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Avevamo  scritto proprio ieri sulla necessità-opportunità che Maria Carmela Lanzetta parlasse della vicenda della giunta regionale ed ecco che stamani si coglie la sua dichiarazione sul Corriere della Sera.

“Furono considerazioni di carattere politico a motivare il fermo no ad un posto in giunta offerto dal governatore Mario Oliverio”.

Spiega l'ex ministro, Maria Carmela Lanzetta, in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera:

«De Gaetano non era stato candidato alle regionali, salvo, poi, inspiegabilmente, essere nominato assessore.

Una scelta sui cui ho chiesto precisi chiarimenti, senza tuttavia ricevere, mai, alcuna risposta.

Eppure il quadro intorno a De Gaetano era conosciuto.

Suoi santini erano stati trovati a casa dei Tegano e la stessa vicenda rimborsopoli era nota a tutti”

E qui Lanzetta non convince.

Primo. Perché trovare santini nelle case dei mafiosi non può essere considerata certamente una prova della collusione tra politica e ‘ndrangheta. Se fosse così quasi in ogni comune sono stati trovati santini nella case dei mafiosi e nessuno è stato arrestato. Prova ne sia che De Gaetano è stato arrestato per “rimborsopoli e non per i santini.

Secondo. Rimborsopoli non ha interessato solo De Gaetano e che la vicenda fosse nota a tutti( ???) non significa che Oliverio potesse anticipare le conclusioni della magistratura . Se lo avesse potuto fare avrebbe dovuto escludere non solo De Gaetano( come ha fatto) ma tantissimi altri!!!

Continua, inoltre, la Lanzetta :”Ma per la mia scelta ho dovuto subire anche attacchi molto duri, anche all'interno dello stesso Pd, senza dimenticare la convocazione in commissione antimafia, uno dei tanti scivoloni a cui la Bindi ormai ci ha abituato».

Infine afferma: “Fui travolta dalle critiche per il mio no all'ingresso nella giunta Oliverio.”

Già! Ed adesso perché queste voci , allora, contrarie stanno zitte?

Per ultimo Maria Carmela Lanzetta dichiara” Adesso potrei anche tornare in politica, ma solo se ci dovessero essere determinate condizioni”.

Ed è questa la affermazione più rilevante .

Basterà alla Lanzetta la esclusione dalla Giunta di Nino De Gaetano?

Rimborsopoli, allora non significa niente per lei?

Pubblicato in Italia

Ecco l’elenco completo delle persone coinvolte nell'inchiesta di Reggio Calabria sulla gestione dei fondi del Consiglio regionale.

Ve lo offriamo per entità degli importi contestati anche se occorre ovviamente attendere le risultan- ze processuali.

Pur tuttavia gli importi contestati ci sembrano sintomatici delle personalità degli indagati.

 

Antonino De Gaetano ( Rifondazione Comunisti Italiani)per una somma pari a € 410.588 per uno dei capi di imputazione, più € 1.254,00 per un secondo capo di imputazione.

Luigi Fedele( Popolo della libertà), per una somma pari a € 399.969,03.

Giovanni Emanuele Bilardi ( Scopelliti Presidente) , per una somma pari a € 357.655,96

Nicola Adamo( Partito Democratico) per una somma pari a € 278.856,1

Sandro Principe, ( Partito Democratico)per una somma pari a € 35.087, 19

Pasquale Maria Tripodi (UDC), per una somma pari a € 161.091,82 per uno dei capi di imputazione, più altri € 25.200 per un secondo reato contestato.

Alfonso Dattolo,(UDC) per una somma pari a 185.169,34.

Alfonsino Grillo, ( Scopelliti Presidente) per una somma pari a € 95.100

Mario Maiolo, ( Partito Democratico)per una somma pari a € 88.963,25

Vincenzo Antonio Ciconte, (Autonomia e Diritti Loiero Presidente) per una somma pari a 10.709,00 per uno dei capi di imputazione, più € 41.251,28 per un secondo reato contestato, più € 17.550,00 per un terzo reato

Mario Franchino, ( Partito Democratico) per una somma pari a € 47.020,83

Francesco Sulla ( Partito Democratico) , per una somma pari a € 42.108,19

Ferdinando Aiello, ( Rifondazione Comunisti Italiani)per una somma pari a 3.680,08, più € 20.489,15 per un secondo reato contestato, più € 16.540,76 per un terzo reato contestato

