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E’ avvenuto a San Giovanni in Fiore

L’insegnante lavora in un istituto tecnico.

La porta d'ingresso dell'abitazione di un insegnante di un istituto tecnico a San Giovanni in Fiore è stata incendiata da sconosciuti nel corso della notte.

Al mattino dopo la brutta sorpresa.

E così alla vittima, dopo la scoperta del danneggiamento, non è rimasto che presentare apposita denuncia ai carabinieri del luogo.

Nella occasione l'insegnante ha riferito ai carabinieri di sospettare che l'incendio sia riconducibile a una ritorsione che potrebbe essere collegata alla l'esclusione di alcuni suoi studenti dai prossimi esami di maturità.

Pubblicato in Cosenza

Intensa l’attività di prevenzione dei fenomeni delittuosi posta in essere dall’Arma nella città tirrenica.

Dalle prime ore del pomeriggio di ieri è stata intensificata l’attività di controllo da parte dei Carabinieri della Compagnia di Paola sulla città di Amantea.

 

Hanno partecipato all’attività di controllo diverse pattuglie che hanno attuato numerosi posti di blocco su tutto il territorio ed in particolare sulla SS18, sia di Campora San Giovanni che del Capoluogo, effettuando decine e decine di controlli ed identificando decine e decine di persone.

 

Hanno contribuito alla attività di controllo sia i Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di Paola , sia i carabinieri della Stazione di Amantea , operando per diverse ore una capillare attività informativa per acquisire notizie e contrastare fenomeni delittuosi vari.

Nel tardo pomeriggio di ieri l’attività di controllo era ancora in corso e non siamo in grado di comunicarne i risultati.

 

Di certo nella frazione Campora SG è stato visto il cellulare addetto al trasporto dei detenuti ma nessuna notizia di arresti è dato avere.

Dopo la vicenda delle assicurazioni false non si esclude una forte attenzione anche a questo aspetto delittuoso dal quale ci si attendono nuovi elementi

cAP1Sono appena terminate le operazioni di sequestro di una grossa azienda di lavorazione bitumi presente in località Santa Maria o Paliano di San Pietro in Amantea che contigua al fiume Catocastro. 
L'operazione eseguita dalla Compagnia dei Carabinieri di Paola e dagli uomini della Guardia Costiera.

 

Le operazioni di sequestro sono state eseguite dai Militari del N.O.E. di Catanzaro, dalla Compagnia Carabinieri di Paola, dalla Stazione dei Carabinieri di Amantea, congiuntamente ai Guardacoste di Vibo e della Delegazione di Spiaggia di Amantea. Quattro le pattuglie impiegate nell’attività, che hanno proceduto a dare esecuzione al provvedimento della misura cautelare reale emesso dal Procuratore Capo della Repubblica di Paola Dott. Bruno Giordano, in virtù del Decreto di Sequestro Preventivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Paola Dott. Pierpaolo Bortone.

L’attività d’indagine ha avuto iniziato nel febbraio 2014, con specifica delega d’indagine data dalla Procura della Repubblica di Paola al Personale della Guardia Costiera di Amantea. La stessa è poi proseguita, a seguito della denuncia sporta da alcuni residenti della località la Fiumara del Comune di San Pietro, alla Stazione dei Carabinieri di Amantea, mediante ulteriore delega dell’Autorità Giudiziaria di Paola data ai Militari dell’Arma per l’esecuzione di specifiche attività investigative svolte sia dai militari della predetta stazione che dagli esperti del Nucleo Operativo Ecologico di Catanzaro.

Le attività investigative svolte dai Carabinieri e della Guardia Costiera hanno permesso di deferire in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Paola due soggetti, nella qualità di amministratore unico e legale rappresentante di due società entrambe con sede in Amantea, per la violazione di reati del testo unico ambientale D.lvo 152/2006 e di occupazione di demanio fluviale. In particolare, dal definito quadro delle indagini, svolto in sinergia tra i due Corpi di Polizia è emersa l’illecita condotta da parte degli indagati per aver:

             depositato in maneria incontrollata materiale ferroso nei pressi dell’argine del fiume Catocastro e quello di cumuli di materiale inerte e di risulta edile, nell’area di stoccaggio adiacente l’impianto in questione, nonché aver depositato materiale inerte e fresato di bitume nelle aree appartenenti al demanio fluviale, senza la prevista autorizzazione;

             sversato, sul piazzale antistante l’impianto, liquidi oleosi fuoriuscente da contenitori e rotoli di pennelli di bitume sul terreno, depositati senza cautela;

             convogliato gli scarichi delle acque piovane, attraverso una serie di canalizzazioni al pozzetto di raccolta e da qui alla vasca poi sfociante nel fiume Catocastro, senza la prevista autorizzazione della Provincia;

             immesso, senza la prevista verifica semestrale (quest’ultima mai richiesta), fumi in atmosfera e la dispersione di polveri nell’area durante il processo di produzione del conglomerato bituminoso.

