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Catanzaro Brutto colpo per il governatore Mario Oliverio che aveva molto confidato nei giudici del Riesame per vedersi ridimensionate l’accusa di abuso d’ufficio che gli rivolge la procura di Catanzaro nell'ambito dell'operazione Lande Desolate .

 

Il Tdl, infatti, dopo l’udienza di ieri, per il presidente della giunta regionale ha confermato la misura dell’obbligo di dimora nel Comune di residenza.

Pertanto il governatore continuerà a rimanere “sospeso” dalla sua carica e la Regione sarà guidata dal vice-presidente Russo.

Tra l’altro, Oliverio, adesso dovrà rispondere pure di corruzione nell’ambito della stessa indagine “Lande desolate” che lo vede incriminato assieme ad altri 15 soggetti.

Alla vigilia di Natale gli è stato notificato, al riguardo, un nuovo avviso di garanzia.

Oggi all’esito dell’udienza preliminare in corso per il caso “Calabria Verde” per Oliverio però è arrivata una buona notizia, in quanto rispetto alla richiesta di rinvio a giudizio, per la vicenda dell’assegnazione del “comando” di Serra San Bruno, distretto dell’azienda forestale regionale è arrivato il proscioglimento da parte del gup di Catanzaro .

Paolo Orofino

Pubblicato in Calabria

Un giorno atteso da tutti i calabresi

Ovviamente in modi diversi.

C’è chi vorrebbe una pronuncia a favore del Governatore, una pronuncia che fosse anticipatrice della sua piena e totale assoluzione da parte del VERO tribunale penale.

C’è invece chi vorrebbe che il Tribunale del Riesame di Catanzaro confermasse l’obbligo di dimora disposto dal GIP

Ed anche in questo caso la speranza sarebbe quella che il presidente della Regione, Mario Oliverio, accusato di abuso d’ufficio nell’ambito dell’indagine “Lande Desolate” su presunti appalti “pilotati”, condotta dalla Dda del capoluogo calabrese, fosse irreversibilmente avviato verso la fine della sua infelice gestione della regione che ha distrutto la Calabria.

Non solo.

Ma c’è gente che, nel caso di una pronuncia favorevole ad Oliverio, spera che Gratteri ricorra ed ottenga gli arresti domiciliari

Forse domani stesso sapremo!

Pubblicato in Calabria

Mutuiamo ancora una volta il gioco di “Tana, liberi tutti” per descrivere la decisione del Tribunale della Libertà di Catanzaro che ha annullato il provvedimento di arresto di Marcello Socievole, ex consigliere della Giunta Pizzino, e di Franco la Rupa, ex sindaco del comune di Amantea.

 

E così, ambedue sono stati scarcerati ed hanno raggiunto nel pomeriggio di oggi le proprie famiglie e le proprie abitazioni

Domani, al massimo dopodomani, saranno in piazza, davanti al bar a ricevere le felicitazioni dei loro amici e della gente comune, in particolare di quelli che non avevano capito, apprezzato od accettato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del tribunale di Paola su richiesta della Procura coordinata dal coordinatore capo Pierpaolo Bruni.

Marcello Socievole è stato difeso da Nicola Carratelli e Yvonne Posteraro.

Franco la Rupa è stato difeso daGregorio Barba .

Nella nota congiunta diffusa dagli Avvocati Nicola Carratelli, Yvonne Posteraro e Gregorio Barba si legge che sono state «Accolte pienamente le argomentazioni difensive che avevano insistito particolarmente nell’evidenziare come la conversazione “incriminata”, registrata da Fabio Innocenti (vicesindaco di Serra D’Aiello), che secondo l’accusa costitutiva la prova della formulazione di una minaccia di licenziamento per coartare la volontà dell’elettore, in realtà doveva essere inquadrata nell’ambito delle normali iniziative di campagna elettorale, senza la benché minima minaccia, intimidazione o costrizione».

