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Il caso della scrittrice Murgia sui quotidiani

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michePer promuovere il nuovo libro di imminente pubblicazione la scrittrice sarda Michela Murgia si fa intervistare da un giornalista prestigioso, Aldo Cazzullo, sul più diffuso quotidiano italiano, Il Corriere della sera. Due ampie pagine. E il giorno dopo, non soddisfatta, un altro giornale, pubblica una nuova intervista alla scrittrice. Tutto normale? Direi di sì. La scrittrice è molto conosciuta e molto seguita, specialmente ora che attacca quasi ogni giorno il governo presieduto da Giorgia Meloni e i suoi Ministri. L’operazione di promuovere e far conoscere il nuovo libro intitolato “Tre ciotole” è riuscitissima. Nel libro la scrittrice racconta quello che le sta succedendo.Non è piaciuto a me che non sono un suo lettore e non condivido le sue idee e le sue esternazioni contro il Governo che lei ritiene essere fascista, però, quello che la scrittrice ha rivelato. Sono cose personalissime che dovrebbe condividere soltanto con le persone che ama e che le stanno accanto. “Mi restano pochi mesi. Ho un tumore. E’ al quarto stadio. Non ho paura della morte. Spero di non morire con i fascisti ancora al governo-. Vi sembra tutto normale, amici lettori? Per promuovere un libro di imminente pubblicazione vi sembra normale che l’autrice racconta la sua imminente morta causa un male incurabile? Molti hanno plaudito e sulle pagine dei giornali, su Facebook, su Instagram sono fioccati migliaia e migliaia di messaggi e testimonianze. Anche il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, chiamata in causa, ha inviato un messaggio, forse il più bel messaggio ricevuto: - Odiami ancora a lungo, vuol dire che resterò al governo per molto tempo- . Quella battuta politica, spero solo di morire quando Giorgia Meloni non sarà più Presidente del Consiglio, la poteva evitare. Anche a me dispiace che la scrittrice abbia pochi mesi di vita. Le auguro di tutto cuore e da italiano vero di vivere ancora a lungo e che possa sconfiggere quel male che lei dice incurabile. La scelta di dire e di far sapere a tutti, amici ed avversari, il male di cui soffre è stata per molti bella e toccante. Quella frase “l’importante per me ora è non morire fascista” la poteva evitare. Come la potevano evitare gli agitprop e i trina ricciuti di staliniana memoria:- Non voglio morire democristiano-.Cara sig.ra Michela, il fascismo non c’è in Italia. E’ solo una sua invenzione. E’ morto e seppellito da tantissimi anni. Oggi viviamo in una democrazia consolidata. Il fondatore del fascismo è stato ucciso e poi impiccato a testa in giù a Piazzale Loreto a Milano. Io non l’ho mai conosciuta, non ho mai letto nessuno dei suoi libri che ha pubblicato, certamente non condivido le sue idee e le sue esternazioni contro il governo in carica voluto ed eletto dalla maggioranza degli italiani, però oggi che apprendo che è affetta da un male brutto e incurabile, la voglio abbracciare e dirle:- Forza Michela, le sono vicino e prego quel Dio che forse lei non ha mai conosciuto perché possa vivere ancora a lungo in modo che lei possa vedere Giorgia Meloni per altri cinque, dieci anni a Palazzo Chigi come Presidente del Consiglio.

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