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Contadino ed ambientalista Giuseppe Ruperto ha costantemente seguito l’andamento dell’ impianto di depurazione di Nocera terinese, della rete di adduzione al medesimo impianto della fogna di Campora SG, di Amantea e di Belmonte Calabro.

 

E non si è fatto mai scrupolo di denunciare pubblicamente, sul suo profilo face book, i fatti inquinanti sollecitando la stessa attenzione dei mass media.

Ma ora ha deciso di dire basta e di invocare anche la attenzione della procura di Lamezia Terme alla quale si è rivolta tramite il suo avvocato per segnalare gli ultimi ripetuti episodi di inquinamento.

 

Nella foto la copia dell’esposto protocollato in Procura ieri 13 maggio.

Già l’otto maggio il legale aveva inviato via PEC una circostanziata nota al Sindaco del Comune di Nocera Terinese, al Segretario Comunale ed all’Ufficio Tecnico dello stesso Comune, avente il seguente tenore : “ Nell’interesse del sig. Giuseppe Ruperto, agricoltore nocerese,del N.C.T. del Comune di Nocera Terinese, che mi ha conferito espresso mandato, Vi significo quanto segue. In data 8 aprile 2016, intorno alle ore 13.00, si è verificata l’ennesima rottura della condotta fognaria, che attraversa i terreni suddetti, con sversamento di un ingente quantità di rifiuti liquidi sul suolo.

 

E’ ormai il terzo degli episodi, susseguitisi nell’ultimo mese, che ha visto il fondo, che il mio assistito conduce in affitto, invaso e sommerso da reflui fognari, provenienti dalla condotta sopradetta, con enorme pregiudizio per la coltivazione dei campi e per la genuinità e salubrità delle produzioni agricole.

Pertanto, con la presente Vi invito e diffido ad assumere tutte le determinazioni necessarie e indispensabili ad evitare il riprodursi di simili eventi, provvedendo al più presto ad eliminare le cause della ricorrente rottura della condotta fognaria.

Con espressa riserva di ogni ulteriore azione al fine di ottenere il risarcimento dei danni subiti e subendi. Tanto vi dovevo ed invio. Distinti Saluti”

Ci riferisce il sig Ruperto che oltre alla supposta rottura della rete fognante che porta i reflui da Nocera paese all’impianto di depurazione sito in località marina ,non mancano i casi di sversamento di reflui fognari delle ultime pompe di sollevamento della fogna che da Belmonte Calabro ed Amantea porta alla marina di Nocera Terinese.

 

L'indagine conseguente all’esposto interesserà, pertanto,anche le reti adduttrici e non solo lì impianto di depurazione.

Ed avremo così, finalmente, una forse diversa verità!

Pubblicato in Politica

Ho abitato per qualche anno sulla SS18 ed ho dovuto subire per più tempo il rumore dei TIR che utilizzavano la statale.

 

Poi il comune ha emanato una apposita ordinanza di cui è stata chiesta la applicazione a tutte le forze dell’ordine.

Ed il fenomeno si è ridimensionato fortemente.

 

Negli uffici comunali ho lasciato una indagine fonometrica realizzata nell'ambiente esterno come previsto dal DPCM 01/03/91 con l'utilizzo di tecniche di misura dell'inquinamento acustico e strumentazione come previsto dal DM 16/03/98, dalla quale è risultato il fortissimo inquinamento fonometrico in particolare della SS18.

 

Per il comune scrissi alle Ferrovie dello stato chiedendo la attuazione delle misure a difesa dell’inquinamento da rumore prodotto dai treni e la risposta fu la possibilità di esecuzione entro 20 anni dalla data della richiesta . Mancano solo 2 anni..

Nei giorni scorsi , però, un amico che abita sulla SS18 si è lamentato non solo del rumore ma anche delle forti vibrazioni prodotte dai TIR alla propria abitazione.

