
Redazione TirrenoNews
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Don Giulio Spada resta indimenticabile nella società amanteana, forse come pochi altri parroci.
Nacque a Clusone, in provincia di Bergamo, il 4 gennaio 1912 da una famiglia povera e rimasto orfano del padre, morto nella grande guerra del 15-18, e successivamente della madre, fu cresciuto da uno zio paterno.
Fu accolto dalla Comunità del Beato Luigi ORIONE entrando in seminario a Villa Moffa di Bra in provincia di Cuneo e fu proprio il beato Luigi ORIONE che lo accolse e lo incoraggiò al sacerdozio
Seguì gli studi magistrali e per qualche anno fu maestro elementare
Fu ordinatotra gli Orionini il 12 luglio 1942 nel Santuario di Caravaggio.
Fu missionario in Albania e dopo l’avvento del regime comunista, essendo riuscito a sfuggire miracolosamente alle persecuzioni, tornò in Italia per prestare la sua opera come segretario di Monsignor Felice Cribellati, Vescovo di Tropea.
Per oltre un decennio, fu parroco di Drapìa (CZ).
Poi giunse ad Amantea alla guida della Parrocchia di Santa Maria La Pinta (Cappuccini)
Don Giulio convinto ammiratore di Don Bosco sosteneva che una parrocchia senza oratorio era priva di futuro
Per questo tenne aperta ogni giorno la parrocchia che divenne il più importante luogo di incontro e socializzazione della città.
Gli piaceva molto stare con i giovani, li aiutava a fare i compiti e compiva parecchie uscite e pellegrinaggi.
Continuando la sua esperienza pastorale don Giulio favorì la nascita degli scouts e delle guide dell’A.G.E.S.C.I.
Quello di don Giulio ( Tropea 1952) fu uno dei primi gruppi dello scoutismo giovanile sorto in Calabria.
Fu anche l’artefice della schola cantorum “S. Domenico Savio” sotto la guida del Maestro Angelo De Santo.
Sotto di lui l’apertura della scuola materna parrocchiale di Via lava Gaenza affidata alla cura delle suore e l’istituzione di un laboratorio artigianale di ricamo, taglio e cucito diretto dalla indimenticata Sig.na Gilda Viola, meglio conosciuta come "a delegata".
Al suo apostolato si devono lo sviluppo della Azione Cattolica dalla quale derivò l nascita del gruppo Caritas, che diede sollievo e conforto ai poveri di ogni ceto sociale.
All’eta di 71 anni il male che in breve tempo lo portò alla morte che giunse in Serra d'Ajello venti anni fa l’8 ottobre 1985
Le sue spoglie terrene riposano nella nuda terra del Cimitero di Amantea e sono ancora oggi meta di pellegrinaggio e di preghiera.
Uomo buono e giusto prima e più che sacerdote lasciò in ricordo indelebile nella cittadina tirrenica ecco un tratto del suo testamento
“Ora sento vicina la morte, il momento della mia liberazione e, seppure con tanto rimpianto per il bene non fatto, sento il dovere di ringraziare il Signore per tutto quello che mi ha concesso in questa vita e per l’approssimarsi a Lui nella cui infinita bontà e misericordia confido.
Lascio questo mondo temporaneo per iniziare la mia via nel mondo eterno.
Grazie Signore!”
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Oliverio non e' condannabile. Ecco le ragioni dei legali nel ricorso al Tar
Giovedì, 08 Ottobre 2015 14:30 Pubblicato in CalabriaStabilisce l’art 27 della Costituzione che “La responsabilità penale è personale”.
In armonia con il citato principio della colpevolezza di cui all'art. 27 Costituzione, perché si configuri una responsabilità penale è indispensabile la sussistenza del suitas cioè dell'indispensabile nesso psichico (reale o potenziale) che deve intercorrere tra l'agente e la condotta illecita.
Mutuando tale concetto la difesa di Oliverio da parte degli avvocati Alfredo Gualtieri ed Oreste Morcavallo nel ricorso al TAR Calabria sostiene che Oliverio non fosse, né sia, condannabile, proprio “una sanzione deve essere comminata solo in ipotesi di concreta ‘colpa'”.
E nel caso di Oliverio tale colpa secondo i due legali non sussisterebbe visto che “ha agito previo approfondito accertamento della situazione e dopo la formale conferma da parte del proprio apparato burocratico in ordine alla piena legittimità dell’incarico.
Risulta assente, pertanto, l’indefettibile presupposto della ‘colpa’, senza il quale non risulta applicabile alcuna sanzione”.
