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Redazione TirrenoNews

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Amici carissimi di Tirreno News. Oggi vi voglio raccontare una storiella che ho appreso guardando la televisione, Canale 5, e precisamente la trasmissione di Antonio Ricci “Striscia la notizia”. Pinuccio, uno degli inviati speciali del programma satirico più seguito in Italia, ci ha portato a Bari e ci ha fatto sapere che in quella città c’è un morto che parla.

Parla davvero, non esagero.

Parla con tutti, vive in famiglia, è vivo e vegeto, tranne che con l’INPS.

Per l’Istituto della Previdenza Sociale è bello e morto da alcuni mesi.

E quando uno è morto non può più essere assistito dall’INPS.

Ora vi racconto la storia che fa certamente ridere, ma che fa riflettere e dovrebbe far vergognare gli impiegati dell’INPS della nobile città di Bari, posto meraviglioso.

Una famiglia ha un figlio che ha diritto al reddito di inclusione. Però dopo il primo pagamento avvenuto nel mese di maggio il reddito è stato tolto alla famiglia perché per l’INPS il figlio è morto.

La mamma e il giovane si sono recati presso gli uffici dell’INPS di Bari ed hanno protestato.

Hanno esibito diversi documenti, un certificato di esistenza in vita, la tessera di riconoscimento, ma gli impiegati dell’Istituto non li hanno creduti.

Eppure il giovane era presente fisicamente avanti gli sportelli.

Era lui il morto.

Era lì davanti agli sportelli, davanti a loro, in carne ed ossa.

Niente da fare.

Per l’INPS il giovane era morto e quindi niente reddito di inclusione.

I pensionati che attendevano il proprio turno nella sala d’aspetto sono rimasti scioccati e si sono messi a ridere.

Non c’è stato nulla da fare.

Per l’INPS quel ragazzo che percepiva il reddito di inclusione era morto, ecco perché la famiglia non potrà più avere quel reddito, necessario per poter andare avanti.

Forse, chissà, per un cavillo burocratico, per un errore di trascrizione dovuto all’inesperienza di qualche impiegato,l’INPS ha tolto il sostegno economico alla famiglia bisognosa.

Pinuccio, l’inviato di Striscia, però non si è dato per vinto.

E’ andato agli Uffici di Bari e ha raccontato la triste storia al Direttore, il quale ha promesso che provvederà al più presto a risanare l’ingiustizia e risolvere tutto.

Restiamo in attesa.

Per due mesi la signora Loredana, mamma del giovane, non è riuscita ad avere giustizia, ad avere i soldi che le spettavano di diritto, è dovuta intervenire “Striscia la notizia”.

Abbiamo davvero toccato il fondo.

Povera Italia, e poveri noi.

In genere succede il contrario.

Spesse volte, basta leggere i giornali, è l’INPS che paga per persone decedute davvero.

Ecco la verità di Race. Parte prima.

Da il mattino di Napoli

Molti striscioni: «Arrestato Lucano per arrestare un modello di integrazione eccellente», «Il mondo lo adora, l'Italia lo arresta».

 

 

 

A Riace migliaia di persone si sono radunate per un corteo che raggiunge la casa di Domenico Lucano, il sindaco arrestato martedì scorso per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

I manifestanti, giunti a Riace per portare la loro solidarietà al sindaco ora sospeso, provengono principalmente, oltre che dalla Calabria, da Puglia, Basilicata, Campania e Sicilia. Presenti persone di ogni età.

L'assessore comunale di Napoli Enrico Panini, presente in rappresentanza del sindaco Luigi de Magistris, ha detto di essere «contro la politica xenofoba di Salvini.

Giù le mani da Mimmo Lucano».

La strada di accesso al paese è ormai bloccata dalle auto in sosta e gli ultimi arrivati vengono fatti fermare a circa 3 chilometri dal centro abitato.

Lucano saluta con il pugno chiuso.

Affacciato alla finestra di casa col pugno sinistro chiuso: così Domenico Lucano ha salutato le circa quattromila persone giunte a Riace per testimoniare la loro solidarietà al sindaco - ora sospeso - agli arresti domiciliari per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

I manifestanti, dopo aver percorso le strade del paese, sono giunti sotto casa di Lucano urlandogli «Tieni duro, continua a lottare sempre. In questa battaglia di civiltà non sarai mai solo!».

Tra i manifestanti anche l'ex presidente della Camera Laura Boldrini che attacca: «Il ministro Salvini dovrebbe sapere che c'è la presunzione di innocenza, lui che è indagato per sequestro di persona aggravato non dovrebbe gioire tanto.

Magari dovrebbe darsi un po' più da fare e gioire per l'arresto di qualche capo di 'ndrina o quando la criminalità organizzata viene sradicata dai territori italiani.

Invece gioisce perché Lucano è agli arresti domiciliari.

Insomma mi sembra ben poca cosa».

Rumeni rubano in un supermercato

Sabato, 06 Ottobre 2018 17:44 Pubblicato in Vibo Valentia

Avevano rubato delle bottiglie di alcolici e generi alimentari all’interno di un supermercato di Simbario, occultando la merce fra i vestiti.

Non avevano però fatto i conti con i carabinieri della Stazione di Nardodipace che si trovavano stamane all’interno dello stesso supermercato.

Dopo aver attentamente seguito i loro movimenti, i militari dell’Arma hanno deciso di intervenire con una perquisizione personale che ha dato esito positivo.

Ad essere quindi fermati per il reato di furto aggravato ed essere posti agli arresti domiciliari sono stati Dumbrava Costel e Dumitrascu Costel, di 44 e 48 anni, di nazionalità rumena, residenti a Simbario.

Rispondono di furto aggravato dinanzi al Tribunale di Vibo che si occuperà nelle prossime ore della convalida dei due fermi.

La merce rubata, per un valore complessivo di 70 euro, è stata restituita al proprietario del supermercato.

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