
Nuova forte esplosione dal cratere dello Stromboli ha provocato l’emissione di un’alta nube lavica e una "pioggia" di cenere sull'isola, anche sull'abitato coperto da materiale piroclastico, a poco meno di una settimana dalla potente esplosione che ha scosso tutta l’isola, il vulcano delle Eolie è tornato ad eruttare nella mattina
L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia-Osservatorio etneo di Catania comunica che le reti di monitoraggio hanno registrato alle 10:24 una repentina variazione dei parametri monitorati, con variazione del segnale sismico.
E' stato a quell'ora che si è sentita l'esplosione.
Secondo le prime informazioni nessun danno a cose e persone è stato registrato dopo l’esplosione dal cratere e l'emissione di cenere lavica ricaduta sull'isola in particolare sulla cittadina di Ginostra.
Per gli abitanti va tutto bene, l'Ingv-Oe di Catania spiega che attraverso le telecamere di sorveglianza è stata osservata una esplosione di maggiore intensità dall’area centro-meridionale e che i prodotti emessi sono ricaduti abbondantemente lungo la Sciara del fuoco.
Dal punto di vista sismico il fenomeno, ben visibile a tutte le stazioni sismiche di Stromboli, è caratterizzato da una sequenza di eventi esplosivi e di frana durata 4 minuti. Per quanto riguarda l’ampiezza del tremore vulcanico non si segnalano variazioni significative.
L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha rilevato altre due scosse sismiche lungo la costa del Cosentino di fronte ad Amantea.
Entrambe sono avvenute a più di 270 km di profondità.
La prima, di magnitudo 2.9, è stata registrata alle ore 21.33 dell'11.11, mentre la seconda, di magnitudo simile, di 2.8 è avvenuta oggi intorno alle ore 12.00
Già nei giorni scorsi, vi avevamo segnalato altre piccole scosse, registrate dai sismografi localizzati nei fondali marini di fronte le isole Eolie, le scosse sismiche sono state registrate fra la costa Calabra e le isole Eolie.
La situazione ancora rientra nella normalità degli avvenimenti sismici nella nostra zona, ha dichiarato l'INGV, ma si comincia a registrare preoccupazione in città.
Non si registrano danni a persone o cose.
Riceviamo e pubblichiamo
Oggi la Corte di Assise di Appello di Catanzaro (Reillo Presidente – Commodaro a latere) ha finalmente chiuso la vicenda relativa all’inquinamento del fiume Oliva in Amantea, rigettando l’appello proposto dal Pubblico Ministero e confermando l’assoluzione dell’imprenditore Cesare Coccimiglio, difeso dall’Avv. Nicola Carratelli, già pronunciata in primo grado dalla Corte d’assise di Cosenza.
Nel 2011 l’imprenditore venne arrestato con la pesante accusa di avvelenamento del fiume Oliva, da cui sarebbe anche scaturita la morte di una persona.
Nel giudizio di primo grado l’ufficio di Procura chiese la condanna a 16 anni e mezzo di carcere, mentre l’Avv. Nicola Carratelli, nell’interesse del Coccimiglio, chiese ed ottenne l’assoluzione del suo assistito.
Seguì, quindi l’impugnativa della sentenza di primo grado da parte del Pubblico Ministero.
Nel corso del giudizio di appello, la Corte aveva disposto la verifica, tramite tre periti appositamente nominati, della congruità tra le lavorazioni delle imprese facenti capo al Cesare Coccimiglio ed i residui del ciclo di produzione smaltiti, nonché sulla natura dei rifiuti prodotti, e sulla compatibilità di questi rispetto a quelli oggetto di interramento nei siti risultati inquinati.
I periti, oggi sentiti in videoconferenza, hanno riconosciuto la piena correttezza dell’operato del Coccimiglio per la piena congruità tra lavorazioni effettuate e i residui portati allo smaltimento, nonché sull’assoluta incompatibilità tra l’attività produttiva delle aziende dell’imputato ed il tipo di rifiuti rinvenuti nell’alveo del fiume Oliva.
All’esito di tali chiarimenti, hanno discusso il Procuratore Generale Dott. Maffia, le parti civili, ed il difensore dell’imputato, Avv. Nicola Carratelli, che ha formulato richiesta di rigetto dell’impugnazione, istanza che è stata pienamente accolta.
La Corte di Assise di Appello ha dunque riconosciuto la totale estraneità dell’imprenditore Cesare Coccimiglio all’inquinamento del fiume Oliva.