Sin tratta di persona serissima per cui non posso avere dubbi sulla veridicità della sua denuncia

Gli ho suggerito di rivolgersi all’amministrazione che può ( e deve) fare molto, anche soltanto facendo attuare la vecchia ordinanza ed eventualmente riproponendola, sollecitando una forte attenzione da parte delle Forze dell’ordine , disponendo la ripetizione della indagine fonometrica utilizzando il vecchio fonometro o, se vera la informazione ,utilizzando il nuovo apparecchio di cui è dotata la Polizia Municipale.

Nelle more della sua sollecitazione ne parliamo noi.

E ricordiamo che in Italia l’85,5% delle merci viaggia su gomma, il 13% in più della media europea, il 20% in più della Germania. E siamo affollati. Secondo l’Istat, su 6.726 chilometri di Autostrade, viaggiano 4 milioni e mezzo di camion.

Ad eccezione della statale 18. Con tutti i rischi che la presenza di questi grandi autocarri comporta, presenza che induce , insieme a photored ed autovelox, a disertare la statale 18. Al limite se non oltre la follia, ci sembra!

E senza dimenticare l’ inquinamento ambientale provocato dai gas di scarico che vengono emessi dai grandi camion che transitano per la città , specie quando costretti a fermarsi ai semafori o quando si accingono a fare il tratto in salita verso nord.

Anche per questo problema si impone che l’amministrazione provveda a far accertare da competenti laboratori il tasso di inquinamento ambientale che siamo costretti a subire.

E resta sempre da capire perché i TIR non utilizzano l’autostrada.

E perché nessuna Forza di Polizia elevi contravvenzioni alla antica ordinanza sindacale.

Ahimè domande e suggerimenti destinati a restare senza risposte.

Giuseppe Marchese

Pubblicato in Politica

La città è per la lotta contro gli inquinatori ambientali.

 

L’articolo “Ed ecco che finalmente arrivano i verbali per lo sversamento abusivo di rifiuti “ ha, infatti, scatenato una fortissima reazione della comunità.

Abbiamo ricevuto , sia personalmente che via face book, diversi commenti (questi non anonimi!) con considerazioni del tipo “ Era ora”, oppure “Finalmente” od anche “ E vai!”.

 

Ma insieme anche indicazioni su luoghi dove gli sversamenti continuano senza ritegno.

Alcuni di questi li abbiamo immediatamente segnalato alla attenzione dell’amministrazione alla quale abbiamo fatto i complimenti per le prime contravvenzioni, ma sempre pronti a richiamarne la attenzione nel caso non si continui su tale strada con forza e decisione.

 

Per i casi più rilevanti ci siamo rivolti al comando di Polizia municipale ed il comandante Caruso si è impegnato a massimizzare l’attenzione dei purtroppo pochi vigili urbani operativi della città.

Certamente se i nostri amici e lettori si rivolgeranno anche agli amministratori segnalando i casi più gravi ci saranno maggiori possibilità di verbalizzare e così educare la gente al rispetto dell’ambiente.

Intanto a giorni cominceranno a partire molte delle centinaia di contravvenzioni elevate .

In un caso addirittura una decina per la stessa persona che sarà chiamato a pagare oltre MILLE EURO!!!!!

 

Né si esclude dal novero dei contravventori alcun ambientalisti “ Radical chic” e “d’accatto”.

Certi comportamenti posti in essere da pseudo “persone per bene”, offendono la intera città che rischia di passare per incivile per colpa di poche persone che per mestiere dovrebbero essere più educate!

 

Purtroppo la normativa sulla “privacy” ci impedisce di fare i nomi delle persone che abbiamo visto mancare di rispetto all’ambiente , ma forse non sarebbe male pubblicarne le foto!

L’amministrazione ha, comunque, la speranza che queste sanzioni porteranno ad un maggiore rispetto dell’ambiente.