«I difensori di Marcello Socievole (che nel frattempo aveva manifestato le dimissioni irrevocabili dalla carica di consigliere comunale) si sono strenuamente battuti affinché il loro assistito, soggetto assolutamente incensurato e mai raggiunto neppure da una denuncia per una semplice contravvenzione, potesse riappropriarsi della dignità di uomo e di imprenditore che lo ha sempre contraddistinto, invece gravemente minata dal provvedimento cautelare del GIP del Tribunale di Paola. Alla luce dell’esito del procedimento di riesame tale sforzo è stato certamente premiato»

Il TDL ha così annullato l’ordinanza di arresto facendo crollare i supposti reati di voto di scambio e tentata estorsione in concorso nonché, per l’ex consigliere comunale Marcello Socievole , anche quello di tentata violenza privata, e disponendo la remissione in libertà di Socievole e La Rupa senza alcun tipo di prescrizione.

Ricordiamo, a favore dei nostri lettori, che le indagini dei carabinieri, coordinate dal procuratore della Repubblica di Paola Pierpaolo Bruni e dal pm Anna Chiara Fasano, avrebbero permesso di accertare come i due arrestati, nel corso della campagna elettorale per le elezioni dello scorso giugno, avrebbero esercitato “pressioni” , Socievole quale candidato poi eletto e La Rupa come sostenitore della relativa coalizione , nei confronti di un uomo al fine di indurre la sua fidanzata e la famiglia della stessa a votare per il consigliere comunale minacciandolo che altrimenti, alla ragazza, non sarebbe stato rinnovato il contratto di lavoro a termine in una scuola materna gestita dal comune di Amantea attraverso una cooperativa.

Socievole, inoltre, sarebbe è stato accusato anche di aver prospettato l’avvio di una ingiusta azione giudiziaria nei confronti dei genitori della ragazza, per impedire la divulgazione della registrazione del colloquio nel corso del quale erano state profferite le minacce.

Ora tutto il castello di accuse sarebbe venuto meno.

Da qui la remissione in libertà senza condizioni.

Ora la comunità si chiede più cose.

La prima : Questa pronuncia del TdL avrà la stessa risonanza che ha avuto quella del loro arresto mostrando una Amantea buia e negativa? E ne parleranno anche i giornali nazionali?

La seconda : Gli arresti sono davvero una misura necessaria soprattutto per chi non è mai stato in carcere?

La terza: Ora la giunta di Mario Pizzino potrà operare in tranquillità o deve attendersi ancora qualcos’altro?

Ed altro……

Pubblicato in Politica

accLa vicenda è nota a tantiL'ex sindaco di Castrolibero Greco (difeso dagli avvocati Franco Sammarco e Vincenzo Belvedere) e l'ex vicesindaco Aldo Figliuzzi (difeso da Pasquale Naccarato), sono accusati di voto di scambio.

 

Stamattina giovedì 2 febbraio davanti al Tribunale del Riesame di Catanzaro si è svolta l'udienza per discutere l'Appello presentato dalla Dda sulla richiesta di arresto a carico del consigliere regionale e di altre persone coinvolte in un'inchiesta su mafia e politica nel Cosentino.

In una ventina di pagine, i magistrati della Procura antimafia ripercorrono le parole dei pentiti, che al gip non erano bastate, da sole, per accordare l'arresto dei politici, che per l'accusa avrebbero barattato soldi e assunzioni con il clan Bruni prima e con i Rango-Zingari poi per le amministrative 2008 e 2013 di Castrolibero.

I legali di Orlandino Greco hanno evidenziato l'inammissibilità dell'appello e le contraddizioni emerse dai racconti dei pentiti.

In particolare, secondo i legali, la versione di Adolfo Foggetti verrebbe smentita da quella poi resa da Daniele Lamanna.

La difesa di Greco ha, inoltre, depositato una memoria difensiva e documentazione attestante la corretta condotta di Greco quando ha ricoperto il ruolo di sindaco di Castrolibero.

Secondo i legali del consigliere regionale «Non esistono riscontri alle dichiarazioni dei pentiti che accusano Orlandino Greco

Il pm della Dda Camillo Falvo ha invece insistito sulla sussistenza dei presupposti dell'arresto, argomentando in modo dettagliato e approfondito i contenuti esposti nell'appello.

