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Come non ringraziare chi, in un modo o nell’altro, tenta di abituarci alla verità, in particolare chi, come noi, amanteani, calabresi, siamo attenti alle fesserie propalate da tutti, dai politici alle associazioni ambientali e perfino a certa magistratura e non alle verità.

Ecco l’elenco aggiornato:

“Dagli ultimi dati ufficiali della Commissione Ue in Calabria ci sono 23 discariche irregolari da bonificare o da chiudere perché costituiscono un grave rischio per la salute umana e l’ambiente.

Per tali discariche è in corso il pagamento di una sanzione sancita dalla Corte di giustizia a dicembre 2014 (102 discariche in tutt’Italia).

Per le 23 discariche calabresi già in multa e per le altre 79 presenti in Italia, il nostro Paese sta pagando circa 40 milioni di euro all’anno, in quanto le sanzioni equivalgono a 200mila euro ogni sei mesi per le discariche non contenenti rifiuti pericolosi e 400mila euro ogni sei mesi per le discariche con rifiuti pericolosi.

Qui di seguito, i comuni, e tra parentesi le località, dove si trovano le 23 discariche irregolari della Calabria per le quali dal 2014 si stanno pagando le sanzioni (l’elenco è aggiornato a dicembre 2016):

Acquaro (Carrà);

Amantea (Grassullo);

Belmonte Calabro (S. Caterina);

Belmonte Calabro (Manche);

Colosimi (Colle Fratantonio);

Longobardi (Tremoli Tosto);

Mormanno (Ombrele);

Pietrapaola (Camigliano);

Sangineto (Timpa di Civita);

Tortora (Sicilione);

Verbicaro (Acqua dei Bagni);

Badolato (S. Marini);

Davoli (Vasi);

Magisano (Finoieri);

Martirano (Ponte del Soldato);

Reggio Calabria (Calderiti);

Petronà (Pantano Grande);

Sellia (Aria);

Taverna (Terrazzo);

Gerocarne (Lapparni);

Joppolo (Colantoni);

Pizzo (Marinella);

Sana (Calogero Papaleo).

“Tutto questo – ha commentato l’eurodeputato del M5S Piernicola Pedicini – è gravissimo e mette in luce l’inefficienza dei governi del Pd, del ministro dell’Ambiente Galletti e dei governi regionali. Un’inefficienza che provoca un serio danno economico all’Italia. Purtroppo, anche in questo caso a pagare saranno i cittadini e non i responsabili degli abusi commessi.

Oltre a ciò – ha aggiunto Pedicini – dobbiamo evidenziare le gravi bugie e i dati falsi forniti dal governo.

In più occasioni, il ministro dell’Ambiente ha diffuso pomposi comunicati stampa ufficiali in cui ha detto che si stava risolvendo l’emergenza.

Galletti, invece di fare annunci, acceleri al massimo le procedure per mettere a norma le discariche abusive e irregolari e faccia tutto quello che gli compete per evitare altre sanzioni da parte della Ue”.

Esce la verità che la discarica pericolosa di Amantea è quella di Grassullo

Nessun riferimento a quella di Oliva di cui ha parlato tutto il mondo fino a quando si è scoperto ( vida mò) che anche lì c’è una discarica di rifiuti urbani.

La cosa simpatica è che qualche giornale riporta la notizia e mette sul proprio sito la immagine dell’Oliva, non di Grassullo!.

Ne riparleremo. Parola di Tirreno news.

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Riceviamo la nota dell’amico Giovanni Liscotti con il forte invito a pubblicarla(Buongiorno Giuseppe ti invio un piccolo trafiletto inerente l'oggetto che se ritieni opportuno puoi pubblicare (anzi pubblicalo). Cav. Giovanni LISCOTTI) e lo facciamo non per ricevere elogi( pur graditi, nel caso) ma per ringraziarlo, a nostra volta, per aver colto il senso finale del lavoro di tanti ad Amantea, che è quello di far conoscere per amare, di offrire cultura e di usare queste ricerche per fare turismo. Quanto finora pubblicato e soprattutto cheda ora on avanti pubblicheremo è a disposizione di tutti, dei cittadini, delle associazioni, ma soprattutto di quei politici illuminati( speriamo che siano tanti) che Amantea vorrà esprimere e portare al comune, per farla risalire dal baratro culturale, economico, etico, sociale nel quale è piombata:

“ECCO COME ERA SAN FRANCESCO D’ASSISI”

Ho letto l’articolo inerente l’oggetto sul sito Tirreno News ed immediatamente la mia mente è stata attraversata dal semplice pensiero di dire GRAZIE a quelle persone (a tutti probabilmente conosciute) che spesso in silenzio e senza alcuna indennità, ricercano, discutono, portano alla luce importanti documenti storici della Città di Amantea, mentre noi dimentichiamo spesso le nostre importanti origini culturali, facendole riaffiorare alla mente solo in queste occasioni o durante alcune manifestazioni.

