
Redazione TirrenoNews
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Uno splendido delfino è spiaggiato sulla spiaggia di Campora San Giovanni
Il corpo del cetaceo è stato trovato a nord del porto di Amantea, porto che, come noto, risulta ancora chiuso per la grande massa di sabbia antistante , da tempo, l’ imboccatura.
Nella foto si può notare lo splendore del meraviglioso delfino argenteo.
Nessun comunicato, ancora, in merito da parte della Guardia Costiera
Sono quasi 4 anni da quando è spiaggiato in località Coreca l’ultimo delfino.
Un animale, quello del 2013, in verità molto più piccolo di quello trovato oggi.
Di certo sappiamo che è intervenuto il servizio veterinario dell’ ASP cosentina.
Nemmeno l’ASP ha emanato il comunicato necessario a comprendere le ragioni dello spiaggiamento.
Non sappiamo, infatti, la causa della sua morte e non vorremmo che sia dipesa da una qualche affezione trasmissibile.
Il cetaceo non presentava alcuna ferita.
Sembra probabile, invece, che il cetaceo sia stato abbandonato alla deriva da una imbarcazione che casualmente lo abbia trovato nelle sue reti od al palancastro.
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Francesco Gagliardi si interroga e ci interroga.
Forse la risposta non è difficile ma è sicuramente brutta!
Ecco il suo articolo:
“Ancora una volta il mondo è rimasto gravemente turbato, attonito, dopo
l’attentato di Stoccolma in Svezia ad opera di un giovane dell’ISIS che con un camion ha seminato morti e feriti in una via del centro e dopo la strage avvenuta nella Domenica delle Palme in due chiese copte in Egitto dove hanno perso la vita centinaia di cristiani in preghiera.
Ci si stupisce. Perché Stoccolma? Perché l’Egitto? Perché Berlino? Perché Nizza? Perché Londra?
Perché siamo in guerra e perché è in atto una guerra di religione e di civiltà.
Ma nessuno lo dice. Anche il Santo Padre tace e invita alla preghiera. A questi perché non vogliamo rispondere perché abbiamo paura. Siamo dei vili, siamo dei codardi. Per viltà cerchiamo di fuggire ai pericoli, ma veniamo meno ai nostri doveri: difendere la nostra religione, difendere la nostra civiltà.
E’ vero che siamo in guerra, basta leggere i giornali, basta guardare la televisione.
Ogni giorno kamikaze che si fanno saltare in aria, uccisioni, bombardamenti, battaglie, distruzione, morte e rovine dappertutto. Gente che abbandona la propria terra e i loro affetti. Perseguitati che con mezzi di fortuna cercano di raggiungere una terra promessa.
E’ vero che è in atto una guerra di civiltà e di religione, è vero che l’islamismo radicale vuole sconfiggere il cristianesimo, ma tutti tacciono.
Hanno paura di dire la verità, hanno paura di dire le cose come stanno. Temono le conseguenze che sono pericolosissime.
Pierluigi Battista scrive sul “Corriere della Sera”:- Non riusciamo a concettualizzare una guerra culturale, scatenata contro un intero sistema di vita, contro i cristiani, gli ebrei e i musulmani di altre confessione, fatta per motivi ideologici e dove questa ideologia si chiama islamismo fondamentalista, radicale, integralista -..
Quando si era in guerra una volta si usavano gli aerei, le navi, i carri armati, i cannoni, le bombe.
Ora le armi che vengono usate contro i cristiani dai terroristi ovunque nel mondo sono le cinture esplosive, le asce, i coltelli, i camion, gli stessi corpi che si fanno saltare in aria per seminare il terrore.
Tanto loro vanno in Paradiso e saranno accolti da una marea di vergini, così fanno credere a questi poveri imbecilli.
Siamo in guerra. E’ una guerra di civiltà e di religione, continuo a dire. E ci ricordiamo di quei cristiani fatti saltare in aria nelle chiese e nelle vie solo quando sono pezzi di carne a brandelli sanguinanti colpevoli soltanto di professare la propria fede.
Centinaia di migliaia di famiglie cristiane sono costrette ad abbandonare ogni giorno la propria terra per sfuggire alle persecuzioni, alle barbare uccisioni e agli attentati dell’ISIS.
Oggi ci lamentiamo. E’ tardi. E’ troppo tardi. Le bombe nelle chiese copte il giorno delle Palme sono la dimostrazione di una verità ormai inconfutabile. In quei paesi africani dove l’ISIS è forte la vita dei cristiani è in pericolo.