Per tali motivi e al fine di impedire la protazione delle conseguenze della suindicta illecita attività e al fine di salvaguardare la pubblica incolumità dei cittadini residenti nella zona, il G.I.P. ha disposto il Sequestro Preventivo dell’intera area occupata e dell’azienda di lavorazione di bitumi.

Affissi, quindi, sigilli e cartelli monitori, recanti la dicitura “AREA SOTTOPOSTA A SEQUESTRO PREVENTIVO”, data in custodia giudiziale, senza facoltà d’uso, al responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale di San Pietro in Amantea.

Su richiesta della parte, per come disposto anche nell’Ordine di Esecuzione di Misura Cautelare reale, è stato concesso agli interessati un termine di sette giorni per l’allontanamento dai siti interessati, di materiale deperibile e di mezzi in esso custoditi.

 

Comunicato Stampa della Guardia Costiera

Pubblicato in Primo Piano

E’ giunto alle prime luci dell’alba di oggi nel porto di Vibo Valentia Marina, scortato dai mezzi navali della Capitaneria di Porto, della Guardia di Finanza e dei Carabinieri, il Supply Vessel “BOURBON ARGOS”, battente Bandiera del Lussemburgo con a bordo i medici senza frontiere. La grande nave di soccorso, dirottata nei giorni scorsi su tre distinti eventi sar nelle acque del Canale di Sicilia dal Centro di Soccorso Nazionale del Comando Generale della Guardia Costiera Italiana, aveva a bordo 342 migranti di varie nazionalità africane.

       I migranti, alloggiati sul ponte della Nave, già visitati durante la navigazione di trasferimento dallo staff medico imbarcato sulla nave al momento del soccorso, si presentavano in discrete condizioni di salute, fatta eccezione per otto migranti per i quali si è reso necessario il ricovero presso il Nosocomio di Vibo Valentia.

Gli stessi erano stati recuperati nei giorni scorsi nelle acque del Canale di Sicilia, a bordo di tre gommoni alla deriva. Tra i migranti soccorsi 272 uomini, 64 donne di cui 2 in stato di gravidanza e 6 minori.

Il dispositivo di accoglienza e verifica disposto dal Prefetto di Vibo Valentia Dott. Giovanni Bruno, ha visto impiegate le varie forze dell’Ordine – Polizia – Carabinieri – Guardia di Finanza – Guardia Costiera – Forestale, Vigili del Fuoco, l’ASP di Vibo, la Protezione Civile e le Associazioni di Volontariato presenti sul territorio, che hanno contribuito ognuno, per quanto di competenza, alle attività predisposte nelle riunioni di coordinamento tenutesi ieri presso la sede della Guardia Costiera di Vibo Valentia e presiedute dal Prefetto.

I primi a salire a bordo del Pattugliatore, sono stati i Sanitari del 118, che hanno effettuato le verifiche sanitarie dei migranti e delle donne in stato di gravidanza.

Subito dopo sono salite le Squadre interforze di Polizia Giudiziaria della Squadra Mobile della Polizia di Stato, del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza, dei Carabinieri e della Guardia Costiera di Vibo Valentia.

Le attività d’indagine svolte dal Pool investigativo interforze, finalizzato ad individuare eventuali “scafisti”, si è concluso dopo diverse ore di raccolta di testimonianze fornite da taluni migranti, che hanno contribuito a definire le responsabilità dello scafista, di nazionalità del Gambia.

Il presunto scafista è stato posto in stato di fermo a disposizione della Procura della Repubblica di Vibo Valentia.

Successivamente si è provveduto alle attività di sbarco dei migranti, all’identificazione ed al trasferimento degli stessi con i pullman nelle strutture ricettive secondo un piano di accoglienza predisposto dal Ministero dell’Interno.

In particolare una trentina migranti permarranno nella Provincia di Vibo ed i rimanenti verranno trasferiti nelle altre Regioni.

Sbarcati i naufraghi, la Nave “BOURBON ARGOS”, ha poi ripreso la regolare navigazione.

Pubblicato in Vibo Valentia

Una cosentina di 34 anni, tale O.V. è stata trovata in posesso di banconote false da 50 euro abilmente contraffatte.

