
Il direttivo della Associazione Commercianti (ACA) prende decisamente le distanze dal comportamento del presidente Marano sul caso dei vigili precari di Amantea.
Ecco il comunicato stampa:
“In merito a quanto apparso sulla stampa riguardo il caso vigili precari di Amantea, essendo stati chiamati in causa come componenti del direttivo della Associazione Commercianti (ACA) è a nostro avviso doveroso intervenire nella vicenda al fine di chiarire alcune inesattezze e chiedere pubblicamente alcune risposte alla politica ed allo stesso presidente Marano.
Ecco i fatti: Premesso che l’assemblea dei commercianti iscritti, che verrà convocata a breve, dovrà pronunciarsi circa le sorti e sull’operato del presidente Marano, il direttivo dell’Associazione, venuta a conoscenza della “proposta di sponsorizzazione” protocollata in autonomia dal Marano, calpestando ogni sorta di regolamento, decise di chiedere un parere legale.
Il legale interpellato, analizzato il documento nella sua interezza ci informava del fatto che l’Associazione Commercianti non poteva richiedere un contratto di sponsorizzazione, in quanto:
a) non costituita con atto notarile e
b) della presenza nella documentazione di una serie di errori, omissioni e strane incongruenze che potevano avere conseguenze legali e determinare delle responsabilità oggettive nei confronti dei firmatari della proposta.
Tutto ciò avrebbe sicuramente screditato l’Associazione.
In conseguenza di questo, il presidente Marano, resosi conto della gravità della situazione, consultato un suo legale di fiducia decideva di annullare la richiesta di sponsorizzazione.
Sorgono, quindi, evidenti dubbi su come è stata gestita la vicenda e sull’operato dell’Amministrazione Comunale.
Ci si chiede se realmente si volesse impiegare i vigili o si cercasse un agnello sacrificale a cui attribuire la colpa della non assunzione.
Più si analizzano i fatti, più si arriva alla conclusione che invece di avere di fronte benefattori che hanno a cuore il destino dei vigili, ci si trovi davanti a degli ingannatori spregiudicati.
Troppi gli errori commessi, mascherati da semplici dimenticanze.
Evidentemente era solo un teatrino ed una messinscena ridicola.
Troppi gli interrogativi lasciati senza risposta: Per quale motivo hanno chiesto l’aiuto dell’Associazione commercianti?
Un’associazione di recente costituzione, che muove i primi passi e che non ha i requisiti necessari per richiedere una sponsorizzazione?
Forse per eliminare uno scomodo interlocutore?
Chi ha fatto i calcoli della somma da versare?
Come ha fatto a determinare la somma se non si conosceva il numero del personale necessario?
Infatti nella richiesta non veniva indicato nessun numero di personale necessario, ma si richiedeva solo una vigilanza aggiuntiva.
Perché molti della maggioranza avevano deciso di non andare al consiglio comunale e successivamente hanno cambiato idea?
Forse perché hanno trovato a chi dare la colpa?
Perché nella richiesta sono state inserite manifestazioni inesistenti, quando invece durante il mese di dicembre sono state organizzate e realizzate una serie di attività?
Perché questo personale non è stato utilizzato durante il periodo della Fiera?
Perché il segretario comunale e il Comandante dei vigili (proponente della deliberazione), non hanno firmato la proposta?
A queste richieste, a nostro parere, dovrebbe rispondere anche la politica.
Quella politica che si è definita competente e che Delibera l’approvazione di un contratto di sponsorizzazione con un’associazione che per la legge n.449/1997 deve essere costituita con atto notarile. Disconoscendo (o facendo finta) che per costituire un'associazione commercianti non è necessario l'intervento di un notaio.
Infatti per la sua regolare costituzione basta che gli atti, cioè l'atto costitutivo e lo statuto, siano registrati presso un qualsiasi ufficio dell'Agenzia delle Entrate (procedura "Registrazione atti privati") (l’intervento del notaio è necessario per quelle associazioni con patrimonio notevole o per quelle associazioni che necessitano di riconoscimento da parte delle prefetture).
