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Amantea. I carabinieri della caserma di Amantea hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa, a carico di un 19enne originario del Bangladesh, dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Paola, su richiesta della locale Procura della Repubblica, coordinata dal procuratore Pierpaolo Bruni.

Il giovane, ospite del centro di accoglienza straordinaria di Amantea, è accusato dei reati di atti persecutori e lesione personale aggravata,nei confronti di un suo connazionale, anch’egli dimorante presso la medesima struttura.

Le condotte di stalkingsi sarebbero concretizzate in percosse e minacce di morte.

Al culmine dell’ennesima aggressione, risalente al mese di novembre 2018, l’arrestato, utilizzando un martello, non avrebbe esitato a colpire alla testa la persona offesa, per poi scagliargli addosso un mattone.

La vittima, dopo essersi accasciata al suolo, veniva soccorsa da alcuni passanti.

In quella circostanza, i carabinieri della Stazione di Amantea, intervenuti immediatamente sul posto, sono riusciti ad individuare un sistema di videosorveglianza la visione delle cui immagini ha cristallizzato il momento in cui il 19enne, tenendo ancora in mano il martello utilizzato poco prima, tentava di darsi alla fuga.

L’arrestato, dopo le formalità di rito, è stato tradotto presso il carcere di Paola, a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Non sono state partecipate le ragioni del litigio ma sembra che a monte di questi comportamenti ci siano elementi di ordine economico.

Si aggirava in via Labico, a Torpignattara, alla ricerca di acquirenti per distribuire le sue pasticche della « droga della pazzia» o « droga di Hitler».

 

 

 

In manette, arrestato dai Carabinieri della Stazione Roma Quadraro con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, è finito un 32enne del Bangladesh, senza fissa dimora e con precedenti, trovato in possesso di 80 pasticche di yaba.

Transitando lungo la via, i Carabinieri lo hanno notato mentre, a piedi, avvicinava potenziali acquirenti, perlopiù suoi connazionali, anche giovanissimi, sfruttando il basso costo di ogni singola pasticca, circa 4 euro.

Fermato e controllato, il 32enne nascondeva, in una tasca del pantalone, due bustine di cellophane contenenti complessivamente le 80 pasticche di yaba.

In suo possesso, i Carabinieri hanno trovato anche denaro contante, ritenuto provento dello spaccio. L'arrestato è stato portato in caserma e trattenuto nelle camere di sicurezza, in attesa del rito direttissimo.

Ma che cosa è la Yaba?

E la cosiddetta Droga della Pazzia

La Yaba è un derivato delle metanfetamine, generalmente tagliata con ciò che avanza della produzione di eroina e si presenta sotto forma di compresse, piccole e rotonde, di colore rosa, rosso/arancio o verde, simile all’ecstasy.

La droga viene inalata tramite una normale cannuccia, di quelle utilizzate per bere la coca cola, collegata a un ampolla contenente acqua che raffredda la miscela dal sapore dolciastro.

Questa droga, sintetizzata dai giapponesi nel 1800, è facilmente riconoscibile dal logo in rilievo riportato sul dorso della pastiglia, contraddistinto dalla lettera “R” o “WY”.

La Yaba è una delle droghe più popolari in Asia sudorientale, soprattutto in Thailandia. Yama, il nome originario della droga somministrato anche ai guerriglieri birmani, significa "droga per i cavalli", in quanto ogni sacchetto riportava l’immagine di un cavallo a significare gli effetti potenti di questa droga. Yaba, invece, che significa “droga che fa impazzire”, fu un secondo termine dato dalle autorità thailandesi come tentativo per scoraggiare i giovani dall’uso di questa sostanza.

I narcotrafficanti, pur di diffondere la droga tra la popolazione giovanile, mentirono sul contenuto delle pillole, sostenendo che esse contenevano una modica quantità di eroina, sostanza anch’essa prodotta e diffusa nel Triangolo d’Oro.

La Yaba era venduta liberamente in Thailandia ai camionisti presso le stazioni di rifornimento di gasolio al fine di tenerli svegli durante i loro interminabili viaggi di lavoro fin quando i numerosi incidenti stradali, correlati all’uso di questa sostanza, indussero il governo a bandirla nel 1970.

La Yaba, agendo sulla quella parte del cervello che produce dopamina, provoca grande dipendenze fisica e psichica.

Gli iniziali effetti di benessere sono immediatamente sostituiti da aggressività, allucinazioni, ansia, inappetenza, insonnia e paranoia.

Di frequente, i consumatori riportano la sensazione di avere degli insetti sotto la pelle e di fare numerosi tentavi per estrarli.

Tra gli effetti a lungo termine si segnalano perdita dei capelli, dolore lombare, danni al fegato e ai reni, sintomi depressivi e desideri di suicidio.

La Yaba è nota come “droga della pazzia” proprio per il forte senso di aggressività che provoca, inducendo il consumatore a gesti violenti, spesso autolesionisti.

Il nome di questa droga è tornata di recente sulle pagine delle cronache nazionali dopo che i Carabinieri hanno sgominato una banda di nordafricani che ne gestivano il traffico su buona parte del territorio di Roma.

Se in Thailandia tre milioni di consumatori sono considerati a rischio suicidio per utilizzo di Yaba, in Europa, questo tipo di sostanza è oggi in largo uso negli ambienti della musica tecno e pare che stia avendo larga diffusione ove le presenze di immigrati asiatici, che fanno da vettore con le zone di produzione, sia più marcata.

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