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Le miracolose pesche del mare di Amantea

Mercoledì, 30 Settembre 2015 13:41 Pubblicato in Economia - Ambiente - Eventi

Mai viste tante barche provenienti dai paesi del circondario ed anche oltre.

Sembra che tutti i pescatori del Tirreno cosentino ( e lametino) si stiano dando appuntamento nella acque antistanti Amantea .

La ragione sta nelle pesche miracolose di aliciotti che si riesce a fare.

Barche piene come avveniva - ci dicono i nostri più anziani pescatori- soltanto nell’immediato dopoguerra, quando giungeva a terra così cariche da rischiare l’affondamento. Sono loro ad aggiungere che questa pesca era attesa vista la presenza delle “Vulelle”.

Ma ora la gran parte delle barche sono di plastica ed hanno una maggiore capienza e galleggiabilità.

Ci si interroga sulle ragioni di tale abbondanza.

Se, infatti, la guerra aveva permesso il ripopolamento del mare per via del blocco dovuto proprio alle navi militari, da un lato, ed alla mancanza dei pescatori in servizio sulle stesse navi, oggi non può essere questa la ragione di tale ripopolamento

Con ogni probabilità si tratta di un effetto della pesca vietata dalla Rosamarina, ma lo strano che questa è la neonata dalle sardine, mentre ad Amantea si pescano alici

Si sospetta, ma non è certo, che si tratti di alici di misura inferiore a quella minima, fissata in 9 cm dal Regolamento (CE) 1967/2006 per lo sfruttamento delle risorse del Mediterraneo.

Se fosse così non sarebbe soltanto vietata la pesca, ma anche la vendita e lo stesso trasporto

Ma non sembra che sia così visto che non siamo informati su sequestri operati dalla Guardia Costiera e dalla Guardia di Finanza anche se lo sbarco sulle spiagge meno accessibili in luogo dei porti lo lascerebbe supporre.

Peccato però che venga condotta una pesca così dissacrante per la catena alimentare marina; ben sappiamo che proprio dalla presenza delle piccoli alici si giunge ai pesci di medie e grandi dimensioni .

Non vorremmo che per l’ingordigia di pochi pescatori magari nemmeno professionali essi stessi avessero una magra stagione di pesca nei prossimi mesi.

Si è svolta in data 28 settembre - presso la sala convegni del Mediterra neo Palace Hotel - l’Assemblea di Circolo del Partito Democratico di Amantea.

In apertura dei lavori è stata ricordata la figura di Pietro Ingrao - partigiano, politico, giornalista e storico dirigente comunista – morto a Roma lo scorso 27 settembre.

Il Segretario Enzo Giacco ha quindi ripercorso le attività svoltesi a partire dal Congresso - tenutosi a metà giugno - esprimendo grande soddisfazione per la riuscita della Festa dell’Unità Democratica, riproposta in città dopo vent’anni, sulla quale ha fatto il punto il tesoriere Antonio Morelli.

A seguire la costituzione di tre gruppi di lavoro concernenti il Centro storico, il diritto alla salute e la tutela dell’ambiente.

«Da ottobre a dicembre – ha anticipato Giacco – oltre alla presentazione di una nostra idea progettuale sul borgo antico, abbiamo in cantiere un ciclo seminariale su tematiche di pubblico interesse, che vedrà il coinvolgimento di alcuni docenti universitari, e una rassegna letteraria con scrittori calabresi».

Tema centrale dell’Assemblea è stato il depotenziamento del Poliambulatorio, con una discussione articolata e contributi di diversi operatori del settore.

Al termine del dibattito è stata approvata una mozione affinché ci si adoperi per «la costruzione di una rete fra cittadini, comitati, associazioni ed istituzioni del Comprensorio al fine di far crescere e rafforzare la sensibilità e l’attenzione verso il diritto alla salute che, nel caso in questione, passa attraverso il potenziamento dei servizi erogati dal Poliambulatorio di Amantea».

Durante l’Assemblea – inoltre – è emersa la richiesta di convocazione di un’Assemblea regionale del Partito sulle tematiche concernenti il sistema sanitario ed il diritto alle cure dei cittadini calabresi.

Richiesta che il Segretario Giacco ha immediatamente formulato con apposita missiva al Segretario regionale Magorno.

A conclusione dei lavori, Giacco ha informato l’Assemblea che nei prossimi giorni si terrà una riunione tra Segreteria cittadina e gli amministratori iscritti al Partito.