A tutti gli amministratori i nostri vivissimi complimenti per la coerenza e la dignità che hanno saputo dimostrare. Il sindaco ha avuto tutto il tempo per studiare soluzioni efficaci e non lo ha fatto.
Anzi sì, lo ha fatto scrivendo una sceneggiatura dall’epilogo scontato.
La Befana era un tempo la “dea” dei regali
Ma poichè era veramente vecchia e brutta venne facilmente sostituita da Babbo Natale, il nostro san Nicola di Myra.
Tra l’altro la befana arrivava alla fine delle festività natalizie.
E poi portava cenere e carbone e, se andava bene, qualche calza, qualche caramella e un torroncino
Ma ora la befana sta cambiando.
Non nella data che resta sempre il 6 gennaio, ma nella figura si. E come!
Ad Amantea, almeno
Oggi pomeriggio sarà nel mercato ortofrutticolo, insieme all’artigianato ed all’antiquariato
Non solo, ma ballerà con le musiche della fisarmonica di Michele Mazzotta.
Chi vuole prenotare un ballo con la NUOVA BEFANA può farlo presso la DSE o presso i commercianti dell’area mercatale del nuovo mercato.
Ah. Dimenticavo.
La mostra di artigianato ed antiquariato può essere la buona scusa per indicare alla befana un bel regalo per la persona amata.
Magari la vs ragazza, o la vostra signora, o la vostra bambina od il vostro bambino.
Bastano pochi minuti.
E chissà che la NUOVA BEFANA non risponda alle vostre attenzioni.
Ci scrive Francesco Gagliardi:
“La Befana? Chi era questo caro e favoloso personaggio che portava i regali ai bambini nella notte dell’Epifania?
Era una simpatica vecchietta che ogni anno immancabilmente la notte del 5 gennaio scendeva dai camini delle case e portava doni a tutti i bambini del mondo.
Ho usato il verbo al passato perché credo ormai che questa cara vecchietta con la gobba e col naso un po’ adunco, piena di rughe e di acciacchi vari, sia completamente sparita dalla circolazione.
Vi siete chiesti il perché?
I bambini di oggi ricevono i regali dai propri genitori ogni giorno dell’anno, non devono necessariamente aspettare la Befana.
E poi la calza appesa al caminetto è stata sostituita dall’albero di Natale, vuoi perché nelle case non c’è più il caminetto, vuoi anche perché l’albero di Natale ha preso il posto nelle tradizioni natalizie del nostro antico presepio.
Abbiamo dimenticato le nostre tradizioni ed abbiamo importato quelle del Nord Europa e della lontana America.
Ci siamo emancipati anche noi. I doni, dunque, i bambini di oggi li ricevono a Natale e li trovano sotto l’albero di abete inghirlandato e ben illuminato.
E li trovano, cosa ancora più strana e buffa allo stesso tempo, ogni giorno nelle edicole, nelle cartolerie, nelle librerie e nelle farmacie, ovunque, allegati alle riviste di mamma e papà.
Nelle edicole, una volta, trovavi soltanto libri, giornali e riviste, oggi invece, trovi di tutto. L’edicola, come la farmacia o il supermercato, è diventata un bazar .
E gli editori, in crisi di vendite, allegano a riviste e giornali, oltre ai libri, di tutto e di più.
E così la povera vecchietta vistasi esautorata e negletta, e anche per l’età avanzata e per gli acciacchi vari,si è trasferita in qualche paradiso terrestre, forse in Egitto, sul Mar Rosso, dove vanno a svernare le persone facoltose alla ricerca di un sole caldo, di spiagge meravigliose e di alberghi accoglienti.
O forse, visto che nella nostra Italia ricca e opulenta non ci sono più bambini poveri, semplici, ingenui e buoni soprattutto, si è trasferita con tutto il suo armamentario magico in luoghi più accoglienti dove i doni,i semplici regali, i cari giocattoli di una volta fatti di pezza e di latta, sanno ancora di sorpresa e riescono ancora a rendere felici i bambini dal cuore ingenuo e tenero.
