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Rende. É ancora tutta da chiarire la dinamica dell'omicidio-suicidio che a Rende ha provocato la morte di Salvatore Giordano, della moglie, Francesca Vilardi, e dei due figli della coppia, Cristiana, di 31, e Giovanni, di 26. La prima ipotesi è che si sia trattato di un omicidio-suicidio.

Non c'é alcuna certezza, tuttavia, secondo i carabinieri della Compagnia di Rende ed i magistrati della Procura di Cosenza che sono sul posto, che a sparare contro la moglie e i due figli sia stato Salvatore Giordano.

L'ipotesi che sia stato Giordano a compiere la strage é verosimile, ma per averne la certezza si attende l'esito degli esami balistici e dello stub sui cadaveri.

I quattro cadaveri sono stati trovati nella loro villetta di Rende.

Nell'appartamento i carabinieri hanno trovato una pistola che sarebbe l'arma usata per compiere la strage.

Tre corpi nel corridoio ed il quarto in una stanza vicina.

É così che i carabinieri hanno trovato i cadaveri della famiglia Giordano.

Nel corridoio gli investigatori hanno trovato i corpi del capofamiglia, Salvatore Giordano, della moglie Francesca Vilardi e della figlia Cristiana.

Il figlio Giovanni, invece, era in una stanza attigua.

Le due pistole sono state trovate una vicina a Giovanni e l'altra nel corridoio

NEWS.

Si è ucciso sparandosi in bocca dopo avere ucciso moglie e figli.

Sarebbe questa, secondo quanto sta emergendo dagli accertamenti tecnici, la dinamica dell'omicidio-suicidio compiuto in una villetta a Rende.

A sparare contro i familiari, dunque, sarebbe stato Salvatore Giordano.

L'uomo, tra l'altro, secondo quanto emerso, oltre a sparare contro le due donne, le avrebbe anche accoltellate.

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Sequestrati 8.200 kg di materiale.

Montalto (cs) 9 febbraio 2018 – 8200 kg di rame sono stati rinvenuti e posti sotto sequestro dai militari delle Stazioni Carabinieri Forestale di Montalto e Acri durante una attività di controllo effettuata nei giorni scorsi.

Il materiale era trasportato da un autocarro trainante un rimorchio fermato per un controllo sulla SS 559 nei pressi dello svincolo autostradale in località “Taverna di Montalto (cs).

Dall’ispezione effettuata è emerso che l’autocarro trasportava materiale metallico e materiale riconducibile a tubature, rottami e filamenti contenti guaine e non, esclusivamente in rame.

Il materiale era occultato nella parte inferiore del cassone ed una parte di esso, al fine di non essere identificabile, era stato bruciato.

Si è pertanto posto sotto sequestro il materiale, scaricato in una area individuata dai militari, e denunciato un uomo del napoletano, per violazione alla normativa ambientale, in quanto lo stesso ha trasportato in maniera occulta rame di dubbia provenienza e per il quale le indagini proseguono al fine di accertarne la provenienza.

Spesso tale materiale è riconducibile ad aziende erogatrici di servizi quali Telecom e Enel, i cui furti generano notevoli danni alla collettività.

Il rame ha ormai quotazioni che aumentano costantemente in proporzione al prezzo di mercato.

Il materiale posto sotto sequestro qualora immesso nel mercato nero avrebbe fruttato un volume di affari di circa 45.000 Euro.

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Grazie Floide e grazie Bruce

Sono i due cani antidroga che in uno scantinato di via Popilia il popolare e popoloso quartiere della città di Cosenza, hanno rinvenuto 370 grammi di eroina.

Insieme tre bilancini

 

Nell’intercapedine abusiva costruita in uno stabile condominiale sono stati ritrovati anche armi

L’accesso esterno, grande poco più di mezzo metro e di forma rettangolare, era occultato con dei bidoni di latta e altri materiali.

Ora gli agenti di polizia sono al lavoro per capire chi sia il proprietario di un vero e proprio arsenale d’assalto che è stato ritrovato in una palazzina di via Popilia,

Le armi erano perfettamente incellofanate e, secondo l’analisi degli artificieri, funzionanti.

Tra le armi trovate un kalashnikov, una mitragliatrice, un fucile di tipo “doppietta”, un revolver e tre pistole di diverso calibro.

Una di loro è una Beretta con montato un caricatore.

Da contorno 718 munizioni da calibro tarato per le armi sequestrate e un giubbotto antiproiettile leggero.

Non solo Cosenza

A Corigliano gli uomini guidati dal commissario Giuseppe Massaro hanno tratto in arresto due uomini, uno dei quali Daniele Cervino, era già noto alle forze dell’ordine.

Entrambi spacciavano droga nella cittadina ionica.

Il fermo è scattato dopo un lungo appostamento durante il quale i poliziotti hanno notato come l’abitazione usata come punto di smercio fosse particolarmente frequentata.

Fingendosi assuntori hanno provato anche loro ad acquistare la droga ma gli spacciatori carpito il pericolo hanno provato in tutti i modi a sgattaiolare agli uomini di legge.

A nulla è valsa la resistenza, in casa sono stati rinvenute nove dosi di hashish e un bilancino di precisione.

Dice il questore «Dobbiamo continuare con quest’azione di prevenzione.

Controllare la città instaurando con i cittadini un rapporto di fiducia, perché solo in questo modo riusciamo ad evitare che si possano commettere reati, soprattutto quelli gravi.

Un plauso per quest’operazione devo necessariamente rivolgerlo ai due cani, senza di loro non saremmo mai arrivati a trovare il nascondiglio e deposito delle armi».

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