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Amantea: Arrestato profugo somalo per spaccio di droga
Sabato, 14 Novembre 2015 15:30 Pubblicato in Primo PianoEra da tempo che i Carabinieri di Amantea indagavano sullo spaccio di droga nella cittadina tirrenica. E la città era, per questo, fortemente presidiata.
E così a tarda notte una pattuglia dei Carabinieri della stazione di Amantea hanno sorpreso nel centro di Amantea un somalo nel mentre spacciava droga.
Un incontro evidentemente concordato nel luogo e nell’ora.
L’acquirente è andato via ma di lui no sono note le generalità.
Invece i carabinieri hanno bloccato il somalo sottoponendolo a perquisizione personale
Ma non hanno mancato, i militi della benemerita, di effettuare una approfondita perquisizione domiciliare nei locali della Ninfa marina che ospita i profughi.
Il somalo è stato tratto in arresto e tradotto presso il carcere di Paola in attesa del giudizio dell’Autorità Giudiziaria di Paola.
Ora i Carabinieri, a cominciare dal capitano Antonio Villano, comandante della Compagnia carabinieri di Paola, si chiedono ed indagano su chi abbia fornito la droga al giovane profugo di 21 anni che aveva ottenuto il permesso di soggiorno in Italia e che ora rischia di essere espulso in Somalia.
Si cerca di sapere chi guidi il traffico di droga nella cittadina tirrenica, chi rifornisce la droga, chi siano ancora i fruitori del traffico di droga che coinvolge i profughi e quant’altro ancora di illecito li coinvolge.
Il giovane somalo infatti è stato trovato in possesso di soldi dello smercio di droga e di altri dosi di stupefacente già confezionate e pronte allo smercio.
Ora si attende il pronunciamento del giudice del tribunale di Paola.
La vicenda però dà la misura di una situazione difficile nella città e della necessità di maggiori forze di Polizia finalizzate alla lotta al traffico di droga.
Noi ci chiediamo come e perché un giovane voglia rischiare di ritornare in Somalia( nella foto la emblematica situazione della Somalia) spacciando droga
E’ una scelta od una costrizione e chi eventualmente lo costringe?
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Processo escort. Condannati Tarantini e Began. La D’Addario piange.
Sabato, 14 Novembre 2015 14:52 Pubblicato in Italia7 anni e 10 mesi per Gianpaolo Tarantini e 16 mesi per Sabina Began, «l’ape regina» delle feste organizza te dall’ex premier Silvio Berlusconi.
2 anni e 6 mesi al pierre milanese Peter Faraone e 3 anni e sei mesi a Massimiliano Verdoscia.
Assolti Francesca Lana e Letizia Filippi.
Il tribunale di Bari ha trasmesso gli atti alla procura per l'eventuale esercizio dell'azione penale nei confronti di Silvio Berlusconi ai sensi dell'articolo 377 del Codice penale (intralcio alla giustizia).
Disperata Patrizia D’Addario perché il Tribunale non ha accolto la richiesta di risarcimento danni. Aveva chiesto un risarcimento dei danni di un milione di euro.
Sconvolta per non avere avuto riconosciuto i danni Patrizia D'Addario addolorata ha ingerito 40 compresse di Eutirox ed è stata accompagnata con una ambulanza del 118 al Policlinico di Bari.
Dopo la sentenza ha lasciato una lettera: «Non mi resta che il suicidio, ditelo».
I giudici hanno anche disposto l’invio degli atti alla procura perché valuti l'ipotesi di reato di falsa testimonianza nei confronti di alcune delle ragazze portate da Gianpaolo Tarantini nelle residenze di Silvio Berlusconi affinché si prostituissero: si tratta di Vanessa Di Meglio, Sonia Carpentone, Roberta Nigro, Ioana Visan, Barbara Montereale; stessa decisione nei confronti di Dino Mastromarco, ex autista di Gianpaolo Tarantini.
L’avvocato di Tarantini Nicola Quaranta ha dichiarato che impugnerà la sentenza.
Qualcuno si è dichiarato felice perché hanno pagato i trenta denari alla D'Addario.
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Scura raccoglie un primo grande risultato di giustizia e di efficienza.
Tre i primi grandi risultati:
-Basta con gli imboscati che costano troppo e rendono poco.
-Tutti i dipendenti dovranno essere utilizzati secondo quanto stabilito al momento dell'assunzione
-Prevista la rotazione annuale dei medici.
A firmare l’accordo le organizzazioni sanitarie del comparto e cioè Francesco Caparello, Uil-Fpl; Bruno Ruberto, Uil-Fpl; Sarah Jacoubi, Fsi; Bruno Ferraro, Fials; Stefano Sisinni, Nursing up; Giuseppe Ferraro, Fp-Cgil; Antonio Bevacqua Cisl-Fp.
L'intesa si basa sul decreto legislativo 165 del 2001, in base al quale il lavoratore deve essere utilizzato nelle mansioni del profilo professionale di assunzione.
In sostanza ogni unità dovrà, quindi ,essere impiegata nelle mansioni proprie.
Non potranno essere “inventati” o “permessi” profili professionali inesistenti ; non potranno essere impiegati dipendenti per servizi diversi da quelli propri salvo il caso di personale con inidoneità permanente e comunque previo reinquadramento.
Teoricamente una rivoluzione.
Ma temiamo che non succederà nulla se, come è vero, ci sono voluti 14 anni per coprire la legge 165/2001 e se non vengono sanzionati gli irresponsabili “padroni” della sanità!
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