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Prisoner’s tax”: estorsioni e spaccio di stupefacenti, 25 misure cautelari. I NOMI
Martedì, 23 Luglio 2019 17:39 Pubblicato in CalabriaLa Direzione distrettuale Antimafia ha mobilitato 200 militari per l’operazione scattata all’alba di stamattina che ha portato all’esecuzione di 25 misure cautelari.
A capo dell’organizzazione ci sarebbero Domenico e Carmine Procopio, referenti della cosca Procopio-Mongiardo di San Sostene
Catanzaro. Oltre 200 carabinieri della Compagnia di Soverato e del Comando Provinciale di Catanzaro, hanno eseguito stamattina un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 25 persone. Il provvedimento è stato emesso dal Gip di Catanzaro su richiesta della Direzione distrettuale antimafia diretta da Nicola Gratteri. I reati contestati sono quelli di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti ed estorsione. Secondo le indagini la gestione del traffico di droga nella provincia di Catanzaro era appannaggio della cosca Procopio-Mongiardo di San Sostene. L’operazione “Prisoner’s tax” che ha portato a 25 ordinanze di custodia cautelare fra arresti e obblighi di dimora.
A capo dell’organizzazione ci sarebbero Domenico e Carmine Procopio, referenti della cosca Procopio-Mongiardo di San Sostene. I 25 indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti aggravata dall’essere composta da più di dieci associati e da soggetti dediti all’uso di sostanze stupefacenti, nonché di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti ed estorsione.
L’indagine, condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Soverato con il supporto delle Stazioni Carabinieri di Gasperina e Davoli, è stata avviata nell’estate del 2016 a seguito dell’analisi di alcune attività anti-droga eseguite nel corso di ordinari servizi di controllo del territorio.
Avrebbero permesso di documentare la gestione organizzata dell’attività di spaccio (cocaina, hashish e marijuana) da parte del sodalizio nei comuni di San Sostene, Davoli, Montepaone e Gasperina.
Il leader del gruppo era quindi Procopio che, tramite i propri adepti, manteneva costanti contatti con soggetti riconducibili alle cosche Strangio di San Luca e Gallace di Guardavalle per l’approvvigionamento di stupefacente.
È stato, inoltre, accertato l’impiego di parte dei proventi illeciti per il sostentamento di detenuti per associazione di tipo mafioso, appartenenti alla cosca, reclusi in diversi istituti penitenziari del territorio nazionale.
Nel corso dell’operazione i carabinieri hanno arrestato in flagranza Saverio Spadea e Carmela Vono, trovati in possesso di oltre 160 grammi di sostanze stupefacenti, sequestrati oltre 7 chilogrammi di stupefacente di vario genere (cocaina, hashish e marijuana).
In carcere sono finiti:
Antonio Arena, 38 anni di Montepaone
Giuseppe Corapi, 36 anni di San Sostene
Carmine Procopio, 32 anni di San Sostene
Domenico Procopio, 55 anni di San Sostene
Sergio Scicchitano , 40 anni di Davoli
Domenico Spadea, 27 anni di Gasperina
Romano Ponzo, 48 anni di Soverato
Ernesto Bertucci, 39 anni di Soverato
Carmela Vono, 49 anni di Catanzaro
Ai domiciliari sono finiti:
Alessandro Aversa, 46 anni di Davoli
Matteo Arena, 26 anni di Montepaone
Giusepe Codispoti, 25 anni di San Sostene
Francesco Grande, 24 anni di Montepaone
Annamaria Gregoraci, 24 anni di Soverato
Giovanni Gregoraci, 25 anni di Soverato
Roberto Ierace, 35 anni di Montepaone
Salvatore Lioi, 33 anni di San Sostene
Misura dell’obbligo di dimora nel comune di residenza per:
Stefano Longo, 30 anni di Soverato
Vincenzo Pacicca, 37 anni di San Sostene
Salvatore Procopio, 29 anni di San Sostene
Giuseppe Santise, 29 anni di Catanzaro
Saverio Spadea, 52 anni di Gasperina
Sergio Tassone, 27 anni di Guardavalle
Raffaele Campagna, 28 anni di Guardavalle
Marco Verdiglione, 24 anni di Stilo
Gratteri “colpisce famiglia di ‘ndrangheta che domina Soverato”
“Un’indagine importante perché colpisce una famiglia di ‘ndrangheta, quella dei Procopio, che domina sul piano criminale a Soverato e nel comprensorio di Soverato”. Così il procuratore capo della Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha definito l’operazione “Prisoners tax” con la quale i carabinieri hanno eseguito 25 provvedimenti cautelari nei confronti di persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti aggravata dall’essere composta da più di dieci associati e da soggetti dediti all’uso di sostanze stupefacenti, di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti ed estorsione.
