
Dopo anni di inaccettabile silenzio ecco che i sindaci(vedi foto da dx verso sx) di Belmonte Calabro, San Pietro in Amantea, Aiello Calabro, Longobardi, Amantea, Cleto , si incontrano e dopo aver scoperto tutti i problemi del Poliambulatorio( sostanzialmente quelli scritti da noi su Trn-news)
si "armano" e :
-chiedono di essere sentiti, al fine, soprattutto, della valutazione condivisa della programmazione e tipologia di organizzazione dei servizi per il territorio, prima dell'adozione di qualsivoglia decisione.
Non solo ma chiedono:
“ anzi chiedono al Commissario per l'attuazione del Piano di rientro della sanità calabrese gen. Saverio Cotticelli di essere auditi, in modo da rappresentare le esigenze del territorio, già fortemente penalizzato e che sta subendo continui intollerabili riduzioni di servizi (per tutti radiologia e cardiologia, mancanza dello pneumologo e sostituzione dell'ecografista andato in pensione, oltre la lunga fila di attesa per la presenza per sole 4 ore dell'ortopedico);
Infine , dopo il nostro articolo, scoprono che la Casa della Salute è ferma da almeno due anni e chiedono di:
“conoscere i tempi, ancora, di attesa per la sua realizzazione, nell'ottica del miglioramento ed incremento dei servizi resi, cosi' come approvata con delibera 1629/2017.
Tutti ci chiediamo perché finora tutto questo silenzio ed oggi tutto questo coraggio.
Qualcuno ci ha detto che si tratta di una posizione che parla di elezioni.
Noi sappiamo che c’è ben altro( di cui parleremo più in là, denunciando cose finora non sapute)
Intanto aspettiamo di sentire i loro interventi personali nel prossimo incontro del 17 maggio, interventi che vi riporteremo per dimostrare se questo coraggio è vero o solo , come crediamo, una posizione del momento.
Stando alle previsioni apocalittiche delle profezie di Nostradamus e del vescovo irlandese Malachia del 1140, con l'elezione del "papa nero" sarebbe finito il mondo.
Le parole - Nelle profezie sul "Papa nero" comunque si dice che l’ultimo Pontefice verrà “da lontano per incontrare tribolazione e morte” e che “durante l'ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa siederà (un/il?) Pietro (il?) Romano, che pascerà il gregge fra molte tribolazioni; passate queste, la città dai sette colli sarà distrutta ed il tremendo Giudice giudicherà il suo popolo.
Dicerie, sicuramente.
Di certo c'è che non è passata inosservata, alla luce di quelle premonizioni, la scelta caduta sul nuovo Pontefice.
Josè Mario Bergoglio non ha il colore della pelle nera, ma è comunque un "papa nero".
Il nuovo Pontefice è un gesuita, proviene cioè dalle fila del potentissimo ordine fondato da Ignazio di Loyola nel 1534 che vanta tra le altre cose una gerarchia molto strutturata con in testa un potente preposito generale, che non a caso viene tradizionalmente chiamato il "Papa nero".
Attuale preposito generale, in realtà, non è Bergoglio, ma padre Arturo Sosa Venezuelano Adolfo Nicolas che comanda su 17.906 Gesuiti.
Tra questi, 12.737 sacerdoti, 1.300 religiosi laici, 2.700 seminaristi e 750 novizi.
Nel corso degli ultimi 50 anni è stata registrata una diminuzione dei Gesuiti in Europa e Nord America, mentre la presenza dei Gesuiti è in forte aumento in Africa e soprattutto in Asia.
Potrebbe essere questa la ragione della accoglienza dei migrati africani ed asiatici indotta da Bergoglio?
Certo non è un caso che poco tempo fa avevamo in Papa “bianco” tedesco ed un Papa “nero” Spagnuolo ed oggi abbiamo un papa “bianco” argentino ed un papa “Nero” venezuelano.
Il colore nero - I fanatici dell'occultismo e i sostenitori delle profezie rispondono però che il colore "nero" non deve essere associato solo alla persona, al direttore generale, ma deve essere esteso a etichettare la macchina di potere dei gesuiti, al mistero che avvolge le trame dell'ordine.
