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Luigi Strangis livePer il giovanissimo musicista e cantautore Luigi Strangis, vincitore dell’ultima edizione di Amici di Maria De Filippi, è arrivato il momento tanto atteso da tutta la sua Città. Si terrà domani sera, infatti, il suo concerto nel centralissimo Stadio Guido d’Ippolito di Lamezia Terme. L’evento fa parte del ricco programma di “Fatti di Musica 2022”, il Festival del Miglior Live d’Autore ideato e diretto da Ruggero Pegna giunto alla 36esima edizione, nell’ambito del suo primo tour, prodotto da Vivo Concerti.

Ancora biglietti disponibili per il settore “prato” su www.ticketone.it, in tutti i punti autorizzati Ticketone (Lamezia T.: Uffici Show Net srl, corso G. Nicotera n.237) e, per i ritardatari, dalla ore 18:00 anche presso la biglietteria dello Stadio; sold out da settimane i biglietti di tribuna.

Già posizionato a centrocampo il palcoscenico interamente coperto, che garantirà l’effettuazione dell’evento anche in caso di pioggia durante le fasi di allestimento. Previsti due ledwall giganti ai lati delle torri audio, serviti da una regia che trasmetterà i primi piani del concerto. L’apertura dei cancelli è fissata per le 19:30, con “ingresso tribuna” da via Marconi e “prato” da via Newton. Sarà vietata l’introduzione di oggetti, bottiglie, simili. All'interno saranno presenti servizio bar, servizi igienici, servizio sanitario, area disabili. L’organizzazione precisa, inoltre, che sarà vietato fumare sul prato, per il quale si chiede l’accesso con scarpe da tennis o similari. Infine, si invitano tutti gli spettatori al rispetto della struttura e all'utilizzo dei punti di raccolta dei rifiuti, mentre ai lametini residenti nel quartiere di Nicastro si consiglia di raggiungere a piedi lo stadio. Intanto, sono circa quattromila i biglietti già venduti. Ad aprire la serata alle ore 21:30 saranno altri tre talenti lametini: Mozik (vero nome Mario Amendola), Chiara Vescio ed Enrico Cuomo, ognuno con 2 brani. Luigi Strangis, al suo primo disco d’oro con “Tienimi Stanotte”, sarà accompagnato dalla band composta da Luca Monaldi, batteria, Salvatore Giovanni Sciabbarrasi, pianoforte, Umberto Scaramozza, chitarra e Nicolò Pagani, basso. Tutte le informazioni sono disponibili allo 0968441888, su www.ruggeropegna.it e sulle le varie pagine social del Festival.

Il concerto è la prima occasione per ascoltare dal vivo i brani tratti dal suo primo lavoro discografico “Strangis”, che ha debuttato al primo posto della classifica italiana. Cantautore e polistrumentista, Luigi è uno straordinario talento della musica. Ha iniziato a suonare la chitarra a soli sei anni. Oggi, a ventuno, suona anche il pianoforte, la batteria, le percussioni e il contrabbasso. Proprio grazie alla sua esperienza come polistrumentista, a quindici anni ha iniziato ad autoprodursi i suoi pezzi. A settembre 2021 ha presentato ad Amici l’inedito “Vivo”, brano che gli ha regalato l’ingresso al programma. A “Vivo” sono seguiti i brani “Muro”, “Partirò da zero”, “Tondo” e per ultimo “Tienimi stanotte”, disco d’oro, diventato subito una delle hit dell’estate. Durante i serali del programma, Luigi ha interpretato più volte cover di successo, mettendosi alla prova come musicista ed arrangiatore. A Lamezia Terme, città natale che ha festeggiato la sua vittoria con un’esplosione collettiva di entusiasmo, seguendo la finale sull’immenso corso Numistrano attraverso vari ledwall, l’attesa è enorme. A Strangis è stato assegnato il “Riccio d’Argento”, oscar di Fatti di Musica, quale “Rivelazione dell’Anno”. Anche il Comune assegnerà un riconoscimento a ricordo di questo suo concerto in Città.

