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Si conclude in Corte d’Assise a Cosenza, il giudizio di primo grado della maxi inchiesta antimafia denominata “Tela del Ragno”, istruita dal pubblico ministero Eugenio Facciolla. 

 

 

Quattordici le condanne (ben undici sono ergastoli) e cinque assoluzioni.

La Dda dopo un lungo ha così fatto luce su sette omicidi di ‘ndrangheta consumati sulla costa tirrenica cosentina nell’ambito di distinte guerre di mafia.

 

Sette gli omicidi, dal 1979 al 2004, sui quali si è tentato di far chiarezza.

Vere e proprie esecuzioni a mano armata che hanno portato alla scomparsa prematura di: Giovanni Serpa, Luigi Sicoli, Rolando Siciliano, Carmine Chianello, Salvatore Imbroinise alias Ciap Ciap, Luciano Martello ‘U biondo’ e Pietro Serpa.

Uccisioni che hanno modificato gli assetti dei clan che aspiravano al predominio nel territorio paolano: il gruppo dei Serpa insieme a Giancarlo Gravina, quello di Gennaro Ditto e Mario Scofano e infine quello composto da Giuseppe Lo Piano, Antonello La Rosa, Luciano e Mario Martello.

Il PM Eugenio Facciolla aveva chiesto 14 ergastoli (Giovanni Abbruzzese, Paolo Brillantino, Valerio Salvatore Crivello, Gennaro Ditto, Giancarlo Gravina, Giacomino Guido, Giuseppe Lo Piano, Mario Martello, Mario Mazza, Umile Micieli, Fabrizio Poddighe, Livio Serpa, Nella Serpa e Francesco Tundis), nonchè la condanna a 12 anni di carcere per i pentiti Vincenzo Dedato e Ulisse Serpa, e 15 anni per il collaboratore Giuliano Serpa.

 

Il Pm a luglio aveva chiesto l'assoluzione per Tommaso Gentile e Mario Matera.

Ed ecco le condanne e le assoluzioni

Giovanni Abbruzzese imputato per l’omicidio Martello. Richiesta pm: ergastolo. Condanna all’ergastolo.

Paolo Brillantino imputato per omicidi Chianello ed Imbroinise. Richiesta pm: ergastolo. Assolto.

Valerio Salvatore Crivello  imputato per l’omicidio di Pietro Serpa. Richiesta pm: ergastolo. Condanna all’ergastolo.

Gennaro Ditto imputato per omicidi Pietro Serpa ed Imbroinise. Richiesta pm: ergastolo. Condanna all’ergastolo.

Giancarlo Gravina imputato per l’omicidio Martello. Richiesta pm: ergastolo. Condanna all’ergastolo.

Giacomino Guido imputato per l’omicidio Sicoli. Richiesta pm: ergastolo. Condanna all’ergastolo.

Giuseppe Lo Piano imputato per l’omicidio Imbroinise. Richiesta pm: ergastolo. Condanna all’ergastolo.

Mario Martello imputato per l’omicidio Imbroinise. Richiesta pm: ergastolo. Condanna all’ergastolo.

Mario Mazza imputato per omicidi Siciliano e Martello. Richiesta pm: ergastolo. Condanna all’ergastolo.

Umile Micieli imputato per omicidio Martello. Richiesta pm: ergastolo. Condanna a 22 anni di detenzione.

Fabrizio Poddighe  imputato per omicidi Martello e Siciliano. Richiesta pm: ergastolo. Condanna all’ergastolo.

Livio Serpa imputato per omicidi Martello e Siciliano. Richiesta pm: ergastolo. Assolto.

Nella Serpa imputata per omicidi Martello e Siciliano. Richiesta pm: ergastolo. Condanna all’ergastolo.

Francesco Tundis imputato per omicidi Martello e Siciliano. Richiesta pm: ergastolo. Condanna all’ergastolo.

Vincenzo Dedato imputato per l’omicidio di Giovanni Serpa. Richiesta pm: 12 anni reclusione. Condanna a 11 anni di detenzione.

Ulisse Serpa imputato per l’omicidio Martello. Richiesta pm: 12 anni reclusione. Assolto.

Giuliano Serpa  imputato per omicidi Martello ed Imbroinise. Richiesta pm: 15 anni reclusione. Condanna a 14 anni di detenzione.

Tommaso Gentile imputato per l’omicidio Sicoli. Richiesta pm: assoluzione. Assolto.

Mario Matera  imputato per l’omicidio di Pietro Serpa. Richiesta pm: assoluzione. Assolto

Luca Bruni non luogo a procedere per intervenuto decesso

 

Ad Amantea, quindi, assoluzione per Tommaso Gentile, mentre Guido Giacomino ha preso il carcere a vita.

