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Redazione TirrenoNews

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Il Venezuela è salvo!

Mercoledì, 23 Gennaio 2019 22:29 Pubblicato in Mondo

Venezuela, Guaidò si proclama presidente: sì di Trump Ira Maduro: Diplomatici Usa via in 72 ore

Juan Guaidò, capo dell'Assemblea Nazionale di Caracas, il Parlamento dominato dall'opposizione, si è proclamato presidente ad interim del Venezuela con il benestare del presidente americano Donald Trump, primo a riconoscerlo.

Durissima la reazione del presidente 'detronizzato' del Venezuela Nicolas Maduro, che ha annunciato la rottura dei rapporti diplomatici con Washington in un discorso dal balcone di palazzo Miraflores, sede del suo governo: il personale diplomatico americano "ha 72 ore di tempo per lasciare il Paese", ha dichiarato Maduro secondo quanto riferisce il sito El Nacional.

"Giuro di assumere formalmente le competenze dell'esecutivo nazionale come presidente incaricato del Venezuela per arrivare alla fine dell'usurpazione, ad un governo di transizione e indire libere elezioni", ha dichiarato Guaidò, pronunciando il suo giuramento a piazza Juan Pablo II a Caracas, davanti alla folla di migliaia di persone che partecipano alla manifestazione contro il governo. Maduro si è insediato due settimane fa per un secondo mandato da presidente del Venezuela, ma l'opposizione e diversi paesi lo ritengono illegittimo, non avendo riconosciuto i risultati delle elezioni.

Dopo il discorso di Guaidò, l'annuncio del presidente degli Stati Uniti Donald Trump: "Oggi riconosco ufficialmente il presidente dell'Assemblea nazionale venezuelano, Juan Guaidò, come presidente ad interim del Venezuela", ha scritto Trump in una nota

sottolineando che "in questo ruolo come legittimo ramo del governo eletto dal popolo venezuelano, l'Assemblea nazionale ha invocato la costituzione del Paese per dichiarare illegittimo Nicolas Maduro e dunque il suo incarico vacante". Trump ha poi assicurato che continuerà ad usare tutta la forza "del potere diplomatico ed economico degli Stati Uniti per fare pressione per il ripristino della democrazia venezuelana". "Incoraggiamo gli altri governi dell'emisfero occidentale - continua il presidente - a riconoscere Guaido come presidente ad interim del Venezuela e lavoreremo in modo costruttivo per sostenere i suoi sforzi per ripristinare la legittimità costituzionale". Infine, Trump dichiara che "continuerà a ritenere l'illegittimo regime di Maduro direttamente responsabile per ogni minaccia che possa porre alla sicurezza del popolo venezuelano". Sul Venezuela "tutte le opzioni, sempre, tutte le opzioni sono sul tavolo", ha dichiarato poco dopo alla stampa.

"Il presidente è Nicolas Maduro", ha dichiarato Diosdado Cabello, vice presidente del partito di governo, citato dal quotidiano El Nacional dopo il giuramento di Guaidò. "Lasciamo chi vuole essere presidente venire a vederci a Miraflores, perché il popolo è qui, a difendere Maduro, ha detto Cabello, riferendosi alla sede del governo. Cabello è presidente dell'Assemblea Costituente, l'organo filo governativo con il quale il regime ha voluto sostituire l'Assemblea Nazionale.

Intanto, però, sono diversi i Paesi e le organizzazioni che sta stanno riconoscendo il 35enne Guaidò come presidente ad interim. Da Luis Almagro, segretario generale dell'Organizzazione degli Stati Americani (Osa) arrivano infatti "le nostre congratulazioni a Juan Guaidò come presidente ad interim del Venezuela. Ha il nostro riconoscimento per procedere verso il ritorno del paese alla democrazia", ha twittato Almagro, meno di un'ora dopo il riconoscimento da parte di Trump. In precedenza l'Osa non aveva riconosciuto la legittimità del secondo mandato di Maduro. L'organizzazione, che riunisce tutti gli stati delle Americhe, aveva chiesto l'avvio di un dialogo politico e la convocazione di nuove elezioni.

Riconoscimento anche da Brasile e Paraguay, che hanno annunciato di voler riconoscere Guaidò come legittimo presidente del Venezuela. "Il Brasile riconosce Juan Guaidò come presidente ad interim del Venezuela - ha twittato il presidente brasiliano Jair Bolsonaro -, il Brasile sosterrà politicamente ed economicamente il processo di transizione così che democrazia e pace sociale possano tornare in Venezuela".