Un momento di incontro – che dovrà diventare un appuntamento fisso – per riflettere, confrontarsi e discutere sui tanti problemi che riguardano la città e l’amministrazione.

Amantea, 29 settembre 2015                          PDAmantea

Ndr. Vi starete chiedendo quali siano le grandi novità emersa dall’ultima assemblea del PD: impossibile non coglierle e sottolinearle.

La prima ( non in ordine di importanza) è lì incontro fisso tra il Partito e la Giunta Municipale” per riflettere, confrontarsi e discutere sui tanti problemi che riguardano la città e l’amministrazione”.

V’è da credere alla positività degli incontri anticipati ? Noi riteniamo di no!

La seconda ( ma prima per importanza) è la dichiarata volontà di costruire « una rete fra cittadini, comitati, associazioni ed istituzioni del Comprensorio al fine di far crescere e rafforzare la sensibilità e l’attenzione verso il diritto alla salute che, nel caso in questione, passa attraverso il potenziamento dei servizi erogati dal Poliambulatorio di Amantea».

Il “last ditch” del Partito di sollecitare un “popolo” a “cogliere i propri problemi”, a “ capirli e parlarne” , a sollecitare se stessi e poi il sistema a tutelare Amantea e la sua gente, ad evitare che la città muoia di inedia e di trascuratezza, come sta avvenendo.

Il disperato tentativo di chi si trova al decimo piano di un palazzo in fiamme e si butta nella speranza di salvarsi centrando il materasso che hanno steso i Vigili del Fuoco.

Si sta avviando a conclusione il troncone del processo Why Not a carico di Nicola Adamo, Ennio Morrone, Franco Morel li, Dionisio Gallo e Gian carlo Franzè, accusati di associazione per delinquere.

È stata fissata, infatti, per il 30 settembre l'udienza per la requisitoria del sostituto procuratore generale Massimo Lia, applicato al procedimento che sta seguendo il rito ordinario nel primo grado di giudizio.

Il processo WHY NOT fu avviato da Luigi De Magistris, nel 2006.

Interessò 27 imputati di cui uno deceduto.

De Magistris dichiarò ”c’era molto di più, altrimenti non mi avrebbero strappato la toga da pubblico ministero. Non è il mio processo perché quello che avevo istruito arriva fino a quando mi hanno avocato l’inchiesta però accolgo con favore il fatto che anche chi successivamente ha ereditato l’inchiesta, anche se in forma e seguendo percorsi diversi dai miei, ha portato a una sentenza”.

Il tribunale di Catanzaro inflisse 3 anni e 6 mesi a Gianfranco Franzé, presidente del consorzio Brutium che fece incetta di commesse pubbliche e fondi europei.(oltre la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per tutta la durata della pena).

Rosalia Marasco fu condannata a 2 anni, Rosario Calvano a 8 mesi, Dionisio Gallo a 8 mesi, Domenico Basile a 8 mesi, Antonio Gargano ad 1 anno e 6 mesi, Michelangelo Spataro ad 1 anno, Filomeno Pometti ad 1 anno e Michele Montagnese ad 1 anno.

Tutti i politici coinvolti furono assolti: Nicola Adamo, Ennio Morrone, Franco Morelli, Dionisio Gallo e Giancarlo Franzè .

Per gli altri otto indagati (Antonio Mazza, Rosario Baffa Caccuri, Giorgio Ceverini, Ernesto Caselli, Giuseppe Pascale, Antonio Esposito, Clara Magurno e per la principale teste dell’accusa, Caterina Merante) fu dichiarata la estinzione dei reati per intervenuta prescrizione.

Gli imputati sono stati rinviati a giudizio nel 2012, quando il giudice per le udienze preliminari ha accolto la richiesta del sostituto procuratore generale Lia.

Nel luglio successivo la Cassazione aveva, però, annullato con rinvio il proscioglimento per sei imputati (vi era anche Aldo Curto) accusati di associazione per delinquere e gli atti vennero trasmessi al nuovo gup che dispose il rinvio a giudizio.

Secondo l'accusa i politici e dirigenti coinvolti nel procedimento avrebbero posto in essere una serie di reati contro la pubblica amministrazione al fine di accaparrarsi l'esecuzione di servizi e commesse dalla Regione, assicurando posti di lavoro secondo logiche clientelari che avrebbero fruttato naturalmente anche in termini di consenso politico.

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