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Cosenza, le nomine dell’Asp finiscono in Procura
Martedì, 13 Febbraio 2018 21:53 Pubblicato in PaolaI tre direttori di dipartimento uscenti chiedono l’intervento degli uffici giudiziari in vista della scelta dei loro successori.
La diffida è stata inviata anche all’Anac ed alla Corte dei conti
Il management dell’Asp di Cosenza sta decidendo l’assegnazione degli incarichi di direttore di distretto.
Ma sui tavoli di due Procure (Cosenza e Paola), dell’Autorità nazionale anticorruzione e della Corte dei conti arriva una diffida firmata dai tre manager in uscita (Giuliana Bernaudo( nella foto), Antonio Perri e Achille Straticò) e dalla legale Marialuisa Greco.
Lo scopo è quello di bloccare le nomine.
Il nodo è quello del “Regolamento per il conferimento e la revoca degli incarichi dirigenziali”, già evidenziato in una precedente diffida.
Il documento dà la possibilità all’Asp di estrometterli subito mentre la loro scadenza contrattuale «per la verifica dei risultati conseguiti» è fissata al 15 maggio 2018.
Perché prima delle elezioni?.
L’obiettivo dell’Asp di Cosenza, secondo i tre manager, è uno soltanto: quello di «rimuovere ante tempus i direttori dei distretti dell’Azienda (ancorché tutelati da contratto di lavoro) tramite recesso unilaterale e senza valutazione dei risultati raggiunti».
Una mossa che arriva a poche settimane dalla fine della legislatura.
Alla prima diffida, oggi se ne aggiunge un’altra che chiama in causa la giustizia ordinaria e contabile.
E mette nel mirino la delibera numero 163 dello scorso 1 febbraio (la “Presa d’atto degli elenchi dei candidati idonei a ricoprire le funzioni di direttori di distretto”).
In sostanza, secondo lo studio legale che rappresenta Bernaudo, Perri e Straticò, la commissione nominata dal direttore generale Raffaele Mauro avrebbe trasmesso «l’elenco di chi è in possesso dei requisiti di cui al bando» e lo stesso Mauro avrebbe reso i partecipanti «arbitrariamente idonei».
Secondo la legale che firma la diffida, inoltra, la commissione ha violato la normativa sul requisito dell’età per il collocamento a riposo prevista per l’ammissione alle procedure selettive per il conferimento dell’incarico di struttura complessa, dichiarando in possesso dei requisiti ben 10 partecipanti con età superiore ai 65 anni al momento dell’avviso».
E ancora avrebbe «attestato in capo ad alcuni partecipanti di avere i requisiti di cui al bando, mentre dai loro curriculum pubblicati sul sito dell’Azienda non si rileva abbiano maturato i requisiti tra i quali la maturata esperienza specifica nei servizi territoriali; adeguata formazione nella loro organizzazione; di aver ricevuto incarichi di struttura complessa nel caso di specie».
Insomma,si era già alle carte bollate ma ora – all’approssimarsi delle nomine – l’intensità dello scontro cresce.
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Alessandro Manzoni ad Amantea? Possibile? E perché no?
Martedì, 13 Febbraio 2018 20:23 Pubblicato in Amantea FuturaLa stazione ferroviaria di Amantea è sempre più l’emblema della nostra città
Un grande passato, un presente incerto, un futuro senza luce.
E mi piace ogni tanto andare a visitarla. E qualche volta le sorprese non mancano.
L’altro giorno, per esempio, vicino alla vasca dei pesci rossi trovo un attempato signore dai lunghi favoriti che osservava con attenzione i pochi pesci rimasti dopo che qualcuno li aveva mangiati tutti.
Solleva lo sguardo e mi osserva con occhi attenti.
“A chi cacchio somiglia” mi domando?.
“Sembra uscito da un libro del XVIII secolo” mi dico, forse sentito da lui.
Poi insisto “ Ma state girando un film? “Può darsi” è la risposta.
Ed ecco l’intuizione giusta. “Ma lei mi sembra Alessandro Manzoni!”
Sorride , lievemente.
Ed è obbligatorio fare la domanda” Un film sui Promessi Sposi?. Ma perchè ad Amantea?”
Poi la risposta.
“Lei ha letto i Promessi Sposi? Conosce Lucia? Don Abbondio? Don Rodrigo? Fra Cristofaro?”
Il silenzio sembra durare tantissimo, ma non è affatto così.
Poi all’improvviso mi porge un libriccino dei Promessi Sposi con due segnalibro e mi dice “Apri!”
