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VAGHE STELLE…

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come-vedere-le-stelle-1Una mattina vorrei svegliarmi e leggere sul quotidiano:

“Un duro colpo alla corruzione ed al malaffare tra esponenti della Pubblica Amministrazione locale e dell’imprenditoria è stato inferto congiuntamente dalla Guardia di Finanza, dalla Polizia e dai Carabinieri. Scoperto un collaudato sistema corruttivo: imprenditori “amici”, grazie all’aiuto di dirigenti e tecnici comunali riuscivano ad avere ‘canali privilegiati’, bypassando le norme che regolano gli appalti pubblici ed eludendo i controlli.”

Una storia moderna. Anzi, modernissima ed antica allo stesso tempo. Antica, perché la Calabria ha già subito lo scellerato dominio visigoto. Moderna, perché completamente figlia di quest’epoca disgraziata e nichilistica.

Questo scritto era nascosto da qualche parte nel mio piccolo cervello. Oggi è venuto fuori quasi di getto, senza una specifica ragione, perché la mia pazienza nei confronti di tutti coloro a cui è rivolta la lettera è finita.

Scrivo a Voi, conterranei della Calabria tutta. Il pensiero soggettivo del benpensante è un pensiero inutile finché resta un pensiero soggettivamente pensato, nutrito e, nel giro degli amici e dei conoscenti, limitatamente espresso e condiviso.

È solamente melassa, è un livore, un borbottio, un’ebollizione di cattivi odori che contribuisce a rendere l’aria che si respira ancora più pesante e cattiva, perché ragionandoci sopra, chi più sa più vede, se poi non muove un dito per cambiare le cose, offre agli altri solo l’occasione di accorgersi di montagne di escrementi che non voleva notare.

Ciò che oggi mi preme di mettere in mostra è la condotta di una intera regione.

Sono cosciente, come mi è stato più volte ricordato, che le parole che scrivo e indirizzo a Voi tutti, , servono a molto poco. Ciononostante, non smetterò mai di incitarvi ad avere coraggio, nel liberarvi dalla cappa dei soliti noti, che un tempo vi promettevano pane e lavoro al costo della vostra dignità.

Liberatevi da persone che non hanno mai lavorato nella loro vita. L’unico lavoro che hanno fatto e che si tramandano di padre in figlio è fare il “politico” con la “p” molto minuscola. Sì, sono riusciti a creare una loro professione. Sono riusciti a creare una generazione di governanti ereditieri. I violini e i loro consociati orchestrali, succhiano alla mammella pubblica già da oltre mezzo secolo e non intendono mollarla.

Il governante-faccendiere ha saputo creare parchi urbani di cemento,. Ha fatto ingabbiare opere inutili e incomplete. Ha lottizzato terreni a favore della congrega. Ha elargito beni demaniali con lo scopo di accaparrarsi voti e favori del beneficiario. Vuol costruire ponti che portano verso il nulla. Denigra una parte dei quartieri cittadini relegandoli al degrado ambientale e sociale.

Fa di tutto per compiacere gli imprenditori amici, l’impresa o chicchessia, senza che ve ne sia un vantaggio collettivo. Ma voi, cittadini di questa sacra terra, che tacitamente i governanti li avete scelti, illudendovi di liberarvi dalle responsabilità, avete più colpe di quanto pensiate.

Anche se questi miei scritti servono a distrarvi un po’, voglio che sappiate che io Amo la Calabria. La amo a tal punto da non rinunciare al più importante scopo che è quello di far risvegliare le coscienze dei giovani. Ricordare loro che il futuro è nelle loro mani. L’incertezza del loro futuro inficia la crescita nella sua totalità.

Scrivo ciò perché non voglio credere che in tutta la Calabria vi siano giovani che vogliono essere succubi di una società degradata dalla logica dell’ereditarietà. Dalla logica della sudditanza. Dalla logica dell’affarismo. Dalla logica del malaffare.

Vi sono catene che vanno spezzate, disintegrate. Sbriciolate le maglie della sudditanza; le maglie del potere dei colletti bianchi: quella classe burocratica che guadagna tanto quanto pesa, nascosta nella complicità tra burocrazia e politica, calpestando persino gli obblighi legali di trasparenza. Spezzare le catene del bisogno; dell’ignoranza; del mal governo; del clientelismo; degli sprechi; delle caste partitocratiche; del potere e dell’arroganza.

Far fuori i germi della paura che incutono nei cittadini gli atteggiamenti di questa classe di prepotenti , costringendo i Cittadini ad allontanarsi dalla vita politica delle città. Cittadini che hanno creduto e continuano a crederlo che questi signori volevano ridare diritti certi e non favori spacciati come regalie che si devono onorare con il voto vita natural durante.

Ingenuamente, quei nostri conterranei, hanno creduto che sarebbe stato possibile iniziare un cammino di democratizzazione della politica regionale.

Oggi, bisogna rendersi conto che le persone che riempivano le piazze con le loro menzogne sulla forza della legalità, della trasparenza, della libertà, della solidarietà, della partecipazione popolare, della Liberal- Democrazia, sono in realtà le guardie dell’affarismo, del potere fine a stesso, dell’egoismo con il quale calpestano diritti e Valori di convivenza sociale .

Gigino A Pellegrini & G elTarik

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