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Il nostro collaboratore Luca Guzzo ci ha inviato le due foto allegate.

Sono state ambedue tratte stamattina dal lungomare di Campora San Giovanni.

Sono ingombranti di case da fittare questa estate ed abbandonati per strada.

 

Ed insieme ci sono sacchi di erba di giardini ed orti.

I camporesi, turisti compresi, non ci sembrano certamente incivili.

Certo un conto è conferire gli ingombranti nella lontana isola ecologica di Acquicella, un altro conto sarebbe conferirli in una apposita isola ecologica da realizzare nella zona del PIP.

Magari dove un tempo c’era il depuratore mai entrato in funzione.

Un’area libera ed inutilizzata.

Si configurerebbe così una isola ecologica di prossimità, facile da raggiungere ai camporesi, facile da usare.

Basterebbe un solo addetto magari di mattina soltanto.

Appare incomprensibile, illogica questa carenza per una “cittadina” come Campora SG che ha gli stessi diritti del capoluogo

E ciò tanto più quando esiste già il luogo adatto che basterebbe adeguare alla vigente normativa.

Peraltro questa possibile e necessaria isola ecologica potrebbe ospitare i cassoni per il servizio dei rifiuti.

Cassoni distinti per le varie categorie

I pochi mezzi addetti alla raccolta in tal modo compirebbero un tragitto più breve risparmiando tempo e carburante.

Il servizio di raccolta dei rifiuti risulterebbe immediatamente più efficiente, atteso che i mezzi non dovrebbero perdere il tempo oggi impiegato per raggiungere l’isola ecologica di Acquicella

Non solo.

Ma si risparmierebbe anche per il conferimento dei cassoni nelle discariche regionali che risulterebbero più vicine rispetto ad Amantea.

Perché l’amministrazione comunale non fa tesoro di questa proposta e non realizza anche l’isola ecologica di Campora SG?.

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Ricordate Grimilde? O meglio la regina Grimilde?

È la perfida matrigna di Biancaneve, una strega esperta di magia nera.

Nella storia come nella fiaba a cui il film si ispira, è molto superba e vanitosa, ossessionata dalla propria bellezza(bravura) ed invidiosa della bellezza(bravura) della figliastra,

 

al punto da desiderarne la morte, pur di restare la donna più bella del regno.

Possiede uno specchio magico abitato da uno spirito onnisciente, al quale rivolge sempre l'ormai famosa frase: "Specchio, servo delle mie brame, chi è la più bella(brava) del reame?".

E lo specchio rispondeva immancabilmente ed instancabilmente “Sei tu, o mia Regina, la più bella (brava) del reame”.

Ora Grimilde ritorna di moda ed offre il suo nome ad una malattia chiamata appunto“Sindrome di Grimilde”.

Una strana patologia della psiche che colpisce soprattutto, ma non solo, le donne e che continuano a chiedere ai “nuovi” specchi chi sia il o la più bella o brava del reame.

E gli specchi ubbidiente rispondano sempre nello stesso modo” Sei tu, mio Re o mia Regina, il o la più bella (brava) del reame”.

E’ una sindrome che sembra aver trovato conferma anche nel comune di Amantea.

E non importa se nel comune non ci siano specchi ai quali poter fare la domanda.

Basta un telefonino con il quale fare un selfie e registrare la risposta

Il soggetto , Re o Regina che sia, darà sempre la stessa risposta registrata: “Sei tu mio Re o mia Regina il più bravo o la più brava”.

A questo punto probabilmente starete tutto a chiedervi se ci stiamo riferendo a qualcuno in particolare od a tutti.

A tutti ed a nessuno.

Occorre sempre considerare che si tratta di uno strumento di difesa politica che parte dal vecchio proverbio locale che dice “s’un ti vanti tu, china vù ca ti vante?”

Il problema infatti non è solo Grimilde, ma Biancaneve

Se non scende in campo Biancaneve, Grimilde sarà sempre la più bella!

E poi lo sappiamo la colpa è sempre degli altri.

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La notizia è stata pubblicamente fornita al pubblico presente durante un recente convegno svoltosi ad Amantea.

Il problema è che nessuno in Calabria vuole la propria immondizia.

E forse una qualche ragione c’è!

 

 

 

In giro per la calabria ancora ci sono cassonetti

Pochi fanno una vera differenziata

I sindaci non fanno pagare i tributi.

Sempre loro( i sindaci) fanno esercitare rigidi controlli sull’abbandono dei rifiuti

Insomma siamo calabresi e lo dimostriamo.

Per esempio a Rovito, Celico e Spezzano della Sila la gente si lamenta della riapertura dell’impianto di Celico.

Non solo, ma ci si lamenta della puzza.

Quasi come se una discarica localizzata altrove non desse puzza

Non solo ma ci si lamenta del fatto che non viene fatto il piano di monitoraggio olfatto metrico.

Ed allora non resta che esportare i rifiuti.

Magari in Romania.

E magari con la sponda della mafia italiana.

La camorra porta di nascosto i rifiuti dalla Campania alla Romania.

Via nave: Napoli, Dardanelli, fino al porto di Costanza sul Mar Nero.

L’unico problema è che esportare i rifiuti in Romania costa un mare di soldi.

Soldi che dovranno pagare i calabresi.

Ed allora non resta che statuire che ogni comune deve avere un servizio di smaltimento autonomo, così che chi fa bene la differenziata pagherà meno, non avrà puzza ed avrà il proprio territorio pulito.

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