
Redazione TirrenoNews
Dal 2005 la Redazione di TirrenoNews.Info cerca di informare in modo indipendente e veloce.
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Un popolo che non si indigna…è ancora( sempre) un popolo?
Lunedì, 15 Maggio 2017 16:57 Pubblicato in CronacaDa tempo ad Amantea sembra che abbiamo perso la capacità di indignarci
Se mai l’abbiamo avuta.
Ed un popolo che non si indigna è un popolo prono, che non si ribella.
Un popolo senza dignità, un popolo di yesman.
Perché mai, vi chiederete, queste riflessioni?
Semplice! Anticipano (speriamo che mi sbagli) il dubbio che, ancora una volta, la città elegga persone inadatte ed indegne e tali da far chiedere chi mai le abbia elette.
E’ un popolo, quindi, quello che pensa di poter sopravvivere soltanto accattivandosi la simpatia di un politico egoista, poco lungimirante, che pensa solo al suo avvenire e non a quello della sua città e della sua gente?
D’altro canto non mancano qui, giù da noi, nel meridione, popoli che non si indignano nemmeno per quelle scelte illogiche ed assurde adottate dai politici pensando, furbescamente e stupidamente, che esse riverberino, i loro effetti, verso gli altri e non verso di se?
Già, qui da noi, che eravamo l’espressione territoriale di briganti che non si piegavano agli abusi dei potenti , il popolo è come l'asino: paziente , docile e politicamente utile, e come l’asino viene bastonato.
Ma può in popolo mancare di grandezza morale?
Purtroppo penso di sì, quando questa grandezza morale manca anche all’uomo.
Storia antica, direte, se anche in passato Bernanos diceva che “Il popolo ha perduto il suo proprio carattere, la sua originalità razziale e culturale ed è diventato un immenso serbatoio di stupidi intrighi, cui si aggiunge un minuscolo semenzaio di futuri borghesi”.
Tempi passati, anche, quelli durante i quali Tolstoi affermava che «La differenza tra le persone sta solo nel loro avere maggiore o minore accesso alla conoscenza»
Oggi sembra che la differenza tra le persone stia nella loro morale e nella morale della società, del popolo.
Già aveva ragione Astimede , come ricordato da Tito Livio, quando affermava che “ I popoli, come gli individui, hanno particolari inclinazioni: alcuni sono portati all'ira, altri all'audacia, altri alla viltà.”
Oggi tanta ipocrisia , tanto opportunismo e tanta viltà.
Un popolo che si divide tra la dichiarazione di Enrico De Nicola che soleva dire che “La grandezza morale di un popolo si misura dal coraggio con cui esso subisce le avversità della sorte, sopporta le sventure, affronta i pericoli, trasforma gli ostacoli in alimento di propositi e di azione, va incontro al suo incerto avvenire”.
Ben lontano da chi affermava che “Nessuno pensi di piegarci ( a noi Italiani) senza avere prima duramente combattuto”, ma parlava di un popolo” geloso del suo onore”
Ed è per questo che la frase del film “I popoli non dovrebbero avere paura dei propri governi, sono i governi che dovrebbero aver paura dei popoli” resta soltanto e sempre più nel mondo dei fumetti, lontana dalla realtà.
Nere nubi pronte a coprire il cielo di Amantea
Sabato, 13 Maggio 2017 23:08 Pubblicato in Campora San Giovanni“Venivano soffi di lampi da un nero di nubi laggiù” , si legge ne "L'assiuolo" di Pascoli.
Lo stesso negativo presagio che si coglie ancor nella poesia di Fabrizio Bregoli “Nella tempesta” quando si legge “Cupi presagi ad oriente, schiera di nere nubi raccolte, fatue flotte di spettri.
Scroscia la pioggia, dirompente sui tetti tentenna, poi tace. Eco di lampo fonde terra e cielo.
Grido disperato di tuono svanisce lontano”.
Sensazioni, presagi o, se volete, intuizioni.
Sembra che intense nubi nere stiano per giungere ad Amantea, inseguendosi l’un l’altra, e ,man mano addensandosi ed incupendosi, vibrando di forti tuoni che le scuotono mentre orribili lampi le squarciano mostrando il loro passato ed il loro futuro.
