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Redazione TirrenoNews

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Sequestrato Pasquale Capa no, imprenditore considerato vicino alla 'ndrangheta nonché in affari con ex della banda della Magliana ed esponenti del clan Casamoni ca, il villaggio turistico "San Giorgio", di San Nicola Arcella, insieme a sessantuno altri beni immobili tra abitazioni e terreni, tra cui una lussuosa villa con piscina a Roma, 6 auto tra cui due Ferrari e due Hummer e un aliscafo , 4 società commerciali; 4 rapporti finanziari. per un valore complessivo di stima pari ad 39.580.488,87 euro.

L'operazione è stata condotta dai militari del comando provinciale della guardia di finanza di Roma. Pasquale Capano, calabrese di origine ma residente nella capitale da diversi anni è ritenuto contiguo ad una nota cosca di 'ndrangheta, attiva nell'alto Ionio cosentino.

I beni confiscati, per un valore complessivo di circa 40 milioni di euro, sono passati definitivamente allo Stato.

L'attività svolta dal nucleo di polizia tributaria rappresenta la conclusione di articolate indagini che, nello scorso mese di dicembre 2013, avevano determinato l'arresto dell'imprenditore, della moglie e del genero.

Nel dettaglio, il tribunale di Roma - Sezione per il riesame dei provvedimenti restrittivi della libertà personale - accogliendo pienamente l'appello proposto dalla Direzione distrettuale Antimafia di Roma - ha riconosciuto non solo la sussistenza di gravi indizi nei confronti del Capano e dei suoi familiari ma, soprattutto, la sussistenza delle ipotizzate esigenze cautelari.

L'operazione ha interessato il Lazio, la Calabria, la Campania, la Sardegna e la Lombardia.

Per la prima volta sara' ridotto il canone tv

Domenica, 04 Ottobre 2015 20:37 Pubblicato in Italia

Lo ha detto Renzi: «Oggi costa 113 euro, il prossimo anno costerà 100 euro. Chi è onesto e paga, paga meno» ha detto il premier.

 

«Nella legge di stabilità riduciamo il canone e contemporaneamente diciamo che lo devono pagare tutti attraverso un meccanismo» che potrebbe essere quello del pagamento in bolletta.

Lo ha detto il premier Matteo Renzi a In mezz'ora.

 

Crederci?

E’ possibile. Anzi è facile. Basta ridurre poltrone e stipendi.

E comunque si tratta di un passo indietro

 

Gli italiani che nel 2014 hanno pagato il canone Rai sono stati 16.720.087, con un tasso di evasione del 30,53%.

Più virtuose, come da tradizione, le regioni del Nord con un’evasione media al 26,98% che scende in Alto Adige al 18,41% e in Friuli al 20,28% ma che a Milano s’impenna al 41,65%.

Un pochino peggio le cose per il canone Rai vanno al centro, dove l’evasione si attesta in media al 29,13%, con il Lazio al 35,72% e la città di Roma al 37,81%.

 

Davvero, male, infine la raccolta al sud dove il primato dei fuggitivi dal bollettino della tv di Stato spetta alla Campania (evasione al 47,1%), seguita dalla Sicilia (43,33%) e dalla Calabria (43,23%). A Napoli il tasso di evasione sfonda il muro del 60%, e in alcuni comuni del casertano – tra cui la tristemente nota Casal di Principe – si arriva oltre il 90%.

Lottando l’evasione si potrebbe scendere ad un canone di 80 euro e riducendo poltrone e stipendi ancora a meno.

La colpa è tutta di Annibale che andandosene ( richiamato in patria) permise la violenta e feroce “romaniz zazione” dei ca labresi dando inizio e causa alla prima e più intensa decaden za morale della Calabria (vedi Sant’Agostino in “De Civitate dei”, come ricorda Augusto Placanica).

E romanizzazione fu la perdurante vocazione al panem et circenses che ancora oggi impera.

Addirittura un panem et circenses voluto dai comuni, ma pagato dalla regione.

Una sorta di procacciamento del consenso popolare da parte di un popolo che ottiene quello che vuole ( spettacolo e feste) e di cui è quindi grato al governatore che usa i soldi di tutti per far fare festa a pochi.

E così si ottunde quel poco di senso critico verso i politici deteriori.

L’ultima è il “Settembre rendese” con gli spettacoli dei big nazionali, Giuliana De Sio, Manlio Dovi', Francesco Paolantoni, Martufello, Anna Tatangelo, il Cile e Gigi Vigliani, pagati dalla regione che ha permesso all’ assessore alla cultura Vittorio Toscano di affermare che :” Grazie all'attenta programmazione, agli sponsor e infine al finanziamento ottenuto dalla Regione, che ha inserito il Settembre Rendese tra gli eventi storicizzati, il Comune ha speso solo tremila euro, questo il loro cachet complessivo”.

E non solo.

L’onesta e la sincerità di Toscano emergono dalla sua seconda dichiarazione , quando dice : La Regione ha premiato il nostro progetto che puntava al rilancio del borgo antico, attraverso eventi musicali e culturali all'interno delle realtà museali , delle chiese e delle vie cittadine”.

Insomma è pacifico che la festa è dei rendesi ma la paghiamo tutti noi calabresi con le nostre tasse ed a scapito dei nostri figli che emigrano per trovare lavoro e nostro che emigriamo per curarci.

Sappiamo che Roma finirà , ma quando? Delle serie #nonsaràmaitroppopresto#

Colpisci Robin!

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