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Redazione TirrenoNews

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Lamezia Terme. Una grande, una bella iniziativa ieri sera a Lamezia Terme. Mi è dispiaciuto per le tante, troppe persone che non sono riuscite ad entrare in sala e sono rimaste nella hall del Grand Hotel Lamezia.

 

Abbiamo presentato il libro di Angela Napoli “L’Antimafia dei Fatti”, pubblicato da Falco, un editore bravo, onesto e coraggioso di Cosenza. Una manifestazione molto partecipata, grande attenzione da parte di tutti.

Con Angela Napoli, Paolo Pollichieni, il professor Giorgio Lo Feudo e Michele Falco. Nella sala gremita, tantissimi i testimoni di giustizia, tanti cittadini venuti anche da fuori Lamezia, tante persone di buona volontà. Nello scrivere il libro, abbiamo pensato proprio a tutti loro.

Ed a tutti loro abbiamo pensato ieri sera. Non riesco a citare tutti, perché sicuramente dimenticherei qualcuno. Ma spero che i presenti si riconoscano in queste mie parole. Ovviamente c’era Risveglio Ideale al gran completo, l’Associazione fondata da Angela Napoli e di cui abbiamo scritto nell’ultimo capitolo del libro.

I nostri interventi sono stati tutti veloci, diretti, nessuno di noi si è parlato addosso, ma l’interlocuzione con la sala è stata continua, con tutti ci è bastato lo scambio di uno sguardo per capirci bene tra noi. E come ci siamo capiti bene! E’ prevalso, ieri sera, il Noi progettuale, il contrario esatto dell’Io narcisistico che dilaga in tante pieghe della società.

Questo libro è un punto di arrivo di un lungo percorso, caratterizzato dall’impegno di Angela Napoli nelle Istituzioni e nei territori della Calabria e non solo. Ma il libro è anche un punto di ripartenza per estendere la nostra rete di rapporti, per continuare a costruire percorsi per la Legalità e la Giustizia, una mission alla quale Angela Napoli ha dedicato la sua vita, come si legge nella quarta di copertina e come lei stessa ha ribadito ieri sera: “un impegno che continua e si rafforza con il contributo di tutti”.

Questo è un libro d’Amore: per la Calabria, per l’Italia, per l’Europa.

E’ un libro che segna la differenza tra l’antimafia parolaia, di parata e inconcludente e l’Antimafia dei fatti, come recita il titolo e non solo. Nel libro ci sono pezzi di vita di Angela Napoli e di quanti sono stati dalla parte giusta, con la schiena dritta, come i testimoni di giustizia presenti in sala. Ma per fare l’Antimafia dei fatti, occorre anche saper fare Politica con la P maiuscola, una Politica fondata sull’Etica, perché l’Etica libera la bellezza (don Luigi Ciotti), contro la bruttezza delle mafie, della corruzione, del malaffare e della malapolitica. Nella nostra mentalità inclusiva delle persone di buona volontà, indipendentemente da dove siano collocate negli schieramenti politici attuali, è al tempo stesso importante marcare le differenze, che non vanno mai dimenticate. Una singola persona ha un problema? Una comunità ha un problema?

“Sortirne da soli è l’egoismo, sortirne insieme è la Politica” (don Lorenzo Milani).

Una vita per la Legalità e la Giustizia quella di Angela Napoli, senza dimenticare la giustizia sociale, in un quadro di crisi economica strutturale con tasso di disoccupazione balzato al 13,2 per cento, mentre vola al 43,3 per cento quello della disoccupazione giovanile. “La storia della distribuzione delle ricchezze è sempre una storia profondamente politica, che non si esaurisce nell’individuazione dei meccanismi puramente economici”, scrive Thomas Piketty nel suo capolavoro “Il Capitale nel XXI Secolo”, un libro che studia e dà soluzioni al tema delle diseguaglianze, un saggio di 950 pagine che è diventato un best sellers. Attendiamo il 5 dicembre quando il Censis presenterà il 48° Rapporto sullo stato sociale del Paese. Vedremo e valuteremo.