Pietro Aiello, (Popolo della Libertà) per una somma pari a € 37.160,04

Sandro Principe, ( Partito Democratico)per una somma pari a € 35.087, 19

Giovanni Nucera, (Popolo della Libertà) per una somma pari a 34.777,99

Agazio Loiero, (Autonomia e Diritti Loiero Presidente) per una somma pari a € 15.625,45, per uno dei capi di imputazione, più € 13.902, per un secondo capo di imputazione

Carlo Guccione, ( Partito Democratico)per una somma pari a € 27.186,07

Emilio De Masi,( Italia dei valori) per una somma pari a € 20.694,55

Claudio Parente, (Scopelliti Presidente) per una somma pari a € 14.543,07

Pietro Amato, ( Partito Democratico)per una somma pari a € 13.836,23

Domenico Talarico, (Italia dei Valori)per una somma pari a € 13.175,08

Gianluca Gallo, ( UDC )per una somma pari a 12.477,64

Antonio Scalzo, ( Partito Democratico) per una somma pari a € 11.193,54

Bruno Censore, ( Partito Democratico)per una somma pari a € 10.173,86

Demetrio Battaglia, ( Partito Democratico) per una somma pari a € 8.761,75

Salvatore Magarò, (Scopelliti Presidente) per una somma pari a € 6.610.

Pubblicato in Calabria

Scrivono Dalila Nesci, Nicola Morra, Paolo Parentela, Federica Dieni e Riccardo Nuti:

“Il governatore della Calabria, Mario Oliverio, deve dimettersi subito. Egli ha difeso a oltranza e senza riserve morali la nomina di Antonino De Gaetano, anche col silenzio tombale tenuto nella sua recente audizione in Antimafia”.

Lo dichiarano i parlamentari M5s calabresi Dalila Nesci, Nicola Morra, Paolo Parentela, Federica Dieni e Riccardo Nuti, quest'ultimo componente della commissione Antimafia, in seguito alla notizia degli arresti domiciliari per l'assessore regionale Antonino De Gaetano, coinvolto nell'inchiesta della Procura di Reggio Calabria sulla gestione dei fondi dei gruppi consiliari.

“Nonostante destinatario di tre informative e di una richiesta di arresto per presunto appoggio elettorale dalla 'ndrangheta, De Gaetano – proseguono i parlamentari M5s – è stato mantenuto al suo posto da Oliverio, che non ha voluto ascoltare nessuno.

Pertanto l'allora ministro Maria Carmela Lanzetta rifiutò di entrare nella giunta regionale”.

“In Calabria – continuano i parlamentari M5s – le istituzioni sono fortemente inquinate e ciò ne causa l'arretratezza.

Dunque, come raccomandava Paolo Borsellino, la politica non deve attendere le sentenze della magistratura per allontanare amministratori su cui gravano forti sospetti.

Oliverio sapeva pure che De Gaetano era indagato per i rimborsi, ma ha dato una prova di forza, mostrando ai calabresi che il potere sta al di sopra dell'etica e dell'interesse pubblico.

C'è voluto l'intervento della magistratura per sgretolare l'arroganza immorale di Oliverio, che ha la responsabilità d'aver legittimato politicamente De Gaetano, contro ogni buon senso”.

“Adesso – concludono i parlamentari M5s – in Calabria è scoppiata una questione morale gigantesca tutta interna al Pd, che noi avevamo già denunciato con chiarezza in commissione Antimafia, nell'indifferenza complice del presidente, Rosy Bindi.

Adesso il segretario del Pd Matteo Renzi si assuma le sue responsabilità e cacci Oliverio”.

Pubblicato in Calabria

Lo tsunami che ha investito in queste ore la Giunta regionale calabrese in seguito all’operazione “Erga Omnes” e che ha visto tra gli arrestati anche l’assessore regionale Nino De Gaetano, è un fatto di inaudita gravità ed incarna quel mal costume politico di potere e di sotto potere che nel tempo,specie nei governi regionali,si è ormai cristallizzato ed è in perfetta continuazione col passato, e col gioco delle alternanze politiche alla guida della regione tutto questo resta sempre intatto.