Si tratta di una donna già nota forze dell’ordine.

Ovvia la denuncia per falsificazione di monete, spendita ed introduzione nelle Stato di monete falsificate.

L’operazione è stata condotta dai carabinieri della Compagnia di Cosenza

Quello che preoccupa è stata la casualità del ritrovamento

Un ritrovamento non conseguente alla spendita, ma affatto casuale.

Nel corso di un servizio perlustrativo, i Carabinieri, in Località Mussano di Cosenza, hanno notato un’autovettura Fiat Cinquecento con all’interno quattro persone sospette (due uomini e due donne).

L conducente, alla vista dei militari, ha provato a dileguarsi accelerando l’andatura del veicolo, ma è stata ugualmente fermata .

I quattro sono stati identificati e la conducente dell’autovettura, è stata denunciata perché sprovvista della patente di guida, mai conseguita.

Ad una passeggera, invece, sono state trovate le banconote false che sono state poste sotto sequestro.

Pubblicato in Cosenza

Francesco Ierardi di 35 anni è stato arrestato in flagranza di reato perché ritenuto responsabile di detenzione illecita di sostanze stupefacenti.

L’uomo si trovava ricoverato presso l’ospedale civile di Locri, dove i medici ne hanno constatato l’aggravarsi delle condizioni psicofisiche a causa, probabilmente, di un overdose di sostanza stupefacente.

I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Locri, intervenuti all’Ospedale, nel corso di una perquisizione personale, hanno rinvenuto, occultato all’interno degli slip, un involucro contenente 33 grammi di cocaina, in perfetto stato di conservazione, nonché due siringhe nascoste nel portafogli dell’uomo.

Su disposizione del Sostituto Procuratore della Repubblica di Locri Vincenzo Toscano tutto il materiale è stato sottoposto a sequestro mentre il giovane, al momento, è piantonato presso l’ospedale in attesa dell’udienza di convalida

Pubblicato in Calabria

perquisizioni-AmanteaContinua la pressione delle Forze dell’ordine sul Basso Tirreno Cosentino.
E’ un segnale di attenzione che le Forze dell’ordine lanciano alle comunità locali che così possono essere tranquille.

 

Similmente alla zona nord del Tirreno Cosentino, dove nella notte tra il 23 ed il 24 maggio i Carabinieri della Compagnia di Scalea, agli ordini del capitano Alberto Pinto, hanno effettuato un servizio straordinario di controllo del territorio, con particolare riferimento ai centri storici dei vicini comuni e ad alcune aree del lungomare dell’alto Tirreno, teatro di fenomeni di criminalità diffusa, effettuando posti di controllo, ispezioni ad alcuni esercizi pubblici individuati tra quelli potenzialmente frequentati da soggetti dediti alla commissione di reati, perquisizioni personali, domiciliari e locali, identificando persone, traendo in arresto due persone,rinvenendo e sequestrando circa 120 grammi di marijuana, custodita all’interno di un grosso barattolo di vetro, oltre 200 grammi circa semi di canapa indiana e 30 (trenta) piantine sempre di canapa alte circa 30 (trenta) centimetri e deferendo alla competente Autorità giudiziaria 3 (tre) individui resisi responsabili di reati di vario genere, anche i Carabinieri della Compagnia di Paola guidati dal Capitano Antonio Villano hanno operato controlli e perquisizioni in diverse abitazioni del comune di Amantea.


Non è dato sapere quali siano stati i risultati raggiunti ,ma la pressione psicologica, così, esercitata è servita per far capire che non si sfugge ai controlli e quindi è bene camminare sulla retta via.

Pubblicato in Cronaca

La voce della presenza dei carabinieri in Comune ci è stata confermata.

Nessun comunicato ufficiale, né a parte delle Forze dell’ordine, né da parte del M5S, ma le circostanze sono emerse significative, seppur anche da esse piene di tanti dubbi.

Sembra che Francesca Menichino, la consigliera del M5S, dopo le intense contestazioni fatte durante il consiglio comunale e relative alla mancanza( od introvabilità) di allegati obbligatori al bilancio consuntivo 2014, si sia recata di buon mattino al comune a chiederne copia.

Non sappiamo a chi si sia rivolta in assenza sia della segretaria , sia del ragioniere ( che poi sono la stessa persona ) ma le sarebbero state frapposti inaccettabili rifiuti o tentativi di “diluire” la risposta, come se questi atti assunti per esistenti non ci fossero ( e questo sarebbe il grave) o non fossero reperibili ( e questo non sarebbe da meno, atteso che il bilancio era stato già approvato dal consiglio comunale seppur con i soli voti della maggioranza).