L’Antimafia dei Fatti tiene conto anche dei contesti in cui deve svilupparsi l’azione di contrasto alle mafie, che, proprio sul terreno economico drenano risorse a loro vantaggio e a discapito dell’economia legale e dei territori, non solo del Sud. Angela Napoli ha ricordato qual è il nostro metodo, quello di denunciare e di fare nomi e cognomi, proprio come abbiamo fatto in questo libro, ma c’è una bussola che ci guida: rigorosi nell’analisi, rigorosi nei principi, consapevoli delle difficoltà, ma con indicazioni di prospettiva e di speranza racchiuse in due nostri “storici” motti: “Andiamo Avanti!” e “Le mafie sono ancora forti, ma si possono battere”, come si può leggere nella quarta di copertina.

La serata di Lamezia Terme è stata tutto questo, una ripartenza verso obiettivi più avanzati, un rafforzamento di legami con le persone di buona volontà, visto che in questi anni – ha ricordato Angela Napoli – abbiamo collezionato anche delusioni e amarezze. Ci sono stati momenti nei quali ci siamo girati e abbiamo visto che dietro di noi non c’era più nessuno.
La serata di Lamezia è stata anche il racconto divertente delle fasi di lavorazione del libro: l’impegno, la raccolta e la lavorazione di tanti materiali, la concentrazione per fare di più e meglio, l’ansia di essere in ritardo, il ritmo a volte forsennato per rispettare le scadenze che ci eravamo dati. In tante parti il libro è sotto forma di intervista. Nel lavorare le risposte che mi giungevano da Angela Napoli, ho fatto una constatazione che ho voluto condividere con i presenti: Angela Napoli è non solo una professoressa di Matematica e Preside, è non solo una politica e parlamentare, ma anche un’ottima giornalista. L’abbraccio affettuoso delle tante persone che sono state con noi a Lamezia ieri sera ci dà la forza di andare avanti. Il libro c’è ed è una bella realtà. Ci domandavamo, nel corso della lavorazione: “Manca qualcosa? Potevamo fare di più?” Mi consola un vecchio motto e insegnamento di un grande giornalista, Luigi Zoppo, che diceva: “Ricorda, non si può scrivere tutto in una volta”. Abbiamo colto negli occhi di tutti lo sguardo della soddisfazione, della contentezza, accompagnato dall’incoraggiamento ad andare avanti. E faremo proprio così, contenti di aver regalato a Lamezia e alla Calabria una bella serata.

 

Orfeo Notaristefano - scrittore-giornalista e curatore del libro "l'Antimafia dei Fatti" di Angela Napoli

40 persone denunciate per aver incassato pensioni dei parenti morti.
Gli enti truffati sono “more solito” l'Inps ed il Dipartimento Ragioneria generale dello Stato del Ministero dell'Economia. A scoprire la truffa è “more solito” la Guardia di Finanza.

 

Questa volta quella di Catanzaro che ha denunciato 40 persone con l’accusa di aver percepito indebitamente le pensioni di parenti deceduti.
Nell’ambito dell’indagine sono state vagliate quattromila posizioni pensionistiche relative agli ultimi cinque anni.

La truffa ammonta complessivamente a 350.000 euro.
Tra i 40 denunciati figura un pregiudicato di Lamezia Terme, accusato di aver incassato la pensione di guerra di cui era titolare la madre, deceduta da tempo, percependo indebitamente oltre 80.000 euro.
Uno degli indagati ha percepito indebitamente da solo oltre 130.000 euro.
I denunciati, titolari di deleghe all’incasso delle pensioni quando i parenti che ne erano titolari erano ancora vivi, hanno attestato falsamente l’esistenza in vita dei loro congiunti in modo da poter continuare a percepire gli emolumenti.
Agli indagati, in esecuzione di un provvedimento emesso dal gip di Catanzaro su richiesta della Procura della Repubblica, sono stati sequestrati beni, ritenuti provento della truffa, per un ammontare complessivo di 250.000 euro

La Guardia di finanza ha denunciato le persone coinvolte nell'indagine anche alla Procura regionale della Corte dei conti per il danno erariale provocato.
1 dicembre 2014

 

Martedì 2 dicembre dalle ore 14.00 a Cosenza, presso la Biblioteca dell’Ospedale Mariano Santo, si svolgerà un incontro nel quale le donne che convivono con la malattia potranno confrontarsi con specialisti oncologi e Associazioni pazienti.