“Mi auguro che sia una serata memorabile per Luigi e per tutta Lamezia; il suo è anche un esempio per i ragazzi che sognano il successo e la valorizzazione del loro talento… Sarà certamente un concerto emozionante!”, afferma l’organizzatore Ruggero Pegna, anch’egli lametino, artefice dei più grandi eventi musicali effettuati in Calabria, da Sting ad Elton John, passando per centinaia di stelle italiane e internazionali, oltre a grandi eventi televisivi.

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ffffAlcune notizie sono veramente inquietanti. Campeggiano nelle cronache negli stessi giorni e quindi si sovrappongono, ma non possono sorprendere. Troppi sono i precedenti, recenti e remoti.

Le varie prepotenze e vessazioni (abusare di un normale cittadino stanco non è una simpatica dimostrazione di affetto. Al contrario è una tortura utilizzata con successo dal Kgb). Avere sempre ragione, farsi sempre strada, calpestare tutto e tutti, non avere mai dubbi sul proprio operato con o senza divisa: non sono forse queste le grandi qualità con le quali la stoltezza governa il mondo?

Il meridione sotto questo profilo, ha uno specifico problema: il tema è considerato un tabù. Non esiste una discussione pubblica, aperta, informata, libera sull’operato delle forze dell’ordine. Lo si vede anche in queste ore.
C’è chi parla di mele marce, chi si premura di mettere in luce la lealtà della grande maggioranza degli agenti, chi interviene per ribadire la fiducia dei cittadini negli apparati. Dovremmo invece parlare soprattutto delle mancanze strutturali evidenziate in questi anni.

In questo desolante quadro si intravvedono alcuni membri di quelle forze che dovrebbero tutelare i diritti dei più deboli in una società quasi civile dove, di norma, dovrebbero accettarsi come sono. Invece, pur essendo dei tutori della legge, abusano della propria immagine e, con o senza divisa si sentono forti con i deboli.

Sempre più spesso non è più raro incontrarli per le strade di questo nostro Paese allo sbando e in particolare in una stradina del Meridione con il sole a picco e l’umidità che attraversa le ossa di un qualsiasi cittadino che alla meno peggio cerca di sopravvivere all’anticiclone africano.

Se con modi ricattatori e minacciosi messi in atto, con quell’arroganza e superiorità di chi opera in un paesino che conterà poche migliaia di anime, allora queste persone sono veramente una vergogna per un’arma basata sui buoni principi, valori e famiglia.

Le forze dell’ordine sono state istituite, se non ricordo male, appositamente per contrastare gli illeciti, cioè per perseguire le trasgressioni alle norme di legge. Le autorità dunque dovrebbero intervenire ogni volta che c’è qualcosa che non va e, se è stato commesso un crimine, devono darne segnalazione immediata all’autorità giudiziaria, cioè alla Procura della Repubblica. Tuttavia, può succedere che qualche pubblico ufficiale abusi del proprio potere e finisca per commettere egli stesso un’azione illegale.

Un paio di anni orsono, mentre ero seduto in auto in una stradina di paese, con mia figlia che cercava una penna in una cartoleria vicinissima alla macchina, un uomo in borghese, vestito con una maglietta polo, un paio di jeans e ciabatte voleva a tutti i costi che gli mostrassi i miei documenti. Chiaramente, non gli ho mostrato nulla dopo essersi rifiutato di dirmi chi fosse.

Rimasto seduto in macchina aspettando mia figlia, ero convinto di avere a che fare con un uomo con ovvi problemi psicologici. Visto che l’uomo continuava a parlare con toni sempre più aggressivi, sono sceso dall’auto per dirigermi verso una macchina dei Carabinieri distante circa 40 metri, dalla quale era sceso un agente in uniforme. Mi sono rivolto al Carabiniere per segnalargli la presenza dell’uomo che mi stava aggredendo verbalmente con fare infervorato.

