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Redazione TirrenoNews

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Milano: Insegnante arrestato per abusi su alunne di 14 anni

Venerdì, 06 Giugno 2014 13:06 Pubblicato in Italia

Il docente negli ultimi quattro anni avrebbe palpeggiato le ragazzine vicino alla cattedra e alla lavagna. A volte, gli approcci sarebbero avvenuti anche all’uscita di scuola

Querelati, perché pur essendo a conoscenza degli abusi avrebbero omesso la necessaria denuncia, il preside attuale, che «avrebbe incautamente fatto trapelare che erano in corso le indagini» , l’ex preside della scuola e due docenti.

Un insegnante di una scuola media pubblica nel centro di Milano- 61 anni, sposato e con un figlio - è stato arrestato giovedì 5 giugno con l’accusa di violenza sessuale ai danni di alunne minori di 14 anni.

La vicenda è emersa dopo che un’allieva, lo scorso 4 aprile, si è sfogata in una lettera durante un progetto educativo con un’associazione.

Nel corso di un laboratorio teatrale, gli educatori avevano chiesto ai ragazzi di scrivere una lettera alla persona che più li faceva arrabbiare.

Una ragazzina, vittima di molestie e palpeggiamenti da mesi, ha deciso di non trattenersi più e ha usato lo stratagemma teatrale per rivolgersi al professore molestatore.

Gli educatori hanno segnalato la lettera alla preside che ha avvertito le autorità: le indagini, che si sono snodate attraverso intercettazioni telefoniche e colloqui protetti, hanno permesso di individuare altre 4 vittime.

Le indagini, coordinate dal pm Gianluca Prisco, sono state affidate all’unità Tutela donne e minori della polizia locale.

Il professore di arte è stato arrestato su richiesta del gip Luigi Gargiulo.

Alcune delle studentesse, per superare il trauma, sono dovute ricorrere alle cure degli psicologi.

Arrestato stamattina l'avvocato Scaramuzzino!

Venerdì, 06 Giugno 2014 09:47 Pubblicato in Lamezia Terme

La squadra Mobile di Catanzaro ha fatto scattare le manette su ordinanza della Procura di Catanzaro arrestando l'avvocato Giovanni Scaramuzzino che fece incontrare Piero Aiello con la cosca Giampà La Cassazione ha accolto l'ipotesi del voto di scambio aggravato dalle modalità mafiose.

L'arresto è stato eseguito dopo che la Corte di cassazione ha rigettato il ricorso presentato dai difensori di Scaramuzzino contro la decisione del Tribunale del riesame di accogliere la richiesta della Dda di applicazione della custodia cautelare in carcere per voto di scambio aggravato dalle modalità mafiose.

Nell'inchiesta è indagato anche il senatore del Ncd Piero Aiello.

Avrebbe partecipato all'incontro tra l'allora assessore regionale Pietro Aiello ed esponenti di primo piano della cosca Giampà, facendosi promotore dell'iniziativa che sarebbe stata ospitata nel suo studio legale. Così, Giovanni Scaramuzzino, 38 anni, già avvocato del foro di Lamezia Terme, è stato arrestato dalla squadra Mobile di Catanzaro, su ordinanza emessa dalla Procura della Repubblica di Catanzaro.

In particolare, l'ordinanza arriva dopo la sentenza della Corte di Cassazione che ha deciso sulla possibilità di applicare a Scaramuzzino anche della contestazione di voto di scambio, aggravato dalle finalità mafiose.

Secondo le indagini della squadra Mobile, al professionista è contestata la partecipazione ad una riunione, insieme ad Aiello, candidato alle elezioni regionali calabresi del 2010, (attualmente senatore eletto nelle file del Pdl e già assessore regionale), con esponenti di primo piano della cosca Giampà E nel corso di quella riunione, sempre secondo l'accusa, il politico avrebbe promesso utilità economiche in cambio di voti col fine di procurare ai membri della cosca ed alle loro ditte l’aggiudicazione di appalti per forniture e servizi all’interno di strutture pubbliche .

Il reato viene contestato a Scaramuzzino con l’aggravante poichè commesso per agevolare le attività dell’associazione di ‘ndrangheta. L'avvocato e’ stato rintracciato dalla Squadra Mobile di Catanzaro nella sua abitazione, dove era sottoposto agli arresti domiciliari in quanto già colpito da provvedimento cautelare per l’operazione “Perseo” eseguita nel mese di luglio 2013 e per il quale è stato riconosciuto responsabile di concorso esterno in associazione mafiosa e associazione a delinquere finalizzata alla truffa alle assicurazioni aggravata dalla metodologia mafiosa.

Reggio C. La notizia che 1 giovane su 3 sarebbe disponibile a violare la legge in fondo non sorprende.

Né sorprende che il 40% dei ragazzi rimane quantomeno indifferente al fenomeno della 'ndrangheta.

Sono alcuni dei risultati di un questionario (articolato in 13 domande e che ha fornito una base di analisi alquanto articolata) realizzato nel maggio scorso negli istituti superiori Piria, Panella, Boccioni, Frangipane, Righi e Conservatorio di musica, da Sos Impresa, associazione antiracket ed usura facente parte del sistema Confesercenti, con il contributo della Provincia di Reggio Calabria.

Scrive la associazione in una nota (introvabile) «Perplessità dalle risposte dei ragazzi alla domanda "la legge va rispettata in generale ma qualche volta è ammesso trasgredirla".

Per il 12,1% è ammesso trasgr

edirla di molto;

abbastanza per il 21,2% degli intervistati;

"Poco" anche per il 33,2%.

Solo per il 30,5% la legge va in ogni caso rispettata.

Come non essere d‘accordo su tale perplessità?

Quello sul quale non ci trovia

mo per nulla d’accordo è la conclusione di SOS IMPRESA la quale assume che i dati la dicono lunga “ sulla necessità da parte delle istituzioni culturali, in primis la scuola, ad un lavoro ancora più incisivo”.

Quasi che il rispetto della legge sia un fatto esclusivamente culturale!

Le perplessità diventano inquietudine quando si legge che alla domanda "la legge va rispettata soltanto quando la si ritiene giusta" le risposte sono state:

-"molto d'accordo ", il 19,3%;

-"abbastanza d'accordo " per il 21%.

In sostanza oltre il 40% degli stude

nti reggini sarebbero pronti a trasgredire la legge nel caso in cui non la ritengano giusta.

E si insiste da parte di SOS IM

PRESA ad un substrato culturale in cui vivono gli studenti interrogati e che li porta poi a pensare di rispettare la legge solo nel caso in cui, secondo un parere assolutamente soggettivo e distorto, la stessa soddisfa le proprie personali aspettative di giustizia.

Eppure un’altra parte del questionario i

ndirizza almeno ad una seconda lettura.

Per esempio per quanto riguarda il grado di fiducia nell'o

perato delle forze dell'ordine e della magistratura nel contrasto ai fenomeni criminali e mafiosi, l risposte sono state:

un grado di fiducia nulla per il 20,1% ;

poca fiducia per il 14,1%

Ci sembra di leggere cioè da un lato una scarsissima fiducia nella volontà-capacità dello Stato di pretendere il rispetto della legge, ma dall’altro anche la consapevolezza che nessuno li perseguirà se non rispetteranno la legge.

Una posizione sulla quale riflettere anche in considerazione che

il 22% degli intervistati dice che la ‘ndrangheta esiste ma che sono problemi che esistono ma che non riguardano la propria persona e la propria famiglia;

il 19,9% risponde che sono problemi che esistono ma che televisione e giornali esagerano per fare audience

 

Amantea è davvero lontana da Reggio ?

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