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Amantea sta letteralmente morendo ma la comunità fa finta di non averne coscienza.

Speriamo che faccia finta, perché potrebbe davvero non averne coscienza visto che naviga in quel più o meno consapevole limbo di eutanasia totale.

Politica, economica, morale, etica, sociale

Abbiamo detto che dopo anni Amantea non ha più un proprio rappresentante al consiglio provinciale

Con la mancata elezione di mario Pirillo alle europee non ha un rappresentante in Europa

Non ha un rappresentante in Parlamento

E dopo averne avuto ben due e per decenni alla regione potrebbe non averne in futuro alla regione

Consiglieri forse no, ma almeno candidati.

Già, ma chi?

Abbiamo visto che sono tempi difficili per coloro che si servono dei voti della mafia e questo esclude alcuni possibili candidati

Chi? Loro lo sanno e se ci pensate bene pure voi.

Sono anche tempi difficili per i millantatori, le cui chiappe sono sempre più scoperte e quindi a rischio.

Mario Oliverio ha detto che vuole persone pulite e questa scelta ne esclude altre ancora.

Wanda Ferro non ha nemmeno bisogno di dire che sceglierà persone pulite e questa posizione politica esclude tanti altri politici o pseudo politica amanteani

Ma nella città rimangono tante altre persone per bene

Ne abbiamo voluto sentire una: Gianfranco Suriano e gli abbiamo posto la domanda : “Ma tu ti candidi alle regionali?”

Ecco cosa ci ha risposto: "Sto ricevendo in quest'ultimo mese, da parte di più amici della provincia di Cosenza non appartenenti all'Udc, calorosi inviti a candidarmi in alcune liste per le prossime regionali.

Indipendentemente dal fatto che ho deciso di non candidarmi per tutta una serie di ragioni, voglio rivolgere a questi amici un sentito ringraziamento per la stima e la fiducia risposta nella mia persona.

Non ho ricevuto nessun invito dall'Udc, di cui non condivido più la linea politica."

Già! Mi ero perfino scordato dell’UDC.

Anzi pensavo che si fosse come sempre imbarcato su una delle grandi navi alla fonda nel mar di Calabria e sempre sperando che non si chiami Concordia e che non abbia un altro Schettino.

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Corte Dei COntiRiceviamo e pubblichiamo una dura nota stampa del M5S e del proprio consigliere di minoranza Francesca Menichino Eccola di seguito:

 

“Se l’addetto stampa della maggioranza (e non del comune) non fosse impegnato contemporaneamente con il potere e con la libera informazione, cosa per lo meno discutibile, forse si sarebbe accorto che la delibera che determina gli importi delle indennità di funzione per sindaco e giunta è la 162 e non la 163.

Ma questo è l’aspetto meno inquietante della  nota di Ernesto Pastore.

Leggiamo un’aberrazione dopo l’altra: il sindaco  si autocelebra  parlando di lavoro h 24, anche sabato e domenica, di rinuncia agli affetti familiari, di telefono sempre acceso (questo si, anche durante i consigli e le commissioni..), di riduzione del 50% per gli amministratori che siano lavoratori dipendenti come se fosse una concessione ai cittadini e non un obbligo di legge; superlativa poi è l’espressione “abbiamo fatto della presenza il nostro punto di forza”, come se l’impegno di un amministratore fosse facoltativo o come se l’assenza fosse un opzione possibile.   

Il sindaco poi accusa i suoi detrattori di “demagogia”,  non sapendo di incarnare ella stessa il concetto: dicesi demagogia  “un comportamento politico che attraverso false promesse vicine ai desideri del popolo mira ad accaparrarsi il suo favore”, ecco è proprio quello che  ha fatto il Sindaco con la sua lista promettendo sia durante i comizi elettorali  che  all’intervista del 22 maggio in piazzetta dell’Emigrante la riduzione delle indennità.

Emergono , in sostanza, incoerenza, protervia, arroganza e una lontananza incolmabile dall’unico spirito che dovrebbe animare chi amministra una comunità: lo spirito di servizio.