Un Governo ed un Consiglio regionale che non era di sicuro nato sotto i migliori auspici con la nomina dello stesso chiacchierato assessore De Gaetano in un importante settore come quello dei lavori pubblici e con l’elezione a Presidente del Consiglio di un rinviato a giudizio come Antonio Scalzo. Ora si può certamente affermare che il re è nudo, bene farebbe quindi il governatore Mario Oliverio ad assumersi le proprie responsabilità,allo stato attuale non vi sono più le condizioni per poter governare in maniera serena e trasparente una difficile regione come la Calabria,attraversata da vari problemi di natura sociale,economica,sanitaria ed ambientale.

Noi di Forza Nuova, alla luce di questa devastante inchiesta che riguarda i contributi regionali per le spese istituzionali e che ha portato all’arresto per peculato un assessore in carica insieme a tre ex consiglieri regionali con altri ben ventisette politici indagati, chiediamo l’immediato azzeramento di tutte le cariche e le nomine fatte in seno alla Regione Calabria, urge un immediato commissariamento della stessa Regione da affidare magari ad un alto rappresentante dell’esercito non affiliato alla massoneria ed alle lobby di partito e che traghetti l’ente verso nuove elezioni. La corruzione ha ormai preso il sopravvento.

Da anni Forza Nuova afferma che la Regione è l’ente politico dove maggiormente cova il malaffare e l’inchiesta attuale sfociata con questi arresti non è altro che il proseguimento di una certa politica affarista che si annida nei palazzi istituzionali della Regione e che paralizza tutte le attività politiche che dovrebbero essere messe in atto per risolvere i tanti problemi che stringono la Calabria nella loro infernale morsa, dal sistema rifiuti alla sanità,è tempo che tutti questi politici corrotti vadano a casa una volta per sempre.

IGOR COLOMBO, PORTAVOCE REGIONALE FORZA NUOVA CALABRIA

Pubblicato in Lamezia Terme

L’odierna operazione, denominata “Erga omnes” e scaturita dall’inchiesta “Rimborsopoli”, che ha portato a tre provvedimenti di custodia domiciliare, a cinque divieti di dimora in Calabria (da non sottovalutare!!) e ad oltre due milioni e mezzo di euro sequestrati, il tutto a carico di uomini politici dei vari schieramenti, fa ascrivere alla Calabria una nuova pagina nera.

Le responsabilità sono tutte di quei partiti e di quegli uomini politici che si ostinano a delegare alla Magistratura la pulizia del loro mondo.

La responsabilità è di chi dà incarichi di governo della cosa pubblica a coloro che sanno già essere sottoposti ad inchieste giudiziarie nonché di chi dall’interno dei partiti di appartenenza continua a difendere gli “indifendibili”.

La responsabilità è anche di chi non lascia fuori dalla politica coloro che, avvalendosi del consenso elettorale, sperpera o si appropria del denaro dei cittadini.

Credo che il Governatore della Calabria, dopo essersi ostinato a nominare nella sua Giunta personaggi che risultavano già sottoposti ad indagini giudiziarie ed oggi ufficialmente coinvolti nelle stesse, abbia il dovere morale di agire di conseguenza in relazione alla gravità della situazione emersa e ritengo, altresì, che i responsabili degli altri partiti politici, i cui uomini risultano coinvolti nell’inchiesta odierna, debbano comprendere che i cittadini calabresi non possono e non debbano più essere defraudati ed offesi nella loro onestà e moralità.

Taurianova, 26 giugno 2015 Angela Napoli Presidente Associazione “Risveglio Ideale”

Pubblicato in Calabria

1 solo estraneo alla politica: si tratta di un collaboratore della commissione Bilancio Giovanni Antonio Raso.

Gli altri 30 sono tutti consiglieri od ex consiglieri regionali.

Il senatore Pietro Aiello (Ncd),

il senatore Antonio Caridi (Ncd).

Giuseppe Caputo (FI)

Mario Magno (FI),

Giuseppe Morrone (FI),

Salvatore Pacenza (FI),

il vice presidente del Consiglio regionale Alessandro Nicolò (FI)

il segretario questore Giovanni Nucera (Ncd).

