
COSENZA 11 agosto 2021 - Militari della Stazione Carabinieri Forestale di Cosenza hanno deferito alla Procura della Repubblica di Cosenza una persona che dovrà rispondere di detenzione di avifauna selvatica protetta dalla Convenzione di Berna e detenzione di trappole per la cattura.
Durante un servizio di controllo del territorio svolto nella località Santa Chiara del Comune di Rende, i militari venivano attirati dal canto di alcuni Cardellini proveniente dal primo piano di un’abitazione all’interno della quale si scorgeva la presenza di innumerevoli gabbie. I successivi controlli consentivano di accertare la presenza di tre Lucherini in una gabbia posta nelle adiacenze esterne dell’abitazione.
Si è quindi proceduto ad una perquisizione domiciliare attraverso la quale si è accertato l’illegale detenzione di 23 esemplari di Fringillidi di cui 19 Cardellini, 3 Lucherini ed un Verzellino unitamente ad alcuni Canarini ed esemplari ibridi, detti “incardellati”, nati dall’incrocio in cattività tra esemplari selvatici autoctoni di fringillidi e Canarini, esemplari questi dalle elevate doti canore. E stata inoltre rinvenuta una gabbia trappola per la cattura in natura di tali esemplari di avifauna protetta. Si è quindi proceduto al sequestro degli esemplari di avifauna illegalmente detenuta ed alla contestuale remissione in libertà nonché al deferimento del responsabile alla competente Autorità Giudiziaria per il reato di cattura e detenzione di fauna particolarmente protetta. Allo stesso, per la detenzione di avifauna ibrida e per l’attività di ibridazione in cattività tra avifauna selvatica autoctona ed avifauna compatibile venivano contestate le relative sanzioni amministrative.
Il verde ed il mare di Maratea, definita “Cittadella verde”, sono l’espressione più elevata della splendore primigenio ed incontaminato della natura, custodita con cura amorevole dai suoi cittadini, che hanno stabilito regole rigorose per proteggerla da ogni forma di inquinamento e di degrado.
Maratea è anche definita “La perla del Mediterraneo” , per la sua sofisticata avvenenza naturalistica. L’etimologia del suo nome, inoltre, la definisce “Dea del Mare” e rimanda ad una forma di regalità divina per quanto attiene la bellezza delle sue coste, del suo mare ed il colore delle sua acque, nelle quali si specchia la vegetazione ridente delle coste, che tinge di iridescenze verdi e azzurre la superficie del mare.
Ma non basta, visitando la cittadina, che sorge in romantici rioni e valli , nonché si adagia sui dorsi di alti e verdi montagne, si constata come Maratea sia ben curata dalla mano dell’uomo, da farne non solo un luogo bucolico, ma anche l’esempio della realizzazione concreta della tutela dell’ambiente e dell’ecologia.
Le chiare acque sia del mare, sia dei ruscelli e dei mille rivoli che si aprono nelle pareti rocciose delle contrade e le alti e verdi montagne fanno di Maratea uno scorcio di paradiso, di cui i suoi abitanti sono consapevoli a tal punto da essersi impegnati affinché fossero impedite costruzioni selvagge, come avviene in tanti luoghi della terra, con un rigoroso piano regolatore, per lasciare che la natura possa vivere nella sua espressione più autentica.
Primeggia la cultura del verde e del suo rispetto, sicuramente proveniente dalla tradizione di una piccola città colma di storia, che ha 44 Chiese, che la rendono orgogliosa di custodire la propria religiosità , espressasi, con orgoglio e tenerezza, finanche nella cura della natura.
Maratea merita di essere Patrimonio Mondialedell'Unesco e, quindi, dell'Umanità, non solo per testimoniare la sua radiosa bellezza naturale e la sua cultura per la vita, ma anche per testimoniare la premurosa cura dei suoi abitanti dedicata alla natura , al proprio patrimonio di bellezze naturali, per fare in modo che esso possa essere patrimonio di tutti.
Biagio Maimone
COSENZA 26 luglio 2021 - Una condotta in pvc realizzata nel retro di un noto supermercato di Taverna di Montalto Uffugo, smaltiva i reflui del settore caseario e di una macelleria interna. Tale condotta che scaricava direttamente sul suolo attraverso un pozzetto adibito alla raccolta delle acque piovane in cui galleggiavano schiume bianche maleodoranti e liquidi opalescenti non è passata inosservata ai militari della Stazione Carabinieri Forestale di Montaltocoadiuvati durante un piano di monitoraggio delle aziende del luogo dai colleghi di Cerzeto. Tali controlli mirano a localizzare chi usa corsi d’acqua e fognature pubbliche per liberarsi degli scarti risparmiando sui costi di trattamento. A seguito di tale rinvenimento si è proceduto al sequestro penale degli scarichi e di una condotta sotterranea realizzata per consentire continui sversamenti non a norma di reflui caseari e di acque di lavaggio dei laboratori della macelleria. Alla luce degli accertamenti eseguiti il legale rappresentante dell’impresa di generi alimentari è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Cosenza per i reati connessi allo scarico illecito di reflui industriali e per getto pericoloso di cose atte ad imbrattare cose altrui in luogo di transito al pubblico. Le acque reflue derivanti dalla lavorazione di tali attività, hanno un contenuto organico tale da dover subire un trattamento depurativo per poter essere scaricate in pubblica fognatura o in corso idrico superficiale nel rispetto dei parametri previsti per Legge.