O forse è sparita per sempre, precipitata in qualche burrone inaccessibile dove neppure i Vigili del Fuoco, le squadre di soccorso alpino e quelle del pronto soccorso del 118, riescono a raggiungerla. O forse ha consumato la scopa magica che le consentiva di volare.?
Per volare in alto nei cieli e sopra i tetti delle case usava sempre una lunga scopa fatta con rami di erica, come quelle che usavano una volta gli spazzini per pulire le strade.
Oggi sono scomparse le scope e sono scomparsi pure gli spazzini.
E chi va più nei boschi bruciacchiati dalle fiamme estive a trovare e raccogliere i ramoscelli di erica per confezionare le scope?
Scomparsi gli spazzini, scomparsa l’erica, scomparse le scope, la Befana è andata in pensione.
Mi rifiuto di pensare che sia già morta.
Se fosse ancora in vita oggi dovrebbe avere più di centocinquanta anni.
Era già vecchia e decrepita allora quando io ero ancora bambino e, sono passati circa ottanta anni da quella magica sera, in cui la vidi per la prima e l’ultima volta col sacco sulle curve spalle colmo di giocattoli riempire la mia calza appesa al caminetto, figuriamoci ora.
Era nonna e bisnonna allora e facendo bene i calcoli oggi dovrebbe essere quattro o cinque volte nonna e dovrebbe avere una nidiata di figli e nipotini.
Avrà insegnato, ora che è vecchissima e stanca, il mestiere di Befana ad uno di loro, oppure il suo magico segreto e la scopa miracolosa che le consentiva di volare se li ha portati nella tomba o li ha rinchiusi in un cassetto?
Fu la prima e l’ultima volta che incontrai la Befana, perché dopo quell’incontro fortuito non venne più in casa mia di sera quando ancora eravamo svegli, ma neppure di notte quando tutti eravamo a letto e dormivamo.
L’incantesimo si era sciolto e la cruda realtà aveva già preso il posto dell’innocenza.
Per me fu una vera delusione, la prima delusione della mia vita.
Altre se ne aggiunsero in seguito, ma quella fu la più tremenda, la più lunga e la più triste da poter dimenticare.
Ma oggi, ormai anch’io vecchio, anche se dopo tanti anni scoprii che era stata la nonna Teresa a travestirsi da Befana,so che la vera, quella che porta ancora i regali ai bambini buoni di tutto il mondo, esiste davvero.
Esiste, esiste, eccome!
E come ero felice e contento, divenuto papà, quando la mattina del 6 gennaio aprivo insieme ai miei figli i pacchetti dei giocattoli che la sera prima avevo messo sotto l’albero o in un angolo della casa e dicevo che li aveva portati la Befana.
Dove è andata a cacciarsi ora? Dove è finita?
Aspetta con ansia che qualcuno la vada a scovare, che abbia tanta voglia di rivederla, che abbia tanta voglia di ritornare bambino.
Lei, la Befana, non si lamenta, non è irosa, ha tanta pazienza, sa aspettare.
C’è qualche bambino volontario di Amantea e dei paesi vicini che vuole sacrificare un po’ del suo tempi libero, del tempo che dedica spesso al computer, al telefonino, alla televisione, ai video giochi, alle slot machines, e vada alla ricerca di questa vecchietta a noi tanto cara?
Perché non la cercate anche voi, miei cari amici lettori di Tirreno News, insieme ai vostri figli e ai vostri nipotini?
Sarebbe davvero bellissimo andare alla ricerca di un bene perduto, delle cose belle e simpatiche di una volta, della Befana, quando nella famiglia c’era tanta concordia e tanto amore, e la sera del 5 gennaio tutti riuniti ci raccoglievamo intorno al braciere o al focolare ad aspettare il lieto evento.
Ndr: E se cambiassimo le sue sembianze?