Contestato ancora il ritardo dell’intervento compiuto a istanza di oltre 5 mesi
E viepiù la mancanza di qualsivoglia preventiva ‘contestazione’ o ‘segnalazione’.
In sostanza, quindi, il provvedimento di Cantone rappresenta un “palese strappo istituzionale contra legem” poiché il provvedimento di sanzione è stato deciso prima del contraddittorio.
Secondo i legali di Oliverio si è in presenza di un “pregiudizio grave ed irreparabile, da eliminare subito” con una pronuncia in via d’urgenza da parte del presidente del Tar da confermare, poi, in sede collegiale nella prossima camera di consiglio.
I due legali, infatti, hanno chiesto che l’interdittiva nell’attesa della decisione.
Il Tar invece ha deciso per una udienza molto vicina nel tempo, il 15 ottobre, nella quale si deciderà su tutto.
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Aumento dotazione Stazione carabinieri di Amantea
Mercoledì, 07 Ottobre 2015 22:55 Pubblicato in PoliticaScrive il sindaco di Conflenti Giovanni Paola in una lettera indirizzata a tutti i comuni della Calabria, ai presidenti delle province calabresi, al governatore della Calabria ed ai parlamentari calabresi, che “Il 60 % dei Comuni Calabresi sono stati costretti a denunciare episodi di micro (e macro) criminalità contro la Pubblica Amministrazione e tali numeri superano abbondantemente la soglia di sopportabilità per un Paese che si debba definire civile. La cosa più triste è che di fronte a tali drammatici accadimenti, si rimane sempre più soli”.
E’ dalla sua presa di posizione che è derivato l’incontro dei sindaci calabresi in Roma con il Viceministro degli Interni On. Filippo Bubbico e la senatrice Doris Lo Moro.
Molto scarsa ci è parsa la partecipazione dei sindaci( vedi foto grande) come se gli attentati fossero stati cosette da nulla o come se fossero stati dimenticati od accomodati.
Ma la cosa più grave non è l’assenza degli amministratori quanto la affermazione resa dall’On. Filippo Bubbico che, al contrario del sindaco Paola che ricorda la “ineludibile la necessità di una maggiore presenza dello Stato in Calabria per favorire una più serena e tutelata condotta Amministrativa”, pur evidenziando di sapere “ bene che fare l'amministratore in Calabria significa essere esposto a condizionamenti e forti pressioni provenienti da ambienti criminali che cercano di infiltrare il territorio” , ha dichiarato “Molte volte gli amministratori chiedono maggiore presenza sul territorio delle forze di polizia.
Io sono convinto che serva un'efficace distribuzione di queste forze e che militarizzare i territori non serva a nulla se non si crea cultura della legalità. Per fare questo è giusto che gli amministratori del Mezzogiorno per primi si adoperino e agiscano. E' giusto, infatti, che il Mezzogiorno esiga il grande debito che lo Stato ha nei suoi confronti, ma lo stesso Mezzogiorno deve dimostrare di essere credibile, efficace e autorevole, capace di agire e intervenire con consapevolezza e forza per superare gli insopportabili divari. Credo ci siano tanti amministratori in grado di lavorare perché questo avvenga".
Ci sembra come la storia della gallina e dell’uovo
In un contesto se non ‘ndranghetista, quantomeno fortemente privo di legalità è possibile chiedere agli amministratori di essere giusti ed onesti perché sono lo Stato ed anche per sollecitare nella comunità il senso della legalità?
Ma se non lo fanno a chi spetta controllare, se non ai carabinieri?
Una alta presenza dello Stato significa quindi una maggiore opportunità per i calabresi di praticare la legalità , ma anche di esigere legalità.
Proprio per questo non ci sembra possibile che Amantea , sia praticamente l’unica grande città calabrese a non avere un Tenenza dell’Arma o comunque una dotazione organica pari a quella di una Tenenza , tanto più quando manca persino un Posto di Polizia e quando la durata brigata della Guardia di Finanza è a rischio!
Non solo, ma l’altro primato di Amantea è la totale assenza di presidi stabili di forze dell’ordine nella frazione di Campora SG , che ha una popolazione simile ad un medio comune calabrese.
Non si può chiedere ulteriormente altro spirito di abnegazione che oggi offrono i pochi militi della locale caserma dei CC.
Occorre quantomeno potenziarne la dotazione.
Piangere dopo è perfettamente inutile.
Carmela Franco
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