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Minculpop oggi . Ecco il segreto del successo dell’ANAS.

Ci fu un periodo della storia italiana durante il quale di una battaglia si ricordavano solo gli aerei nemici caduti o le navi nemiche affon date, oltre che , ovviamente, il coraggio dei soldati e marinai italiani. Poi l’Italia restò senza aerei, navi, sommergibili ( oltre che carburante) e quel periodo finì.

Oggi ci risiamo. Ma si parla di autostrade( ci risentiremo il 22 dicembre) e di strade statali.

Ma eccovi l’ultima.

L’Anas comunica che “ oggi lunedì 9 maggio 2016, nel rispetto dei tempi previsti, sono terminati i lavori di ripristino della pavimentazione stradale sul tratto della strada statale 18 "Tirrena Inferiore", compreso tra i territori comunali di Praia a Mare, Fiumefreddo Bruzio, Acquappesa, Falconara Albanese e Cetraro in provincia di Cosenza.( Sempre fino alle ore 18.00 di lunedì 9 maggio 2016 sarà attivo il senso unico alternato della circolazione nella galleria "Fiumefreddo" dal km 330,253 al km 330,177, nella galleria Intavolata dal km 302,261 al km 302,235 e infine nella galleria dello svincolo di Falconara Albanese Nord tra il km 326,220 e il km 326,100 nei territori comunali di Fiumefreddo Bruzio, Acquappesa e Falconara Albanese)

5 comuni su 23( Tortora Marina, Praia a Mare, San Nicola Arcella, Scalea, Santa Maria del Cedro, Grisolia, Cirella, Diamante, Belvedere Marittimo, Sangineto, Bonifati, Cetraro, Acquappesa, Guardia Piemontese, Fuscaldo, Paola, San Lucido, Falconara Albanese, Fiumefreddo Bruzio, Longobardi, Belmonte Calabro, Amantea, Campora San Giovanni)

Manutenzionati 1,7 km su oltre cento!

Un progetto che viene pomposamente chiamato "#bastabuche"( non era più giusto #bastapagliette).

Qualche intervento lo abbiamo visto anche ad Amantea ( che non è nemmeno nell’elenco ufficiale!) e lo abbiamo segnalato: speriamo che domani non ci cada nessuno.

Noi scommettiamo che quanto prima ( ma dopo il passaggio del Giro d’Italia) si dovrà intervenire perché ci sono tratti di SS18 ammalorati un po’ dappertutto, Amantea compresa.

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Uno dei segni di inciviltà che Amantea mostra in modo abbon dan te è il con tinuo, incessante sversa mento di rifiuti sulle strade cittadine.

 

 

No! Non parliamo soltanto di quelle periferiche dove oggettivamente è difficile accertare coloro che mostrano totalmente la loro inciviltà e che dissacrano il territorio per una stupida protesta contro chi ben non si sa( forse l’amministrazione comunale che ha avuto il coraggio doveroso di avviare a raccolta differenziata proprio pur dare un volto positivo alla città?) , ma anche di quelle interne come via Dogana, come la stessa statale 18!

Lo strano è che esistono punti specifici nei quali avviene lo sversamento.

È il caso dell’albero di fronte al negozio di Giovanni Massali, ovvero palazzo Abbate.(vedi foto)

Nonché il caso del centro storico presso le case sciollate.(vedi foto)

Ed ancora la spazzatura sulla str5ada per Lago( vedi foto)

Per non parlare delle buste dei rifiuti davanti all’ingresso nord della Lidl.(vedi foto)

Ora, siccome non crediamo che la gente vada in giro con la busta di spazzatura, è verosimile che gli incivili siano abitanti del quartiere.

Ed è anche da supporre che si tratti di evasori contributivi.

Una ragione in più, questa, per sanzionarli.

Per loro fortuna e nostra sfortuna molto difficilmente vengono colti sul fatto e debitamente sanzionati.

L’altro segno è la indegna gazzarra che fanno quando vengono scoperti e contravvenzionati.

Cercano tutte le scuse, anche quelle più inverosimili.

No! Loro non hanno colpa.

E’ il mezzo che magari è passato troppo presto .

O siccome erano stati dal medico per farsi prescrivere la ricetta ed avevano trovato una lunga fila anche in farmacia l’automezzo era passato e loro non avevano messo fuori la busta per tempo.

Per non parlare di quelli che “ tanto ce ne sono altre!”

Per fortuna sembra che gli amministratori non si prestino ad annullare le contravvenzioni elevate dal comando di Polizia Municipale.

Sarebbe una vergogna.

Per colpa di pochi cittadini di Amantea la nostra immagine non è certamente felice.

Non solo, ma sta arrivando il caldo ed i rifiuti marcendo emanano un forte fetore .

