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Provincia di Cosenza: Finalmente Iacucci sorride
Venerdì, 06 Gennaio 2017 16:13 Pubblicato in Basso TirrenoLa foto non è delle migliori, ma è quella del comunicato stampa.
Di buono c’è che in essa si vede finalmente Franco Iacucci sorridere.
E questo perché Franco Iacucci è ufficialmente il candidato del PD alla presidenza della Provincia di Cosenza.
L’investitura è arrivata dall’Assemblea dei sindaci e degli amministratoridel PD, tenutasi ieri sera nei locali della Federazione in via Piave.
Franco Iacucci, sindaco di Aiello Calabro, è da anni tra i collaboratori più stretti del presidente della Regione Mario Oliverio, avendolo seguito dalla Provincia, nella quale sogna di ritornare.
“Negli ultimi mesi abbiamo dato più volte voce a spifferi di corte che davano Iacucci particolarmente inviso a Madame Fifì e Nicola Adamo per semplici motivazioni di… convivenza all’interno di un cerchio magico che ha risentito e non poco degli umori di Palla Palla e (nuova) signora.
La candidatura di Iacucci, dunque, risponde soprattutto a esigenze interne dello stato maggiore deifamigerati notabili e non è detto che venga rispettata da tutto il partito (abbiamo appena accennato agli adamitici), considerato che dall’altra parte (si fa per dire) ci sarà Occhiuto o, addirittura, Marcello Manna”.
Ma il sorriso è anche la dimostrazione che Iacucci sa di avere vinto.
Non c’è spazio per altri, chiunque loro siano.
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Il New York Times vede la Calabria come principale meta del turismo 2017
Venerdì, 06 Gennaio 2017 09:40 Pubblicato in MondoOgni anno il New York Times pubblica la lista delle 52 destinazioni da "esplorare" nell’anno successivo.
L'elenco spazia per tutto il globo, dal Canada al Peru', dall'India al Giappone, dalla Cina al Marocco, dal Kazakhstan al Botswana.
L’Europa è presente con la Croazia (due localita'), la Svizzera, la Germania, l’ Inghilterra, la Svezia, la Francia, Cipro, il Portogallo, la Grecia, la Spagna (due localita'), l’Ungheria, l’Italia.
La Calabria è l'unica regione italiana, collocata al 37esimo posto nella lista dei viaggi suggeriti dal Nyt ai suoi lettori subito dopo Madrid e le Maldive.
"Il cibo in Italia fuori dalle regioni piu' visitate" è il titolo della breve descrizione firmata da Danielle Pergament che spiega perche' andare in Calabria.
E la motivazione è essenzialmente gastronomica: "Alcuni dei pasti migliori in Italia non si trovano a Roma o in Toscana, ma nella Regione meridionale della Calabria", scrive il Nyt, che argomenta cosi': "La punta dello stivale d'Italia si sta facendo un nome negli ambienti enogastronimici, guidata da posti come il ristorante Dattilo, il ristorante Ruris di Isola Capo Rizzuto e Antonio Abbruzzino a Catanzaro. Nota per i piatti piccanti e per produrre la maggior quota di bergamotto al mondo, la Calabria si sta orientando verso cibi piu' leggeri, agricoltura biologica e vino di vitigni locali".
Ma la Calabria è tanto altro.
Questo è il testo pubblicato da N.Y.Times
Fortezza Aragonese in Isola Capo di Rizzuto.Susan Wright for The New York Times
37. Calabria, Italy
Food in Italy outside the well-traveled regions.
Some of the best meals in Italy aren’t found in Rome or Tuscany, but from the southern region of Calabria. The toe of Italy’s boot is making a name for itself in food and wine circles, led by places like Ristorante Dattilo, Ristorante Ruris in Isola Capo Rizzuto and Antonio Abbruzzino in Catanzaro. Known for spicy dishes and much of the world’s supply of bergamot, Calabria is pivoting toward lighter fare, organic farming and wine made from local grapes.
Tante le recensioni che parlano della nostra terra.
Purtroppo per trovare Amantea c’è voluto il nostro commento ed una nostra foto.
Eccola:
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“L'avevo sentito il giorno di Natale e ci eravamo dati appuntamento in primavera per un convegno sull'importanza delle parole.
Tullio De Mauro era un intellettuale autentico e un signore d'altri tempi.
Nominato assessore alla cultura della Regione Calabria nell'aprile del 2010, durante la prima trasferta a Roma, andai a trovarlo a casa per conoscerlo.
Infatti, all'inizio della mia esperienza istituzionale mi era sembrato importante confrontarmi con uno dei più importanti studiosi italiani, nella convinzione che il problema delle terre del Sud è anche quello di importare reputazione e coinvolgere nella definizione delle politiche pubbliche il meglio che il nostro Paese può offrire.
Nell'occasione, mi raccontò della sua esperienza di assessore alla Regione Lazio e poi di quella di Ministro e mi descrisse tante esperienze di eccellenza presenti nelle scuole italiane.
Gli proposi la mia idea di sviluppare la cultura, l'istruzione e la ricerca nella mia regione partendo dal rafforzamento della lettura.
Frutto di questa impostazione, fu, qualche mese dopo, il "Libro verde sulla lettura in Calabria", del quale scrisse la prefazione sostenendo che si trattasse di "una tappa significativa non solo per la Calabria, ma per l'intero paese. È tale perché delinea e propone una serie di iniziative assai concrete e dettagliate e, però, le prospetta in modo coordinato in quanto si ispira a una visione e concezione unitaria e articolata di ciò che possiamo e dobbiamo intendere per cultura".
