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Redazione TirrenoNews

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Ianni Palarchio Andrea osserva che il mercato domenicale di Campora SG se non è chiuso si avvia ad essere chiuso.

Lui ritiene che la responsabilità sia dell’ amministrazione Sabatino che avrebbe imposto una tassa di occupazione suolo pubblico

 

per gli spuntisti domenicali troppo elevata, facendo così scappare tutti.

La questione ha bisogno di una analisi tecnico- commerciale per valutare se sia o meno opportuno spostare il giorno di effettuazione del mercato da domenicale ad infrasettimanale.

Ma ci chiediamo se a Campora San Giovanni operi la stessa amministrazione comunale di Amantea, se ci siano amministratori, consiglieri di maggioranza e minoranza.

E ci chiediamo soprattutto che fine abbia fatto il famoso consiglio di frazione.

Quello che, nel volantino di convocazione alla pubblica assemblea per domenica 13 gennaio 2013, si diceva dovesse avvicinare “ i cittadini alla vita amministrativa del Comune”, quello che diceva che “delegare troppo rende meno liberi”, quello che doveva essere “uno strumento di democrazia partecipativa”.

Un consiglio che si diceva fosse di “estrema importanza per il nostro comprensorio”

Ricordiamo che l’ultima volta che si è parlato del consiglio di Frazione è stato durante il Consiglio comunale del lontano 6 febbraio 2015 quando si è adottato con voto unanime la delibera n 5 con la quale si è proceduto a modificare la delibera n 26 del 10.05.2007 con cui venne approvato il regolamento per la disciplina dei compiti, del funzionamento e della durata del consiglio di frazione in esecuzione dell’art 28 comma 2 dello Statuto comunale e decentramento degli uffici comunali.

Ma perché l’amministrazione comunale non ha indetto nuove elezioni che erano previste in tempi abbondantemente scaduti dal comma 3 dell’art 2 del regolamento?

E poi visto che l’articolo 4 del regolamento stabilisce che il consiglio di frazione dura in carica per un periodo corrispondente a quello del consiglio comunale e resta in carica fino alla nomina del successivo perché non viene sentito per questioni così importanti come quella sollevata da Ianni Palarchio?

E che cosa fa l’attuale consiglio di frazione?

Perché non parla?

Perché questo silenzio?

Chi lo zittisce?

Dove è finita la voglia di partecipazione democratica dei Camporesi?

E dove è la minoranza e cosa fa? Aspettiamo i loro commenti, felici di ospitarli!

Amantea: C’e' chi spera che la gente dimentichi….

Domenica, 06 Novembre 2016 12:37 Pubblicato in Politica

Nel mondo c’è chi approfitta del bisogno umano di dimenticare.

 

Sigmund Freud fu il primo a teorizzare che i ricordi sgradevoli venivano repressi da alcuni meccanismi cerebrali profondi e che la dimenticanza di essi era una sorta di vera e propria azione positiva dell’inconscio.

Oggi si è scoperto che dimenticare è un meccanismo attivo che getta via i ricordi non voluti.

Se in una stanza c’è una libreria piena di libri per far posto ad altri nuovi bisogna spostare in altre librerie o in cantina quelli già letti o studiati.

 

I libri che ci hanno dato una emozione o ci sono particolarmente piaciuti per i sentimenti emozionali provati nel leggerli, rimangono nello scaffale.

Quelli che hanno dato emozioni negative vengono portati via.

Ed è per questo che quando si è invitati a ricordare qualcosa della propria vita, tutti riportano a galla solo i ricordi belli e quelli negativi non esistono, come se fossero stati cancellati perché “pesano” troppo e sono difficili da sopportare.

Da un paio di decenni si è scoperto che un farmaco betabloccante utilizzato per combattere la ipertensione arteriosa ed il mal di testa, presentava tra gli effetti collaterali l’alterazione della memoria ed in particolare di quella associata alle esperienze terribilmente traumatiche.

Parliamo del propanololo che agisce bloccando l’adrenalina e di conseguenza bloccando l’inondazione del cervello da parte dei brutti ricordi.

Ad Amantea approfittando di questi limiti e propensioni umane qualche politico o parapolitico crede o spera che possano essere facilmente dimenticati i suoi errori, le sue bugie, le sue malefatte, i suoi imbrogli.

E per indurre queste dimenticanze offre di se una immagine pulita, che tale non è, di volto d’angelo, che non ha forse mai avuto, di onestà, che non ha mai avuto.

E potremmo continuare , a lungo.

L’unica paura è che qualcuno ricordi, che qualcuno faccia riemergere malefatte ed imbrogli.

E sono pronti a diffidare, ad intimidire, a minacciare, ad usare violenza anche preventiva.

Quella che per “essi” è la paura , per tanti è speranza.

E per non farla perdere “qualcuno” conserva memorie, atti, documenti, preparandosi a difendere se stessi, i propri cari, il proprio paese.

Chi ricorda per esempio il terremoto dell’8 settembre 1905?

Se non si ricorda cosa successe ad Amantea, voi pensate che ci si possa preoccupare di cosa succederebbe nella nostra cittadina se si verificasse una nuova scossa similare?

Amantea: Ancora inquinato il Catocastro! LE FOTO!

Sabato, 05 Novembre 2016 17:30 Pubblicato in Cronaca

“Parole, parole, parole, soltanto parole” cantava Mina agli inizi degli anni settanta.

Ed è così, anche oggi.

Il mare continua a raccogliere tutto quello che in esso sversiamo.

Ma come possiamo pretendere un mare cristallino se appena svoltiamo l’angolo le acque del Catocastro diventano terribilmente nere come mostrano le foto.

Nere di cosa?

Vai a saperlo .

Per saperlo sarebbe stato necessario che una qualsiasi delle tante autorità che svolgono la loro attività in Amantea facesse uno o più prelievi sottoponendoli ad un laboratorio.

Ma riteniamo che nessuno lo abbia fatto.

Saremo lieti di essere smentiti, lieti se domani ci venisse detto che l’ASP ha fatto i prelievi, o se li hanno fatto la Guardia Costiera , o la Polizia Municipale, o chiunque altro!

E quindi la nostra domanda è destinata a restare senza risposta.

Ma forse nessuno la vuole questa verità.

Non sapremo mai se si tratta di reflui della lavorazione delle olive, come avvenne qualche anno fa nell’Oliva.

O se uno dei classici autospurgo ha sversato il suo carico.

Se non peggio!

In due abbiamo provato a risalire il Catocastro alla ricerca di tracce della immissione, ma purtroppo era troppo tardi.

 

Le acque del fiume erano pulite nei pressi della passerella di accesso alla frazione Chiaie così da far ritenere che la immissione sia avvenuta a mare della passerella stessa.

Per contro il fondo di scorrimento delle acque ( non le stesse, però) era fortemente scuro nei pressi della passerella a nord.

In siffatte condizioni non resta, al più, che prelevare il materiale sul fondo del fiume per stabilire quali tracce restano dell’inquinamento di stamattina.

Ma soprattutto resta la lezione di fondo.

Che poi è quella che quando si avverte un inquinamento diffuso occorre dare immediato allarme e se anche non risponde nessuno formare un gruppo che risale il fiume e fotografa lo stesso alla ricerca del punto di immissione.

E sembra che si stia per costituire un comitato per la difesa del Catocastro e del mare.

Vi terremo informati.

Come oggi.

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