Insomma la città perde la guerra per colpa di pochi incivili che tutti fanno finta di non vedere.

Eppure basterebbe una foto inviata al comando di Polizia Municipale!.

La città è anche nostra!

Centro storico

Massali

Lago

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Apate era la divinità dell'inganno, lei era uno degli spiriti nel vaso di Pandora.

I suoi genitori erano Nyx ed Erebus.

In Mineralogia dal suo nome deriva l'Apatite che è il fluoro fosfato di calcio .

Questo minerale prende tale nome perché "inganna" potendosi confondere per caratteristiche esterne con altri minerali .

La dea Era, furiosa per un ennesimo tradimento dell'olimpico marito Zeus, si rivolse proprio a Apate la quale le prestò un cinto che era in grado di far sembrare veritiere le menzogne all'ascoltatore.

E’ a questa divinità che i politici locali e non solo, si rivolgono ogni qual volta hanno bisogno di fare credere ai loro “sudditi votanti” tutto ciò che dicono.

Fra l’altro, racconta Esiodo, che un vaso era stato dato in dono a Pandora da Zeus, il quale le aveva raccomandato di non aprirlo.

Pandora, che aveva ricevuto da Ermes il dono della curiosità, non tardò però a scoperchiarlo, liberando così tutti i mali del mondo.

Sul fondo del vaso rimase soltanto ‟Elpis” (la speranza), che non fece in tempo ad allontanarsi prima che il vaso venisse richiuso.

Prima di questo momento l’umanità aveva vissuto libera da mali, fatiche ed angosce di sorta e gli uomini erano immortali, così come gli dei.

Dopo l’apertura del vaso il mondo divenne inospitale, ottuso, prevaricatore e tiranno.

Il fascismo è nato, esiste e viene continuamente reinventato e riutilizzato dai Potenti proprio per offrire ai piccoli borghesi un falso evento dopo l’altro, un falso bersaglio dopo l’altro, una finta rivoluzione dopo l’altra.

Questo non succederebbe se la classe capitalistica considerasse i ceti medi per natura conservatori.

Sa bene che, quando si proletarizzano e si impoveriscono, potrebbero fare blocco con gli operai e in generale coi lavoratori subordinati.

Per impedire quest’alleanza, viene ogni volta scatenata una multiforme offensiva ideologica e propagandistica: ad esempio, si dice al piccolo borghese che il suo nemico sono i lavoratori garantiti e i sindacati, e al contempo, con il frame della sicurezza, gli si dice che deve temere l’immigrato.

Ma questo non basta, perché è un discorso tutto difensivo, ce ne vuole anche uno offensivo, massimalista, pseudo-rivoluzionario.

Un’ennesima variante di fascismo.

Oggi quel discorso è quello contro la Casta.

In questo tourbillon senza fine, ci si dovrebbe chiedere: “Come farà l'Italia a guardare lontano senza la sua cultura, la sua vera forza?”

Noi italiani siamo come dei nani sulle spalle di un gigante.

E il gigante è la cultura, una cultura antica che ci ha regalato la capacità di cogliere la complessità delle cose.

Si tratta di un capitale enorme che va conservato e alimentato.

Sono parole, episodi, fatti di cronaca che in parte conosciamo, triste repertorio di una memoria collettiva che va risvegliata, di fronte alle pericolose derive del presente.

Idee che a torto abbiamo pensato annientate e che invece si annidano nella condotta e nelle parole di molti di noi.

Nel razzismo strisciante o addirittura assunto come bandiera, nel fondamentalismo organizzato e in certa arroganza della divisa, nell’estremismo cieco e nella persistenza “operosa” di ideologie distruttive, nell’irrisione insolente dell’avversario, ma anche nel qualunquismo e nell’indifferenza di chi non vota e se ne lava le mani.

Il più grave problema di questo Paese, storicamente, è l’ignavia della piccola borghesia, che è la più becera d’Europa e oscilla perennemente tra l’indifferenza a tutto e la disponibilità a qualunque avventura autoritaria.

In Italia come in poche altre nazioni, non c’è nulla di più facile che spingere l’impoverito a odiare il povero.

Avventura vicaria, naturalmente, vissuta per interposto Ducetto che sbraita.

Giusto un brivido ogni tanto, per interrompere il tran tran, godersi l’endorfina e tornare al proprio posto.

Finché non sente il dolore, l’italico ceto medium rimane apatico.

Quando inizia a sentirlo, non sa dire cosa gli sia successo, blatera incoerentemente, dà la colpa ai primi falsi nemici che gli vengono agitati davanti (a scelta: i migranti, gli zingari, i comunisti, quelli che scioperano, gli ebrei…) e cerca un Uomo Forte che li combatta.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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