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pietro citrignoI sequestri a suo tempo predisposti dalla Dia sono stati trasformati in confisca dopo la condanna definitiva del noto imprenditore cosentino a quattro anni ed otto mesi di reclusione per il reato di usura aggravata nell’ambito del processo "Twister.

 

Il provvedimento di confisca, è stato adottato dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Cosenza e riguarda gli stessi beni oggetto dei due decreti di sequestro emessi tra gennaio e febbraio di quest'anno dalla stessa autorità giudiziaria e rappresenta, secondo l’accusa, «un’importante conferma della fondatezza delle investigazioni patrimoniali condotte dagli investigatori della Dia e confluite nella proposta di sequestro predisposta in base al nuovo codice antimafia (decreto legislativo n. 159/11) dal Direttore della Direzione Investigativa Antimafia, Arturo De Felice.

Oltre ai beni già sottoposti a sequestro, tra cui diverse strutture sanitarie, società edili e immobiliari, 35 fabbricati, 4 terreni, 9 auto e cinque rapporti finanziari il provvedimento di confisca ha riguardato anche il "Centro clinico Ortensia srl" di Cosenza. 

In sostanza la confisca riguarda il capitale e l’intero compendio aziendale della Edera srl dedita alla costruzione e commercializzazione di immobili, della Meridiana srl con oggetto la realizzazione e gestione di strutture ricettiva alberghiere, ospedali e case di cura.

35 fabbricati, tra i quali spiccano le cliniche Villa Gioiosa di Montalto Uffugo (Cosenza) e Villa Adelchi di Longobardi (Cosenza), entrambe strutture sanitarie accreditate dal servizio sanitario calabrese, con circa 50 posti letto ciascuna.

Sono stati confiscati

-il 23,33% del capitale sociale della Moncachelle srl con sede a Rossano (Cosenza) e dedita a realizzazione e gestione di case di cura, di laboratori, di centri diagnostici, di stabilimenti termali Rsa,

-il 25% del capitale sociale della "San Francesco srl" con sede in Cosenza e dedita gestione di strutture pubbliche e private per ogni forma di assistenza riabilitativa per anziani e di tipo socio-assistenziale;

-il 50% del capitale sociale della "Vela latina srl" con sede in Cetraro e dedita alla gestione, manutenzione, ristrutturazione di immobili;

-il 100% del capitale sociale del "Centro clinico San Vitaliano srl" con sede in Catanzaro, struttura sanitaria accreditata dal servizio sanitario calabrese, con circa 35 posti letto per pazienti affetti da patologie neuromuscolari.

Infine la confisca ha colpito anche l’85% del capitale sociale della Pieffe Holding srl con sede a Cosenza e dedita all’assunzione e gestione di partecipazioni societarie nonché al controllo di altre società;

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Cosenza. Due statue sacre avrebbero pianto negli ultimi giorni in provincia di Cosenza.

La scorsa settimana il fenomeno si sarebbe verificato a Piane Crati, comune di 1.500 abitanti dove qualche mese fa un giovane è guarito dalla Sla dopo un viaggio a Medjugorie, a piangere lacrime sarebbe stata la statua della Madonnina posta nella villa comunale.

Il secondo episodio è stato segnalato poche ore fa a Cosenza, in via degli Stadi, dove le lacrime righerebbero il viso della statua di San Francesco di Paola installata in una piazzetta. La curia non ha ancora preso una posizione ufficiale sui due fenomeni.

In centinaia a pregare.

Cosenza, lacrime su statua di San Francesco

Centinaia di fedeli sono già accorsi sul posto per pregare.

E fa bene la diocesi a dichiarare: “Siamo al corrente del caso delle presunte, e sottolineo presunte, lacrime della statua di di San Francesco a Cosenza e seguiamo l'evolversi della situazione. In questi è d'obbligo la massima prudenza ma è una notizia che di per sè, a parer mio, non fa del male".

Ma è troppo semplice

Troppo semplice

Perché mai infatti non una ma DUE STATUE piangono, quasi contemporaneamente e quasi nello stesso posto?

Dipende dalle particolari condizioni metereologi che impazzano in questa stagione?

Non dimentichiamo, infatti, che ambedue le statue sono esposte in due piazzette agli agenti atmosferici.

O piuttosto è un segnale?

Non è che la Madonna e san Francesco vogliano anticipare che i calabresi( forse i Cosentini, in particolare) stanno per avere un periodo di lacrime?

E’ in arriva un terribile terremoto?

O piuttosto sta per arrivare un ulteriore e tombale cataclisma politico capace di distruggere anche quel poco di buono che c’è ( se c’è) in Calabria?

O quel poco di buono che c’è ( se c’è) in Cosenza?

Ne sa qualcosa la Chiesa che invita -in buona sostanza- a pregare, ricordando che non fa male ma volendo dire che fa bene?

Ci riferiamo al fatto che le statue non sono in chiesa ma in mezzo alla strada, tra il popolo, come se fosse un messaggio diretto proprio a lui popolo e non soltanto ai fedeli praticanti le chiese.

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La vicenda ha avuto le prime pagine dei giornali in Calabria e notorietà in tutta Italia.

E’ quella storia relativa alla mancata edizione di CalabriaOra causata dalla presunta rottura della rotativa.

Ora i consulenti della Procura di Cosenza dicono non vi fu alcuna rottura.

Da qui l’accusa di violenza privata nei confronti Umberto De Rose che la procura intende portare a giudizio immediato

Secondo quanto acquisito dal pm Domenico Assumma, la sera del 18 febbraio Umberto De Rose, proprietario della tipografia che stampava il quotidiano “L'Ora della Calabria, chiamò l'editore Alfredo Citrigno per chiedergli di non pubblicare la notizia sull'inchiesta nei confronti del figlio del senatore Gentile.

Lo stampatore, in una telefonata registrata dal direttore Luciano Regolo, fa esplicito riferimento a possibili ritorsioni da parte della famiglia Gentile («Il cinghiale quando è ferito ammazza tutti»).

Una volta capito che la notizia sarebbe stata pubblicata avrebbe ricorso al “guasto” della rotativa per impedire l'uscita del quotidiano.

Il tutto, sostiene la Procura cosentina, in assoluta autonomia.

Ora, quindi, si attende la fissazione della prima udienza.

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