
Non tutti i Comuni calabresi pagano la fornitura idrica e così la Regione accumula crediti su crediti.
Sembra si sia ormai giunti ad oltre 350 milioni di euro. Chi più chi meno.
Per esempio Reggio Calabria ha un debito di circa 80 milioni di euro.
Catanzaro, avrebbe quasi 22,4 milioni di euro di debiti, Cosenza, ne avrebbe più di 19,5 milioni.
E senza dimenticare Gioia Tauro (con 11,2 milioni di debito), Lamezia Terme (con 14 milioni) e Locri (con 10,3 milioni).
Parliamo di 207 tra comuni ed enti su 409
Nell'elenco figurano ci sono anche piccole amministrazioni come Acquaro, che pesa sui conti della Regione per 13.825,85 euro o Cleto, che ne deve versare 12.284 euro, o Civita che deve solo 505 euro.
Ma anche Palizzi con i suoi quasi 2,5 milioni di euro di debiti.
E poi ci sono i medi comuni ed i vecchi carrozzoni come l’Arssa, che pesa sulle casse regionali per 4.333.907,26 di euro.
Tra i medi comuni si segnalano Bovalino, oggi sotto commissariamento, che ha accumulato un rosso di 5.732.588,28 euro ed Amantea che deve alla regione 3.281.044,03 euro.
Ed ancora Rocca Imperiale con circa 314mila euro di debito, Camini (€ 254.228,03), Cassano allo Jonio (€ 100.501,14), Cropani (€ 2.695.486,27), Feroleto della Chiesa (€ 297.138,41), Gasperina (€ 308.738,10), Lungro (€ 19.536,26), Paola (€ 3.545.510,40), S. Giovanni in Fiore (€ 1.667.220,28), Scilla (€ 1.644.939,21), Siderno (€ 1.849.802,35), Squillace (€ 241.532,93) e Vibo Valentia (€ 3.150.000,00).
Ma ci sono anche i comuni che aspettano invece l'esito del ricorso presentato.
Parliamo tra gli altri di S.Nicola da Crissa, S. Pietro a Maida, Sorianello, Tortora, Mendicino, Pizzo, Briatico, Gerocarne, Locri e Cenadi.
Né mancano quelli che hanno deciso di mettersi in regola con Catanzaro, anche grazie a piani di rateizzazione concertati con l'ente
Invero una piccola serie di Comuni, fra cui Belvedere Marittimo, Calanna, Castrolibero, Cirò, Fabrizia, Laino Castello, Montepaone, Praia a Mare e Rogliano.
Ed infine non mancano i comuni virtuosi e senza debiti, tra cui Belvedere Spinello, Casabona, Centrache, Cirò Marina, Gizzeria, Grisolia, Isola Capo Rizzuto, Oppido Mamertina, S. Agata del Bianco, S.Demetrio Corone, Samo e Zaccanopoli.
Insomma un panorama completamente diverso l’uno dall’altro e senza che siano premiati i comuni seri o sanzionati gli altri!
Lamezia Terme – Il Presidente della Lamezia Multi servizi, Giuseppe Costanzo, dice basta al malvezzo di alcuni dipendenti che abusano nella assenze dal lavoro così creando gravi problemi nel servizio reso alla società.
E lo fa depositando un esposto presso la competente Procura della Repubblica.
Dichiara il Presidente di essere intervenuto “al fine di contrastare la diffusa e malsana pratica del ricorso da parte di alcuni dipendenti a medici presunti compiacenti per il rilascio della certificazione giustificatrice dell’assenza dal posto di lavoro per malattia.
Più precisamente, nel caso sottoposto all’attenzione della Procura, è apparsa paradossale ed inverosimile l’insorgenza dello stato di malattia, formalmente coperto da certificato medico, di un dipendente in coincidenza di determinate circostanze aventi carica conflittuale nei confronti del datore di lavoro.
Ritenendo simili accadimenti gravi ed intollerabili (anche perché ripetuti nel tempo e in presenza di medesime circostanze) per la violazione delle norme poste a tutela di determinati diritti nonché pregiudizievoli dell’efficienza e della produttività della società Lamezia Multiservizi S.p.A. il Presidente, Dott. Giuseppe Costanzo, ha investito la Procura della Repubblica per gli opportuni accertamenti in ordine ai fatti descritti nell’esposto”.
Una storia strana.
La giunta munici pale con delibera n 39 del 15 marzo , su proposta dell’assessore Sergio Tempo, con parere di regolarità tecnica del dr Aloe e di legittimità della segretaria Maria Luisa Mercuri e ad unanimità dei componenti, accordava all’ex assessore Berardone il patrocinio legale dell’ente, sia pure previo inoltro al Ministero dell’Interno ed all’Anci di un quesito sulla legittimità del tutto e comunque fermo restando che la liquidazione sarebbe avvenuta solo previo parere favorevole degli enti suddetti.
Nemmeno il tempo di una canzone ( Amen di Francesco Gabbani) ed ecco la revoca.
Una revoca riportata nella delibera 51 del 24 marzo e sulla base di specifiche ragioni quali:
-l’art 7 del decreto legge n 152 del 1991 secondo il quale non sarebbe possibile in corso di giudizio accordare il patrocinio legale per i reati di cui al 416bis e “di quelli che hanno le aggravanti per associazione mafiosi “(testuale).
Purtuttavia “ al termine del procedimento che si concluda con sentenza di assoluzione e in mancanza di conflitto di interessi con il comune , in presenza di un nesso casuale tra funzioni esercitate e fatti giuridicamente rilevanti e in assenza di dolo i colpa grave potrà essere presa in considerazione la domanda di rimborso delle spese legali”.
Ma la ragione di fondo sembra essere la delibera di giunta n 50 del 24 marzo con la quale è stata emanata una Direttiva in materia di patrocinio legale e/o rimborso delle spese legali.
Nella stessa si richiama che “ per quanto concerne i procedimenti penali introdurre una distinzione per quelli per i quali vi sia l’aggravante di cui all’art 7 DL 52/1991, come convertito nella legge 203/91, e l’imputazione per l’art 416 del codice penale in tutte le fattispecie riferite ai delitti di associazione mafiosa, non sarà possibile accordare il patrocinio durante il procedimento e quindi l’ufficio accetterà le istanze ma non darà corso alle stesse”.
Ed ancora che “già in passato il Ministero dell’Interno con risoluzione del 10 settembre 2008 ha risposto che si è del parere che, ai fini del rimborso delle spese legali, dovrà essere l’amministrazione a valutare autonomamente tutti i profili della fattispecie in esame tenendo anche conto della condotta professionale e comportamenatle del dipendente”.
Ed infine che “ è possibile per l’A.C. disciplinare la competenza introducendo indirizzi in materia di patrocinio e/o rimborsabilità delle spese legali ai dipendenti ed agli amministratori”
Per ultimo la giunta ribadisce che “le notizie stampa che descrivano una sityazine di forte contrasto da parte della magistratura nei confronti della zona grigia e che questi sforzi non possono che essere accompagnati da comportamenti virtuosi da parte delle amministrazioni comunali”
Non resta allora che attendere la pronuncia della cassazione.