Altri tirano in ballo le ombre sul passato di Bergoglio che lo vedrebbero un tempo vicino alla dittatura argentina e perfino responsabile di aver consentito alla sanguinaria giunta militare il sequestro di alcuni sacerdoti.
“Fine”.
E le prime parole di Francesco affacciato al balcone di San Pietro, quali sono state? "Vengo dalla fine del mondo".
C'è carne al fuoco per i fan dell'occultismo..
Dalla profezia di Malachia:
De labore solis ("Della fatica del sole") |
Giovanni Paolo II (Karol Wojtyła, 1978-2005) |
Secondo alcune interpretazioni, si sarebbe ravvisata un'interessante coincidenza: una eclissi solare (la fatica del sole del motto) sia il giorno della nascita che quello della morte di Giovanni Paolo II. Secondo un'altra ipotesi, invece, il riferimento sarebbe da ricondurre a Niccolò Copernico il quale elaborò la teoria dell'eliocentrismo, e proveniva dalla terra di Polonia, vivendo tra l'altro gran parte della sua vita a Cracovia proprio come papa Giovanni Paolo II. Secondo un'altra interpretazione, il motto farebbe riferimento alla particolare devozione di Giovanni Paolo II per la Madonna di Fatima, che si manifestò col miracolo del sole roteante in cielo, visto da migliaia di fedeli all'ultima apparizione. |
Gloria olivae ("Gloria dell'ulivo") |
Benedetto XVI (Joseph Ratzinger, 2005-2013) |
Secondo alcuni studiosi, l'interpretazione del motto sarebbe da ricondurre al fatto che papa Benedetto XVI fu innanzitutto il papa delle riconciliazioni e delle riappacificazioni, di cui il ramo d'ulivo è un chiaro simbolo. Secondo altri studi, invece, il riferimento sarebbe al nome pontificale scelto da Benedetto XVI che rappresenta un chiaro riferimento a San Benedetto da Norcia, fondatore dell'ordine degli olivetani. Inoltre papa Ratzinger nacque il giorno del sabato santo, con evidente riferimento all'olivo pasquale. |
In persecutione extrema Sanctae Romanae Ecclesiae sedebit ("Regnerà durante l'ultima persecuzione della Chiesa") |
Francesco (Jorge Mario Bergoglio, dal 2013) |
Quest'ultimo motto, assai temuto dai sostenitori della profezia, è stato riproposto immediatamente dopo l'elezione di papa Francesco. Secondo alcuni il riferimento sarebbe da ricondurre al periodo buio che la chiesa sta attraversando sotto il suo pontificato. |
La vicenda della sindaca Raggi e del direttore della Caritas ormai conferma il nostro titolo.
A Roma come ad Amantea se volete un alloggio popolare non vi resta che diventare Rom o migrante.
Mai se Italiani!
Gli Italiani ormai non hanno più diritti.
Il papa ormai lo afferma da tempo.
E chi pensava che il M5s fosse un partito per gli italiani oggi resta deluso!
Tra l’altro il tutto è confermato dal PD che dopo durissimi attacchi alla sindaca Raggi oggi dopo la assegnazione dell’alloggio popolare alla famiglia Rom le formula vivissimi complimenti.
E come non intuire il significato della presenza del direttore della Caritas don Benoni Ambarus e del delegato del vicariato nella foto allagata.
Forse la casa popolare era della Caritas?
Forse la casa popolare era della chiesa?
Ed allora che c’entrano!
Stavano forse benedicendo la operazione politico-religiosa della sindaca Raggi?
Peraltro proprio stamattina la famiglia Rom sarà ricevuta dal papa.
Non sono a conoscenza che il papa riceva le famiglie degli italiani dopo che hanno avuto un alloggio popolare.
Ma forse dipende dal fatto che normalmente i percorsi privilegiati per la assegnazione degli alloggi popolari sono fortemente riferiti a Rom e migranti.
La cosa ancora più vergognosa è che se qualche italiano che aspetta da molti anni un alloggio si arrabbia diventa quantomeno razzista se non fascista.