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Redazione TirrenoNews

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Amantea. 72 anni fa le bombe uccisero 35 persone. LE FOTO

Venerdì, 20 Febbraio 2015 15:06 Pubblicato in Politica

Era pomeriggio del 20 febbraio 1943, un sabato di sole, quando il rombo di un aereo spezzò il silenzio del pieno pomeriggio.

Non era la prima volta che gli aerei solcavano il cielo di Amantea

E non era la prima volta che Amantea veniva colpita da proiettili e bombe

Ma quel giorno il rombo era particolarmente forte e fece alzare gli occhi al cielo

(il sito della vecchia lapide)

Molti videro, così, l’aereo lanciare la bomba che iniziò la sua discesa e sibilando colpì la casa Del Giudice distruggendola.

L’obiettivo strategico era il ponte di via Indipendenza la cui distruzione avrebbe creato problemi al ritiro dei tedeschi che già muovevano verso il nord Italia( al tempo non esisteva la attuale SS18)

Le schegge si diffusero violentemente dappertutto.

Ebbe a dire Wanda Iorno

“Furono tredici bambini, tre giovani, sei madri, di cui due incinte, dieci uomini, le vittime innocenti di una perversa logica di guerra, rimaste sotto le Case Sciollate. Così chiamiamo quell’ammasso di macerie- mai rimosse- sotto cui potrebbero ancora giacere dei poveri resti umani, forse”.

E poi continuando” Ma sotto di esse giacciono, certamente, i giochi interrotti dei bambini, i sogni infranti dei giovani, gli affanni e le speranze delle madri e dei padri”.

Dai primi di febbraio si succedevano i bombardamenti in tutta Italia e quello stesso giorno non una ma 23 bombe e decine di spezzoni incendiari colpirono Cittanova facendo danni ingenti , distruggendo 150 abitazioni ed uccidendo 105 persone.

Per ricordare la guerra ed i suoi effetti e per ricordare i nomi venne apposta una lapide.

Domani quella lapide sarà rimossa per essere sostituita da una nuova lapide

Restano invece eterni i ruderi della vecchia casa che continuano a cadere a pezzi bloccando perfino la strada che porta al centro storico, palese esempio della incoerenza dell’uomo che ricorda gli errori passati ma non quelli di oggi.

Nelle foto il vecchio sito della lapide rimossa ed il nuovo sito per la nuova lapide

Il sito della nuova lapide

           

Processo Nepetia. Le condanne e le assoluzioni

Venerdì, 20 Febbraio 2015 08:55 Pubblicato in Cronaca

Il Processo Nepetia aveva portato allo scioglimento del consiglio comunale, scioglimento poi annullato dal Consiglio di Stato.

Ora una raffica di assoluzioni e di riduzioni di pena comminate dalla Corte d’Appello di Catanzaro ce ribaltano in buona parte la sentenza di primo grado del processo Nepetia, scaturito dall’omonima operazione scattata nel 2007 ad Amantea contro la cosca Gentile-Africano e le presunte infiltrazioni mafiose negli appalti del comune.

Ecco le assoluzioni:

Franco La Rupa, ex consigliere regionale ed ex sindaco del centro tirrenico ( da 7 anni alla assoluzione);

Tommaso Signorelli ex assessore comunale ( da 6 anni alla assoluzione);

Franco Berardone ex assessore comunale ( da 1 anno e 8 mesi alla assoluzione)

Con l'assoluzione dei politici amanteani crolla il castello accusatorio che legava il mondo della politica a quello della potente 'ndrina amanteana

Antonio Coccimiglio imprenditore (da 1 anno e 8 mesi alla assoluzione)

Settimio Coccimiglio imprenditore(da 1 anno e 4 mesi alla assoluzione)

Venturino Sposaro ( da 2 anni e 8 mesi alla assoluzione),

Antonio Sposaro ( da 2 anni e 8 mesi alla assoluzione),

Ecco le condanne:

Giovanni Amoroso (da20 anni e 4 mesi a 13 anni e 6 mesi), per il ferimento di  due carabinieri, che nel 2007 lo avevano individuato durante la latitanza ad Amantea;

Natale Rizzo (da 10 anni ad 8 anni e 10 mesi).

Paolo Launi (7 anni e 4 mesi),

Giuliano Serpa (da 2 mesi a 4 anni)

Ulisse Serpa (da 4 anni e 2 mesi a 4 anni).

Gianluca Coscarella (da 1 anno ed 8 mesi a 1 e 3 mesi),

Angelamaria Marano (da 2 anni e 4 mesi ad 1 e 3 mesi),

Concetta Schettini ( da 7 anni e 6 mesi ad 1 anno e 6 mesi per il reato di turbativa d'asta)

Per refuso la Treccani intende “l’ errore di composizione o di stampa prodotto dallo scambio o dallo spostamento di una o due lettere, o segni, causato spesso da errata collocazione dei caratteri nella cassa (per quanto riguarda la composizione a mano), o da errore del tastierista o da difetto meccanico (nella composizione a linotype o a monotype). In senso lato, errore tipografico in genere, o anche di fotocomposizione”

Un tempo, ed alla ricerca della perfezione, esisteva il correttore di bozze , l’uomo, cioè , che era culturalmente idoneo e deputato a rilevare gli errori ed evitarne la diffusione

Oggi nella pubblica amministrazione il correttore di bozze non esiste più per cui si invia alla stampa il tutto con tutti refusi, con tutti gli errori.

Impossibile che non emergano, che non risultino.

Da quelli abnormi come la ricerca di spalatori di neve a quelli più semplici come il seguente.

Parliamo della delibera consiliare n 5 del 6 febbraio 2015 dal titolo” Regolamento per la disciplina dei compiti, del funzionamento e ella durata del consiglio di Frazione. Modifica”

Nella delibera si rileva che viene modificato l’art 2 del regolamento, al titolo Composizione ed elezione, dove si legge che “ Il Consiglio di Fazione è composto da 9 consiglieri eletti a mezzo di consultazione popolare”

Prima erano 11 i consiglieri ed ora ne viene proposta la riduzione a 9.

Ma non si legge alcuna giustificazione salva la affermazione generica riportata nelle Premesse “ che ora, nel corso degli anni, sì è presentata l’ opportunità di modificare detto regolamento”.

Forse si è ridotta la popolazione della frazione? NO! Ed allora? Buh!

Approssimazione? Certamente! Fretta? Forse!

Certo è che nello stesso articolo 2 al comma 9 continuiamo a leggere che “ Sono eletti gli 11 candidati che a seguito della consultazione abbiano ottenuto il maggior numero di voti”

Ma come ? Quanti sono i consiglieri 9 od 11?

Come è possibile che il coniglio sia composto da 9 consiglieri e ne vengano eletti11?

Ma chi ha preparato la proposta poi fatta firmare all’incolpevole sindaco ed alla altrettanto incolpevole segretaria comunale?

E pensare che si legge nella delibera “che il regolamento di cui sopra è stato oggetto di discussione da parte della competente commissione”

Possibile che nessun consigliere abbia rilevato il refuso o l’errore che dir si voglia?

Ma, insomma, davvero Amantea merita la nomina di “Città mondiale dei refusi”?

Siamo pronti a ricevere segnalazione di tutti gli altri refusi a noi sfuggiti per inviare il corposo dossier ai giudici del Guinness World Record.

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