Ovvie e giustificate le forti insistenze della consigliera comunale del M5S( solo lei , nessun altro della minoranza , ma Ruggiero aveva, però, scritto); insistenze inutili.

Gli atti non le venivano consegnati, né fatti, comunque, vedere.

Sembra che a tal punto lei sia stata costretta a chiamare i carabinieri, direttamente nella persona del maresciallo Massimiliano Diamanti, il quale sembra abbia immediatamente compreso trattarsi di un rifiuto incomprensibile che poteva nascondere ben altro, quale una vera assenza e, quindi, un possibile falso in atto pubblico.

Da qui, stando alle voci raccolte, la presa di posizione dell’Arma che ha chiesto di acquisire essa stessa gli atti non dati alla Menichino.

Ci dicono che dal comune sia allora partita una telefonata alla segretaria che al momento si trovava a prestare servizio in un altro comune, ma il problema non veniva risolto, quasi che -questa volta- gli atti non fossero nella sua stanza, né di segretaria, né di ragioniera.

Da qui il lungo verbale redatto dal maresciallo Diamanti , non amato da tutti ad Amantea e che come al solito si apprezzerà quando non ci sarà più!( A proposito perché in consiglio pur invocati erano mancanti i carabinieri?)

A questo punto una curiosità, quale la presenza del giornalista di cronaca giudiziaria Paolo Orofino che si aggirava durante il consiglio comunale, pur se in aula era presente l’altro giornalista Rino Muoio.

E poi una riflessione.

Ma quali erano gli atti mancanti?

Forse quelli che il revisore dr Currò Massimo, ha dichiarato nella relazione esistenti ed a lui consegnati od altri?

Se, infatti, gli atti richiesti dalla Menichino sono nel lungo elenco seguente(conto del bilancio;conto economico,conto del patrimonio;relazione dell’organo esecutivo al rendiconto della gestione (art. 151/TUEL, c. 6 – art. 231/TUEL); elenco dei residui attivi e passivi distinti per anno di provenienza (art. 227/TUEL, c. 5); conto del tesoriere (art. 226/TUEL); conto degli agenti contabili interni ed esterni (art. 233/TUEL); prospetto dei dati Siope delle disponibilità liquide di cui all’art.77 quater, comma 11 del D.L.112/08 e D.M. 23/12/2009; la tabella dei parametri di riscontro della situazione di deficitarietà strutturale (D.M. 18/02/2013); tabella dei parametri gestionali (art. 228/TUEL, c. 5);il prospetto di conciliazione; nota informativa contenente la verifica dei crediti e dei debiti reciproci tra ente locale e società partecipate (art.6D.L.95/2012, c. 4); prospetto spese di rappresentanza anno 2014 (art.16,D.L. 138/2011,c. 26, e D.M.23/1/2012); certificazione rispetto obiettivi anno 2014 del patto di stabilità interno; relazione trasmessa alla Sezione di Controllo della Corte dei Conti degli effetti del piano triennale di contenimento delle spese (art.2, Legge 244/07, commi da 594 a 599)), perché non sono stati acquisiti presso il revisore dei conti che ha dichiarato la loro esistenza?

Se, invece, non sono in questo elenco potrebbe significare che non si tratta di atti obbligatori, atteso che il revisore ha dichiarato che “il rendiconto è stato compilato secondo i principi contabili degli enti locali” e che ,ancora, il revisore ha dichiarato di aver verificato utilizzando motivate tecniche di campionamento: “la regolarità delle procedure per la contabilizzazione delle entrate e delle spese in conformità alle disposizioni di legge e regolamentari; la corrispondenza tra i dati riportati nel conto del bilancio con quelli risultanti dalle scritture contabili; il rispetto del principio della competenza finanziaria nella rilevazione degli accertamenti e degli impegni; la corretta rappresentazione del conto del bilancio nei riepiloghi e nei risultati di cassa e di competenza finanziaria; il rispetto dei limiti di indebitamento e del divieto di indebitarsi per spese diverse da quelle d’investimento; il rispetto del patto di stabilità e nel caso negativo della corretta applicazione delle sanzioni; il rispetto del contenimento e riduzione delle spese di personale e dei vincoli sulle assunzioni; il rispetto dei vincoli di spesa per acquisto di beni e servizi; l’adempimento degli obblighi fiscali relativi a: I.V.A., I.R.A.P., sostituti d’imposta; che i responsabili dei servizi hanno provveduto ad effettuare il riaccertamento dei residui”.