 

Fa tappa in Calabria “Tutta la vita che c’è”, la campagna nazionale itinerante di sensibilizzazione che ha l’obiettivo di accendere i riflettori sul tumore al seno avanzato e dare voce a migliaia di pazienti.

Cosenza, 1 dicembre 2014 - In Calabria si registrano ogni anno 1.200 nuovi casi di tumore mammario e sono attualmente circa 8.000-9.000 le donne che convivono con questa malattia. Anche in Calabria sono numerose le donne che combattono con la forma avanzata di tumore al seno e che oggi, grazie ai progressi delle terapie, convivono sempre più a lungo con la malattia e con una migliore qualità di vita.

A loro è dedicata “Tutta la vita che c’è”, una campagna nazionale itinerante d’informazione, realizzata con il contributo di Novartis e promossa dalle Associazioni pazienti Salute Donna onlus e A.N.D.O.S., Associazione Nazionale Donne Operate al Seno, che ha l’obiettivo di dare finalmente voce e ascolto alle esigenze e alle speranze di migliaia di donne “invisibili” con tumore al seno avanzato.

Martedi 2 dicembre, a partire dalle ore 14.00, a Cosenza, presso la Biblioteca dell’Ospedale Mariano Santo, si terrà un incontro nel quale le pazienti potranno confrontarsi con gli specialisti locali su tutti gli aspetti della vita quotidiana coinvolti dalla malattia, parlare apertamente della loro condizione, portare le loro testimonianze e condividere le loro esperienze. Nell’ambito dell’incontro, si potrà aggiungere una foglia all’“Albero della vita” che correderà ogni tappa della campagna, scrivendo un pensiero per manifestare supporto alle donne che lottano.

«All’Unità Operativa Complessa di Oncologia Medica dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza – PO Mariano Santo afferiscono pazienti da tutta la provincia, ma un 7-8% delle pazienti proviene dalle provincie limitrofe e da alcune regioni del Sud – afferma Serafino Conforti, Responsabile del Day Service Oncologico – nel primo semestre del 2014 abbiamo operato circa 85 pazienti, 200 sono in trattamento mentre 600 sono quelle che periodicamente ritornano per il follow up. La nostra struttura è nata attorno agli anni ’80 ma nell’ultimo ventennio è cresciuta ed è stata potenziata con una tutta serie di servizi. Attualmente disponiamo di 20 posti letto in degenza ordinaria, 6 poltrone in day hospital e di servizi di radioterapia, genetica, counselling biomolecolare e psiconconcologia. Il Centro inoltre è dotato di un ambulatorio della prevenzione e uno dedicato al follow up e dispone di un Percorso Diagnostico Terapeutico interamente dedicato alle donne con tumore del seno».

«Abbiamo aderito alla campagna “Tutta la vita che c’è” – sottolinea Conforti – perché si coniuga perfettamente con gli obiettivi della nostra Oncologia Medica che è da sempre concentrata, oltre che nell’assistenza e le cure più aggiornate e comprovate scientificamente, anche sulla qualità di vita delle pazienti».