Al primo segnalibro trovo la storia di Don Abbondio ed i Bravi
“Signor curato, – disse un di que’ due, piantandogli gli occhi in faccia.
– Cosa comanda? – rispose subito don Abbondio, alzando i suoi dal libro,che gli restò spalancato nelle mani, come sur un leggìo.
– Lei ha intenzione, – proseguì l’altro, con l’atto minaccioso e iracondo di chi coglie un suo inferiore sull’intraprendere una ribalderia, – lei ha intenzione di maritar domani Renzo Tramaglino e Lucia Mondella!
– Cioè... – rispose, con voce tremolante, don Abbondio: – cioè. Lor signori son uomini di mondo, e sanno benissimo come vanno queste fac-ende. Il povero curato non c’entra: fanno i loro pasticci tra loro, e poi...e poi, vengon da noi, come s’anderebbe a un banco a riscotere; e noi...noi siamo i servitori del comune
– Or bene, – gli disse il bravo, all’orecchio, ma in tono solenne di comando, – questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai.
– Ma, signori miei, – replicò don Abbondio, con la voce mansueta e gentile di chi vuol persuadere un impaziente, – ma, signori miei, si degnino di mettersi ne’ miei panni. Se la cosa dipendesse da me... vedon beneche a me non me ne vien nulla in tasca
– Orsù, – interruppe il bravo, – se la cosa avesse a decidersi a ciarle, lei ci metterebbe in sacco
Noi non ne sappiamo, né vogliam saperne di più. Uomo avvertito... lei c’intende”.
Ritorna a guardarmi e sorridendo lievemente dice “ Ecco perché Amantea. Questa città è come Lucia . anche essa vuole sposare il suo uomo nuovo, per vivere il suo nuovo futuro, ma tanti glielo impediscono o tentano di impedirlo!”
Ma Amantea è piena di tantissimi don Abbondio…..
Con un dito mi indica di andare avanti
Il secondo passo è quello di padre Cristoforo che vuole indurre don Rodrigo a compiere un atto di giustizia e a far trionfare la forza del diritto e della superiore giustizia divina, di cui il frate profetizza l’infallibile trionfo.
Eccolo:
È meglio che abbiate parlato così, che abbiate fatta a me una tale proposta. Avete colmata la misura; e non vi temo più.
– Come parli, frate?...
– Parlo come si parla a chi è abbandonato da Dio, e non può più far paura. La vostra protezione! Sapevo bene che quella innocente è sotto la protezione di Dio; ma voi, voi me lo fate sentire ora, con tanta certezza, che non ho più bisogno di riguardi a parlarvene.
Lucia, dico: vedete come io pronunzio questo nome con la fronte alta, e con gli occhi immobili.
– Come! in questa casa...!
– Ho compassione di questa casa: la maledizione le sta sopra sospesa. State a vedere che la giustizia di Dio avrà riguardo a quattro pietre, e suggezione di quattro sgherri
Voi avete creduto che Dio abbia fatta una creatura a sua immagine, per darvi il piacere di tormentarla!
Voi avete creduto che Dio non saprebbe difenderla!
Voi avete disprezzato il suo avviso! Vi siete giudicato.
Il cuore di Faraone era indurito quanto il vostro; e Dio ha saputo spezzarlo.
Lucia è sicura da voi: ve lo dico io povero frate; e in quanto a voi, sentite bene quel ch’io vi prometto.
Verrà un giorno... “
“Si” disse Manzoni. “ Amantea non perda la speranza! Amantea non abbia paura di Don Rodrigo! Prima o dopo verrà il colera…… E prima o dopo verrà Fra Cristofaro”.
Non mi vedo ma capisco che sto sorridendo.
Già, penso “Amantea è piena di tantissimi don Rodrigo, uomini ( senza offesa per i veri uomini) malvagi, ma mediocri e di mezza tacca, uomini che fanno il male per sentirsi importanti, onnipotenti”.
Sembra avermi letto il pensiero ed ora è lui che sorride e dice “ …e prima o dopo anche questa antica città vedrà il suo fra Cristofaro. Auguri a questa città che conserva ancora un po’ della sua atavica bellezza”
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Le politiche del 4 marzo? L’analisi di Peppe Furano
Martedì, 13 Febbraio 2018 19:06 Pubblicato in Campora San GiovanniScrive l’amico Furano
“Un pò di numeri per chi vuole orientarsi per il voto del 04 marzo!
