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Catanzaro: Buon 2015 con i detenuti del carcere Ugo Caridi

Martedì, 30 Dicembre 2014 13:44 Pubblicato in Catanzaro

Alle ore 13.00 circa, all’uscita dal carcere, incontro con la stampa davanti al penitenziario per fare il punto sullo stato dell'istituto.

«Mentre il Presidente del Consiglio dichiara di aver risolto il problema della carceri senza fare né amnistia né indulto e che, per questo, nessuno ormai parla più di questi provvedimenti per risolvere il problema del sovraffollamento, i Radicali, anche in Calabria continuano il loro sostegno al satyagraha di Marco Pannella e Rita Bernardini col digiuno a staffetta e, per giovedì primo dell'anno, torneranno in visita alle ore 10.00 alla Casa Circondariale Ugo Caridi di Catanzaro per verificarne le condizioni.

La delegazione di Radicali calabresi che giovedì 1° dell'anno farà visita alla struttura grazie all'interessamento dell'On.le Rita Bernardini che l'ha fatta autorizzare dal DAP, sarà composta da chi scrive Giuseppe Candido e dai militanti calabresi Rocco Ruffa, Cesare Russo, Sabatino Savaglio, e Antonio Giglio consigliere comunale di Catanzaro e iscritto, con “doppia tessera”, al Partito Radicale».

A comunicarlo in una nota è lo stesso Giuseppe Candido che aggiunge: è un satyagraha con obiettivi specifici: oltre all'amnistia e all’indulto di cui – secondo il premier – nessuno più parlerebbe e che, invece, costituiscono per i Radicali gli unici provvedimenti in grado, strutturalmente e subito, di portare nell'alveo della legalità costituzionale e sovranazionale il nostro Paese, tra gli obiettivi, in primis, c'è quello di garantire il diritto alle cure ai detenuti, poi, l'introduzione nel nostro ordinamento del reato di tortura, la revoca del 41bis a Bernardo Provenzano, l'abolizione della detenzione arbitraria e illegale del 41bis – che anche Papa Francesco ha detto essere una forma di tortura – e che, da anni ormai, i Radicali chiamiamo “tortura democratica”; una forma di detenzione tanto illegale pure per l'ONU che, questa estate a luglio, ha richiamato il nostro Paese e che, invece, abbiamo deciso di estendere ad altri reati oltre che a quelli di mafia.

Poi gli obiettivi proseguono chiedendo di interrompere le deportazioni in corso dei detenuti dell’alta sicurezza, di rendere effettivi i risarcimenti ai detenuti che han subito e in alcuni casi continuano a subire trattamenti inumani e degradanti, e di nominare subito il Garante Nazionale dei Detenuti.

E, noi in Calabria, aggiungiamo agli obiettivi suddetti il dialogo col neo presidente della Regione, Mario Oliverio, per continuare a chiedergli, anche per la nostra terra che – come per l'accoglienza – in tema di diritti umani ha sempre dato lezioni, di istituire subito il Garante Regionale.

Nessuno parla più di amnistia e del problema delle carceri?

Non mi pare.

Il problema del sovraffollamento è risolto?

Macché. Piuttosto si dica – conclude Candido – che nessuno può più ascoltare i Radicali, né Rita Bernardini, né Marco Pannella né gli altri che, a dispetto del premier, non si “preoccupano” perché continuamente si occupano di giustizia e carceri e, con la forza e l'amore per la verità (perché questa è la pratica nonviolenta del Satyagraha), chiediamo al Parlamento di discutere un provvedimento di amnistia e indulto che, anche il Presidente della Repubblica, aveva detto essere un obbligo per far rientrare nella legalità costituzionale e internazionale il nostro Paese.

Al termine della visita incontreremo la stampa e i media per fare il punto sulla situazione del penitenziario.

Perviene la nota dell’avvocato Nicola Bruno capo della Minoranza “Progetto Longobardi” sul bilancio a fine anno.

 

Il capogruppo di minoranza Nicola Bruno commenta: “ Dalla mancata valorizzazione di S. Nicola, all’assenza di programmazione politica, passando per il predissesto, per i servizi al minimo e le tasse al massimo, il bilancio dell’attuale maggioranza, dopo 6 mesi di governo è negativissimo. Non ci aspettavamo miracoli, ma certo con gli annunci non si campa.

Nulla è stato fatto per la canonizzazione del Beato Nicola Saggio: si sono limitati ad organizzare alla meno peggio il viaggio a Roma.

Di contro, da mesi, chiediamo l’istituzione di una commissione speciale, estesa ai cittadini, che ci veda tutti attori di un grande itinerario culturale-religioso.

