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Redazione TirrenoNews

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Una sala gremita ha ascoltato con emozione la intensa relazione sul tema L’EMIGRAZIONE AD AMANTEA: ORIGINI, STORIA E STORIE.

La Conferenza è stata voluta dal Rotary Club di Amantea e si è svolta nell’alveo della celebrazione della XIX Giornata di studi storici Generale Vincenzo Perciavalle.

L’incontro ha visto inizialmente il presidente Antonio Morelli porgere i saluti alla platea ed al relatore .

E’ seguita la attenta introduzione di Alessandro Morelli che ha presentato sia il relatore, con una completa ed attenta disamina delle sue produzioni culturali svoltesi negli ultimi venti anni, sia la sua relazione sul fenomeno della emigrazione tra l’ottocento ed il novecento

Alessandro Morelli ha anche svolto la funzione di moderatore della serata.

Poi il prof Musì è partito, come suo costume, in una relazione che sorpreso l’uditorio per la sua completezza.

Ed ancora il relatore, come ci si aspettava, ha affascinato i presenti che sono rimasti silenziosamente attenti.

Nel mentre veniva proiettate immagini e filmati del fenomeno della emigrazione il relatore ha snocciolato i periodi del fenomeno e la sua entità , le ragioni della emigrazione e le speranze ad essa connesse.

Ed inoltre i paesi in europa e nel mondo dove l’emigrazione ha portato la nostra gente, gli italiani , i calabresi e gli amanteani.

Un’altra Amantea nel mondo, un’altra calabra nel mondo.

Non poteva la acuta penna del prof Musì non sottolineare quanto la situazione si sia rovesciata e l’Italia sia passata da paese di emigranti a paesi di immigrati.

L’unica differenza è quella che la emigrazione italiana, calabrese ed amanteana muoveva alla volta di paesi in forte sviluppo, dove il lavoro si trovava fuori dalla porta per chi lo voleva realmente, mentre oggi una Italia senza lavoro ed in gravi difficoltà viene scelta solo per la sua prossimità alla Libia.

Acutamente il relatore ha evidenziato come “l’Italia e po’ tutti i paesi dell’Europa Occidentale, stiano diventando, se non lo siano già, paesi di immigranti, diventati centri di raccolta di gente o meglio di povera gente (negri, asiatici e delle etnie più strane), uomini, donne, vecchi e bambini che fuggono dalla violenza della guerra e dalla fame e che attraversando un mare pericoloso ed inclemente, sbarcano disperati sulle nostre rive. Grosso problema, assai difficile a risolversi, ma cruciale per noi europei, chiamati a rispondere concretamente, con atti legittimi e certi, sul piano del diritto e della civiltà, affinché trionfino i valori della solidarietà umana, della difesa dei più deboli, nel rispetto della democrazia. Trincerarsi dietro il paravento di un populismo rissoso e inconcludente non serve a nessuno e non ci porta lontano”.

Una relazione così interessante che ci auguriamo il Rotary voglia pubblicare, magari soltanto sul web.

Il presidente Morelli ha poi letto il fine e delicato messaggio del barone Alberto Fava , amanteano di famiglia e di vocazione, un messaggio che riteniamo possa e debba essere portato alla attenzione di chi ancora non ama sufficientemente questo nostro straordinario territorio e la sua storia.

I lavori sono stati conclusi dall’assistente del Governatore Dino de Marco.

Una serata di estremo interesse.

Fare confusione è quasi sempre la scelta migliore per non fare nulla, per non risolvere realmente il problema che si fa finta di affrontare.

Ma soprattutto è il sistema migliore per lasciare le cose come stanno.

Certo ogni occasione anche confusa è una opportunità per parlare.

Ma la cosa importante è l’ incontro.

Incontro del quale è importante approfittare per parlare di Amantea.

Grazie allora Oliverio.!

Grazie Presidente per aver convocato per mercoledì prossimo, 29 novembre, alle ore 10.30, presso la Sala verde della Cittadella regionale, la Conferenza regionale dei sindaci dei Comuni calabresi per discutere delle gravi problematiche che caratterizzano la gestione del servizio sanitario regionale.

Chiediamo pertanto al sindaco Mario Pizzino , all’Assessore alla sanità Ianni Parlarchio Andrea ed , al consigliere delegato all’ASP ed al Poliambulatorio Enzo Giacco di essere presenti e di raccontare a tutta la Calabria lo stato di grave insufficienza della sanità di Amantea e del Basso Tirreno Cosentino.