Ora il processo si avvia alle successive fasi giudiziali.

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Calabria Verde sembra una nuova Mani Pulite un quarto di secolo dopo.

 

A Milano il “mariuolo isolato” Mario Chiesa del Pio Albergo Trivulzio , in Calabria “un gruppo di mariuoli” di Calabria Verde.

Poi a Milano le indagini si allargarono a livello nazionale nei confronti di esponenti della politica, dell'economia e delle istituzioni italiane, e portarono alla luce un sistema di corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti ai livelli più alti del mondo politico e finanziario italiano, e la politica reagì accusando la Procura di Milano di muoversi secondo un «preciso disegno politico»( Bettino Craxi)

Ora in Calabria i PP.MM. Bombardieri e Gratteri dichiarano che “Calabria verde è solo la punta di un iceberg” e che in Calabria c'è il marcio di Calabria Verde e quello della sanità e altro ancora.

E la DDA tenterà di far luce su “un sistema di grassazioni, malversazioni, appalti truccati, forniture fantasma, nomine illegittime, consulenze illegali”

Ma tanto dipenderà dai “Chiesa” calabresi ed occorrerà vedere se anche i nostri “mariuoli”, come a Milano, parleranno e sveleranno i nomi di chi c’è dietro, di chi li ha protetto e diretto.

La speranza è tutta nella collaborazione dei cittadini liberi ed onesti , da sempre invocata dai PM, Gratteri in testa, e proprio per questo è stato ricordato che tutto è cominciato da alcuni articolo di un giornale regionale, ed in primis da quello con il titolo “Calabria verde, spese sospette” .

Si, da sempre la Stampa libera può influire anche sul lavoro della magistratura, se essa vuole cogliere quegli elementi che difficilmente potrebbe avere nel fascicolo, anzi aprirlo proprio con gli articoli del mondo della stampa e del web.

Una situazione incredibile e vergognosa ed una occulta "cabina di regia" che da sempre investe molto in disinformazione e tenta di spostare l'attenzione della magistratura , magari, “sulle gare d'appalto arrivate con sentenze del Tar e pronunciamenti del Consiglio di Stato che hanno visto soccombere finanche l'ufficio legale della Fiat”.

Ma non tutto è marcio in Danimarca ed in Calabria fino a quando ci saranno giornali e penne “onesti” che scrivono senza timore e senza paura perché “liberi”.

E’ il caso, e non è piaggeria, del giornalista Paolo Orofino che fu autore di uno dei primi articoli su Calabria Verde.

Una indagine che darà il senso di quanta malversazione ci sia nella nostra terra soltanto quando- e speriamo presto- sapremo che cosa succedeva e succede negli enti pubblici ed avremo cognizione dell’arroganza e supponenza con cui si praticava.

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Lo abbiamo detto, lo ripetiamo.

E’ difficile fare il sindaco a Roma, ma forse molto di più ad Amantea.

Non dimentichiamo che Amantea è, infatti, il paese dei refusi.

L’elenco sarebbe lungo, molto lungo.

Potrebbe cominciare dai voucher per spalare la neve e senza chiudersi mai.

Avremmo potuto finire con il bando per l’addetto stampa , anche quello scopiazzato e male ( vedi articolo), ma ormai anche quello è superato dalle oscillazioni della carica di sindaco.

Questa ce la segnala Andrea Ianni Palarchio che richiama la delibera di Giunta n 176 del 13 settembre avente ad oggetto: Richiesta di proroga servizio di tesoreria comunale.

Nel testo della deliberazione si leggeva: “ Assume la presidenza il vicesindaco Monica Sabatino..”

Ed il dr Ianni Palarchio si chiede : “Ma se la D.ssa Sabatino è il vicesindaco chi è il Sindaco ???

Solita refusite o lapsus froidiano ????”

Chiaramente Andrea ha usato il termine "lapsus froidiano" in luogo di “ lapsus freudiano”, forse proprio per dare potenza al refuso che , consciamente o meno, non sappiamo, nascondeva la volontà di distorcere la realtà.

Qualcuno ha pensato che si stesse leggendo non futuro, ma non era così.

Questa volta, infatti, sul sito è scomparso il refuso ed è apparsa la nuova delibera che cancella con le XXXX il vice e ridà la carica di sindaco al sindaco in carica! ( Eh, eh!)

Un passo avanti nella buona abitudine alla lettura degli atti e nell’autocorrezione.

Bene!

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