E’ sabato sera prima della domenica di Carnevale 2017.
Davanti al capannone ci sono decine e decine di auto e decine di ciclomotori.
Dentro, tantissimi ragazzi, qualche ragazza( poche rispetto agli anni scorsi), qualche adulto ed un paio di bambini.
Tutti lavorano( chi più chi meno).
Un carro è ancora da completare.
Un paio sono ancora da colorare.
Di qualcuno si provano i meccanismi.
Tutto sommato sembra andare meglio di qualche anno passato quando il sabato sera non si sapeva nemmeno se per domenica sarebbero riusciti ad essere completati.
Molti sanno che li aspetta una lunga nottata ed una impegnativa mattinata domenicale.
Ma i visi ci sono sembrati sereni.
E poi abbiamo visto i rinforzi.
C’era Francesco Mazzei a dare una mano ai ragazzi di uno dei carri.( vedi foto)
Su un altro Enzo Alfano che accetta di farsi scattare una foto con i ragazzi di un altro carro.(vedi foto)
E poi tanti altri aiutanti adulti.
Anche elettricisti.
Arrivano le pizze e ci si rifocilla.
La nottata è ancora agli inizi e c’è bisogno di avere lo stomaco pieno.
E’ una cosa meravigliosa vedere adulti e bambini lavorare ai carri che domani allieteranno gli amante ani e gli ospiti della città.
Confermiamo la nostra impressione di alcuni carri di notevole fattura, di grande fantasia.
Ma confermiamo anche la necessità di uno scatto di reni, di un forte cambiamento per tornare a ridiventare la città calabrese del carnevale.
Ma ci vuole una nuova amministrazione fortemente attenta al carnevale quale momento di crescita turistica, sociale, economica e sponsor dedicati.
Quando si vuole tutto è possibile. Anche crescere.
La capacità e la passione ci sono e … speriamo che restino.
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Primo Piano
Sono lì, nel capannone, un ambiente privo di servizi, nel quale per lavorare occorre una grande forza d’animo.
Ogni giorno, di sera e di mattino, alle prese con saldatrici, fil di ferro, carta, colla.
Ed inventano i loro carri.
Partono da uno o più disegni che li guidano nella realizzazione delle loro opere.
La cosa più straordinaria di questa impresa è la capacità di conservare le proporzioni delle statue e del carro nel suo insieme.
Non è facile, affatto facile.
Se andate a vederli ve ne accorgerete.
E poi i meccanismi, che devono essere provati e riprovati.
Ed infine i colori.
E’ un po’ come creare con la creta, ma molto più difficile.
La cosa più straordinaria è che non hanno seguito una scuola per cartonisti e nemmeno un quale percorso didattico per la realizzazione di maschere carnevalizie o da cinema-.
Hanno imparato uno dall’altro.
I loro maestri sono stati i carristi degli anni precedenti.
E le loro opere sono davvero straordinarie.
La prova sta nel fatto che esse sono poi commercializzate per eventi che si svolgono negli altri comuni calabresi.
Sono loro, i ragazzi, il futuro del carnevale amanteano.
Sono loro forse gli unici a credere in questa antica tradizione amanteana.
Tutti gli altri, quelli che poi ne godono, sono distratti, addirittura passivi.
Al più comprano i vestitini per i loro bambini, quelli che hanno diritto ad un momento di gioia serena.
Ve l’immaginate un carnevale senza carri?
Forza ragazzi, voi siete l’Amantea vera, quella che Ancora crede in e sessa, quella che si fre per gli altri.
E grazie, senza di voi non ci sarebbe il carnevale!
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