Pietro De Paola del gruppo di opposizione “Uniti rilanciamo Praia” vuole chiarezza sulla questione degli incendi di cumuli di immondizia.
Secondo De Paola “Il sindaco riconosce ufficialmente che l’igiene pubblica e lo “spettacolo” di rifiuti ammassati lungo le vie della città sono un problema di oggettiva evidenza; il sindaco dichiara che l’immondizia viene ammassata in alcuni punti strategici e poi bruciata su mandato di singole persone e di non meglio precisati “movimenti” il cui obiettivo sarebbe quello di ledere l’immagine dell’amministrazione, soprattutto perche’ gli amministratori hanno deciso di colpire gli evasori fiscali. Fra questi evasori ci sarebbero i mandanti dello scempio”
E sempre “Uniti rilanciamo Praia” scrive che “ Il rispetto che nutriamo per le istituzioni non ci permette di aggiungere una sola parola a quelle che il sindaco ha pronunciato in pubblico e che crediamo siano già all’attenzione delle forze dell’ordine e dei magistrati. Infatti le dichiarazioni del sindaco si configurano come una denuncia di reato, e di che reato. Il sindaco ha dichiarato che in un prossimo comizio farà i nomi e i cognomi dei responsabili del misfatto”
E poi il gruppo di opposizione continua” Non comprendiamo, il filo di questo ragionamento, soprattutto sotto l’aspetto della successione temporale degli atti. Se il sindaco conosce i nomi dei responsabili, avrebbe dovuto già indicarli alle forze dell’ordine e ai magistrati. Ma è probabile che l’abbia già fatto. Noi ci permettiamo soltanto di sottolineare la necessità che si faccia chiarezza al più presto. I praiesi hanno il diritto di sapere subito qual è la natura effettiva di questo “complotto” denunciato pubblicamente dal sindaco, chi sono i mandanti e gli esecutori di atti che, se risultassero veri, sarebbero un vero e proprio attentato, premeditato alla salute dei praiesi e degli ospiti, all’economia e all’immagine della città. Noi siamo convinti che la società praiese è un corpo sano e che ha la forza per condannare con sdegno tutti gli irresponsabili che, per i loro fini, tentano di creare tensione sociale. Ma anche nei corpi sani la tensione sociale può produrre guasti. Perciò chiediamo con forza che si faccia chiarezza con urgenza: una chiarezza concreta e documentata, una chiarezza di oggettive responsabilità individuali. All’immagine di Praia fanno male sia il fetore e i fumi della “ monnezza” ammassata e bruciata che i polveroni”.
La storia è semplice.
Il 6 agosto scorso l’ufficio postale di Sangineto subisce una rapina.
Un delinquente armato di mazza si fa consegnare dall’impiegata 1500 euro
L’ufficio dopo la rapina è stato chiuso
Ovvi i problemi per tanta gente , in particolare per i pensionati.
Da qui l’intervento del consigliere di minoranza Francesco Cataldo, del gruppo “Obiettivi comuni”che ha inutilmente sollecitato la riapertura dell’ufficio postale.
A questo punto Cataldo si rivolge all’onorevole Stefania Covello del PD che risolve il problema
L’ufficio appena possibile riaprirà
E Cataldo “Ringrazio l’onorevole Covello, da sempre vicina alle esigenze dei sanginetesi perché da anni trascorre qui le sue vacanze, per il tempestivo interessamento alla vicenda. Finalmente si pone fine ad un periodo di disagi per i cittadini ed in particolare per le fasce più deboli”.
Cosa faremmo senza i parlamentari ?
Come perviene ve lo presentiamo ma non possiamo non evidenziare alcuni
elementi di perplessità e tra questi:
1)perché non vengono riportati i valori di escherichia coli del torrente Fiumicello?
2) che significa che il Sindaco della cittadina tirrenica cosentina “ dovrebbe determinare un provvedimento di interdizione della “balneazione alla foce del torrente e nel tratto di mare strettamente limitrofo”? DEVE O NON DEVE?
I valori di escherichia coli dei campioni d’acqua di mare prelevati nei pressi della foce del torrente Fiumicello che si trova al confine tra Grisolia e Santa Maria del Cedro (CS) sono superiori rispetto a quelli stabiliti dalla normativa sulla balneazione. Ciò dovrebbe determinare un provvedimento da parte del Sindaco della cittadina tirrenica cosentina di interdizione della “balneazione alla foce del torrente e nel tratto di mare strettamente limitrofo”.
E’ quanto comunica il dr. Edoardo Fiorino, dirigente del servizio tematico Acque del Dipartimento provinciale di Cosenza dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal), che ieri ha ricevuto i referti finali delle analisi eseguite dai laboratori Arpacal di Cosenza sui campioni prelevati domenica pomeriggio a Santa Maria del Cedro, con la collaborazione della Guardia Costiera di Diamante, a seguito di alcune delle diverse segnalazioni che stanno giungendo al Numero Verde 800.331929 dell’Arpacal.
Da diversi giorni, infatti, giungono al numero verde dell’Arpacal - istituito a seguito dell’iniziativa “SOS Pronto intervento per il Mare 2013” sulla base di un accordo siglato tra l’assessorato all’Ambiente della Regione Calabria, la Direzione Marittima regionale e la stessa agenzia ambientale calabrese - segnalazioni su presunte emergenze ambientali nel tratto di costa che interessa i comuni di Diamante, Santa Maria del Cedro, Grisolia e Scalea. Nella gran parte dei casi si è trattato di proliferazione algale.
Nello specifico degli interventi del 18 agosto scorso, e più precisamente quelli contraddistinti dai codici 180813CS007 e 180813CS004, dopo i campionamenti delle acque superficiali del fiume Abatemarco e del torrente Fiumicello, ed a conclusione dell’attività di analisi di laboratorio - che ha una tempistica standardizzata dalla normativa nazionale - si è accertato il superamento dei valori per il torrente Fiumicello, mentre valori nella norma per l’Abatemarco. Fiorino ha relazionato sui fatti anche ai Sindaci di Santa Maria del Cedro e Grisolia che, in base alla normativa, sono chiamati a prendere gli opportuni provvedimenti.
“Questo caso specifico – ha commentato il direttore scientifico dell’Arpacal, dr. Oscar Ielacqua – dimostra l’efficacia dell’iniziativa SOS Pronto Intervento per il Mare; a fronte di numerose segnalazioni, che spesso ci portano in questi giorni a refertare la presenza di mucillagini o proliferazioni algali, riusciamo anche, e questo solo grazie alle segnalazioni dei cittadini, ad individuare vere emergenze per la salute dei bagnanti e per l’ambiente”.
Catanzaro, 21 agosto 2013
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