L’esito del blitz, che è stato condotto dai carabinieri della Compagnia di Soverato e del Comando provinciale di Catanzaro, è stato illustrato in una conferenza alla quale, oltre a Gratteri, hanno partecipato il procuratore aggiunto della Dda, Vincenzo Luberto, che ha curato l’indagine insieme al sostituto Deborah Rizza, e dai vertici territoriali dell’Arma.
“Si tratta – ha detto Gratteri – di un’inchiesta realizzata molto bene, fondata su intercettazioni incontrovertibili, quasi in chiaro. Di particolare rilievo sono gli elementi da cui emerge che la cosca Procopio-Mongiardo interagiva con le potenti cosche Gallace di Guardavalle e Nirta-Strangio di San Luca”. Su questo aspetto si è soffermato anche il procuratore aggiunto Luberto, per il quale “un traffico di sostanze stupefacenti non si imbastisce dall’oggi al domani, ma deve avere sempre una sorta di copertura, una legittimazione e un’autorizzazione, e in questo caso arrivava da fornitori all’ingrosso di serie A, con la marijuana venduta dai Gallace e la cocaina dagli Strangio-Nirta. Inoltre – ha rilevato Luberto – il traffico di stupefacenti non era limitato solo all’ambito locale ma si estendeva anche al mercato di Avellino, segno di una leadership della ‘ndrangheta. Capace di imporre agli altri prezzi concorrenziali”. Luberto ha poi reso noto che “la base logistica della famiglia Procopio era un bar di loro proprietà a San Sostene, che era la centrale operativa dell’organizzazione”, organizzazione che aveva tre promotori, Domenico e Carmine Procopio e Giuseppe Corapi, e poteva contare anche sulla presenza attiva di alcune donne, due delle quali colpite da provvedimenti cautelari”.
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Tunisino in stato di ebbrezza e armato di coltello a Catanzaro
Martedì, 23 Luglio 2019 17:14 Pubblicato in CatanzaroFoto coltello dal web
Momenti di panico a Catanzaro quando un 23enne in stato di ebbrezza e brandendo un grosso coltello è stato sorpreso mente andava in giro per la città.
La polizia lo ha arrestato con le accuse di porto abusivo di coltello, resistenza, minacce e lesioni a pubblico ufficiale e portato nel carcere di Siano,
in attesa dell’udienza di convalida.
È successo ieri mattina in pieno centro di Catanzaro, qualcuno lo aveva notato e aveva chiamato il 113.
Una volante è subito giunta sul posto e gli agenti lo hanno fermato e perquisito.
L’uomo, in evidente stato di ebbrezza e privo di documenti d’identità, ha dato in escandescenze minacciando di morte i poliziotti ed estraendo dai pantaloni un grosso coltello con cui ha cercato di ferirli.
Giunta sul posto una seconda volante, l'uomo è stato circondato e costretto a lasciare il coltello, un’arma di 30 cm con una lama di 18 cm, che è stata posta sotto sequestro.
L'uomo è stato poi identificato in un 23enne tunisino, noto agli agenti, gravato da precedenti segnalazioni di polizia per vari reati, in particolare contro il patrimonio e in materia di stupefacenti, ospite di una casa di accoglienza.
Per recuperare il documento d’identità, lo straniero è stato condotto presso la comunità che lo ospita e qui si è nuovamente agitato, sferrando colpi contro il muro e distruggendo suppellettili, con l’evidente scopo di procurarsi delle ferite. Mentre gli agenti cercavano di calmarlo, con violenza si è scagliato contro di loro con pugni e calci.
Nella colluttazione uno degli operatori è caduto sbattendo contro un mobile.
Dopo essere stato immobilizzato, lo straniero è stato portato in questura, dove nuovamente ha manifestato la sua violenza, ma qui gli agenti lo hanno immediatamente immobilizzato e ammanettato.
Ilquotidiano
Sea Watch 3 (Carola Rackete): il ricorso per Cassazione della Procura di Agrigento
Martedì, 23 Luglio 2019 16:59 Pubblicato in MondoArticolo scritto da Redazione Giurisprudenza Penale il 23 Luglio 2019
Procura della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento, ricorso per Cassazione, 16 luglio 2019
Procuratore della Repubblica dott. Luigi Patronaggio – Sost. Proc. dott.ssa Gloria Andreoli
In merito alla vicenda della motonave Sea Watch 3, pubblichiamo – ringraziando la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento per averlo messo a disposizione – il testo del ricorso per Cassazione presentato avverso l’ordinanza con cui il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Agrigento, con ordinanza del 2 luglio 2019, non ha convalidato la richiesta di misura cautelare avanzata nei confronti di Carola Rackete.
Questa Rivista ha già pubblicato, oltre all’ordinanza del GIP, anche il testo della richiesta di convalida dell’arresto e di applicazione di misura cautelare presentata dalla Procura nei confronti di Carlo Rackete.
Scarica il ricorso per Cassazione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento
http://www.giurisprudenzapenale.com/wp-content/uploads/2019/07/Ricorso-in-Cassazione-.pdf
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