Impossibile perdere questa occasione se proprio il governatore nella lettera di invito dice che «Il confronto tra l'amministrazione regionale e i rappresentanti degli enti locali è finalizzato a valutare i dati ufficialmente rilevati, anche dal tavolo di controllo e monitoraggio interministeriale, relativi al mancato perseguimento degli obiettivi assegnati al mandato commissariale di nomina governativa.

A distanza di sette anni dall'insediamento dell'Ufficio del commissario per la gestione della sanità calabrese non soltanto non si è registrato il rientro del disavanzo finanziario pregresso, ma il deficit del bilancio sanitario regionale è notevolmente incrementato».

Sette anni durante i quali Amantea ha man mano perso quasi tutti i servizi sanitari diventando la zona in Calabria più abbandonata dalla vera sanità e dalla vera politica.

Lo conferma proprio Oliverio quando dice che “di fronte alla drammatica e straordinaria condizione in cui è stata condotta la sanità calabrese la Conferenza dei sindaci costituisce un significativo momento di consultazione istituzionale per la definizione degli orientamenti e delle scelte che dovranno essere assunti dall'amministrazione e dal consiglio regionale della Calabria”

Bene. I nostri politici allora vadano a rappresentare che la situazione della sanità calabrese di Amantea è la peggiore in tutta a Calabria.

Noi ci saremo e diremo a nostri lettori cosa faranno i nostri bravi rappresentanti politici.

Si è svolta ieri 25 novembre, ad Amantea, nella Piazzetta degli Amanteani nel mondo, alias dell’Emigrante( di questa dicotomia ne parleremo appositamente) la celebrazione della Giornata internazionale contro la Violenza sul donne.

Una celebrazione, come dicono taluni giornalisti “ fortemente” voluta dalla Fidapa di Amantea, guidata dalla entusiasta presidente protempore Franca Santelli.

Lì davanti alla villetta, sulla strada, immobili ed apparentemente abbandonate scarpe e stivaletti rossi.

Il simbolo italianosensibilizzare l'opinione pubblica la lotta contro la violenza sulle donne

Il simbolo lanciato dall'artista messicana Elina Chauvet attraverso una sua installazione, nominata appunto Zapatos Rojas, e che è diventato presto uno dei modi più popolari per denunciare i femminicidi.

Ancora una volta una bella giornata di sole accompagna questa iniziativa sorretta dalla presenza di numerosissima socie ed “illuminata” dai tanti ospiti delle manifestazione.

Parliamo del sindaco di Amantea Mario Pizzino, della presidente del consiglio comunale di Amantea Ciccia Caterina, dei vari amministratori presenti tra cui ricordiamo Robert Aloisio, Luca Ferraro, Emma Pati e Concetta Veltri.

Parliamo di Giusy Porchia presidente Fidapa del Distretto sud/ ovest il cui appassionato intervento in difesa della donna ha suscitato diversi applausi a scena aperta e che si è rammaricata del fatto che le donne di Amantea non siano state intensamente presenti a questo evento.

Parliamo di Roberta Attanasio delegata del Centro antiviolenza “R Lanzino” e della brillante avvocata Vanessa Piluso delegata del Centro antiviolenza “R Lanzino” anche questa relatrice appassionata della necessità di tutela delle donne.

Parliamo inoltre di Franca Dora Mannarino che ha letto brani di occasione e delle musiche di Ettore Giampà e Francesco Tassone.

Parliamo anche della presenza della vigilessa Franca Aloe che ha assicurato il servizio di ordine pubblico garantendo la incolumità dei presenti anche quando sulla antistante Via Margherita, appositamente chiusa al traffico, è transitata una unica autovettura.

Ricordiamo anche che nella occasione si è svolta la raccolta di fondi per il centro antiviolenza e che grazie alla presenza delle fidapine DOC Mariolina Fera, Ortensia Barone, Franca Dora Mannarino e Liliana De Luca.

Tutti i braccialetti sono stati venduti.

Alcuni sono stati voluti dall’Ads Volley San Lucido e dal Centro Fisiotonik di san lucido.

Poi il lancio dei palloncini rossi che si sono librati nell’azzurro perdendosi nello spazio e nel tempo.

 

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