E per quanto è dato sapere non si esclude che possano essere applicate altre tele camerine proprio nei luoghi che taluni ( pochi per fortuna) continuano a riempire di rifiuti.

 

Tanti luoghi alcuni dei quali sulla stessa SS18 in bella vista a chi passa da Amantea.

Noi e lo abbiamo detto ripetutamente sospettiamo che questi inquinatori siano anche evasori tributari ed invitiamo l’amministrazione ad accertare i fatti.

Appare infatti incomprensibile perché queste persone sversino le buste di spazzatura nell’ambiente se esiste la raccolta porta a porta!

Gradiremmo che venissero assunti un paio di vigili destinati esclusivamente all’ambiente; ci guadagneremmo tutti, anche il comune!

Pubblicato in Primo Piano

Per discutere di inquinamento marino Leopoldo Chieffallo nella qualità di presidente dell’Unione “Monti Ma.Re, da Temesa a Terina”, ha indetto per il 20 febbraio alle ore 10 un incontro presso gli uffici del Nucleo Industriale di Lamezia Terme (Centro Agroalimentare).

Sono stato invitati i comuni della fascia tirrenica interessata al fenomeno dell’ inquinamento marino.

Parliamo dei comuni di Amantea, Nocera Terinese, Falerna, Gizzeria, Lamezia Terme, San Pietro a Maida e Curinga.

Dall’Unione Monti Ma.Re si evidenzia che : “È a tutti noto lo stato di inquinamento del nostro mare che, specialmente durante il periodo estivo, si manifesta in tutta la sua drammaticità, condizionando pesantemente il turismo.

Non è più possibile tollerare tale scempio, il quale, senza le dovute contromisure, rischierebbe di trasformarsi in un vero è proprio disastro ambientale, con tutte le molteplici conseguenze negative che ne deriverebbero e che si rifletterebbero pesantemente sull’economia della nostra regione, la quale trova nell’attività turistica balneare la sua maggiore risorsa.

Pertanto avvicinandosi la bella stagione, risulta urgente effettuare un check up dell’attuale situazione depurativa lungo la costa tirrenica di nostro interesse e, eventualmente, correre ai ripari per poter superare le criticità esistenti prima che sia troppo tardi”

Incomprensibile l’assenza delle province di Cosenza e di Catanzaro quali responsabili dei fiumi a carico dei quali è facile ipotizzare gran parte della responsabilità del denunciato inquinamento.

I militari della Delegazione di spiaggia di Amantea, dipendente dalla Capitaneria di porto di Vibo Valentia Marina, hanno deferito all’Autorità Giudiziaria i titolari di quattro oleifici siti nel Comune di Falerna (CZ), dopo avere accertato, nei giorni precedenti, irregolarità in materia di smaltimento dei rifiuti solidi e liquidi dell’attività produttiva.

 

Da un controllo effettuato dalla Polizia Giudiziaria operante, è emerso, infatti, che i titolari dei quattro opifici realizzavano un illecito smaltimento di rifiuti, disperdendo nell’ambiente il percolato di sansa e le acque di lavaggio prodotte dal processo di molitura delle olive.

Presso i quattro frantoi è stata, inoltre, accertata la mancanza dei previsti registri di carico e scarico rifiuti non pericolosi.

Per tali infrazioni, il personale operante ha deferito all’Autorità giudiziaria competente i titolari dei quattro frantoi per i reati di illecito smaltimento di rifiuti e utilizzo agronomico delle acque di vegetazione e contestato la violazione amministrativa relativa alla mancata tenuta del registro carico e scarico rifiuti.

Per quest’ultima infrazione è prevista una sanzione amministrativa di oltre duemila euro.

Pubblicato in Basso Tirreno

Ricorderete tutti l’allarme suscitato dai tonnetti allitterati dalla spina bifida pescati in varie parti del Tirreno cosentino ( Fiumefreddo Bruzio, Campo ra San Giovan ni, Paola)

Per stemperare la paura fu inutile evidenziare che si tratta di pesci che nascono altrove e che giungono sulle nostre coste con la eventuale malformazione già determinata geneticamente.