L’elenco continua con Fausto Orsomarso (Ncd),

Nazzareno Salerno (Ncd),

Alfonsino Grillo (Scopelliti presidente),

Candeloro Imbalzano (Scopelliti Presidente),

Salvatore Magarò (Scopelliti Presidente),

Claudio Parente (Scopelliti presidente),

Gianluca Gallo (Udc),

Ottavio Bruni (Udc).

Indagato anche il presidente di Palazzo Campanella Francesco Talarico (Udc),

il vice presidente Pietro Amato (Pd).

ed ancora di Mario Franchino (Pd),

Carlo Guccione (Pd),

Mario Maiolo (Pd),

Antonio Scalzo (Pd)

Francesco Sulla (Pd).

L’elenco si completa con il parlamentare Ferdinando Aiello (Sel, ora Pd),

con Rosario Mirabelli (Ncd),

con Domenico Talarico (Idv),

con Giuseppe Giordano (Idv),

con Nicola Adamo (Pd).

Indagini in corso anche sui rimborsi dei parlamentari Demetrio Battaglia (Pd) e Bruno Censore (Pd).

L’inchiesta porta la firma del Procuratore aggiunto Ottavio Sferlazza e del pm Matteo Centini.

Ovviamente in molti casi si tratta di un atto dovuto e in ambienti investigativi si evidenzia che alcune posizioni verranno archiviate.

In alcuni casi al contrario sono stati riscontrati casi di gravi irregolarità e vere e proprie truffe,.

Vedremo…..

Pubblicato in Reggio Calabria

La "rimborsopoli" tutta calabrese si allarga a macchia d'olio.

Ci sono altre 31 persone indagate nell'inchiesta sui presunti rimborsi irregolari ottenuti dai consiglieri regionali. Sono 31 persone che hanno già ricevuto, o che stanno per ricevere un avviso di deroga delle indagini. Gli inquirenti infatti (l’inchiesta è firmata dal procuratore aggiunto Ottavio Sferlazza e dal pm Matteo Centini) hanno chiesto altri mesi di tempo per chiudere l’indagine. O meglio un altro periodo, necessario a rimettere in ordine le carte acquisite per i relativi riscontri dagli uomini del Comando provinciale della Guardia di Finanza agli ordini del Colonnello Alessandro Barbera. 

Da 13 a 44: un bel salto

Si arriva a 44 sommando ai 31 nuovi indagati i 13 capigruppo, di varie legislature, coinvolti nell'inchiesta nei mesi scorsi.

Si tratta di Giovanni Bilardi, Giuseppe Bova, Giampaolo Chiappetta, Vincenzo Antonio Ciconte, Alfonso Dattolo, Nino De Gaetano, Emilio De Masi, Luigi Fedele, Pino Gentile, Agazio Loiero, Sandro Principe, Alberto Sarra e Giulio Serra.

Ma l’inchiesta è stata prorogata, quindi presto se ne conosceranno degli altri.

Rimborsopoli è l’indagine sulle spese pazze di consiglieri e collaboratori della Regione Calabria: viaggi, soggiorni di lusso, gratta e vinci, regali Di recente, tra gli scontrini, sono emersi anche acquisti di prodotti per bricolage e fai da te, cavi elettrici e arredamenti per bagni I consiglieri regionali della Calabria, si facevano rimborsare addirittura detersivi e multe.

Tutto rimborsato con i soldi dei cittadini.

Un quadro desolante e che mostra ancora una volta come da destra a sinistra ci siano larghe intese “a delinquere”.

Le stesse larghe delinquenze dell’ Expo 2015 e del Mose,in sostanza

Comunque non è tutto negativo e si ha la certezza che con la contrazione dei consiglieri regionali da 50 a 30 gli inquisitisi si ridurranno!

Pubblicato in Reggio Calabria

L’udienza preliminare si sta svolgendo nell’aula ''Occorsio”, al primo piano del Tribunale potentino

Oggi 11 novembre gli imputati per la gestione delle spese di rappresentanza della regione Basilicata compariranno oggi davanti al gup Tiziana Petrocelli del Tribunale di Potenza.

Rimborsopoli , l’inchiesta sulla gestione dei rimborsi per le spese di segreteria e rappresentanza dei membri del parlamentino lucano e quelli per l’attività dei gruppi consiliari.

