
Per uscire dal periodo drammatico che stiamo vivendo la vaccinazione appare strumento fondamentale e tante e tanti hanno visto la possibilità di vaccinarsi come la via per un ritorno alla normalità. Eppure a molti viene negato l’accesso alle vaccinazioni, come emerso nell’incontro tenutosi il 2 giugno al c.s.c. Nuvola Rossa, tra i promotori di Calabria Resistente e Solidale, in occasione dell’anniversario dell’assassinio del sindacalista USB Soumaila Sacko. È il caso delle persone senza permesso di soggiorno, senza codice fiscale, residenza o fissa dimora - e inseriti comunque nelle maglie del lavoro informale - ma anche di stranieri regolarmente presenti in Italia con permessi temporanei. Insomma parliamo degli ultimi, dei più disperati; di tante persone prive di visibilità sociale e politica e che tuttavia svolgono ruoli egualmente determinanti - dal lavoro domestico e di cura nelle abitazioni all'altrettanto essenziale lavoro nel settore agroalimentare.
E tutto questo nonostante l’art.32 della nostra Costituzione non solo riconosca la salute come fondamentale diritto dell'individuo, da garantire anche attraverso cure gratuite agli indigenti, ma sottolinei fortemente come essa sia interesse collettivo. E, appunto, la vaccinazione non è solo la tutela della salute del singolo ma è soprattutto bene comune sovraindividuale, perché più persone sono vaccinate e più si limita la diffusione del virus e la diffusione delle varianti, e si riducono così i rischi per i soggetti deboli, impossibilitati alla vaccinazione a causa delle loro problematiche di salute.
Già qualche mese addietro, con i principali ghetti della Piana di Gioia Tauro (la tendopoli di San Ferdinando e il campo container di Rosarno) dichiarati zone rosse, chi di dovere avrebbe dovuto accelerare senza indugi su iniziative volte a tutelare la salute dei lavoratori stranieri e di tutti gli abitanti del comprensorio. Al contrario, nulla è stato fatto e nulla sembra si voglia fare. La presenza di cittadini e lavoratori stranieri nella nostra regione non è un fenomeno emergenziale o transitorio. È piuttosto un elemento ormai strutturale e come tale va gestito.
Ci chiediamo come si spenda il milione di euro che ogni anno la Regione Calabria riceve per l’assistenza sanitaria degli stranieri irregolari. Quali iniziative vengono prese? Come viene tutelata la salute di queste persone? Con la sanità regionale commissariata a tutti i livelli è possibile comunicare con trasparenza l’utilizzo di queste risorse, che ricordiamo essere vincolate?
Centrodestra e centrosinistra si sono alternati in questi anni, alternando visioni diverse sul tema dell’immigrazione, forse più di facciata che di sostanza. Quello che non è cambiato mai è il rifiuto di trattare chi vive i nostri territori come parte integrante del territorio, con i diritti e i doveri che ciò comporta, e non come mere braccia da lavoro da sfruttare. Calabria Resistente e Solidale vuole rompere con questa logica perversa, convinti come siamo che solo la garanzia dei diritti per tutti possa essere la base su cui costruire una Calabria migliore e più giusta, da cui italiani e stranieri non siano costretti a emigrare.
Calabria Resistente e Solidale
Reggio Calabria, 4 giugno 2021 – Sono in consegna dalle prime ore di questa mattina con Sda su tutto il territorio regionale 3.750 dosi di vaccini “Janssen” e 17.900 di “Astrazeneca”. Domenica 6 giugno, invece, saranno recapitati alle strutture ospedaliere regionali i vaccini “Moderna”, per un totale di 7.000 dosi.
I furgoni Sda, corriere di Poste Italiane, attrezzati con speciali celle frigorifere, prenderanno in consegna i vaccini a Cosenza e procederanno alla distribuzione raggiungendo le seguenti destinazioni finali: Lamezia Terme, Vibo Valentia, Melito Porto Salvo e Crotone.
La fornitura alle strutture ospedaliere avverrà anche in questo caso in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri e l’Esercito Italiano.
COSENZA 3 GIUGNO 2021 – I militari della Stazione Carabinieri Forestale di S.Giovanni In Fiore hanno posto sotto sequestro in località “ Nunziatella” di San Giovanni in Fiore (cs) una pista forestale lunga oltre cento metri. Il sequestro è stato effettuato a seguito di un controllo che ha fatto emergere come la pista sia stata realizzata mediante mezzo meccanico in un comprensorio boscato in assenza della necessaria e propedeutica autorizzazione di vincolo paesaggistico ambientale, idrogeologica e del permesso a costruire. Inoltre dall’acquisizione documentale presso la Regione Calabria effettuata dai militari è anche emerso che il tecnico incaricato ha presentato per tali lavori domanda di taglio dichiarando falsamente che il terreno era agrario mentre dagli accertamenti effettuati l’area interessata è composta da terreni boscati per i quali necessita un progetto di taglio e non una semplice comunicazione. Si è pertanto proceduto ad effettuare il sequestro della pista in terra battuta e a denunciare il proprietario e il tecnico che a vario titolo dovranno ri.spondere di realizzazione di pista senza le dovute autorizzazioni, deturpamento di bellezze naturali e falso ideologico