Grazie anche agli errori commessi dall’Europa e alla indifferenza dei cristiani occidentali. Si rischia la vita ovunque, non solo se si va in chiesa, ma anche nelle vie e nelle piazze, nei negozi, nei bar, nei pub, nelle discoteche.
Perché tutto questo? Perché per gli integralisti musulmani i cristiani, tutti i cristiani, sono degli infedeli e quindi devono essere eliminati, distrutti, se non si convertono alla loro religione. E intanto il Santo Padre invita alla preghiera:-
Il Signore converta il cuore delle persone che seminano terrore, violenza, morte-.
Ma Santo Padre, le preghiere non bastano, non sono sufficienti a fermare le mani dei carnefici e le carneficine contro i cristiani.
Oltre alle preghiere e nei casi estremi ci vuole dell’altro.
Per sconfiggere il fascismo e il nazismo ci sono volute le bombe sganciate dagli anglo-americani e gli sbarchi in Sicilia, ad Anzio , in Normandia e ad Est l’avanzata dell’Armata Rossa.
Per sconfiggere il Giappone ci sono volute le bombe atomiche sganciate ad Hiroshima e Nagasaki.
Per sconfiggere il comunismo c’è voluto il crollo del muro di Berlino e l’avvento di Gorbaciov.
E’ vero, Santo Padre, che Gesù è presente in tanti fratelli e sorelle che soffrono a causa delle guerre e del terrorismo, ma noi cosa facciamo, cosa abbiamo fatto fino ad ora per alleviare le loro sofferenze?
Francesco Gagliardi
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Un comune commissariato può essere commissariato per la redazione del bilancio preventivo?
Mercoledì, 12 Aprile 2017 20:33 Pubblicato in Primo PianoIl prefetto Tomao diffida i comuni che non hanno approvato il bilancio di previsione 2017
Avevamo scritto proprio ieri che il Prefetto Tomao non aveva ancora diffidato i comuni della provincia di Cosenza inadempienti all’obbligo della approvazione del bilancio preventivo 2017, ed ecco che la notizia fa capolino sui giornali.
Sono ancora 51, sui 60 diffidati dal prefetto Gianfranco Tomao, i Consigli comunali della provincia di Cosenza che non hanno approvato il bilancio di previsione per il 2017.
"Gli organi consiliari - é detto in un comunicato della Prefettura - sono stati invitati ad adottare la deliberazione riguardante il bilancio di previsione entro il termine di venti giorni dalla data di ultima notifica nei confronti dei singoli consiglieri.
Decorso infruttuosamente il termine sopra indicato, si potrebbe concretizzare la necessità di esercitare i poteri sostitutivi previsti all'art. 141, comma 2 lettera c), del Testo Unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali di cui al Decreto legislativo 267/2000, nonché avviare il procedimento per lo scioglimento dell'organo consiliare".
Ovviamente lo scioglimento del consiglio comunale vale solo per i comuni che c’è l’hanno.
Non certo per Amantea!
Amantea, infatti è commissariata.
Ed il commissario è stato nominato del Ministro, non certo dal Prefetto.
Ed allora è obbligatoria la domanda: “ Un comune commissariato può essere commissariato per la redazione del bilancio preventivo? “
Può, cioè, il Prefetto nominare un commissario ad acta per redigere il bilancio preventivo.
Un bel pasticciaccio.
E infatti sembra che in questi giorni si uscirà dall’empasse
Ci giunge notizia informale, infatti, che il ragioniere del comune di Amantea ed almeno uno dei commissari si recheranno a Roma per avere indicazioni sulla redazione del bilancio preventivo nella grave e difficile situazione del nostro comune.
Una situazione grave e difficile confermata da quanto emerso dall’incontro tra la deputata nesci ed il ministro Minniti.
Una situazione grave e difficile come emerge dalla seguente dichiarazione del M5s di Amantea; “Oggi al Viminale una portavoce del M5s e dei cittadini calabresi ha parlato di Amantea chiedendo al Ministro di dare al nostro Comune e a tutti i cittadini amanteani la giusta e quanto mai necessaria attenzione.
Se non adesso quando?
Siamo riusciti a sfrattare con i Sabatino la politica distruttrice degli ultimi venti anni, adesso la presenza dello Stato ha il dovere di mettere le carte in ordine e di darcene conto, anche rilevando le dovute responsabilità.
Da qui occorrerà ripartire con orgoglio e impegno.
Bisognerà lavorare con forza e costanza, ricostruendo tutto.
Ma c'è la luce in fondo al tunnel !”