"Il Paraguay esprime il suo sostegno al presidente ad interim del Venezuela Juan Guaidò. Conta su di noi per sostenere nuovamente la libertà e la democrazia", ha scritto su Twitter il presidente del Paraguay Mario Abdo Benitez.

Stessa reazione dall'Argentina: "Voglio esprimere il mio appoggio alla decisione del presidente dell'Assemblea nazionale venezuelana Juan Guaidò, riconoscendolo come presidente ad interim di questo paese", ha twittato il presidente argentino Mauricio Macri.

E anche il Canada si appresta a riconoscere Guaidò come presidente ad interim. A confermarlo, il ministero degli Esteri canadese.

(Afp) Pubblicato il: 23/01/2019 19:26

Istigava alla guerra santa sui social, arrestato

Mercoledì, 23 Gennaio 2019 22:02 Pubblicato in Italia

Istigava alla guerra santa sui social, celandosi sotto lo pseudonimo di "Ahmed" e fingendosi di nazionalità egiziana.

Per questo motivo un 32enne italiano convertito all'Islam, Giuseppe D'Ignoti di Catania, è stato arrestato dall'antiterrorismo

 

internazionale della Digos.

Per due anni ha inviato su Whatsapp video e immagini elogiando le gesta delle milizie dell'Isis, scene di uccisioni, cruente decapitazioni e i Nasheed, canti che inneggiano alla Jihad.

L'accusa è di apologia del delitto di terrorismo mediante strumenti telematici.

Tra i messaggi intercettati anche quello di «fare pulizia a Milano» e «in Calabria».

Invitava i suoi contatti a «prendere un fucile o un coltello ed andare ad ammazzare qualcuno». D'Ignoti non è nuovo alla giustizia.

«Manifestava odio verso qualsiasi cosa rappresentasse l'Occidente e - spiegano gli investigatori - affermava che quelli che la pensavano come lui erano presenti in modo capillare sul suolo italiano e pronti ad agire».

Si è convertito all'Islam in carcere quando, nel 2011, era detenuto nell'istituto penitenziario di Caltanissetta per scontare cinque anni per violenza sessuale.

A convertirlo è stato il marocchino Aziz Sarrah, allora 31enne, rimpatriato per essere stato trovato in possesso di un vessillo dell'Isis.

Nel 2017 il siciliano è finito nuovamente in cella, questa volta per aver commesso reati gravi nei confronti della ex convivente ucraina.

All'indomani della conversione quella della sottomissione della donna è diventata per D'Ignoti una vera e propria fissazione.

Ha «una visione estremistica e radicalizzata della fede religiosa islamica, anche con lo scopo di far osservare rigorosamente alle donne i dettami della religione musulmana», spiega la Digos.

Sono decine le scene raccapriccianti di ragazze fustigate in nome della Shari'a condivise dal 2016 al 2017.

Tra i video diffusi c'è anche quello di Giulia Sergio detta "Fatima", la prima italiana ad aver aderito alla Jihad trasferendosi in Siria nel 2015 e condannata per terrorismo.

D'Ignoti la ammirava e invitava i proseliti a seguire il suo esempio.

A nulla sono valsi i tentativi di eliminare le prove: la polizia postale ha recuperato le conversazioni, cancellate dal 32enne, sia sulla memoria del telefono che dalla cronologia del browser

Amantea esprimerà un candidato unitario alla provincia?

Mercoledì, 23 Gennaio 2019 21:08 Pubblicato in Cronaca

Uno dei temi in discussione nella maggioranza pizziniana è una votazione alla provincia coerente con gli obiettivi della giunta amanteana.

In parole povere significa concentrare i voti su un unico consigliere comunale e ciò acchè Amantea abbia finalmente un suo diretto rappresentante.

Certo esprimere un eletto alla provincia sarebbe un risultato non estraneo alla tenuta della giunta amanteana

Non è che bastino, ovviamente, i voti del comune di Amantea.

Affatto.

Ma tutti i voti di Amantea sarebbero, quindi, non tanto un obiettivo ma la conferma che la giunta amanteana ha un futuro.

Il problema è che ,a quanto sembra, i candidabili sono almeno 2, appartenenti a distinte aree.

Dei due solo uno però sembra tenerci fortemente.

Un candidato sul quale sarebbero pronti in molti a voler far confluire i propri voti.

Il secondo candidato sarà disponibile a rinunciare ad una sua candidatura concorrente?

Se lo farà si può ipotizzare una migliore tenuta della giunta amanteana

Se non lo farà, al contrario,……….

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