Sembra che Sciacca fosse piena di cani randagi
E qualcuno ha pensato- male ovviamente- di liberarsene spargendo esche avvelenate.
Sgarbi dice che “È un gesto di una barbarie inaudita. Solo una mente criminale o malata può avere fatto una cosa del genere. Non si può accettare che vengano uccisi degli animali indifesi. Come non si può accettare il fatto che una città come Sciacca non abbia un canile: io credo che la Regione stessa abbia il compito di assumersi questa responsabilità mettendo a disposizione le relative somme. Mi auguro, infine, che le forze dell’ordine possano presto risalire all’autore o agli autori di questo gesto criminale”“
L’Enpa chiede di “Annullare il passaggio del Giro d’Italia attraverso la città di Sciacca, programmato nella quinta tappa della corsa ciclistica”
E sostiene che “ sarebbe "Un gesto di grande e profonda sensibilità che apprezzato dalla stragrande maggioranza degli italiani".
L’Asp di Agrigento ha dato disponibilità per potenziare le risorse veterinarie per aumentare il numero delle sterilizzazioni.
Il sindaco Valenti ha detto che l’Ufficio Ecologia del Comune di Sciacca effettuerà un’attenta verifica di altri siti dove si segnala la presenza di branchi di cani randagi, al fine di scongiurare il ripetersi di quanto accaduto in questi giorni.
La Lega antivivisezione ha presentato una denuncia contro ignoti ed ha chiesto anche che i carabinieri inviino servizi specializzati come il Soarda (nuova denominazione nata dalla fusione di competenze tra l’Arma dei carabinieri e i forestali nel campo dei reati in danno degli animali).
La vicenda allarma anche la politica tanto che il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, intende istituire una commissione parlamentare che studi il fenomeno del randagio.
Forse avere scaricato sui comuni, in gran parte dissestati, anche i costi gestione dei cani accalappiati non è stata una idea felice, sicuramente comoda ma non felice.
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Il territorio calabrese è pieno di cani randagi, ma sono animali che per lo più non danno fastidio e che non rappre
sentano mai pericolo per l’uomo.
Hanno il difetto di non parlare ed allora abbaiano. Ma solo questo.
Purtroppo i comuni non li controllano .
Non solo, ma ai comuni ed all’Asp spetterebbe sia una adeguata gestione del randagismo sia il compito di educare la gente al rispetto di questi ed altri animali.
L’unica attenzione che notiamo è un divieto di accesso con scritto “CANI” posto davanti alla villa comunale quasi che si pretendesse che sapessero leggere.
Che volete, il problema è che i cani non portano il pannolino ed i proprietari non puliscono i loro rifiuti.
Né l’amministrazione conduce una battaglia alle persone ineducate .
Dalla Polizia Urbana solo contravvenzioni con photored ed ora , in tempi di grama, anche quelle con autovelox.
Ed allora esecrabili persone uccidono i cani randagi spargendo bocconi avvelenati.
Spesso come nei giorni scorsi a Campora SG con un potente lumachicida, tra i peggiori in commercio.
E non importa che si tratti di un contadino che per evitare l’ infestazione di colture da parte delle lumache vi sparge il veleno così uccidendo oltre alle lumache anche i cani.
E se la comunità ,come per tante altre cose, non si scandalizza, non reagisce , anche questo è il segno di una forte disattenzione del comune e dell’Asp verso questo problema.
Alla sensibilità del sindaco di far stampare appositi manifesti con i quali ricordi alla cittadinanza che l'avvelenamento è un reato, come prevede l'art. 544 bis c.p., nonchè l'art 146 T.U. Leggi Sanitarie.
Art. 544-bis del Codice penale .
Uccisione di animali.
Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi.
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