Non solo ma secondo alcune analisi condotte da un laboratorio privato richiestone da Silvio Greco, già assessore regione al’ambiente, questi tonnetti sarebbero stati contaminati con Policlorobifelini (Pcb) e Idrocarburi policiclici (Ipa) aromatici.

Prese così il via un’altra grande indagine ambientale che si è svolta nel tratto di costa compreso tra Campora San Giovanni , in territorio di Amantea, e Tortora.

Una indagine condotta sui sedimenti marini e sui pesci

Sulle acque, come logico, è inutile, atteso che esse sono mobili

Bene. Per quanto i dati non siano stati resi pubblici ( e lo dovrebbero essere) sembra che tutto sia normale

Non è infatti risultata alcuna contaminazione chimico-fisica dovuta a metalli pesanti e pesticidi nei campioni di sedimenti, prelevati dagli uomini della capitaneria di porto a profondità variabili tra 0 e 30 metri.

Non solo ma in tutte e tre le località della costa presenza di Cesio 137 è stata riscontrata a valori decisamente molto bassi in e giudicata compatibile con il livello di contaminazione che interessa tutto il mar Mediterraneo.

Anomala la presenza di mercurio in un solo esemplare di pesce stanziale dell’alto tirreno cosentino per comprendere meglio il fenomeno, il procuratore capo ha disposto nuovi approfondimenti nella zona. Saranno, cioè, prelevati nuovi esemplari da analizzarsi sempre a cura dell'Istituto zoo profilattico di Napoli.

Anomala sarebbe anche la presenza di arsenico su alcuni esemplari di pesce.

Ovviamente e prima di allarmarsi occorrerà sapere se si tratti di arsenico organico che non è tossico, mentre l’arsenico inorganico è molto tossico anche a concentrazione di parti per miliardo.(1)

L'arsenico, che come noto non può essere distrutto una volta che entrato nell'ambiente, e' emesso dalle industrie produttrici di rame, ma deriva anche dalla produzione di piombo e zinco e dall'agricoltura.

Per meglio capire occorrerà anche sapere l’area di pesca.

Tutto sommato una situazione migliore di quella temuta.

(1) Contaminanti alimentari Parere dell'Efsa sull'arsenico

L'arsenico è un metalloide presente in diverse forme organiche e inorganiche, che si trovano nell'ambiente a causa sia di eventi naturali, sia di attività antropiche. Le forme inorganiche di arsenico sono più tossiche rispetto alle forme di arsenico organico, ma finora la maggior parte dei dati sulla presenza negli alimenti, raccolti nel contesto del controllo ufficiale degli alimenti, sono ancora segnalati come arsenico totale, senza distinguere tra le diverse specie di arsenico. La necessità di dati sulla speciazione è evidente, perché diverse indagini hanno dimostrato che, soprattutto nei frutti di mare la maggior parte dell’arsenico è presente nelle forme organiche che sono meno tossiche. Di conseguenza, una valutazione del rischio che non tiene conto delle diverse specie, ma considera l'arsenico totale presente esclusivamente come arsenico inorganico, potrebbe portare ad una notevole sovrastima del rischio per la salute connesso con l'esposizione all’arsenico con la dieta. 