Imputati di falso e peculato saranno 22 consiglieri uscenti, tra cui l’intero ufficio di presidenza del Consiglio e la giunta regionale con l’aggiunta dell’unico assessore esterno.

16 sono stati raggiunti da misure cautelari, alcune della quali poi riviste nella più semplice misura del divieto di dimora nel capoluogo della regione, : Rosa Mastrosimone (Idv) e Vincenzo Viti (Pd), Nicola Pagliuca, capogruppo Pdl , Antonio Autilio (Idv), Paolo Castelluccio (Pdl), Agatino Mancusi (Udc), Alessandro Singetta (Misto), Mario Pici (Pdl) , Mario Venezia (FdI) e Rocco Vita (Psi), Vincenzo Ruggiero (Udc), Franco Mollica (Udc) , Antonio Flovilla (Udc), Innocenzo Loguercio (Psi), Antonio Potenza (Pu) e Antonio Tisci (Pdl).

Altri indagati per somme inferiori come il presidente della giunta regionale Vito De Filippo (Pd) e gli assessori Nicola Benedetto (Idv), Luca Braia (Pd), Roberto Falotico (Udc), l’“esterno” Attilio Martorano, Marcello Pittella, Vincenzo Santochirico (Pd), Giuseppe Dalessandro (Pd), Antonio Di Sanza (Pd), Franco Mattia (Pdl), Michele Napoli (Pdl), Pasquale Robortella (Pd), Luigi Scaglione (Pu) e Gennaro Straziuso (Pd), Pasquale Di Lorenzo (Fli), Innocenzo Loguercio (Psi), Vilma Mazzocco (Cd), Giacomo Nardiello (Pdci), Donato Salvatore (Psi) e Antonio Tisci (Pdl).

A seguito della richiesta avanzata dal candidato governatore di Sel Maria Murante laRegione Basilicata si costituirà parte civile

Anche un’associazione di consumatori ha presentato la costituzione di parte civile: su entrambi gli atti dovrà poi pronunciarsi il gip.

Pubblicato in Italia

Solo la temperatura differenzia l’Italia. Sotto il profilo del rimborso ai consiglieri regionali non sembra, infatti, che ci sia differenza.

Lazio, Calabria e Piemonte , bene o male, possono vicendevolmente scambiarsi il posto.

E non c’è limite alla fantasia. Tra gli altri ecco alcuni dei rimborsi : Briglie per il cavallo, un cambio di pneumatici per l’auto, una fornitura di panettoni e spumante per le festività natalizie, sottofiletti per pranzo, buoni benzina per la partecipazione alle manifestazioni del movimento No Tav , borse Louis Vuitton e gioielli di Cartier, spese per una massaggiatrice,per il solarium, per il catering per un battesimo, per un trasloco, per generatori di corrente, per mobili per la casa e per un frigorifero.

L’unica differenza è che in Calabria ancora i nomi non sono stati fatti

In Piemonte, invece, la GdF avrebbe notificato 52 avvisi di garanzia e si aggiungerebbero ai 4 del mesi scorsi. Gli indagati nei prossimi giorni saranno sentiti in Procura.

Il procuratore capo della Repubblica di Torino Giancarlo Caselli ha dichiarato che: “I consiglieri interessati sono 52 variamente distribuiti tra i gruppi rappresentati in regione. Vi sono differenze anche rilevanti tra le varie posizioni individuali, sia per la causale dei rimborsi, sia per l’ammontare complessivo dei medesimi. Pertanto solo lo sviluppo e la conclusione dell’inchiesta, a partire dagli interrogatori di garanzia che si svolgeranno nei prossimi giorni, potranno consentire una più precisa e completa definizione di tali posizioni”.

Le accuse ipotizzate sono peculato, finanziamento illecito dei partiti e truffa.

Tutti i gruppi politici del Consiglio regionale del Piemonte sarebbero interessati, compresi i “grillini” e perfino il Presidente della regione Roberto Cota.

L’inchiesta della Procura di Torino è coordinata dal procuratore aggiunto Andrea Beconi ed è condotta dai sostituti procuratore Giancarlo Avenati Bassi e Enrica Gabetta.

E’ indagato anche il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota.

I rimborsi contestati, da maggio 2010 a settembre 2012),ammontano circa a 900 mila euro.

 

Pubblicato in Italia
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