Certo che resta difficile capire come il revisore abbia potuto approvare il consuntivo PRIMA che venissero rettificate le tariffe della TARI e cioè senza rilevare che le tariffe vigenti al 31. 12.2014 definivano un disavanzo di oltre 1 milione di euro!

Ma questi sono i misteri dalla ragioneria, incomprensibili agli umani!

Pubblicato in Politica

La scena si svolge sulla SS18 in località Benefici di Tortora.

Sta per arrivare il furgone portavalori della Securpool.

Sono circa le 03.00 del mattino.

Sulla statale un posto di blocco.

Un poliziotto in divisa alza la paletta ed intima l'alt.

Il furgone si ferma ma le guardie giurate non scendono.

Immediatamente entrano in scena altri due banditi armi in pugno

I banditi poggiano quelli che sembrano candelotti di dinamite sullo sportello posteriore per impedire ai vigilantes di scendere . Si scoprirà solo dopo che si tratta di un manico di scopa tagliato a pezzi.

Poi con un cavo d’acciaio agganciato all’auto aprono il portellone dove è nascosto il tesoro in oro e gioielli del valore di circa 700 mila euro.

Per fortuna solo uno dei due caveau viene trafugato, l’altro resta nel furgone

I banditi fuggono in direzione nord.

Intervengono  i carabinieri di Praia a mare e di Scalea al comando del tenente Bartolo Taglietti del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Scalea che si sono messi alla ricerca dei banditi fuggiti a bordo di un auto

Sulla vicenda sta indagando la Procura di Paola, l'inchiesta è stata aperta dal sostituto Maria Camodeca.

Pubblicato in Cosenza

Lo hanno dimostrato i Carabinieri Amantea che se si "investe" in sicurezza i risultati arrivano!

Quanto  successo recentemente ad Amantea , comunque, ha dell'inverosimile.

Un procacciatore di assicurazioni per anni avrebbe raggirato numerosi clienti.

Il metodo era semplice.

Sembra che venisse regolarmente stipulato il primo contratto e venisse regolarmente rilasciato il relativo tagliando  da esporre sul parabrezza dell'auto.

Ma sembra, altresì, che nei semestri successivi il procacciatore si pagasse regolarmente ma senza versare il premio alla assicurazione e  stampando per il cliente una tagliando falso.

Secondo i ben informati l'indagine sarebbe partita perchè una pattuglia dei Carabinieri di Amantea guidati dal Maresciallo  Massimiliano Diamanti, nel corso di un controllo, si sarebbe accorta che c'era qualcosa che non andava nel tagliando esposto sul parabrezza di un auto.

Un'altra voce invece racconta della attenzione usata dai Carabinieri di Amantea per la ricerca degli automezzi e motomezzi privi di copertura assicurativa grazie al numero della targa.

Un fenomeno questo che riguarda in Italia il 7 % delle auto  in circolazione, percentuale che nel sud diventa almeno del 12 %. (In Europa è il 4%)

Sarebbe partita da questa ricerca la indagine che interessa il procacciatore amanteano.

Una indagine ora nella competenza  del sostituto procuratore della Repubblica di Paola dottoressa Linda Gambassi.

Un fenomeno , quello della false assicurazioni, che continua ad allargarsi nella sua entità.

La platea di raggirati , infatti, sembra che si ampli sempre di più .

E per tutti loro il problema diventa anche più grave visto che la sanzione va da 841 a 3.366 euro, oltre al sequestro del veicolo. e tutti loro sono di fatto senza assicurazione. Da qui per la loro stessa tutela la denuncia del procacciatore. 

Ma la vicenda ha comunque connotazioni da valutare.

Possibile infatti che nessuno dei "finti" assicurati , sospettando qualcosa, non sia ricorso al sistema automatico di controllo del reale possesso della assicurazione?

Ed ancora peggio!

Possibile che le assicurazione coinvolte non abbiano avuto sospetti?

E poi. Possibile che il procacciatore non sapesse che come previsto dal decreto n.27 del 24 dicembre 2012  il tagliando di assicurazione dell'auto che va messo sul parabrezza della macchina e che serve per attestare l'emissione della polizza RC e la regolarità del pagamento del premio, entro il 18 ottobre 2015, cesserà di esistere, e che da tempo i controlli sono fatti telematicamente?

Sottovalutazione? Può darsi! sperando che non ci sia altro! Chi ricorda che i Carabinieri di Sessa Aurunca, in Campania, scoprirono  un’associazione criminale dedita alla vendita di tagliandi di assicurazione falsi e di polizze brevi al costo irrisorio di 40 euro. ?

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