A seguito di un invito a presentare dati, 15 paesi europei hanno presentato più di 100.000 risultati relativi alle concentrazioni di arsenico nei vari prodotti alimentari. Due terzi dei campioni sono stati al di sotto del limite di rilevazione. Circa il 98% dei risultati sono stati riportati come arsenico totale, e solo poche indagini hanno differenziato tra le diverse specie di arsenico. I livelli più elevati di arsenico totale sono stati misurati nei seguenti prodotti alimentari: pesce e frutti di mare, prodotti alimentari o integratori a base di alghe, in particolare hijiki e cereali e prodotti a base di cereali, con concentrazioni particolarmente elevate nei chicchi di riso e nei prodotti a base di riso, e crusca e germe. Segue…..

mareRiceviamo la seguente nota di Gigino  Pellegrini

Quali sono le cose che Amantea (e la Calabria alla quale essa appartiene) non da ai suoi abitanti? E una volta che si riesce a capire, siamo sicuri che di esse cose ce le siamo meritate? Qui affiora una domanda ancora più determinante, anzi per meglio dire un vero e proprio sospetto:- Non sarà che questa sua negazione sia giustificata? Non sarà che Amantea non dà ai suoi figli per saggezza, e forse per il troppo amore, invece che solo per crudele e indolente odio verso i propri e indegni figli?

Sono sempre più  convinto che quelli dell’Arpacal, chiamati ad analizzare le acque sacre del Mare Nostrum, meglio conosciuto come Mare di Ulisse, distrattamente  hanno analizzato le acque pure e miracolose di Lourdes. L'avvenuto prodigio  è stato comunicato all’Amministrazione e  a tutti gli organi di stampa. Il giorno dopo, tramite la voce di Sparaballe , Tg locali e quotidiani cartacei, i cittadini vennero  informati che l’acqua del mare di Amantea è da “bere”.Avete capito bene! Da bereeeee!!  Allo stesso tempo chi scrive osservava, mentre se ne andava a fare dello jogging, che il mare di Amantea si tingeva di marrone e diventava schiumoso. Varie macchie scure piene di bollicine “petillant” avanzavano gradualmente  sul mare e quando i raggi del sole tornarono a splendere emergevano, staccandosi nettamente dal blu del Mare di Ulisse. Non è oro nero, è liquame. Forse non molti lo sanno, o non vogliono sapere, ma la città ha un sistema fognario ridicolo. Acque nere e bianche terminano nelle stesse condotte e quando piove troppo gli scarichi finiscono a mare.gigino Tanti sono i punti di scarico in zone diverse del litorale amanteano lungo 12 km. , da Acquicella a torrente Torbido. Quello delle fogne è il problema strutturale più “sentito” dai cittadini. Risale ai tempi del boom economico, quando Amantea iniziò a svilupparsi a suon di cemento e opere edilizie spesso molto discutibili. La città si espanse, ma il sistema fognario rimase praticamente uno e misto. E da allora gli scarichi in mare sono cronaca ordinaria quando, a causa della pioggia, o la presenza di turisti fa aumentare la popolazione, l’acqua fogniaria in eccesso non riesce a defluire verso il depuratore di Nocera. In questo quadro, non certamente idilliaco né per i residenti né per i sempre meno turisti, una speranza di risolvere il problema ci sarebbe.  “Basta merda in mare”.  Dovrebbe essere il nome di una associazione di amanteani indipendenti da qualsiasi schieramento politico. Nome adeguato per non edulcorare un problema gravissimo, avvertito da tutta la cittadinanza.  Resta da chiedersi che ruolo abbia avuto l’Asl nella vicenda. “Il direttore di turno è intervenuto negli anni solo se l’Arpacal  dava un segnale, ma durante il periodo turistico tutti zitti” è la denuncia che faccio, la dice lunga sull’omertà, a lungo conservata tra gli operatori del settore, per non pregiudicare l’intera economia cittadina che attorno al mare gravita. Otiti, vaginiti e altre infezioni venivano da tempo diagnosticate dai pediatri della zona e il sospetto che c’entrasse il mare c’era senz’altro. Il mare è una risorsa vitale per l’uomo: l’alterazione del suo ecosistema costituisce un gravissimo pericolo per la sua salute. Dunque, per noi è un obbligo tutelarlo oltre che proteggerci dagli effetti del suo inquinamento. Le acque inquinate contengono grandi quantità di virus e batteri i quali possono essere assimilati dai frutti di mare allevati in prossimità degli sbocchi degli scarichi, provocando così nell’umano malattie come l’epatite, la salmonellosi, il colera e il tifo. Inoltre contengono pericolosi agenti chimici, metalli pesanti e veleni fortemente dannosi per l’umano organismo e in alcuni casi anche cancerogeni. Uno studio condotto da Greenpeace ha rilevato che il mare più inquinato del mondo è proprio il Mediterraneo, in particolare la zona compresa tra Spagna, Francia e Italia. Le foto che vedete le ho scattate negli ultimi tre giorni, certamente non tre secoli fa, come farebbe piacere ai nostri Amministratori e Autorità competenti.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