Il mio pensiero è dettato dal fatto che pur essendo adottivo in questa città, cerco per il mio piccolo di dare un contributo nella storia che l’ha attraversata, con la costante presenza unitamente ad altri dell’associazione “Klampete – Rievocazioni Storiche” supportati dagli amici di Pizzo Calabro, Potenza, San Lucido, per ricordare il periodo dell’assedio (1806), mediante cortei e rappresentazioni, non solo in loco ma anche in altri paesi.

Ma a parte ciò, ritornando alle affermazioni del dott. Marchese nell’articolo primario, attendiamo con “ansia” la/e pubblicazioni/e sul castello ed altre zone della città vecchia, affinchè si possa trarre ulteriore spunto rievocativo e che tutto il lavoro certosino dei ricercatori e appassionati di storia, sia ben visibile ai visitatori, ponendolo in bella mostra nelle zone di interesse (mediante piccole/grandi stampe che raccontano in breve la storia del sito) oltre a sperare che tutte le compagini Amanteane siano coscienti di quello che hanno nel recuperare la propria storia e, quanto questo sia utile a tutti noi oltre che al turismo.

Amantea 30.05.2017                                              Cav. Giovanni LISCOTTI

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Arriviamo in via E Noto, angolo via Orti.

Una piccola folla pluricomposta sembra bloccare addirittura la strada.

Numerosi abitanti della zona, il veterinario Amato, due vigili urbani.

Al volo chiedo cosa sia successo. “Abbiamo ucciso una vipera!”.

Impossibile non fermarsi.

Un po’ per vedere la vipera, strana da questa parti, invero,( hai visto mai!) e la curiosità è forte.

Un po’ per capire le ragioni della comunità.

“Scrivilo, scrivilo” mi dicono in tanti” ormai Amantea è piena di animali che scendono in mezzo alla strada, entrano nelle case…!”

Passa con la sua vespa bianca il veterinario Amato, lo invitano a fermarsi ed inizia a studiare studia l’animale, invero malmesso per le botte avute.

Conciliabolo: “potrebbe essere una vipera perché è uscito dall’erba alta, da una zona assolata e piena di topi….”.

“Ma è elegante come una biscia, non tozzo come una vipera e poi i disegni sul corpo non sono né trasversali , né a zig zag. Ed inoltre ha la testa stretta” .

Arriva un cacciatore ed esclama categorico “Non è una vipera”

Lo sollevo con una canna e da un balcone vicino una ignora esclama “Nu cursunu!?” tra la domanda e la affermazione.

Ma la paura non passa del tutto. Vipera o “Cursunu” fa sempre timore se lo vedi prossimo al marciapiedi e sullo stesso o mentre attraversa la strada.

Hanno chiamato i vigili perché vogliono che sia tagliata l’erba alta dove anche le bisce che in questo periodo sono in fregola ed a breve possono deporre da 5 a 20 uova.

E poi qualcun’altro aggiunge “ E non ci sono solo serpenti. Spesso vediamo scappare zoccole da …..” e mi indica quasi tutto l’avambraccio!

La vigilessa sembra fare un salto.

Come tutte le donne ( o quasi) ha paura dei topi ed ancora più delle zoccole, i ratti, che è difficile perfino colpire tanto sono veloci.

Ora occorre informarsi di chi sia il terreno ed intimare ai proprietari la sua pulizia.

Ahimè. Non è certo l’unico, né quello in peggior stato.

Quest’anno il commissario non ha ancora emanato la solita ordinanza grazie alla quale l’ingegnere Pileggi ordinariamente intimava la pulizia dei terreni( quasi tutti).

Ma la presenza dei vigili è una certa garanzia di immediata pulizia.

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