Il cimitero comunale, da tempo, versa in precarie condizioni statiche, con grave pericolo per l’incolumità pubblica e privata, e gli amministratori, solo dopo reiterate richieste, si sono limitati a transennare le fabbriche pericolanti anziché affidarsi al project financing.

Come più volte denunciato, i debiti dell’Ente, tra quelli fuori bilancio, accertati e non ancora riconosciuti, e quelli certi, liquidi ed esigibili al 31/12/2013, ammontano a circa quattro milioni di euro, per non considerare che ogni anno paghiamo circa € 400.000,00 per rate di mutuo>>.

Conclude, poi, l’avvocato Bruno: “ Alla richiesta di manutenzione e pulizia fossi, torrenti e canaloni, per la messa in sicurezza del territorio hanno risposto con un avviso pubblico per il taglio della vegetazione soltanto lo scorso 11 dicembre.

Di piano strutturale: nemmeno a parlarne.

E’ ancora in atto, invece, la telenovela sulla raccolta differenziata.

L’ultimo atto è di sabato: con l’ennesima ordinanza 27/12/2014 annunciano che oggi inizierà la raccolta differenziata, in via sperimentale, in assenza di un’isola ecologica”.

Questa ultima informazione è veramente gravissima.

Tutti sanno, infatti, che senza una confacente isola ecologica non si può, anzi non si deve, iniziare la raccolta porta a porta , destinata ad un evidentemente fallimento!

Giappone, Corea, Cina.

 

Il primo allarme è di aprile scorso e viene proprio dal Giappone.

E' allarme in Giappone dallo scorso aprile.

Tra il 2013 e il 2014 il virus H5N8 è stato identificato quale causa di infezione in uccelli domestici e selvatici in alcuni Paesi dell'Asia Orientale, quali Corea del Sud, Cina e Giappone, ma fino al novembre scorso non era mai stato identificato al di fuori di questa area.
Due settimane fa, il governo giapponese ha ordinato l'abbattimento di 4 mila volatili in un pollaio, a 100 chilometri di distanza, nella stessa prefettura di Miyazaki.

Le autorità locali hanno chiuso le fattorie circostanti e hanno bonificato l'area.
In questi giorni le autorità giapponesi hanno ordinato l'abbattimento di altri 42mila polli, dopo la conferma del secondo focolaio di influenza aviaria in meno di un mese.

I test del dna hanno confermato che si tratta di un ceppo H5 del virus, lo stesso rilevato nella fattoria di Miyazaki, nel sudovest del Paese, dove sono morti numerosi polli.

Germania
Due settimane fa, il virus dell'influenza aviaria H5N8 è stato nuovamente rilevato anche in Germania, nel Land della Bassa Sassonia, dopo i casi in Meclemburgo-Pomerania occidentale e nei Paesi Bassi dello scorso novembre.

I 19mila volatili allevati nell'azienda coinvolta sono stati uccisi, insieme a altri 12mila di un allevatore vicino. 

Italia.
Lo scorso 16 dicembre è stato accertato un focolaio di influenza aviaria ad alta patogenicità anche in un allevamento di tacchini da carne del comune di Porto Viro (Rovigo).

La Sezione veterinaria e sicurezza alimentare della Regione ha provveduto ad adottare tutte le misure di contenimento del caso, compresa la definizione delle relative zone di restrizione, l'abbattimento e distruzione delle carcasse, lettiere, mangime e letame dei capi presenti nell'azienda, il divieto su tutto il territorio regionale di svolgere fiere, mostre e mercati con avicoli.

Il ministero della Salute, ha quindi varato misure per evitare il propagarsi della malattia nel Nord Italia, ossia dal Veneto al Piemonte, passando per Lombardia ed Emilia Romagna: le regioni dove è concentrata la maggioranza dei polli italiani

Libia.

Quattro persone sono morte nei giorni scorsi in Libia dopo aver contratto il virus dell'influenza aviaria. Lo ha confermato il ministero della Salute del governo riconosciuto dalla comunità internazionale, aggiungendo che una quinta persona e' ricoverata in ospedale a Tobruk, nell'est, con sintomi riconducibili a quelli del virus.

Tre delle quattro vittime sono morte a Tripoli e la quarta a Tobruk.

Il ministero non ha precisato di quale dei due ceppi conosciuti si tratti.

Una delegazione inviata dall'Organizzazione mondiale della sanità è arrivata oggi in Libia.

L'influenza aviaria (H5N1) ha causato, dal 2003, più di 400 morti, principalmente nel sud-est asiatico.

Un altro ceppo della stessa influenza l'H7N9, scoperto nel 2013, ha ucciso invece più di 170 persone.

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