cav giovanni liscotti amantea 2014

In relazione all’argomento, pur se complesso e delineato da diverse normative nazionali (tra cui rammento il Decreto Legislativo 03.04.2006 nr. 152 – T.U.A) e Regionale (Legge Regionale Calabria del 24.04.2011 nr. 14), ancora oggi anche nel nostro Comune, si continuano a notare manufatti ricoperti dal c.d. tetto in Eternit, che oramai da anni è considerato il “Killer” di malattie tumorali, per cui diverse persone sono o sono state costrette ad estenuanti cure, spesso rilevatisi inefficienti.

 

Non voglio dilungarmi in particolari riferimenti normativi, (che sono tanti) ma vorrei “sollevare” e porre nuovamente all’attenzione: dei concittadini, delle necessità dovute allo smaltimento in brevissimo tempo dai propri tetti dell’Eternit ivi presente o far si che i propri vicini ottemperano a tale procedura, proprio per un dovere sociale o se si vuole, per un dovere personale nei confronti di se stessi e dei propri familiari; per gli Amministratori, di voler nuovamente porre attenzione al problema che incombe in agro del nostro Comune, al fine di imporre le sanzioni dettate dalle normative citate, oltre a far rispettare quanto sancito dalla stessa Ordinanza Sindacale nr. 154/11 del 13.09.2011, in virtù del fatto che, chi ha la necessità di smaltire il materiale in Eternit dai propri tetti, è stato esonerato dal pagamento degli oneri relativi all’occupazione del suolo pubblico (TOSAP) per come deliberato nella seduta del Consiglio Comunale del 27.04.2012.

In tale senso, in considerazione che ancora oggi, a distanza di qualche anno, in agro di Amantea sono ancora presenti vari manufatti alcuni dei quali fatiscenti, che sicuramente alla luce delle consolidate ricerche scientifiche poste in essere a livelli Nazionali ed Europei, creano seri problemi alla salute pubblica, sarebbe opportuno che il nostro Ente Locale in relazione alla sua Ordinanza sindacale, convochi quantomeno un convegno pubblico, al fine di far conoscere gli esiti del censimento ambientale e dell’esito delle proposte-convenzioni-disposizioni pervenute anche da altri organi di governo, per il regolare smaltimento dei tetti in Eternit, sia su edifici pubblici che privati e di eventuali sanzioni erogate nei confronti degli inadempienti, naturalmente con rispetto delle norme sulla privacy, la cui sanzione amministrativa va da € 2.582,29 a € 5.164,57. Tale iniziative credo che sarebbe ritenuta un sicuro e certo atto di efficienza amministrativa, nei confronti di quei cittadini che oggi non sono più tra noi e di quei familiari che magari aspettano un segno tangibile da chi per loro deve decidere e dirigere la vita sociale.

Amantea 27.05.2015                                                                     Cav. Giovanni LISCOTTI

Riceviamo e pubblichiamo 

Alla comunità amanteana viene detto quello di cui deve parlare, quelli che sono i pericoli, forse solo supposti, ma mai che qualcuno parli dei pericoli veri.

