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Abbiamo posto all’attenzione della intera regione la rara e misteriosa conchiglia rinvenuta davanti alle coste di Amantea.

 

 

 

Parliamo della Charonia lampas tale suggerita da un esperto dell’ISPRA.

Si tratta come scritto di un mollusco, chiamato volgarmente tritone, capace di raggiungere i 30 centimetri di lunghezza ed eccezionalmente anche i 40 centimetri.

E le due conchiglie trovate nelle reti da un pescatore amanteano sono ambedue superiori ai 30 centimetri

Come evidente si tratta di un’altra meraviglia della nostra Calabria che mostra sempre più le sue bellezze nascoste come nel caso.

In attesa de "Il museo del mare e  della navigazione" , la abbiamo esposta, per il momento, in uno dei negozi di Via Margherita, ed a giorni ne esporremo un’altra anche in via Vittorio Emanuele .

Ma non basta.

Essa può e deve diventare un simbolo della meravigliosa natura della Calabria, una attrazione naturalistica, una attrazione turistica.

Per questo la nostra assessora al turismo Concetta Veltri l’ha proposta alla regione suggerendo di esporne una foto nell’aeroporto di Lamezia terme, perché possa essere vista da chi arriva in Calabria.

Magari, suggeriamo noi, con la scritta “La misteriosa conchiglia della Calabria” seguita da una sua grande foto, ed in basso, più in piccolo “ Amantea”

Non sappiamo se la “regione” abbia colto il significato o intenda cogliere il significato della proposta che rende vanto alla intera regione e non solo alla nostra città.

Se non lo farà, perderà una ulteriore opportunità di dimostrare di voler fare davvero turismo.

E soprattutto di dare attenzione ad Amantea.

Una città, la nostra, che ricorderà direttamente chi le ha fatto del bene.

E comunque glielo ricorderemo noi!.

Intanto ringraziamo l’amministrazione comunale ed in particolare a Concetta Veltri.

Un esperto dell’ISPRA ci ha suggerito che il mollusco di cui stiamo parlando è (molto probabilmente) una Charonia lampas

Questo mollusco, chiamato volgarmente tritone, mostra la conchiglia più grande tra quelle delle diverse specie presenti nel Mar Mediterraneo, capace di raggiungere i 30 centimetri di lunghezza ed eccezionalmente anche i 40 centimetri.

La conchiglia ha forma conica, con giri poco evidenti, ma con l’ultimo giro piuttosto ampio, e mostra un’apertura (stoma) ovale, che appare affusolata nella parte superiore.

Anche le coste e gli anelli non hanno rilievi particolarmente evidenti, ma possono presentare alcune serie di tubercoli ingrossati.

Il colore delle conchiglie tende ad essere piuttosto chiaro e va dal marrone beige al bianco (bianco ghiaccio) e al giallino, sino al verdastro, con tonalità marrone scuro nelle parti depresse o avvallate. Il labbro esterno è chiaro (bianco ghiaccio) e mostra spesso inspessimenti tipo dentini o unghie, a intervalli piuttosto regolari e di colore marrone, che si prolungano oltre il margine, rendendolo irregolare.

Il labbro interno è prevalentemente chiaro (biancastro).

Si tratta di un mollusco piuttosto raro presente nelle Azzorre, Madeira, Canarie, Capo Verde, soprattutto nel Portogallo, sulle coste africane ed in pochi posti del mediterraneo

Tra questi le coste antistante Amantea

La Charonia lampas predilige i fondi melmosi e ricchi di pietre e sassi e quelli detritici.

Si trova però anche in fondali rocciosi o nelle praterie sottomarine.

Le profondità alle quali vive sono generalmente comprese tra i 15 ed i 65 metri di profondità.

Si tratta di una specie carnivora che si nutre prevalentemente di ofiure, ma non disdegna anche le stelle rosse.

Talvolta si ritrova in gruppi numerosi di esemplari di piccole dimensioni.

Si tratta di una specie che è stata segnalata nelle acque del Sud Tirreno

La raccolta indiscriminata a causa della bellezza della sua conchiglia, specie da parte di subacquei (soprattutto in tempi non recenti), ha reso questa specie piuttosto rara.

Le Charonie trovate nelle acque di Amantea hanno una dimensione maggiore dei 30/35 cm,. Dimensione che le rende ancora più rare

La Charonia lampas è una specie protetta, inserita nell’allegato II della Convenzione di Berna e nell’allegato II del Protocollo SPA/BIO della Convenzione di Barcellona.

Fanno parte delle Charonie

La Charonia capax Finlay, 1926

La Charonia capax euclioides Finlay, 1926

La Charonia euclia Hedley, 1914

La Charonia euclia instructa Iredale, 1929

La Charonia lampas lampas (Linnaeus, 1758)

La Charonia lampas pustulata (Euthyme, 1889)

La Charonia mirabilis Parenzan, 1970

La Charonia nodifera Linnaeus

La Charonia nodifera var. euclia Hedley, 1914

La Charonia powelli Cotton, 1957

La Charonia rubicunda (Perry, 1811)

La Charonia sauliae (Reeve, 1844)

La Charonia sauliae macilenta Kuroda & Habe in Habe, 1961

Parliamo, così, di un altro grande tesoro della nostra Calabria.