In riferimento alle prossime elezioni politiche del 04 marzo, tutti i sondaggi riportano che circa il 50% degli aventi diritto di voto non andranno a votare.
Tutti sono interessati a come viene diviso il 50% dei votanti, attenzione massima agli spostamenti dei decimali in più e in meno, scarsa valutazione sul 50% che non ha intenzione di votare.
Questa percentuale di astensione dovrebbe allarmare e preoccupare tutti i sinceri demarcatici di ogni schieramento.
Ma i partiti, che hanno governato da più di 20 anni, si curano poco dell'astensione alle elezioni a qualsiasi livello. Anzi!
I voti di chi non va a votare sarebbero per lo più voti di opinione e non controllabili, mentre una buona parte di quelli che vanno a votare sono controllabili con il voto di scambio.
Gratteri, procuratore capo a Catanzaro, giorni fa ha detto che in Calabria la ‘ndrangheta controlla il 20-30% dei voti.
Una simile sconvolgente rivelazione, fatta da un Procuratore capo, dovrebbe allarmare tutti i livelli Istituzionali. Invece un piccolo trafiletto sul ilfattoquotidiano, poco rilievo su tutti gli organi di informazione e nessun commento da parte dei tanti politici che per un mese hanno preso posizione su quell’innocente albero di natale di Roma, il famoso“spelacchio”.
Io, con strumenti che non sono certo quelli di Gratteri, ma del semplice cittadino che osserva e vive la realtà politico-sociale italiana, penso che ipotizzare che, in Italia, il 20% degli aventi diritto di voto esprima un voto per interessi diretti leciti e/o illeciti (carriere politiche, parlamentari, assessori, consiglieri, sindaci, assistenti, dirigenti a tutti i livelli nominati dai politici, tutte le immense clientele sottostanti lecite, quasi lecite e illecite, corruzione piccola e grande, privilegiati senza competenza ecc..).
Questo 20% di italiani, che ha diritto di voto e va a votare per interesse, diventa il 40% dei votanti se i votanti sono il 50% del corpo elettorale.
E’ ragionevole pensare che questo 40%, che vota per interessi diretti, si distribuirà tra i partiti che hanno governato in questi ultimi 25 anni e cioè tra i partiti che compongono le due coalizioni intorno al PD e FI.
Conclusione : le due coalizioni intorno a PD e FI hanno già nelle urne il 40% dei consensi. A questo 40% si sommerà circa un 20% dei votanti che sceglie le coalizioni intorno a PD e FI perché legittimamente e onestamente, senza alcun interesse diretto, condivide i valori e la visione di società che questi partiti rappresentano nei loro programmi e ritiene anche di non molta importanza che nelle liste dei partiti delle due coalizioni ci siano 76 inquisiti.
E inoltre perché ritiene che l’azione di governo, da questi espletata, quando ne hanno avuto l’occasione, in questi ultimi 25 anni, sia stata coerente e, per le loro valutazioni, anche apprezzabile.
Quindi, se va a votare il 50% degli aventi diritto, si può, ragionevolmente, ritenere che i partiti delle due coalizioni avranno un 60% dei voti assicurato.
Se si analizzano i risultati delle ultime elezioni regionali siciliane si può verificare che l’ipotesi sopra riportata è stata confermata perfettamente.
L’astensione è, in teoria e in elezioni libere dal voto di scambio, una scelta di tutto rispetto e capace di inviare a una classe politica autenticamente democratica un segnale preciso. Ma diventa, al contrario, nella situazione specifica italiana, un vantaggio inconfutabile per quei partiti che hanno ramificate e consistenti clientele.
Quindi se il 04 marzo andrà a votare il 50% o meno degli aventi diritto non potrà accadere che quello che è accaduto in Sicilia: una maggioranza di centro destra o un governo di grande coalizione con al centro FI e PD.
Senza volerlo, chi non va a votare perché critico e/o disgustato per come è stata governata l’Italia negli ultimi 20 anni, aiuterà le due coalizioni a continuare a governare (separatamente o insieme!) l’Italia nello stessomodo.
Capisco eventuali dubbi tipo: votare LeU a che serve se questi poi vanno con la coalizione del PD, votare M5S è una avventura.
Queste due obiezioni hanno un fondo di verità, ma sopratutto a quelli spaventati dall’avventura e che si sentono di sinistra voglio dire: ma è mai esistito un progetto “rivoluzionario”, nel senso che si propone di cambiare in profondità i rapporti economici di una società esistente, che non avesse i contorni dell’avventura?
Giuseppe Furano
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