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Redazione TirrenoNews

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Ricorderete il nostro articolo “Amantea .Pronti i tutor/autovelox sulla Statale 18 “

Un articolo nel quale chiarivamo che gli abitanti di Acquicella erano fortemente preoccupati per i rischi di incidenti stradali correlati all’alta velocità degli automezzi che circolano sul tratto di statale 18 che corrisponde al quartiere a nord di Amantea.

Una preoccupazione sorretta non già dai dati reali degli incidenti onde percepire la supposta e denunciata alta incidenza di eventi, quanto dal fatto che, obiettivamente, il traffico sulla SS18 è spesso intenso e rende difficile immettersi sulla stessa, tanto più superando la striscia continua di mezzeria .

Bene!

Ci siamo muniti, e lo consigliamo a tutti, di un App che segnala gli autovelox( e quindi i tutor) prima di arrivare sul posto

Ed abbiamo scoperto che sul territorio di Amantea ci sarebbero ben 5 autovelox-tutor.

Uno ad Acquicella nei pressi dello svincolo per Belmonte Calabro.

Uno al semaforo della SS18 con Via Garibaldi.

Uno al semaforo della SS18 con Via Baldacchino.

Uno al semaforo della SS18 con via Lava Gaenza.

Ed infine uno al semaforo di Campora San Giovanni.

Non sappiamo se siano attivi.

Non ci risulta in merito alcun comunicato dell’amministrazione comunale.

Tantomeno, se vero, ci risulta perché l’autovelox/tutor non sia attivo all’incrocio della SS18 con via Margherita.

Richiamiamo tutti i dubbi esternati sul nostro articolo ed evidenziamo di avere chiesto ad alcuni amici avvocati di pronunciarsi sulla legittimità di tali apparecchiature non fosse altro che per evitare un eccessivo ricorso al Giudice di Pace

Restando fortemente perplessi sulla legittimità di tali apparecchiature su una strada statale ed ancora più sul limite di velocità di 50 kmh applicato su tutta la SS18 riconfermiamo la nostra richiesta e ci dichiariamo disponibili a pubblicare il loro pensiero in merito.

Il marocchino “aspirante suicida” finisce in TSO

Giovedì, 12 Aprile 2018 21:53 Pubblicato in Cronaca

Parliamo del migrante che da più di 30 anni è in Italia e che, senza famiglia e senza- come si dice da noi- ne “arte e ne parte”, gira l’ Italia chiedendo l’elemosina davanti alle chiese, dorme dove capita, chiede aiuto alle parrocchie, trova conforto nell’alcool fino ad ubriacarsi “come una capra” e poi si stende sui binari di una stazione gridando “Allah” e “Voglio morire” ed impegna fino a 10 uomini dello Stato, tra carabinieri, Polizia Municipale, medici ed infermieri del 118 .

A nulla è valso l’attento intervento e delle forze dell’ordine e degli uomini della sanità.

E così si è reso necessario il ricovero in ospedale

Stante il rifiuto del marocchino del ricovero volontario in ospedale il dr Papasergio del 118 , proprio per la tutela della salute dell’ “aspirante suicida” ha infatti proposto il Trattamento sanitario obbligatorio validato dal dottor Pompea.

E così il sindaco Mario Pizzino ha emesso la ordinanza n 22 per il trattamento sanitario obbligatorio inviata, comunque, al giudice tutelare del tribunale di Paola per la necessaria convalida.

Il ricovero è stato effettato presso l’ospedale di Cetraro

L’ordinanza è stata pubblicata in modo parziale e non reca nemmeno la disposizione relativa alla esecuzione della medesima

Dobbiamo comunque smentire quanto affermato circa la mancata attenzione umana ricevuta da padre Rocco che, al contrario, ha offerto al marocchino alimenti con i quali sfamarsi e che lui ha dichiarato di avere buttato nell’immondizia!

Amantea. L’ex sindaco di Amantea e già consigliere regionale nonchè imprenditore Franco La Rupa, 60 anni di Amantea, torna in carcere per il reato di scambio elettorale politico-mafioso.

L’ordine per la carcerazione è stato emesso oggi dalla Procura Generale presso Corte d’appello di Catanzaro.

Dovrà scontare tre anni di carcere il politico interdetto dai pubblici uffici per cinque anni.

La Rupa era stato coinvolto nell’operazione “Omnia”, in cui fu accusato di aver consegnato al boss di Cassano allo Ionio (Cs), Antonio Forastefano, la somma di 15.000 euro in cambio di un pacchetto di voti che sarebbero stati fondamentali per la sua elezione a consigliere regionale nel 2005.

La Rupa venne condannato a 5 anni, in primo grado. La Corte d’Appello di Catanzaro lo condannò poi ad una pena di 4 anni, ma la Cassazione ha poi annullato, con rinvio, la condanna.

La condanna a tre anni di reclusione che La Rupa deve scontare sarebbe in relazione ai fatti di Cassano allo Ionio, il sostegno che avrebbe ricevuto dalla cosca di ‘ndrangheta dei Forastefano in occasione delle elezioni regionali del 2005.

L’ordinanza è stata eseguita nella giornata dai carabinieri della compagnia di Paola, alle direttive del comando provinciale di Cosenza diretto dal tenente colonnello Piero Sutera.

Finite le formalità di rito per La Rupa si apriranno le porte del carcere di Paola.

Appena pubblica la notizia ecco cosa scrive la consigliera comunale Francesca Menichino:

Non è una misura cautelare come il 21 luglio scorso.

Ma un'esecuzione di pena per voto di scambio politico-mafioso, pare a tre anni di reclusione.

La Rupa, che ad Amantea e non solo conosciamo tutti, aveva forzatamente messo da parte il suo "patrimonio elettorale" ed era incandidabile per via delle note vicende giudiziarie, ma è stato rimesso in gioco l'anno scorso da Mario Pizzino, Concetta Veltri, Ianni Palarchio, Caterina Ciccia e quant'altro.
Senza dimenticare che Enza Bruno Bossio e Nicola Adamo avevano voluto il segretario del PD amanteano Enzo Giacco candidato nella storica lista di La Rupa, la Lista Azzurra.

Oggi questa lista che guida la città di Amantea e che ha apertamente rivendicato di ispirarsi all'amico Franco, il diciassettesimo uomo, dovrebbe fare solo una cosa: andarsene a casa in fretta.

Non c'è più nemmeno spazio per il garantismo vergognoso di Pizzino.

SINDACO ABBI RISPETTO DI TE STESSO E DEI CITTADINI AMANTEANI, E DIMETTITI SUBITO.

DIMETTETEVI TUTTI.

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