Eppure davanti a noi e davanti al Prefetto il sindaco ha detto, rimanendo seria, di provare un “magone” tutte le volte in cui non riesce ad accontentare i cittadini spesso disperati. Chissà se lo stesso “ magone”  è  stato avvertito nell’ufficio di Ragioneria che è l’ufficio che ha formulato la proposta di delibera e ha dato parere di regolarità contabile, facendo uscire dal cilindro (ecco il magone!) una norma che il sindaco ritiene autorizzativa ma sulla quale nutriamo pesanti dubbi.

Non parliamo, poi, della parcella dell’avvocato per il ricorso sull’ineleggibilità: il sindaco dice di non avere “nella maniera più assoluta” pagato le proprie spese legali con le casse della ragioneria, ma allora com’è possibile che la delibera relativa, la numero 126 del 12 agosto avente ad oggetto la resistenza al ricorso con una somma stanziata di 3500 sia ancora là?

O forse è stata annullata in autotutela?

Ma allora risponda il sindaco e lo faccia sui contenuti , “le belle parole stanno a zero e provi vergogna quando dice che 3306,36 euro sono solo un rimborso spese, perché con quei soldi spesso ci campano 3 famiglie”.

Solo una cosa ci viene da dire in conclusione, e cioè che l’unico modo di uscire da questo imbarazzo  attiene alla scelta che dovrebbe fare  “senza se e senza ma”: dimettersi e farlo subito, subito dopo avere annullato in autotutela sia la delibera 126 che la 162, e lo faccia prima che il nostro esposto arrivi alla corte dei conti.

Sarebbe, a proposito di trasparenza, l’unico atto davvero ispirato a questa priorità amministrativa che per l’attuale amministrazione abita solo nei vuoti programmi elettorali o nelle vuote formule dell’addetto stampa

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Le elezioni provinciali appena tenutesi, oltre che per aver tolto ai cittadini un diritto, quello di scegliere i propri rappresentanti, senza alcun vantaggio per gli stessi, passeranno alla storia anche per aver cancellato la presenza nell’ente della città di Amantea.

 

Una sconfitta politica per una intera città che ancora una volta paga un prezzo alto per la mancanza di una classe dirigente affermata.

L’allontanamento dei cittadini dalla politica, il disinteresse dei giovani, la sfiducia nelle istituzioni, sono temi già ampiamente trattati e sicuramente concause, ma a mio avviso, per restringere il discorso ad un ambito prettamente locale, la politica “di bottega”(o di salotto), quella cioè che si attiva ad un mese o poco più dalle elezioni comunali, e il voto dato solo sulla base della parentela e dell’amicizia, ha determinato il definitivo azzeramento della presenza dei riferimenti cittadini nelle istituzioni, provinciali, regionali, nazionali ed europei.

La nuova legge elettorale non ha fatto che aggravare la situazione, siamo tutti consapevoli che le “quote rosa” hanno rappresentato un dramma nella composizione delle liste, si è ricorso ad un vero e proprio “ratto delle sabine” che ha umiliato le donne, scelte non per le loro capacità e per il loro pregresso impegno sociale o politico, ma per il numero di voti che potenzialmente potevano apportare.

Il metodo, sicuramente efficace dal punto di vista elettorale, ha però catapultato all’interno delle istituzioni persone prive di esperienza, di ambizioni politiche, per di più totalmente lontane dalla politica e, soprattutto, dai partiti.

I politici navigati invece hanno preferito saltare l’appuntamento, forse hanno altri obiettivi personali o politici, o non sono stati considerati dai partiti per via dei continui cambi di casacca, l’unico candidato di Amantea, non ha raggiunto l’obiettivo, gli è mancato il sostegno che si aspettava. Fatto sta che Amantea alla provincia non c’è!

La politica è partecipazione, ascolto, confronto, tre pilastri che consentono alla classe dirigente di agire nell’interesse di tutti, venuta mano questa si è formato un vuoto, utile a qualcuno ma dagli effetti nefasti per il nostro territorio. Il mio auspicio, dunque, il ritorno dei partiti nella nostra città, essi sono e rimangono le palestre della classe dirigente, luogo di incontro tra persone che la pensano allo stesso modo, sotto un’unica bandiera, pronti ad confrontarsi e a mettersi in gioco per il bene comune.

 

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