 

Ma davvero la situazione dell’impossibile traffico che ormai da tempo si snoda sui “resti” della SS18 e che purtroppo continuerà per tempo, può lasciare tranquilli i dormienti amanteani ed i loro dormienti politici? Sembrerebbe di si!

Nessuno ad Amantea, che come pochi altri comuni si trova attraversata nel centro abitato, che si preoccupi sul serio del’abnorme traffico, nessuno che si preoccupi dell’inquinamento acustico, nessuno che si preoccupi dell’inquinamento ambientale.

 

Che cosa lasciano i tanti tir che attraversano Amantea?

Perché nessuno chiede all’Arpacal l’impianto di qualche centralina automatica lungo la SS18?

Ma qualcuno che si preoccupa c’è!

Per esempio il senatore Antonio Gentile, il quale ,anche a nome dei colleghi Giovanni Bilardi, Paolo Naccarato, Nico D'Ascola e Piero Aiello, ha telefonato al Prefetto di Cosenza, Giancarlo Tomao, chiedendo un incontro urgente per discutere della gravissima situazione della chiusura dello svincolo autostradale di Mormanno. «Ho chiesto al dottor Tomao un incontro insieme ai colleghi senatori perché il rischio di disastro economico con il crollo della domanda turistica è incombente. Ho apprezzato l'intervento del procuratore Mazzotta – ha proseguito – mentre ho dovuto ascoltare, sconcertato, quanto riferito dall'Anas che parla della realizzazione di un nuovo progetto. Ciò significa giocarsi l'estate, e infliggere un colpo durissimo alla nostra già labile economia. C'è da considerare – prosegue il senatore – che anche nell'area sud dell'autostrada ci sia una nuova interruzione. Il prefetto Tomao – ha detto ancora – ha assicurato un pronto intervento e l'incontro dovrebbe svolgersi in questa settimana. La Calabria – conclude Gentile – non può e non deve più accettare comportamenti dilatori da parte di enti che dimostrano di non apprezzarla e di non avere a cuore i diritti dei suoi abitanti».

 

Di quale turismo parla? Forse di quello montano e della calabria centrale?

E si preoccupa anche il Sindaco di Diamante, Gaetano Sollazzo ha invitato i sindaci del Tirreno cosentino ad un incontro del 26 maggio, alle ore 10,30, presso la sala consiliare del Comune di Diamante, per discutere le eventuali azioni comuni da intraprendere in merito alle preoccupanti notizie riguardanti l'ormai certo perdurare della chiusura dell'Autostrada A3, nel tratto tra Laino Borgo e Mormanno, anche per i mesi della stagione estiva. Tale eventualità prefigura, infatti, gravi conseguenze per l'economia dei territori della nostra Regione, praticamente isolati dal resto del Paese, e preoccupanti riflessi per la viabilità e la sicurezza dei cittadini del Tirreno cosentino a motivo della conseguente circolazione di mezzi pesanti deviati sulla SS 18, a causa della chiusura della A3. Un disagio che rischia di acuirsi alta nei mesi estivi, che vedono la circolazione aumentare esponenzialmente vista la prevalente vocazione turistica del territorio.

 

Chi andrà per Amantea? Non lo sappiamo! Chiederà attenzione anche agli inquinamenti? Non lo sappiamo! Gli suggeriamo (posto che qualcuno vada per un fatto così importante) di chiedere quanto ossido di azoto (NOx) e quanto particolato ci lasciano? E soprattutto, come temiamo,quante volte all'anno viene superato il Valore Limite giornaliero per il PM10?

guardia costaSTANNO OPERANDO DA MARTEDì SCORSO I SOMMOZZATORI DEL TERZO NUCLEO SUBACQUEI DELLA GUARDIA COSTIERA DI MESSINA, CHE IMBARCATI SULLA MOTOVEDETTA CP 2096 DIPENDENTE DAL SERVIZIO OPERATIVO DELLA CAPITANERIA DI PORTO DI VIBO, ESEGUIRANNO CAROTAGGI DEI FONDALI ALLE MASSIME PROFONDITA’ CONSENTITE AI SUB LUNGO LA FASCIA COSTIERA COMPRESA TRA AMANTEA E TORTORA.