Ricordo le sue osservazioni profonde, il suo inquadrare il fenomeno della lingua come identità e sviluppo mentale, le sue riflessioni sulle conseguenze della lettura nello sviluppo economico e civile.
Lo coinvolsi, sempre gratuitamente, come presidente di un comitato per la redazione di una legge regionale sulla valorizzazione del dialetto, che venne approvata all'unanimità dal Consiglio Regionale nel 2012.
Ci siamo poi costantemente sentiti. Ho sempre tratto grandi motivazioni e intuizioni da quanto mi diceva, poiché era prodigo di suggerimenti e consigli.
Nel 2013, la Calabria fu la prima regione "Ospite d'onore" al Salone del libro di Torino, inaugurato quell'anno da una mostra su Mattia Preti curata da Vittorio Sgarbi nella cornice della Reggia di Venaria Reale.
Durante quelle giornate presentammo "Il libro verde sulla lettura", illustrandone gli sviluppi a cominciare dal progetto "Un Libro per ogni nato", in base al quale per un intero anno consegnammo a tutti i nati nella regione un volume appositamente predisposto e che aveva per titolo "Quando arriva la felicità".
L'anno dopo in ottobre a Roma, insieme a Giuseppe De Rita, Umberto Broccoli e Giuseppe Roma, fu uno dei presentatori dello studio del Censis sul capitale culturale della Calabria, la prima ricerca del genere effettuata nel nostro Paese per individuare i reali fattori che potessero fare diventare la cultura un elemento centrale nella vita dei cittadini e nell'attività delle istituzioni.
Nel corso del suo intervento, de Mauro apprezzó il tentativo che era stato compiuto per creare un modello di sviluppo economico basato sulla cultura.
Il mese successivo, con la fine della legislatura, si concludeva la mia esperienza di assessore, faticosissima ma a tratti esaltante.
Inviai, allora, una lettera in cui tracciavo un doveroso e sintetico resoconto dei risultati raggiunti.
La comunicazione più gentile e generosa me la scrisse proprio lui. Le sue parole davano un senso a un lavoro molto intenso e che, in ogni caso, non era ripetibile.
Mi scrisse per mail il 29 novembre 2014, alle ore 22.38:
"Caro Amico, mi permetta di chiamarLa così. E se con un raro colpo di genio il partito vincente si proponesse di salvaguardare tutto quello che Lei ha fatto di positivo per la cultura calabrese riproponendo Lei all'assessorato? È solo un sogno infantile? Un tempo, quando esisteva il partito comunista, era possibile parlare e discutere nelle sedi appropriate. Ora resta la malinconia di non sapere come trasformare stima e ammirazione per quel che Lei ha fatto in azioni concrete e opere. Mi conservi la Sua amicizia preziosa e vediamo che si può fare perché quel che Lei ha avviato continui.".
È il ricordo più bello di quasi cinque anni di attività istituzionale. Anche perché era una considerazione, affettivamente di parte e improponibile, ma assolutamente disinteressata di chi valuta le persone per quello che riescono a fare.
Ho ripreso poi l'insegnamento all'Università. Per approfondire i miei studi, mi consultai più volte con lui per definire il significato di intelligence, che deriva non da "intus-legere" ma da "inter-legere", cioè mettere insieme, collegare, in quanto è una pratica che ha a che fare con l'intelligenza, la facoltà umana per eccellenza.
Nel settembre del 2015, lo avevo invitato, insieme a Nicola Gratteri e Arturo Diaconale, all' "Università d'estate" di Soveria Mannelli, che aveva come tema "Ripartire dalle parole". Purtroppo non riuscì a venire, promettendomi che lo avrebbe fatto successivamente. Lo avevo chiamato a Natale proprio per questo.
Nel corso del nostro incontro, mi ero ripromesso di parlargli della vicenda del fratello Mauro de Mauro, giornalista scomparso nel 1969 e mai più ritrovato, la cui fine è ancora avvolta nel mistero.
Per me resta il dono della sua amicizia, la sua straordinaria figura di studioso da prendere ad esempio, unitamente all'inevitabile rimpianto di non averlo più ancora tra noi.
Ho voluto ricordare il mio rapporto con lui, per esprimergli la gratitudine di calabrese e di italiano, come amico e come rappresentante delle istituzioni.
Intendo, dunque, con gratitudine e affetto dargli merito che alcuni risultati raggiunti nella cultura calabrese, significativi o meno, sono stati possibili grazie al suo apporto disinteressato e prezioso.
In una delle sue ricerche, aveva evidenziato che circa il 76 per cento dei nostri connazionali non riesce a comprendere un semplice testo nella nostra lingua.
Con lui parlavo spesso delle ricadute che questo comportava in Italia sullo sviluppo dell'economia e sull'effettivo esercizio della democrazia.
Ecco, allora, il punto: tutto parte dalle parole. È questa probabilmente l'eredità che Tullio de Mauro, nella sua vita limpida e operosa, ci lascia.
Mario Caligiuri*
*Mario Caligiuri, fu l’assessore alla Cultura della Regione Calabria, che lanciò il progetto di sensibilizzazione chiamato “Calabria Jones” per avvicinare i giovani all’archeologia, visto che di beni archeologici è ricco il patrimonio locale. Questo progetto coinvolse quasi 5000 studenti in 107 scuole medie e si propose di alleviare i danni della ’ndrangheta, mostrando ai più giovani le tante risorse del territorio da sfruttare e valorizzare per la crescita comune ( da http://www.ilmegafono.org/calabria-jones-alla-scoperta-dei-beni-culturali/
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