“Tutta la vita che c’è” è anche il titolo del Manifesto della campagna, che le due Associazioni hanno messo a punto per richiamare l’attenzione delle Istituzioni, dei media e dell’opinione pubblica sui diritti e sulle esigenze di queste pazienti. «Le statistiche ci dicono che il numero delle donne che convivono a lungo con un tumore al seno in fase avanzata è destinato per fortuna a crescere nei prossimi anni – afferma Annamaria Mancuso, Presidente di Salute Donna onlus – le prospettive per le donne colpite da questa patologia stanno cambiando, ma è necessario che le pazienti vedano seriamente riconosciuti i loro bisogni e i loro diritti. Vorremmo che i media e l’opinione pubblica cominciassero a parlare di tumore al seno avanzato senza paura e che le donne affrontassero la propria condizione senza timore di subire emarginazione lavorativa e sociale».

Messaggi e obiettivi della campagna si ricollegano al progetto Her(e) and Now, un’iniziativa di awareness paneuropea promossa da Novartis Oncology per mettere in evidenza l’impatto socio-economico di questa patologia e migliorare in tutto il Continente i livelli di assistenza e supporto per queste pazienti.

Le prospettive per le donne colpite da questa patologia sono migliorate grazie a una più approfondita conoscenza dei meccanismi molecolari alla base delle diverse forme di tumore della mammella e all’avvento di terapie mirate che agiscono contro specifici bersagli molecolari.

Ma l’impatto della patologia, ad oggi, resta pesante, anche per le ricadute di tipo psicologico. Secondo i dati italiani di una ricerca europea condotta dall’Istituto di Ricerca Insight Research Group, nell’ambito della campagna Her(e) and Now, circa i due terzi (63%) delle donne spesso ritiene che nessuno capisca cosa stiano attraversando, il 58% delle pazienti lamenta un certo grado di sofferenza psicologica, con episodi di depressione, ansia e stress, e quasi una donna su due (47%) ritiene che la propria condizione venga percepita negativamente da parte della società. Molto rilevante anche una ricerca condotta su 80 pazienti dall’Istituto di Ricerca GFK Eurisko dalla quale emerge che le donne intervistate ritengono importante essere trattate come persone e non come pazienti nel 94% dei casi e nel 97% ritengono rilevante sentirsi integrate nella società.

Le esigenze delle donne con carcinoma mammario avanzato sono diverse rispetto a quelle delle pazienti con malattia in fase iniziale a causa dei sintomi della malattia, generalmente più gravi nei casi avanzati, delle cure e dei loro effetti collaterali, degli esami da eseguire periodicamente.

Il 64% delle donne intervistate ritiene importante avere accesso alle informazioni e poter interagire con il personale sanitario al di fuori delle visite ambulatoriali. La mancanza d’informazione e la carenza di programmi specifici a supporto delle donne, che si trovano in questa fase di malattia, lascia le pazienti sole e senza punti di riferimento e interlocutori: secondo la ricerca paneuropea, la maggioranza delle pazienti italiane vorrebbe ricevere maggiore supporto da Associazioni focalizzate sul tumore al seno avanzato. La campagna “Tutta la vita che c’è” nasce proprio per rispondere a questa esigenza e offre alle donne con tumore al seno avanzato ulteriori opportunità di incontro con gli specialisti e le Associazioni pazienti a cui poter rivolgere domande sulla loro condizione.

L’incontro di Cosenza si svolge sulla scia di progetti promossi dagli specialisti oncologi del PO Mariano Santo a supporto della qualità di vita delle donne. «Il nostro impegno è rivolto, oltre a dare a pazienti e famiglie una corretta informazione su ogni aspetto che riguarda sia la malattia che le terapie, anche nella realizzazione di iniziative a supporto della gestione quotidiana della malattia. Ad esempio lavoriamo molto con le Associazioni dei pazienti, i cui volontari sono presenti nei reparti, per offrire assistenza domiciliare e spazi dedicati alle cure estetiche e, in particolare, al problema della perdita dei capelli, particolarmente sentito nelle donne. Tra le nostre iniziative, anche un progetto dedicato alla buona alimentazione nell’ambito del quale forniamo consigli e consulenza di vario tipo grazie alla professionalità di dietologhe dedicate».

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