La Dda ha poi depositato il ricorso presentato in Cassazione contro la scarcerazione di Esposito.

Il presidente Valea ha rinviato l'udienza al 7 febbraio per la posizione di Prosperoso il cui legale oggi era assente, mentre sugli altri si è riservato la decisione.

Pubblicato in Cosenza

Il Tribunale della libertà di Catanzaro ha rigettato la richiesta di scarcerazione per l’ex sindaco di Rende.

 

Nel contempo ha revocato la misura di arresti domiciliari per Pietro Ruffolo, Giuseppe Gagliardi, Umberto Bernaudo e Rosario Mirabelli.

I politici, erano finiti ai domiciliari il 23 marzo scorso nell’ambito dell’operazione denominata “Sistema Rende”, accusati di concorso esterno in associazione mafiosa e di aver ricevuto il sostegno elettorale del clan Lanzino.

 

Era una decisione era attesa perché da essa si sarebbe misurata la validità dell’impianto accusatorio. Il pronunciamento del Tribunale della libertà stabilisce che il lavoro della DDA di Catanzaro è stato capillare e ha colpito nel segno.

Dal momento che le 99 pagine dell’ordinanza spiegano chiaramente che il “Sistema Rende” si basava quasi esclusivamente sulla potenza del “capo” cioè Sandro Principe.

 

Nel corso dell’udienza svoltasi giovedì scorso i pm Pierpaolo Bruni e Vincenzo Luberto hanno dato battaglia depositando anche nuovi atti, vale a dire le dichiarazioni dell’ex candidato a sindaco Amerigo Castiglione e del segretario generale del Comune di Rende in merito alla nomina del dirigente Ernesto Lupinacci.

Pubblicato in Cosenza

Sono le 14.00, l’orario di chiusura del Municipio, ma il comune è in fibrillazione stante la notizia giunta in anteprima rispetto ai tempi che erano stati preannunciati!

Il TdL ha annullato il provvedimento di sequestro del porto!.

Non sono note le ragioni che hanno portato il Tribunale della Libertà a questa decisione, ma questo non è il momento di approfondire.

L’importante è che a giorni il porto sarà riaperto, che a giorni i diportisti potranno usare le loro imbarcazioni, che i pescatori potranno svolgere il loro lavoro e dare da mangiare alle loro famiglie, che il personale che lavora nel porto non perderà il lavoro ed il reddito che ne consegue, che non saranno iniziate cause per danni contro il comune.

E’ il sindaco Monica Sabatino che telefona felice dando la notizia ai suoi collaboratori ed a chiunque si sia interessato a favore del porto.

Anche l’assessore Cannata è soddisfatto e sparge la notizia nella comunità.

E non solo la notizia segue anche altri canali .

Anche la minoranza è informata e telefona per spargere la bella notizia.

Insomma sembra più un “successo” della società che dell’amministrazione e dei legali visto che tutti ne sono felici.

E non poteva essere diversamente

Pochi giorni fa è stato sequestrato l’ impianto di depurazione di Nocera Terinese ( di cui si serve anche Amantea) ma è stato affidato al Sindaco perché provveda entro un mese a trovare soluzione alle cose che non vanno. Impossibile sequestrarlo ed inibirlo come successo per il porto di Amantea.

Forse il porto poteva essere affidato ad un commissario che lo tenesse comunque aperto ed attendesse a quanto il comune non ha fatto al punto che sono scattati gli avvisi di garanzia per l’art 328 del cp per “Omissione di atti d’ufficio” per non aver proceduto al collaudo del porto

Il porto, infatti, pur in assenza del collaudo viene usato pienamente ormai da anni salvo quando si insabbia.

E forse sarà questa la ragione presa in considerazione dal TdL: quale, infatti, la ragione ex novo per sequestrare il porto? E mancando tale ragione il sequestro potrebbe essere stato ritenuto improprio .

Comunque a giorni sapremo.

Ovviamente il procedimento penale andrà avanti.

Ora aspettiamo eventuali reazioni del GIP Carmine De Rose che potrebbe opporsi al pronunciamento del TdL.

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