Rende. É ancora tutta da chiarire la dinamica dell'omicidio-suicidio che a Rende ha provocato la morte di Salvatore Giordano, della moglie, Francesca Vilardi, e dei due figli della coppia, Cristiana, di 31, e Giovanni, di 26. La prima ipotesi è che si sia trattato di un omicidio-suicidio.
Non c'é alcuna certezza, tuttavia, secondo i carabinieri della Compagnia di Rende ed i magistrati della Procura di Cosenza che sono sul posto, che a sparare contro la moglie e i due figli sia stato Salvatore Giordano.
L'ipotesi che sia stato Giordano a compiere la strage é verosimile, ma per averne la certezza si attende l'esito degli esami balistici e dello stub sui cadaveri.
I quattro cadaveri sono stati trovati nella loro villetta di Rende.
Nell'appartamento i carabinieri hanno trovato una pistola che sarebbe l'arma usata per compiere la strage.
Tre corpi nel corridoio ed il quarto in una stanza vicina.
É così che i carabinieri hanno trovato i cadaveri della famiglia Giordano.
Nel corridoio gli investigatori hanno trovato i corpi del capofamiglia, Salvatore Giordano, della moglie Francesca Vilardi e della figlia Cristiana.
Il figlio Giovanni, invece, era in una stanza attigua.
Le due pistole sono state trovate una vicina a Giovanni e l'altra nel corridoio
NEWS.
Si è ucciso sparandosi in bocca dopo avere ucciso moglie e figli.
Sarebbe questa, secondo quanto sta emergendo dagli accertamenti tecnici, la dinamica dell'omicidio-suicidio compiuto in una villetta a Rende.
A sparare contro i familiari, dunque, sarebbe stato Salvatore Giordano.
L'uomo, tra l'altro, secondo quanto emerso, oltre a sparare contro le due donne, le avrebbe anche accoltellate.
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Cosenza
Reggio Calabria :Il consigliere regionale Giuseppe Giordano si dichiara preoccupato per la preoccupante chiusura delle edicole.
«La crisi della stampa cartacea provoca anche una preoccupante chiusura delle edicole, ossia di quei luoghi di "culto laico" che, specialmente in Calabria, sia nei piccoli centri che nelle città, svolgono un vero e proprio servizio culturale a favore della collettività».
«Le chiusure, a ritmo incalzante, di numerose edicole, non solo nei piccoli centri ma anche nelle città e nelle zone più centrali delle nostre città, dimostra, da una parte, un'insopportabile indifferenza verso luoghi che, nel tempo, hanno svolto una funzione sociale preziosa e, dall'altra, impone l'urgenza di reagire con forte determinazione. Personalmente, ho già siglato la proposta di legge che ha come primo firmatario il collega Damiano Guagliardi, ma credo che, dinanzi ai dati allarmanti che coinvolgono migliaia di famiglie calabresi, occorrano provvedimenti decisamente più incisivi. In Italia, per una serie di ragioni, sono state costrette a chiudere in un paio d'anni 15mila edicole. In Calabria i dati sono più neri e il quadro che vede molti edicolanti guadagnare meno di 500 euro netti al mese, ci deve indurre a non lasciar morire un settore che, una volta stroncato, provocherà un impoverimento generale».
«Sono d'accordo con la proposta legislativa che spero possa essere approvata rapidamente secondo cui occorre intervenire per autorizzare i titolari di un punto vendita esclusivo allo svolgimento di un'attività di vendita secondaria, come già prevista dalla maggior parte delle altre regioni, ma è urgente agire, assieme al sindacato di categoria ed al mondo associazionistico in generale, per affrontare i nodi strutturali che nella filiera stampa-editoria-punti vendita, vede le edicole come il punto più fragile su cui si scaricano le contraddizioni di un sistema che mentre ha puntato sulla liberalizzazione come panacea di tutti i mali, oggi, di fatto si ritrova a fare i conti con un vero e proprio fenomeno di concentrazione delle vendite che, a conti fatti, non solo non ha ampliato i luoghi dell'offerta, ma ha sostanzialmente privato di un servizio indispensabile le popolazioni».
NdR.Come faremo senza le locandine esposte davanti alle edicole ad annunciare i principali fatti locali per attrarre l’acquisto dei quotidiani?
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Reggio Calabria