L’agente in uniforme mi informava che l’uomo da me descritto come un esaltato non era altro che il suo maresciallo in abiti borghesi. Anche questo può succedere a Belmonte Calabro, sulla riva del Mare di Ulisse.

Qualche mese dopo mi veniva recapitato un avviso da parte della Procura di Paola in cui mi si informava di essere stato denunciato dal Serpico della locale caserma dei Carabinieri di Belmonte per oltraggio alla divisa di una persona vestita da turista estivo.

Gigino A Pellegrini

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gigginoIl filosofo tedesco Immanuel Kant credeva nella "verità" della meccanica celeste newtoniana. Un attento lavoro di verifica, di precisazione e di applicazione della meccanica celeste newtoniana alle complessità del sistema solare che strumenti sempre più perfetti e metodi d’indagine sempre più raffinati vanno rivelando. Newton aveva stabilito la legge che tiene insieme tutti i corpi del nostro sistema planetario, ma i suoi successori si trovano di fronte al compito di calcolare le posizioni di pianeti e satelliti a un certo istante, in base alla legge di gravitazione universale. 

Non sto cercando di confondere le idee a nessuno. Più semplicemente Kant era convinto che la teoria di Isacco Newton fosse vera per necessità perché era comprensibile, ben fondata e non ve ne era un'altra migliore. A questo punto, se ho ben capito, basterà raccontare una qualsiasi cosa che abbia meno "buchi neri" di altre storie e tutto dovrebbe essere risolto nel migliore dei modi possibili.

Stando attenti, però, quando si discute di cose un tantino al limite, di non "violare" , anche se con un linguaggio gradevole e misurato, la foglia di fico posta su qualcosa che per molto tempo era stata esibita senza alcun problema.

Probabilmente mai nessuno si era soffermato più di tanto su quella "nudità", prima, ma da quel momento nessuno avrebbe potuto più fare a meno di notarla. La foglia di fico avrebbe reso cospicua la nudità. La parte un po' tragicomica sarà che la foglia di fico verrà limitata. Limitata anche nel caso si dovesse trattare di una statua di marmo fredda e pallida, che sarebbe comunque stata, la nudità, fredda e priva di allusioni anche senza la modestia del simbolo mistificatorio e pretenzioso.

Ero finalmente arrivato davanti al portoncino di casa a Beaumont sur Mer senza ricordarmi che strada avesse fatto la mia moto. i miei pensieri erano stati completamente presi da ciò che era successo pochissimo tempo prima durante il banchetto. Il senso del passato che vive sempre negli umani, la mia stanza da letto, il mio computer acceso a quell'ora di notte inoltrata, non saprei dire perché, mi avevano richiamato più forte del solito, nell'entrarvi, al mio esser uccel di bosco. Questi avvenimenti mi indussero a risalire faticosamente la via dei ricordi. Mi sembrava di essere stato criticato per qualcosa che era successo solo nelle intenzioni di altri, e che era stato proiettato sul primo malcapitato, si fa per dire.

Nel dormiveglia mi è sembrato di essere circondato da tutte le persone che prima di me avevano vissuto in questa terra di Calabria. Uomini dalle maniere di un tempo lontano e dai buffi vestiti e donne con busti e gonne svolazzanti.

Mentre leggevo alcuni commenti su Facebook e mi accingevo a dare la buona notte, mi ritrovai davanti l'immagine severa di un mio straordinario prof. di letteratura Spagnola, di qualche anno fa, che mi diceva: " Queridomarcista italiano, ascoltami. Vivere è soffrire. Sopravvivere è cercare di dare un significato al soffrire."

Prima di spegnere il computer ho affidato al PC uno "sweet dreams", scusandomi ancora una volta per ciò che non avevo fatto e ancor meno detto al telefono al mio carissimo amico Singolare.

Gigino A Pellegrini &G eltarik

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