Proprio per mostrare questo tesoro calabrese ed amanteano abbiamo esposto un esemplare di questa conchiglia in uno dei più bei negozi amanteani di via Margherita, il Dharma.

Fortissimo interesse ha mostrato verso tale mollusco l’assessore comunale al turismo Concetta veltri che lo ha segnalato alla regione Calabria perché ne faccia tesoro!

Vedremo!

Che il mare amanteano sia sorprendentemente ricco, al punto da meritare un museo del mare che nessuna amministrazione ha mai capito quanto sia importante per la storia locale e per il turismo, è cosa ormai risaputa.

E questa ricchezza imporrebbe ben altro rispetto del mare da parte di tutti e non solo quello solo suggerito da alcuni ambientalisti del dire( non si offendano, per carità!)

Tante le rarità; dal corallo, anche nero, alla Dendrophyllia ramea, alla straordinaria e minacciata Charonia lampas .

L’ultima sorpresa è stata la pesca di un rarissimo Polpo Palla, quello nella foto.

La foto ci è stata offerta dal dr Franco Gaudio, noto esperto amanteano laureato in scienze della maricoltura, pesca e igiene dei prodotti ittici, che ne è venuto in possesso perché interessato dal pescatore del rarissimo polpo

Il dr Gaudio ha provveduto alla conservazione in alcool dell’ottopode pelagico e ci ha dichiarato :” È una specie molto rara e le segnalazioni della sua presenza nel mediterraneo sono molto sporadiche. Si tratta quindi di un rinvenimento che farebbe invidia a tutti i musei”.

Alla identificazione ha anche contribuito il dr Mario Miglietta veterinario residente in Amantea.

A posteriori la foto è stata inviata anche al nostro amico dr Simone Pietro Canese scienziato dell’ Ispra ( lo scopritore del corallo nero del Tirreno calabrese) che si è complimentato per la avvenuta conservazione in alcool a cura del dr Gaudio: “ Ciao Giuseppe, complimenti  sembra che avete raccolto una rarissima Ocythoe tubercolata, di questo animale si sa veramente pochissimo, avete fatto bene a conservarlo in alcool. Un carissimo saluto”

La famiglia “Ocythoidae” comprende la sola specie Ocythoe tuberculata, conosciuta anche con il nome di Football octopus. È un dell’ottopode pelagico che durante le ore notturne può raggiungere anche la superficie. È una specie cosmopolita dei mari temperati e tropicali presenti soprattutto nell’emisfero settentrionale. Nei nostri mari questa specie è ritenuta rara anche se in realtà la sua comparsa ha un andamento stagionale tanto che si sono avute diverse segnalazioni di catture nello stesso ambiente ed in un breve spazio di tempo.

Ed infatti tale mollusco è stato pescato negli ultimi venti anni una volta all’isola d’Elba ( 1984) ed un paio di volte nel mare di Salerno( 2011).

Il nostro amico e bravissimo pescatore Vincenzo( cenzino) Giambra, che abbiamo sentito, ci ha riferito di aver anche lui pescato qualche anno addietro per due volte uno di questi rarissimi esemplari.

Sarebbero quindi almeno 2 i rinvenimenti di questo raro mollusco nel solo mare di Amantea.

L'Ocythoe è una specie pelagica che vive tra la superficie e i 200 m di profondità e poco si sa della sua biologia e abitudini.

Ed infatti la sua pesca è avvenuta al largo di Amantea in corrispondenza dell’area detta “ i sbunnati”, cioè dove finisce la prima zona continentale per poi sprofondare .

Tra le sue particolarità, anche il metodo riproduttivo: la femmina produce un gran numero di piccole uova (fino a 100.000) che non abbandona, ma tiene in incubazione nel suo lungo ovidotto fino alla schiusa delle larve

Si tratta di una specie dal marcato dimorfismo tra il maschio e la femmina

La femmina, infatti, di dimensioni maggiori, può raggiungere la lunghezza di un metro, a differenza del maschio che raggiunge la lunghezza di 10 cm circa.

L’ esemplare pescato ad Amantea misurava oltre 50 cm.

Inoltre le femmine sono i soli cefalopodi muniti di una vera vescica natatoria (tipica invece dei pesci) e a ciò si deve probabilmente il popolare nome di polpo palla dato alla specie.

News

Ed ecco gli artefici della straordinaria pesca.

Si tratta di "capitan Totanic", proprio a bordo della "Totanic" condotta da Gianluca Bossio e con "primo assistente"  Francesco Bruni.

Due pescatori dilettanti di notevole esperienza e di alta professionalità!

Nei prossimi giorni il racconto della pesca.

Giuseppe Marchese

Pubblicato in Italia
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