L’ATTIVITA’ E’ COORDINATA CON APPOSITA DELEGA D’INDAGINE DALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI PAOLA, IL CUI PROCURATORE CAPO, DR. BRUNO GIORDANO, HA RICHIESTO ALLA CAPITANERIA DI PORTO DI VIBO DI IMPIEGARE I SUB DELLA GUARDIA COSTIERA PER VERIFICARE LO STATO DEI FONDALI E SCONGIURARE EVENTUALI PRESENZE DI MATERIALI INQUINANTI.

L’ATTIVITA’ INVESTIGATIVA NASCE DALLA NOTIZIA APPARSA SU ALCUNI SITI DI INFORMAZIONE ON LINE, RELATIVAMENTE ALLA CATTURA, DA PARTE DI ALCUNI PESCATORI NON PROFESSIONALI, DI ESEMPLARI DI TONNO MALFORMATI.

DA QUI’ LA RICHIESTA DEL COMANDANTE DELLA CAPITANERIA DI PORTO DI VIBO, ALLA DIREZIONE MARITTIMA DI REGGIO CALABRIA, CHE L’HA INOLTRATA AL TERZO REPARTO DEL COMANDO GENERALE DEL CORPO DELLE CAPITANERIE DI PORTO.

IMMEDIATO IL DISPOSITIVO DI IMPIEGO DA PARTE DEL TERZO REPARTO DEL COMANDO GENERALE DI ROMA CHE HA FATTO INTERVENIRE CON ORDINE DI OPERAZIONI I SUB DEL TERZO NUCLEO SUBACQUEI DELLA GUARDIA COSTIERA DI MESSINA SUL LITORALE TIRRENICO COSENTINO PER L’ESECUZIONE DELL’ATTIVITA’.

I CAROTAGGI ESEGUITI DAI SOMMOZZATORI IN QUATTRO GIORNI, VERRANNO CONSEGNATI ALL’ARPACAL DI COSENZA CHE LI SOTTOPORRA’ AD ANALISI. A BORDO DELLA MOTOVEDETTA DELLA GUARDIA COSTIERA, INOLTRE, DURANTE LE MISSIONI SARA’ PRESENTE ANCHE PERSONALE TECNICO DEL PREDETTO ENTE, CHE PROVVEDERA’ AD ESEGUIRE, ALTRESì, CAMPIONAMENTI DI ACQUE DI SUPERFICIE E DI PROFONDITA’ ANCHE QUESTI DA SOTTOPORRE AD ANALISI.

NEI PROSSIMI GIORNI, SARANNO, ALTRESI’, PRESI CAMPIONI DI PRODOTTO ITTICO PESCATO E SBARCATO DALLE UNITA’ DA PESCA PROFESSIONALI NEI PORTI DEL TIRRENO COSENTINO, CHE VERRA’ ANALIZZATO PER EVENTUALI PRESENZE DI AGENTI INQUINANTI, OVVERO EVENTUALI MALFORMAZIONI.

E’ DA SPECIFICARE, INOLTRE, CHE NON SONO, INFATTI, MAI STATI CONSEGNATI, AD OGGI, AI VARI COMANDI GUARDIA COSTIERA PRESENTI LUNGO LA FASCIA COSTIERA TIRRENICO COSENTINA, CAMPIONI DI PRODOTTO ITTICO MALFORMATI.

CI VORRANNO CIRCA DUE MESI PER AVERE LE RISULTANZE DELLE ATTIVITA’ DI CAMPIONAMENTO DELLE ACQUE, DEI FONDALI E DEL PRODOTTO ITTICO SOTTOPOSTO AD ANALISI.-

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