
Cosenza. Secondo i primi accertamenti l’incendio sarebbe legato ad un allaccio abusivo all’elettricità.
Le fiamme, poi, si sono poi propagate sia al piano di sopra che a quello di sotto, riducendo l’edificio in cenere.
Ed è stato necessario evacuare quindici persone.
La gran parte dei residenti sono andati via autonomamente, ma per i più anziani è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco.
Sul posto, anche carabinieri, polizia, vigili urbani e tecnici dell’Enel.
L’incendio è avvenuto in via Messer Andrea, tra i rioni di Santa Lucia e San Francesco d’Assisi, una delle zone più povere e degradate della città.
Nell’edificio erano presenti delle persone, extracomunitari o di etnia rom (in corso verifiche).
Gli altri abitanti del centro storico in cui le case sono una vicina all’altra hanno mostrato paura e preoccupazione.
Alcune abitazioni adiacenti sono state danneggiate.
Peraltro le squadre dei vigili del fuoco che hanno avuto non poche difficoltà ad intervenire viste le stradine molto strette e per il fatto che l’abitazione si trova in un vicoletto.
Si dubita fortemente che l’abitazione fosse agibile.
I residenti infuriati hanno chiesto al sindaco di recarsi sul posto.
“Il sindaco deve venire qui a vedere in che condizioni siamo. Siamo tutti a rischio, di incendio, crolli e allagamenti “.
Viene da chiedersi come sia possibile permettere l’uso di case inagibili.
A Cosenza od altrove.
Gli sgomberati sono stati posti in albergo.
Ora, se sarà possibile, occorre mettere in sicurezza dello stabile e poi riallacciare i servizi.
L'arrivo della Primavera e della stagione estiva offre il pretesto ideale per percorrere dei bellissimi sentieri nella provincia di Cosenza, in Calabria, in modo da collezionare esperienze ed emozioni all'aria aperta e a stretto contatto con la natura. Dei momenti di spensieratezza e di attività sportiva che solo chi monta in sella ad una mountain bike può provare.
Il primo passo da compiere è sicuramente quello di acquistare una mountain bike adatta alle proprie esigenze, al tipo di paesaggio da percorrereche e al tipo di uso che se ne vuole fare. Si inizia facendo un po' di riscaldamento e di pratica, e una volta acquisita l’esperienza e la dimestichezza necessarie bisognerà subito avventurarsi all’insegna di nuove avventure e di attività fisica, sfruttando la bellezza di un territorio come quello Cosentino che permette di vivere a stretto contatto con la natura. Si può quindi approfittare di un tour nella Sila, nel Parco Nazionale, passando ad esempio per le località di Camigliatello Silano, Silvana Mansio o Lorica, facendo un percorso ad anello di circa 20 km fino ad arrivare a Spezzano della Sila. Uno dei percorsi più elementari, invece, riguarda parte del centro cittadino di Cosenza; questo percorso parte da viale Giacomo Mancini e attraversa le località nei dintorni di Roges, fino ad arrivare alla frazione di San Francesco. Si tratta di un percorso di poco meno di 10 km, che prevede delle salite di un massimo di 67 metri e delle discese di un massimo di 45 metri, ed impiega un tempo davvero breve di realizzazione. Questo percorso è adatto a coloro che muovono i primi passi nell’utilizzo della mountain bike. Se si vuole percorrere il territorio Cosentino e godere appieno del paesaggio, l'ideale è di spostarsi fuori città, come nel caso del tour che parte da Cosenza e arriva a Fiumefreddo. Questo percorso si estende per circa 67 km, parte dalla sede dell'Inps di Cosenza e prosegue per la strada provinciale 257, passando per Busento, Vadue e Carolei, dando la possibilità di ammirare le bellezze del territorio e gli impressionanti panorami offerti dal paesaggio, come ad esempio le meravigliose valli in direzione del mare. Si prosegue per le strade provinciali fino ad arrivare al mare, si attraversa la chiesa di Santa Maria di Domanico, andando qui incontro a dei tratti davvero complessi con salite di circa 1675 metri e discese di 1900 metri circa, il tutto sulla strada provinciale 257, fino ad arrivare ai sentieri meno battuti del territorio sulla strada provinciale 45 in direzione Fiumefreddo Bruzio. Il percorso si conclude sul lungomare di Fiumefreddo e sulla strada statale Tirrenica inferiore.