E gli uomini amanteani con la testa rivolta verso nord sembrano sostare in attesa della pioggia o forse della grandine.
Sanno che la pioggia, o grandine che sia, non farà male, od almeno non dovrebbe farne, anzi bagnerà i campi, laverà le strade portando a mare di tutto.
Temono solo il rumore dei tuoni, quello che impaurisce come il suono delle sirene della Polizia e dei Carabinieri, ed ancora più come quelle della guerra che anticipano gli attacchi aerei o navali.
E temono ancora più i lampi dirompenti e terrificanti che possono uccidere, e che da sempre impauriscono ancora oggi come impaurivano i nostri avi nascosti nelle caverne senza difese, lasciandoli scossi e paurosi nel silenzio successivo.
Sono state presentate le liste elettorali e fra un mese ci saranno le elezioni.
La prima parte delle competizioni successive alla caduta anticipata della giunta Sabatino si è compiuta come un disegno fatto di immagini e colori, non tutti chiari, qualcuno è sopravvissuto, qualcuno non ha avuto futuro.
Il passato non dimentica.
L’approssimazione e gli errori riemergono prepotenti dal fondo nel quale sono caduti ed ora che stanno per venire fuori non sappiamo che botto faranno e soprattutto quanti ne trascineranno dal fango del fondale.
Uno, due , tre ?
E quanti politici?
Uno, due , tre ?
Forse uno solo. Forse presente anche nelle recenti liste consegnate oggi 13 maggio.
Magari senza colpe o grandi colpe, magari con responsabilità molto minori di chi lo ha trascinato giù , sul fondo buio.
Difficile che le nubi ancora una volta, con complicità o meno, passino sulle cose di Amantea e sugli uomini di Amantea come avvenuto troppo spesso ed ingiustificatamente
Vedremo cosa deciderà il GIP.
Etichettato sotto
Nel comune calabrese di San Luca non si e' presentata nessuna lista
Sabato, 13 Maggio 2017 22:15 Pubblicato in CalabriaSan Luca è famosa per aver dato i natali allo scrittore Corrado Alvaro, ma è anche tristemente nota per la faida di San Luca, culminata nella strage di Duisburg, cittadina della Germania occidentale, in cui, nella notte tra il 14 e il 15 agosto del 2007, furono uccise sei persone.
Nel Comune reggino di San Luca nessuna lista è stata presentata per l’elezione di sindaco e Consiglio comunale del 2017.
L’ente era stato sciolto nel 2013 per mafia.
Nel 2015, anno in cui si tennero le amministrative, si presentò una sola lista, Liberi di Ricominciare, che non raggiunse il quorum utile.
“A San Luca si sono convinti di essere colpevoli e per questo si sono cosparsi il capo di cenere, hanno scelto la rinuncia totale.
Una sopportazione che si trasforma in non scelta.
È una resa che è peggio di tutto".
Così lo scrittore Gioacchino Criaco commenta con amarezza quella che definisce “l'ennesima occasione persa per San Luca”
"Si dice che i commissari prefettizi abbiano bene amministrato - risponde all'Agi l'autore di "Anime nere" - ma non si può rinunciare solo perché si ritiene che ci sia un bravo commissario a governare".
Criaco è originario dell'Aspromonte e alcune settimane fa aveva espresso il suo pensiero anche su Facebook dopo l'inaugurazione di un campo di calcio che aveva richiamato autorità di governo ed i riflettori della stampa sulla cittadina.
"San Luca - afferma - si è ormai convinta di avere un peccato collettivo da scontare e da anni, religiosamente, sopporta ogni tipo di reprimenda, accoglie con gioia variegati profeti del bene, accetta consigli, asseconda progetti che arrivano da fuori".
Affidarsi a un commissario prefettizio, per quanto bravo, dice Criaco, "è una sconfitta"; è, aggiunge, “la convinzione che la salvezza arriverà da fuori".
Per lo scrittore “un popolo che non discute, non si interroga, non protesta, non è più un popolo” e lo Stato che si propone come salvatore "ha già fallito".
Etichettato sotto