
Redazione TirrenoNews
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Che sorpresa stamattina in via Vittorio Emanuele nel vedere 5 bambini vestiti da Babbo Natale, accompagnati da una bella signora, girare per raccogliere fondi per la Caritas!
Credo sia la prima volta!
E che sorrisi quando ho chiesto loro di farsi fotografare.
Qualcuno è rimasto serio.
Non mi hanno dato il tempo di raccontare loro quanto la figura di babbo natale sia tipica per la nostra cittadina dove esiste una antica chiesa di San Nicola di Myra da cui derivò, ad iniziare dai paesi anglosassoni, la attuale figura di babbo Natale.
Ma ne parleremo approfonditamente più avanti quando studieremo la storia della antica chiesa.
Intanto ai ragazzi ed alla loro accompagnatrice i complimenti del nostro sito.
Ed alla caritas l’augurio di continuare ad essere vicini a chi ha più bisogno.
"Relazione shock: mafia e massoneria infiltrate nello Stato"
Venerdì, 22 Dicembre 2017 15:36 Pubblicato in ItaliaÈ questa la durissima conclusione di Riccardo Nuti, deputato del Movimento 5 Stelle e membro della commissione Antimafia: "Dai dossier emerge qualcosa di impressionante"
"Cosa Nostra siciliana e la ‘ndrangheta calabrese da tempo immemorabile e costantemente fino ai nostri giorni nutrono e coltivano un accentuato interesse nei confronti della massoneria”.
Lo scrive la Commissione Antimafia nella relazione della presidente Rosy Bindi.”Da parte delle associazioni massoniche si è registrata una sorta di arrendevolezza nei confronti della mafia-si legge-.
Sono i casi, certamente i più ricorrenti, in cui si riscontra una forma di mera tolleranza che si rivelano i più preoccupanti”.
Da qui la durissima conclusione di Riccardo Nuti, deputato M5s e membro della stessa commissione: "Il lavoro di indagine che abbiamo svolto in commissione Antimafia e che ha portato alla relazione su 'Mafia e massoneria' ha fatto emergere qualcosa di impressionante: non solo si può, ma si deve parlare di mafia e massoneria di Stato, contro cui bisogna agire immediatamente".
"Dal dossier – continua Nuti – emerge che dal 1990 a fine 2016 tra gli affiliati alle logge massoniche di Sicilia e Calabria ci sono stati ben 193 soggetti con precedenti penali per fatti di mafia.
Ma il vero dramma è che negli elenchi ci sono persone iscritte che sono dentro i tribunali, dentro le forze dell’ordine, dentro il comparto militare.
E parliamo solo di Sicilia e Calabria, figuriamoci nel resto d’Italia".
"C’è un particolare poi che non deve assolutamente sfuggire e che è indicatore inquietante della questione: dei 193 iscritti, la gran parte sono persone con alle spalle sentenze archiviate o assoluzioni.
Di due l’una: o le varie procure hanno preso un mega abbaglio con questi soggetti, oppure, cosa ben più grave, la massoneria è riuscita ad indirizzare le sentenze di alcuni giudici".
"Ora tutti cercheranno di nascondere queste conclusioni sotto il tappeto – sottolinea ancora Nuti – troppo scomode a fine legislatura e con la campagna elettorale alle porte.
In un Paese normale ci dovremmo fermare tutti e dire: ora, ci occupiamo solo di questo, con norme chiare che obbligano queste associazioni ad avere elenchi pubblici, consegnati in prefettura; bisogna poter controllare chi c’è lì dentro: questa gente non può aver nulla a che fare con l’amministrazione pubblica".
Nuti conclude: "Lancio un appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: intervenga lui, esattamente come fece a suo tempo Sandro Pertini che sciolse Limbadi senza ancora una legge per lo scioglimento per mafia dei comuni.
Intervenga con coraggio, in qualità di garante dello Stato e della Costituzione, per cacciare immediatamente gli iscritti alla massoneria dagli uffici pubblici"
Seeh!
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Chiesti 6 anni per l’ex capo della Squadra mobile di Vibo Valentia
Venerdì, 22 Dicembre 2017 15:18 Pubblicato in Vibo ValentiaSi è conclusa dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia (Alberto Filardo presidente, a latere i giudici Graziamaria Monaco e Raffaella Sorrentino) la requisitoria del pubblico ministero della Dda di Catanzaro, Annamaria Frustaci, nel processo nato dall’operazione “Purgatorio” che vede imputati l’avvocato Antonio Galati e gli ex vertici della Squadra Mobile di Vibo, Maurizio Lento ed Emanuele Rodonò.
Per l’avvocato Galati il pm ha chiesto la condanna a 7 anni e 8 mesi di reclusione (è accusato di associazione mafiosa),
per Maurizio Lento la richiesta di pena ammonta a 6 anni di reclusione (è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa),
mentre per Emanuele Rodonò la richiesta di condanna è di 6 anni e 6 mesi (è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e rivelazione di segreti d’ufficio).
L’operazione “Purgatorio” è scattata nel febbraio del 2014 con gli arresti dei tre imputati, successivamente scarcerati per affievolimento delle esigenze cautelari.
L’inchiesta è stata condotta dall’allora procuratore aggiunto di Catanzaro, Giuseppe Borrelli (attuale procuratore aggiunto a Napoli) e dall’alllora pm della Dda catanzarese, Simona Rossi.
L’accusa in aula è stata poi rappresentata dal pm Camillo Falvo a cui è subentrata la collega Annamaria Frustaci.
Un processo lungo e con al centro diversi episodi ricostruiti dagli inquirenti (carabinieri del Ros di Catanzaro principalmente, ma anche Squadra Mobile di Catanzaro) attraverso una serie di intercettazioni ambientali nell’auto dell’avvocato Antonio Galati e nel casolare di Limbadi del boss Pantaleone Mancuso (cl. ’47), deceduto in carcere nell’ottobre del 2015 e cliente dell’avvocato Galati.
Per le parti civili, la Presidenza del Consiglio dei ministri, il ministero dell`Interno, il Comune di Limbadi e la Regione Calabria hanno presentato delle note scritte.
Assente la parte civile Provincia di Vibo Valentia.
Si tornerà in aula il 7 febbraio per la discussione della difesa dell'avvocato Galati.
Al termine della requisitoria il pm Annamaria Frustaci ha anche chiesto al Tribunale la trasmissione al suo ufficio della deposizione di Vincenzo Barba, 31 anni, di Vibo Valentia, per procedere nei suoi confronti per il reato di falsa testimonianza.
Vincenzo Barba è figlio di Franco Barba, già condannato in via definitiva nel processo "Nuova Alba" quale esponente del clan Lo Bianco-Barba