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Redazione TirrenoNews

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Nei terreni sottoposti ad indagini è emersa la presenza elevata di Vanadio e Nichel (superiori alla soglia prevista dai parametri normativi), Cromo totale, arsenico di valori molto alti in un bidone di plastica chiuso; Cromo totale e arsenico superiori ai limiti; Rame e mercurio con valori elevatissimi rispetto ai valori limiti; Cromo totale con tenori elevatissimi libero, anche in sacchetti di plastica; Cadmio in alta concentrazione; Arsenico in concentrazione 5 volte superiori ai limiti; Zinco; Cromo VI in tenori molto alti; Materiale giallo; Berillio, Vanadio, cromo totale, arsenico, mercurio e piombo; Amianto; Materiale fibroso; Coloranti azoici.

Ovvio quindi la nomina di un consulente al quale sono stati posti diversi quesiti. Tra gli altri il seguente: “Dica il consulente se in relazione alle patologie, per le quali ha già concluso per la riconducibilità alla esposizione di ammine aromatiche e metalli pesanti, ci sia un periodo minimo di latenza; se le ammine aromatiche ed i metalli pesanti in tesi utilizzati nel ciclo produttivo dell’industria tessile Marlane, agiscano quali fattori di promozione delle patologie tumorali, e se le esposizioni in ipotesi, successive alla conclusione del processo di induzione e comunque alla insorgenza della patologia, abbiano inciso sulla progressione della malattia e comunque sul periodo di latenza. Ai fini dell’eventuale ulteriore ed utile valutazione e caratterizzazione delle sostanze chimiche costituenti coloranti indicati nelle schede di sicurezza agli atti è autorizzato ad avvalersi a suo giudizio dell’ausiliario di esperto chimico”.

Il comune di Vibo Valentia si avvia verso il dissesto.

Martedì, 02 Aprile 2013 18:13 Pubblicato in Vibo Valentia

Il Consiglio Comunale di Vibo Valentia, nel corso della seduta del 25/03/2013, ha bocciato il Piano pluriennale di Riequilibrio finanziario.

Il voto contrario all’approvazione del Piano, si ricorda, è stato espresso dalla maggioranza dei consiglieri presenti: 21 no contro 7 si. Assenti Aversano, Carnovale 1946, Carnovale 1971, Daffinà, Lo Schiavo, Mazzeo, Pascale, Pelaggi, Pugliese, Rocco, Ruffo, Selvaggio e Spanarello.

A votare contro i consiglieri Basile, Bax, Colloca, Curello, De Angelis, De Filippis, De Sossi, Fuscà, La Gamba, Lombardo, Luciano Manduca, Mercadante, Pagano, Patania, Russo, Santaguida, Soriano, Taccone, Talarico, Vartuli.

A votare a favore il sindaco Nicola D’Agostino, l’assessore Scianò e gli altri della giunta.

Il debito di circa 35 milioni di euro accumulato certamente negli anni precedenti all’Amministrazione D’Agostino, peserà, pertanto, ancor di più sulla città di Vibo Valentia a causa della mancata approvazione del Piano.

E così il sindaco D’Agostino ha dichiarato : “Ciò che non riesco a comprendere è la scelta del male maggiore (dissesto) rispetto a quello minore (piano di rientro), opzione quest’ultima ragionevolmente preferita da tutti gli altri Enti territoriali calabresi anche con difficoltà finanziarie ben maggiori rispetto a quelle del Comune di Vibo. Tra le prime conseguenze del voto sfavorevole al Piano vi è una prevedibile dichiarazione di dissesto da parte del Comune di Vibo che ha effetti disastrosi nella nostra comunità. Al di là dello sfregio permanente che rimarrà sulla nostra città, ci saranno anche immediati effetti negativi sull’occupazione non solo interna al Comune (cessazione dei rapporti dei lavoro, anche dirigenziali, a tempo determinato), ma anche per tutte le ditte che hanno rapporti contrattuali con il Comune di Vibo, ditte che difficilmente potranno ricevere in tempi brevi quanto loro dovuto. La prima e concreta azione post bocciatura Piano proposto è stata infatti la decisione della responsabile degli uffici finanziari di procedere immediatamente e sino alla data di ipotesi di bilancio riequilibrato(art.250 del TUEL) a non eseguire pagamenti per forniture e prestazioni rese entro il 31/12/2012, con ovvie ricadute negative anche per i dipendenti delle ditte creditrici.”

La Corte di Appello di Catanzaro, Donatella Garcea presidente, Alessandro Bravin e Vincenzo Galati consiglieri, hanno confermato le condanne per padre Fedele Bisceglie a 9 anni e 3 mesi e per il suo segretario Antonio Gaudio a 6 anni e 3 mesi, per i presunti abusi sessuali all’interno dell’Oasi Francescana di Cosenza.

Parliamo di quegli abusi che si sarebbero verificati tra il febbraio e il giugno del 2005 e che hanno visto come vittime suor T. (cinque gli episodi contestati a padre Fedele, uno a Gaudio) e una giovane ospite della stessa struttura d’accoglienza (con imputato il solo Gaudio).

La novità sostanziale è che la corte ha bocciato la difesa di padre Fedele sostenendo che non ci sia stato alcun complotto contro il frate. I legali di Padre Fedele avevano insistito molto sulla tesi del complotto, ossia sulle accuse di violenza sessuale inventate ad arte per allontanarlo definitivamente dall’Oasi Francescana, ma i giudici dell’Appello hanno scritto: «Sul punto giova richiamare quanto già esposto nella sentenza di primo grado circa la possibilità, per coloro che avessero inteso rovinare il frate estromettendolo dalla vita religiosa e dall’Oasi Francescana, di trovare soluzioni meno articolate e complesse dalla integrale invenzione di diversi episodi di violenza sessuale consumati dal frate all’interno della struttura indicata e ai danni di una religiosa».

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