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Redazione TirrenoNews

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E' un autentico record quello che spetta a un portalettere infedele, un 56enne di origini napoletane e dipendente delle Poste Italiane, denunciato dalla Polizia .

Gli investigatori hanno trovato più di mezza tonnellata di corrispondenza all’interno del suo garage e della sua abitazione.

L’intera operazione è stata coordinata dal pm Carla Brunino della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vicenza.

Secondo il compartimento della Polizia Postale e delle Telecomunicazioni di Venezia rappresenta il più ingente sequestro di materiale postale mai effettuato in Italia.

Secondo quanto emerso il postino aveva accumulato un’enorme quantità di invii postali di vario genere, da almeno 8 anni: è stata infatti trovata pubblicità elettorale relativa alle elezioni regionali 2010, edizioni delle Pagine Bianche 2013-2014, posta commerciale di Onlus sino ad una serie di plichi ancora sigillati con il nastro in plastica bianca che viene posto nei centri di lavorazione di Poste Italiane.

Ma anche lettere di banche, comunicazioni dell’Agenzia delle Entrate, bollette telefoniche e dell’Enel, contravvenzioni, comunicazioni della Rai indirizzati ad enti, aziende e privati.

Tutto è partito dal rinvenimento da parte di volontari dell’ecocentro di Breganze, di 25 cassette di colore giallo di proprietà di Poste italiane, contenente invii postali, proveniente dallo sgombero di un garage situato nella stessa località, precedentemente in uso all’indagato.

A destare stupore nei poliziotti è stata la quantità rinvenuta: ben 572,67 kg di materiale distribuita in 43 cassette postali. Il materiale rinvenuto e sequestrato è stato depositato nei locali di una struttura di Poste Italiane di Vicenza, dove è stato trasportato da un mezzo pesante fatto giungere sul luogo della perquisizione per gli opportuni controlli e la successiva fase di lavorazione che sarà effettuata da Poste Italiane per il recapito ai legittimi destinatari della corrispondenza

Da ilgazzettino.it/vicenza

Riceviamo e pubblichiamo la seguente amara lettera firmata rimessaci da una cittadina di Amantea:

“ Sono una cittadina di questo, “una volta”, bellissimo paese.

Vorrei esprimere tutta la mia amarezza nel vedere lo stato di abbandono in cui versa.

Sono stata nella villa comunale, un parco che stava diventando davvero un bel posto per tutti gli amanteani e soprattutto per i bambini.

Un posto che ora versa in uno stato di abbandono.

Gran parte dei meravigliosi banani sono stati spezzati per asportare i caschi dei loro frutti.

I cassonetti dei rifiuti non vengono svuotati, l’erba tagliata è ancora abbandonata, sacchi pieni di rifiuti fanno brutta mostra di sè proprio all’ingresso della villa.

Ma questo non è tutto.

Ieri sono andata a sentire la Messa da requiem di Mozart al Campus Francesco Tonnara , fiore all’occhiello della città

Ma che estremo stato di abbandono!

Lì davanti nella mattinata c’era stato il mercato domenicale e strade e marciapiedi erano pieni di spazzatura lasciata dagli ambulanti

“Ma qualche contravvenzione ? “, ho sentito dire .

Ed un vecchio amministratore leggermente arrabbiato“ Ma quale contravvenzione? Gli ambulanti pagano la tassa per i rifiuti! E’ l’amministrazione che deve prendere questi soldi che sono a destinazione specifica e far pulire l’area mercatale, subito dopo il mercato, tanto più se decide di aprire il campus!”

E non basta ! Un nugolo di bambini giocava schiamazzando a pallone e nemmeno un vigile a controllare il traffico.

Possibile che si pensi di fare teatro, di far arrivare ad Amantea persone da tante parti della Calabria e non si trovi un vigile a controllare il traffico nemmeno a pagarlo, pur avvertendosene il bisogno?

Per non parlare delle cartacce e delle bottiglie di plastica e lattine varie abbandonate sul verde antistante e laterale all’ingresso del teatro.

E che desolazione dentro! Nemmeno una pianta o un fiore ad abbellire l’ ambiente!

Ma quale cultura, quale civiltà vogliamo dimostrare facendo teatro e musica?

Se davvero Amantea vuole essere, e non soltanto apparire, una città colta e civile, deve essere una vetrina per gli amanteani e per gli ospiti.

Cultura significa decoro, pulizia, ordine, organizzazione.

Come si può pensare di fare musica o teatro in queste condizioni?.

Non si prova un po’ di vergogna a salire sul palco ed a porgere i saluti dell’amministrazione quando non si riesce ad assicurare almeno la pulizia e la presenza dei Vigili Urbani?

Definizione agevolata delle liti pendenti: la maggior parte dei sindaci, tra cui quello di Longobardi, non ha ancora concesso ai propri cittadini la possibilità di definire le controversie sui tributi locali ancora pendenti.

"Abbiamo chiesto la convocazione del consiglio comunale, in seduta straordinaria ed urgente, con due punti all'ordine del giorno:

1) Approvazione dell'adesione alla definizione agevolata delle entrate locali, ai sensi del D.L. n° 193/2016, convertito con modificazioni dalla legge n° 225/2016 e succ. modd.;

2) Approvazione regolamento comunale per la definizione agevolata delle entrate riscosse mediante ingiunzione fiscale.

E', infatti, in scadenza, il termine per i Comuni per deliberare l'adesione alla definizione agevolata delle liti pendenti.  

Può essere l'occasione per andare incontro ai cittadini, incassare gli arretrati ed archiviare il contenzioso".

E' quanto dichiarano i consiglieri di minoranza Franco Cicerelli e Nicola Bruno.

"Il termine entro cui gli enti possono decidere di introdurre la definizione agevolata delle ingiunzioni prevista dal Dl 193/2016 e successive modifiche è stato allungato al 5 febbraio -continua il capogruppo Nicola Bruno- dal recente DL 148/2017, ma, ad oggi, i nostri amministratori non hanno inteso aderire.

Da qui la nostra richiesta di convocazione del consiglio.

L'introduzione della definizione agevolata deve avvenire mediante l'adozione di uno specifico regolamento approvato dal Consiglio comunale.

In particolare, il regolamento deve indicare il numero delle rate e la scadenza del pagamento delle stesse, che comunque non può superare il 30 settembre 2018, le modalità con cui il debitore manifesta la volontà di aderire alla definizione, il termine per la presentazione dell'istanza, in cui va indicato il numero delle rate prescelto, nonché l'impegno a rinunciare ai giudizi pendenti eventualmente in essere avverso le somme per le quali si richiede la definizione".

In tal caso "il cittadino-debitore -conclude il consigliere Bruno- dovrebbe versare le somme dovute a titolo di entrata, interessi e spese riportate nell'ingiunzione, mentre beneficerebbe dell'eliminazione delle sanzioni (collegate al tributo)".

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