È davvero un percorso mozzafiato che regala la possibilità di trascorrere dei momenti preziosi all'aria aperta, sempre in sella alla vostra fidata mountain bike. Per vivere la migliore esperienza possibile è quindi estremamente importante scegliere la bici perfetta, cosa oggi possibile grazie al supporto di internet e ai consigli preziosi degli esperti del settore, come lo shop bikester, che offre una vasta gamma di mountain bike tra cui scegliere ed una serie di consigli utili che sarebbero davvero difficili da reperire in un negozio fisico.
Oggi ci occuperemo di pronto soccorso italiani dove, secondo la notizia riportata dalla “Stampa” di Torino, i tempi di attesa arrivano anche a 60 ore, quasi tre giorni facendo bene i calcoli. La denuncia è stata fatta dal sindacato dei medici i quali danno la colpa di questo notevole ritardo al taglio dei letti e dell’organizzazione.
Sapevamo da tempo che le cose nei pronto soccorso italiani non fossero rose e fiori, ma non fino al punto di lasciare i pazienti nell’ospedale di Cosenza in astanteria, su una barella, su un lettino di fortuna, su di una sedia quasi tre giorni. Non parliamo poi della lunga attesa per un codice verde. Tutto questo non lo abbiamo inventato noi, ma lo abbiamo appreso da una indagine dell’Anaao, il sindacato dei medici ospedalieri. Il quale da la colpa per i servizi inefficienti all’assenza di letti nei reparti, dove parte dei pazienti in pronto soccorso dovrebbero essere ricoverati. Non essendoci posti letto a sufficienza i poveri disgraziati pazienti vengono parcheggiati, se tutto va bene, nei grandi stanzoni dove il vecchio è costretto a stare accanto al ragazzo, dove un ragazzo accidentato è costretto a condividere il poco spazio con un tossico dipendente, e un malato colpito da infarto costretto a soffrire accanto ad una vecchia signora malata di cancro. Tutti i pazienti sono costretti a vivere nelle promiscuità e nessuno di loro ha diritto a un po’ di privacy. Sulle cause non ha dubbi il segretario nazionale dell’Anaao:- Le immagini trasmesse dai media di attese infinite in barella ( vedere i resoconti degli inviati negli ospedali da “Striscia la notizia”, specialmente quelli di Luca Abete”), sovraffollamento e promiscuità sono la chiara dimostrazione di cosa abbiano prodotto i tagli lineari a posti letto e personale-.. E così entrando nei pronto soccorso italiani troviamo pazienti in barelle in mezzo ai corridori, pazienti accidentati curati per terra, parenti delle vittime in agitazione con tanto di aggressioni a infermieri e medici. Le scene che si continuano a vedere nei nostri ospedali sono davvero raccapriccianti, indegne di un paese civile e a farne le spese sono soprattutto i soggetti più deboli, spesso persone anziane e sole, che si trovano ad affrontare la malattia senza avere il conforto e l’assistenza di un parente o di un congiunto. Vi ricordate, amici lettori di Tirreno Nerws, quello che noi abbiamo denunciato il 10 gennaio scorso quanto accaduto all’ospedale “Santa Maria la Pietà” di Nola? Persone curate per terra nel pronto soccorso per mancanza di barelle e di posti letto. I medici hanno preferito fare la defibrillazione ad un paziente sul pavimento pur di salvargli la vita. Le foto trasmesse dalla televisione non hanno dato una bella immagine dell’ospedale, ma i medici si sono giustificati così:- Era l’unica soluzione per far fronte all’emergenza-. Il guaio è che siamo nei pronto soccorso 365 giorni all’anno in emergenza. I cittadini si lamentano ed hanno ragione. Qualche volta perdono la pazienza ed aggrediscono gli operatori ospedalieri che non hanno nessuna colpa. Pretendono, però, un servizio sanitario adeguato alle tasse che pagano e soprattutto chiedono di non essere trattati come bestie. I nostri politici queste cose le sanno, ma fanno finta di non sapere. Tanto loro hanno i soldi per farsi curare all’estero o nelle cliniche private. E poi sono occupati in altre faccende. Alcuni devono preparare le elezioni primarie, alcuni devono rifondare partitini, altri invece devono lottare per mantenere lo scranno a Montecitorio o alla Regione Calabria, altri ancora sgomitano per mantenere i privilegi della casta. E agli ospedali chi ci pensa? E ai pazienti che soffrono nei corridori degli ospedali, sui pavimenti del pronto soccorso, chi ci pensa? Ci pensa Dio. Bella prospettiva. Siamo messi davvero maluccio. Non ci resta che piangere e pregare. O mio Dio, dammi la forza di resistere e fa passare questa brutta nottata.