorale del M5stelle del 2018, fu scelto proprio da Grillo per guidare il Governo alleandosi prima con la Lega di Salvini e poi col Pd di Zingaretti, con quel Pd che avevano sempre combattuto. Dall’altare alla polvere il passo è breve. Ei fu.